
Dante è l'archetipo di una teologia che sublima le humanae litterae, affinchè predispongano il tempo e lo spazio per il suo itinerarium verso Dio. Da qui la genesi e l'espansione del "dantismo papale contemporaneo, quello che porta i nomi dei Papi santi del secolo XX" che rinnova ma non abbandona "la prospettiva estetica, morale e teologica, seguita da Pio II nel Quattrocento e da Alessandro VII nel Seicento, quella dell'umanesimo cristiano"
In quanto potenza politica egemonica, Roma incideva in grande misura sugli sviluppi culturali e religiosi nel suo impero, tanto più che nella visuale della religione propria dei romani la loro dominazione si doveva alla benevolenza degli dei. Anche per tali ragioni in questo libro si presta particolare attenzione alla politica religiosa dei romani e ai suoi rapporti con le posizioni religiose adottata dalle comunità giudaiche e da quelle cristiane della prima ora. In questa prospettiva, da una parte non si è trascurata alcuna delle problematiche fondamentali e della letteratura corrispondente; dall'altra si è mirato a formulare e documentare in termini chiari una problematica che è di primaria importanza anche per la questione della cosiddetta «separazione» delle strade.
Come nei precedenti tomi e come in tutta la produzione letteraria del Lambertini non mancano numerose reminiscenze autobiografiche che fanno riferimento alle sue origini bolognesi o alla permanenza e attività presso la Curia Romana e in modo specifico al suo ruolo di promotore della fede presso la Congregazione dei Sacri Riti.
La desacralizzazione e la scristianizzazione accompagnano il destino dell'uomo occidentale. La civiltà del capitalismo assoluto, che basa il suo dominio sul nichilismo relativista e sulla volontà di potenza tecnoscientifica, non solo non ha più bisogno di affidarsi, come un tempo, alla religione quale strumento di potere: deve necessariamente promuoverne l'estinzione. Con il suo richiamo al sacro e alla trascendenza, alla dignità dell'uomo come immagine di Dio e all'idea di una verità non utilitaristica, la religione cristiana resta infatti una "potenza frenante" rispetto al nulla della civiltà merciforme e del fanatismo economico. Per Diego Fusaro questo pernicioso processo di desacralizzazione si manifesta al livello più preoccupante nel pontificato di Francesco, e nel suo tentativo di scendere a patti con la civiltà dei consumi, assimilandone il lessico e la visione del mondo - anche se in salsa progressista. Come la perestrojka proposta da Gorbacëv per "ammodernare" il comunismo produsse il suo scioglimento nel capitalismo, così la modernizzazione combattuta da Ratzinger e difesa da Bergoglio non porta il cristianesimo alla sopravvivenza, ma alla dissoluzione. La fine del cristianesimo è un atto d'accusa filosofico contro la fede "liquida" e low cost , e insieme un invito a riscoprire il messaggio di Pasolini, secondo cui «l'opposizione al nuovo potere non può che essere un'opposizione anche di carattere religioso». Per Fusaro, contro lo spirito del tempo presente è irrinunciabile un'alleanza tra la Chiesa resistente al modernismo nichilista e le forze laiche anticapitalistiche che non intendono soggiacere al consumismo imperante.
E' stato scritto che dall'elezione di Jorge Mario Bergoglio a vescovo di Roma e pontefice di tutta la Chiesa "nulla è stato più come prima".
Cosa è veramente successo? In questi anni, mentre è cresciuta esponenzialmente la popolarità del nuovo Papa, non è altrettanto cresciuta la popolarità della Chiesa o del messaggio cristiano. Gli indici di vitalità della compagine ecclesiale sono sempre più in ribasso. Sembra che si sia verificata una sorta di sovrapposizione del Papa rispetto alla Chiesa, quando non una vera e propria presa di distanza di Francesco dalla Chiesa così come conosciuta finora. Il libro riflette in modo critico sugli assunti portanti dell'insegnamento di Papa Francesco, in materia di fede e di morale, evidenziando i punti di non continuità con la dottrina precedente e con il magistero autentico. Con filiale devozione al Papa, è necessario dire che è questi che dipende dalla Chiesa e dalla sua fede e non viceversa. All'ubi Petrus ibi Ecclesia deve sempre corrispondere l'ubi Ecclesia ibi Petrus.
P. Serafino Maria Lanzetta svolge il suo ministero sacerdotale nella diocesi di Portsmouth, Inghilterra. E libero docente di teologia sistematica presso la Facoltà Teologica di Lugano (Svizzera) e direttore editoriale della rivista teologica Fides Catholica. E' autore di diversi libri e saggi che coprono vari ambiti della teologia, in particolare quello teologico-fondamentale, ecclesiologico, mariologico e morale. Ha curato l'organizzazione di diversi simposi teologici a carattere internazionale con le relative pubblicazioni.
Mons. Alfred Xuereb è stato per cinque anni e mezzo "secondo" segretario personale di Benedetto XVI. Ha accompagnato il Papa nei contesti della sua vita quotidiana più personali e forse meno noti al grande pubblico. Frutto di questi anni è il presente "diario", in cui don Alfred condivide con noi i suoi ricordi personali, emotivamente intensi, di quel periodo. Le Messe del mattino celebrate da Papa Benedetto nella cappella del Palazzo Apostolico, talvolta arricchite da bellissime omelie, le passeggiate nei Giardini Vaticani e in quelli di Castel Gandolfo, i viaggi all'estero, le grandi celebrazioni, i momenti della preghiera e del riposo, gli incontri con Mons. Georg, l'amatissimo fratello, il clima della vigilia natalizia, con i canti e i ricordi d'infanzia di Papa Benedetto, l'amore per gli animali... Non mancano le pagine in cui don Alfred esprime la sua partecipazione ai momenti difficili, di travaglio e di sofferenza, del servizio di Benedetto XVI. Discreti i cenni al diminuire delle forze del Papa; ricche di grande e contenuta emozione le pagine sulla rinuncia al Pontificato. Chiude il libro il commosso commento al funerale che testimonia - anche fotograficamente - l'affetto dei fedeli verso Benedetto XVI. Un diario dai contenuti personali che ora diventa, a suo modo, dopo che Benedetto XVI è tornato alla casa del Padre, anche un libro di storia.
Un giovane prete della provincia di Catanzaro ha iniziato durante il lockdown a trasmettere su Youtube e Instagram le sue messe e alcune preghiere e riflessioni, per accompagnare i fedeli durante un periodo buio. Con una rapidità impressionante don Francesco Cristofaro ha costruito attorno a sé una comunità di fedeli ispirati dal suo modo limpido di parlare di temi religiosi e di raccontare le storie esemplari di molte persone che non hanno voce. In questo libro don Francesco traccia un percorso per aiutarci a comprendere la ricchezza che la speranza è in grado di portare nelle nostre vite e come cercare di alimentarla e nutrirla coltivando la preghiera e la gratitudine, e scegliendo il sorriso e l'amore come fiaccole sulla strada. Accanto alle vicende celebri e illuminanti dei santi Padre Pio, Giuseppina Bakhita, Gabriele dell'Addolorata e del beato Carlo Acutis scopriamo così alcune storie di persone comuni mai raccontate prima: le vite coraggiose, drammatiche e piene di speranza della piccola Silvia Tassone, di Angela Trevisan, di Maria Assunta Frustagli, e di Giuseppe Armeli Moccia sono grandi esempi di resilienza e fede, capaci di portare nei nostri cuori gioia autentica per la vita e di accendere quella scintilla della speranza che stiamo cercando. Un viaggio nel potere della preghiera, della gratitudine, del sorriso e dell'amore.
"Pastorale" per Angelo Giuseppe Roncalli è tutt'altro che una mera applicazione dei principi dottrinali: è l'indole, la dimensione essenziale e costitutiva della dottrina, la sua stessa ermeneutica, ed è uno stile, una spiritualità, un modo di abitare il mondo che può essere sintetizzato in tre verbi: unire, nutrire, difendere. Privilegiando lo studio della predicazione dal 1925 al 1963, il volume è diviso in due parti, la prima segue l'evoluzione della prospettiva pastorale in Roncalli sullo sfondo del suo peregrinare da Sofia a Istanbul, da Parigi a Venezia e a Roma con la convocazione del Vaticano II. La seconda è dedicata allo studio della recezione del suo stile "pastorale" nel Vaticano II, con particolare attenzione alla prima sessione del Concilio e soprattutto alla Gaudium et spes, vero banco di prova per una Chiesa che vuol aprirsi al mondo e alla storia. Prefazione di Giuseppe Ruggieri.
La Chiesa dichiara incessantemente la sua intenzione di dare maggior riconoscimento al suo interno al ruolo delle donne. Sebbene ci siano stati alcuni passi in questa direzione, essi rimangono incerti e spesso suscitano resistenze e opposizioni, a volte molto forti. Queste difficoltà, più profonde di quanto possa sembrare, testimoniano la difficoltà di pensare il femminile, paradossalmente tanto più celebrato quanto nei fatti ancora marginalizzato. In questo stimolante saggio, la teologa Anne-Marie Pelletier si propone di rivisitare alcuni momenti della storia del rapporto della Chiesa con le donne. L'autrice accompagna a mettere a fuoco come si sono formati i pregiudizi che continuano a condizionare la riflessione e a impedire i cambiamenti oggi necessari. Sebbene l'autrice non esiti a porre domande inquietanti, il suo obiettivo non è impantanarsi in un approccio polemico, né squalificare la preziosa eredità della tradizione. Si tratta piuttosto di comprendere che alcune convinzioni, spesso ritenute appartenenti alla rivelazione cristiana nell'ambito dell'antropologia, sono invece frutto di un adattamento della fede alle rappresentazioni culturali di un determinato momento. Diventa allora necessario ritornare alla fonte viva del Vangelo, affinché esso possa dispiegare la sua forza di novità e di vita in un tempo nel quale sono auspicabili anche coraggiosi mutamenti istituzionali. Prefazione di Vincenzo Paglia.
Benedetto e Francesco non sono semplicemente due santi o due papi. Essi rappresentano archetipicamente i due volti del Cristo: quello aramaico, severo, apocalittico, predestinato, chiuso al mondo, in perenne attesa della Fine; e quello greco, lieto, inquieto, avvinto dal fascino della Storia, in continua ricerca della strada da percorrere, della missione da compiere nel tentativo di diffondere il Verbo. Lungi dall'essere una contraddizione insanabile, questa componente bipolare ha permesso al cristianesimo di sopravvivere a sé stesso nei millenni, reagendo di volta in volta alle trasformazioni storiche: con uno spirito di attesa millenaristica, basato sul potente medium della scrittura, di fronte alla chiusura degli spazi del mondo (durante il lungo periodo medievale, per esempio, o nel corso di quello successivo alla Rivoluzione francese); o con uno spirito universalistico, incentrato sulla spettacolarità e sull'immagine, in concomitanza con le aperture d'orizzonte geografico (si pensi alla spinta controriformista e gesuitica del '500, o alla grande Riforma che, partita dal Vaticano II, arriva sino a oggi, alla "Chiesa in uscita" di papa Bergoglio). Come si tenta di dimostrare nella ricostruzione storica qui presentata, la doppia identità e l'assetto multimediale - se è vero, come sosteneva Marshall McLuhan, che i media non sono semplicemente canali, ma ambienti che costruiscono il messaggio - hanno reso indistruttibile questa religione, nata da un semplice annuncio apocalittico del Regno in una sperduta regione del Medio Oriente. Ma lo è ancora oggi di fronte al mondo globalizzato, frammentato, liquefatto, sepolto dai linguaggi individualizzanti del consumo? Come fa una Istituzione centralizzata come quella cattolica a reggere di fronte alle sollecitazioni della network society e della platform society? Questo libro, immerso in una dimensione disciplinare che potrebbe definirsi di "mediologia delle religioni", tenta una risposta a tali domande.
Sono passati quasi dieci anni dal 13 marzo 2013, giorno dell'elezione di papa Francesco. Dalle sue parole, scritte o pronunciate tra il 2018 e il 2022, ci lasciamo aiutare in questa Via crucis per meditare la passione del Signore. Accanto alle stazioni tradizionali ve ne sono alcune più aderenti ai racconti evangelici perché, come scrive il papa argentino nell'Esortazione apostolica "Gaudete et Exsultate" «è la contemplazione del volto di Gesù morto e risorto che ricompone la nostra umanità, anche quella frammentata per le fatiche della vita, o segnata dal peccato».
Dall'Umbria rurale al cuore urbano e dinamico della Francia, dall'esortazione penitenziale dei primi frati alla predicazione dei Dottori a Parigi: è il viaggio avvincente che testimonia la grande vitalità e creatività del primo movimento francescano. Un viaggio che, però, solleva anche molte domande, poiché ogni passo in avanti verso il successo in Francia, richiedeva ai frati di guardarsi indietro, alle origini e a Francesco, di misurarsi con la sua intuizione evangelica che privilegiava la semplicità all'erudizione. L'Autore mette in luce uno dei criteri fondamentali che ha animato le scelte delle prime fraternitas, ovvero la missione evangelizzatrice a servizio del regno di Dio, in una tensione continua tra rinnovamento e fedeltà, lì dove si gioca l'intraprendenza e la creatività... anche oggi!