La spiritualità ortodossa della Terra Russa troppo spesso è ingiustamente trascurata dal mondo occidentale. Perciò questo saggio si propone di farcela scoprire e di condurci nel cammino lungo e affascinante dell’ecumenismo, perché – secondo una frase molto cara a Giovanni Paolo II – la Chiesa possa nuovamente respirare con entrambi i suoi due polmoni.
La conoscenza più approfondita dei vari aspetti della cultura russa, come l’arte e la letteratura, ci potrà aiutare a comprendere non solo lo stretto legame fra i canoni estetici bizantini e l’icona russa, ma anche e soprattutto la profonda spiritualità della letteratura russa del XIX secolo.
Infine, seguendo l’evoluzione storica del monachesimo russo potrà cogliere anche il perché dello stretto legame esistente fra Chiesa Russa e società civile e politica, così come appare ancora bene evidente ai nostri giorni il legame esistente fra Chiesa e Stato in Russia.
Fede e impegno politico
Posizioni critiche e impegno attivo
Il dialogo tra la cultura protestante e il marxismo
A che pro, in un presente che ha dichiarato la fine delle ideologie, della storia e di socialità che non siano liquide, ragionare sul rapporto tra fede e politica, richiamando l’attenzione su un percorso di riflessione cristiana sul marxismo tracciato dal protestantesimo italiano, in particolare quello valdese?
A che pro reclamare l'ascolto di un'originalità teologica risalente agli anni delle dittature europee, sviluppatasi nella Liberazione e nel lavoro per una società migliore, fino all'incontro con una lettura del marxismo maturata nel rinnovamento culturale e nel conflitto sociale degli anni Sessanta?
Eppure, oggi un percorso tanto peculiare da sfuggire, allora e oggi, a frettolose liquidazioni del passato, e capace di portare alla luce un marxismo anti-ideologico e un cristianesimo non integralista, ha molto da insegnarci.
L'Italia tra Riforma, Risveglio e Risorgimento
La dimensione territoriale e la dimensione internazionale del protestantesimo
Il forte radicamento del protestantesimo nella società
Il volume a cura di Simone Maghenzani e Giuseppe Platone si prefigge di riflettere sui fenomeni storici che hanno maggiormente caratterizzato il protestantesimo in Italia – ovvero Riforma, Risorgimento e Risveglio evangelico – nonché sulle sue prospettive contemporanee, sia all'interno del suo ambito sia nello spazio pubblico.
Ed è soprattutto rispetto a quest'ultimo che, nel volume, i protestanti italiani aprono uno stimolante confronto con intellettuali vicini, ma certo non interni, quali Alberto Melloni, Giulio Giorello e Gabriella Caramore.
Ne emerge uno spazio sociale in cui le caratteristiche salienti del protestantesimo – il senso di responsabilità individuale e di autodeterminazione in campo etico, oltre che la laicità dello Stato – possono rivelare la loro preziosa carica innovativa.
Il Risorgimento e l’Unità d’Italia come occasione di libera circolazione della Bibbia
Le prime opportunità di una scelta religiosa libera e personale
I nuovi valdesi, Liberi, Fratelli, metodisti, battisti, luterani, avventisti, pentecostali...
Gli eventi del Risorgimento e l’Unità conseguita nel 1861 consentirono la libera circolazione della Bibbia e l’estensione di una certa libertà religiosa in tutta la penisola, rendendo giuridicamente possibile anche in Italia una scelta di fede libera e personale.
In questo volume, i curatori propongono una raccolta di profili di italiani - di condizioni sociali, culturali e lavorative molto diverse - che tra Ottocento e Novecento abbracciarono liberamente e consapevolmente la fede evangelica entrando a far parte delle chiese protestanti: valdesi, liberi, fratelli, metodisti, battisti, luterani, avventisti, pentecostali...
In un’Italia sempre più multiculturale, i loro percorsi di vita si rivelano di grande attualità.
La quasi totalità degli interventi delle Congregazioni pontificie che nel Seicento si occuparono del governo effettivo della Chiesa universale riguardò l’Italia, e soprattutto l’Italia meridionale.
Perché si verificava questo? Perché il resto del mondo cattolico per tante, rilevanti istanze non faceva riferimento all’istituzione papale? Nel tentativo di rispondere a tali domande, si vengono a delineare i contorni di una Chiesa cattolica che appare essenzialmente una federazione, una sorta di Commonwealth di Chiese nazionali, tutt’altro che compatte attorno al papa e agli organismi curiali.
Quello che emerge è un quadro complesso e per tanti aspetti sorprendente, che svela un mondo composto da ecclesiastici zelanti ma anche, e soprattutto nel Sud, da chierici di vario tipo («coniugati», «selvatici», ecc.), senza vocazione, indisciplinati, se non addirittura inclini al crimine, garantiti per di più da un foro assai benevolo nei loro confronti. Di contro i laici, intenti a premere, sovente senza risultati, sulle autorità ecclesiastiche, perché intervenissero a normalizzare la situazione, magari applicando i canoni tridentini. Anche in questo il libro si addentra, sulla scorta di una ricca documentazione d’archivio, che consente di tracciare un’immagine sostanzialmente inedita dell’Italia religiosa in età moderna.
Nonostante le dimensioni condivise, quali quella giuridica ed economica, il bene comune differisce dal bene pubblico, ossia quello il cui consumo non è esclusivo, come le strade, i monumenti e i giardini pubblici nonché la difesa e la giustizia. In sostanza, infatti, il concetto di bene comune è un criterio di valutazione: "si persegue, o si ottiene, il bene comune quando si persegue, o si ottiene, una "buona" situazione per la società nel suo complesso. Conta quindi il benessere economico, ma anche la sua distribuzione sufficientemente egualitaria, e contano elementi quali la sicurezza personale, un ambiente sano, le libertà politiche, la diffusione della cultura, la solidarietà sociale e tanti altri elementi che contribuiscono a una vita gradevole".
Il volume ricostruisce, attraverso l'analisi della vicenda intellettuale del gesuita Giacomo Masò (l626-1674), la genesi di un prezioso codice manoscritto di architettura militare. Lo studio dell'opera di Masò ci permette di collocare l'architettura nell'ordo scientiarum della Compagnia di Gesù e di descrivere il ruolo degli architetti dell'Ordine. Un discorso a parte merita l'architettura militare che molto spesso fu osteggiata dalle gerarchie della Compagnia perché contraria ai precetti del cristianesimo. Non sempre questi divieti fecero desistere i padri dal professare un pubblico interesse per queste tematiche creando non poche frizioni all'interno dell'Ordine, come fu nel caso di Masò. L'unicità dell'opera di Masò risiede, dunque, sia nella sua provenienza gesuitica sia nel suo essere stata elaborata in occasione di un corso di lezioni per i Cavalieri di Malta che il gesuita tenne nell'isola a metà degli anni Cinquanta del XVII secolo. Masò dimostra non solo di conoscere il modo di fortificare alla 'moderna', ma è consapevole di quanto la tradizione italiana ed europea aveva elaborato fino ad allora per far fronte alla novità delle armi da fuoco.
«Se la storia è di qualità, allora ci fa ripensare alla definizione di cose che pensavamo di avere capito bene, poiché ci fa entrare in contatto non solo con il familiare, ma anche con quanto appare strano. Essa riconosce che "il passato è una terra straniera", oltre ad essere il nostro passato».
Il vecchio adagio secondo cui saremmo condannati a ripetere una storia che non conosciamo si applica tanto alla storia della chiesa quanto a ogni altra impresa storiografica. Tuttavia il problema è: come va affrontata la storia della chiesa? Molto di ciò che è stato ritenuto tale è in larga misura propaganda; e molti libri di qualità sono oggigiorno scritti in modo brillante ma apparentemente lontano dai bisogni attuali della chiesa. Nello sviscerare questo dilemma, Rowan Williams propone alcune riflessioni su come pensiamo il passato in generale e fa emergere come la storia della chiesa sia stata usata dai teologi non solo per provare dei punti di vista ma anche per chiarire che cosa siamo in quanto esseri umani. Il frutto della sua esplorazione è un senso dell'importanza della storia come un qualcosa che aiuta ad approfondire il nostro pensiero e che ci obbliga a ricorrere alle più svariate e originali analogie per definire chi siamo e in quale mondo viviamo.
Un piccolo libro di grande portata per chiunque intraprenda lo studio della storia della chiesa, sia per motivi ministeriali o professionali, sia per il semplice desiderio di approfondire le radici storiche della propria fede e della propria tradizione.
Con Grande Scisma d'Occidente s'intende la crisi dell'autorità papale che per quasi quarant'anni, dal 1378 al 1417, lacerò la Chiesa occidentale sulla scia dello scontro fra papi e antipapi. Un periodo segnato, oltre che dall'ambizione di quasi tutti i protagonisti, da rivalità dottrinali, da fazioni in lotta fra loro, da doppie elezioni e dall'incertezza - almeno in alcuni periodi - della legislazione canonica sulla elezione dei papi, ma, soprattutto, dalla dispotica e spesso armata ingerenza di basileus bizantini, di re francesi e inglesi, di imperatori tedeschi, di conti e duchi, di nobili e signorotti dell'Urbe e dintorni e infine, dal partito avignonese.
Nei primi trent’anni dell’Italia repubblicana, la costruzione di chiese è un fenomeno che s’intreccia con processi storici diversi: la ricostruzione, il boom economico, la conflittualità politica, la crescita delle città e delle periferie, ma soprattutto il rinnovamento ecclesiale che trova un nodo di svolta nel Concilio Vaticano II e nella sua prima recezione.
In tale contesto, l’architettura delle chiese può essere considerata una fonte preziosa per lo studio delle comunità cristiane e della società civile: la storiografia si è però finora limitata a sottolineare il valore delle opere dei più noti “maestri” dell’architettura italiana.
Il volume, che raccoglie due saggi di Carlo Tosco e Andrea Longhi, si propone d’indagare l’architettura di alcune chiese italiane nel proprio contesto, tentando di restituirne la densità del vissuto liturgico, comunitario e sociale. L’opera di alcuni progettisti chiave del dopoguerra (Quaroni, Michelucci, Muratori, Figini e Pollini, Gabetti e Isola, i fratelli Castiglioni) e gli interventi edilizi più rilevanti promossi dalla Chiesa italiana e dalle associazioni cattoliche vengono letti alla luce del pensiero di alcuni protagonisti della vita ecclesiale (da don Milani e don Mazzolari a Luigi Gedda e Carlo Carretto) e del magistero pontificio (da Pio XII a Paolo VI). Un’attenzione particolare ai percorsi di committenza e di realizzazione consente di mettere in luce aspetti poco indagati del rapporto tra Chiesa italiana e cultura architettonica, tra vita liturgica ed autocomprensione ecclesiologica delle comunità.
Carlo Tosco e Andrea Longhi insegnano Storia dell’architettura al Politecnico di Torino. Fanno parte della Sezione arte e beni culturali della Commissione liturgica dell'Arcidiocesi di Torino e sono soci fondatori dell’Associazione Guarino Guarini. Per l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana hanno coordinato progetti di ricerca interdisciplinari sul rapporto tra architettura e liturgia; sono stati relatori ai convegni liturgici internazionali del monastero di Bose.
Tosco, laureato in Teologia oltre che in Architettura, ha indagato nella propria attività di ricerca i rapporti tra vita ecclesiale, paesaggi costruiti e società. Tra le pubblicazioni più recenti: Il castello, la casa, la chiesa. Architettura e società nel Medioevo (Einaudi 2003); Le rotonde del Santo Sepolcro: un itinerario europeo (Edipuglia 2005, curatela con P. Pierotti e C. Zannella); Il paesaggio come storia (Il Mulino 2007); Il paesaggio storico. Le fonti e i metodi di ricerca (Laterza 2009). Sul tema degli spazi liturgici, Longhi ha pubblicato: L'architettura del battistero. Storia e progetto (Skira 2003, curatela); Luoghi di culto. Architetture 1997-2007 (MottaArchitettura 2008); I beni culturali della Chiesa. Metodi ed esperienze di valorizzazione pastorale (Effatà 2009).
Il presente volume raccoglie i più importanti interventi di vescovi e teologi croati nel Concilio Vaticano II che spaziano: dalla teologia, agli studi mariologici, alle scienze sociali e alla diffusione della Parola di Dio.