
In queste pagine troveremo i grandi papi che hanno fatto rivivere il potere del clero contro i grandi signori secolari, gli scrittori e i pensatori che hanno aperto la strada al Rinascimento, i guerrieri che combatterono nelle crociate e le persone comuni che trovarono un nuovo orizzonte di prosperità in un'epoca fiduciosa e dinamica, fino alla lunga notte del Trecento. Parentesi luminosa fra il caos dell'anno Mille e un quattordicesimo secolo infestato dalla peste, dalle carestie e dalle guerre, gli anni che troveremo in queste pagine furono ricchi di possibilità e di speranza, di crescita e di conquiste. Dalle controversie Chiesa-Stato ai conflitti religiosi e ai movimenti riformatori, dalla crescita demografica alle straordinarie conquiste intellettuali - la letteratura in volgare, il fiorire delle grandi università inglesi, francesi e italiane, i capolavori dell'architettura gotica -, William Chester Jordan ripercorre il cammino lungo il quale, con creatività e a passo sicuro, si sviluppò quello che può ben essere definito il primo vero Rinascimento europeo.
Luigi Sandri, vaticanista che sogna il Vaticano Terzo, e una Chiesa finalmente libera dal potere e appassionata del Vangelo, ripercorre in una grande narrazione - offerta, per la prima volta con tale ampiezza, a un lettore non specialista - tutti i Concili ecumenici e/o generali celebrati prima in Oriente dalla Chiesa indivisa e, poi, in Occidente. A mezzo secolo dal Vaticano II (1962-1965) e a 450 anni dalla conclusione del Concilio di Trento (1563), l'opera racconta la storia ricca e contraddittoria dei Concili, come specchio della vita e dei contrasti della Chiesa cattolica e delle altre Chiese. A partire dal primo, quello di Nicea, nel 325. Il libro dà particolare risalto al Tridentino, con tutta l'intricata problematica legata a Riforma e Controriforma. E, naturalmente, al Vaticano II e ai successivi decenni, visti sia nella loro dinamica all'interno della Chiesa romana che rispetto al mondo ecumenico e alle altre religioni. Si interroga, poi, sull'ipotesi di un futuro Vaticano III e su un Gerusalemme II, che veda convocate tutte le Chiese. Un "manuale" dei Concili, storiograficamente rigoroso, ma scritto come una cronaca "dal vivo", in modo chiaro e avvincente. In mille pagine, la bimillenaria avventura della Chiesa, santa e peccatrice.
Un documento-fonte che rivoluzionerà il nostro modo di considerare Napoleone: si tratta della trascrizione di conversazioni improvvisate di Napoleone, trascrizione fedele compiuta da generali e medici, francesi e inglesi, credenti e miscredenti, che lo assistettero durante i sei anni di esilio.
«Esiste un Essere infinito, a paragone del quale – generale Bertrand – non siete che un atomo; a paragone del quale io, Napoleone, sono un vero niente, un puro nulla, mi capite? Lo sento questo Dio... lo vedo... ne ho bisogno, credo in lui». Il 15 ottobre 1815 Napoleone, sconfitto a Waterloo, sbarca a Sant’Elena insieme ad alcuni ufficiali rimastigli fedeli. A questi confiderà le sue più intime convinzioni sulla fede, che saranno poi fedelmente trascritte. Da queste conversazioni emerge un’immagine di Napoleone, ben diversa da quella tramandataci da certa storiografia. Non un uomo materialista e anticlericale, ma un cattolico convinto che ha maturato la propria fede. Napoleone elabora un’efficace prova dell’esistenza di Dio che si fonda anche sulla propria esperienza di vita, riflette con animo appassionato sulla persona e la vita di Gesù Cristo, sulla Croce, sull’Eucaristia, sui rapporti tra fede cristiana e religione islamica, tra fede cattolica e protestantesimo. E infine racconta i suoi rapporti con il papa Pio VII e perché lo fece condurre in Francia e rivela che: «Quando il papa era in Francia, gli assegnai un palazzo magnifico a Fontainebleau, e 100.000 corone al mese; avevo messo a sua disposizione 15 vetture per lui e per i cardinali, anche se non uscì mai. Il papa era esausto per le calunnie in base alle quali si pretendeva che io lo avessi maltrattato, calunnie che il papa smentì pubblicamente».
Prefazione del Cardinal Giacomo Biffi
Traduzione di Vito Patella
Curatela di Giorgio Carbone
Napoleone Bonaparte - Nato ad Aiaccio in Corsica nel 1769 e morto nel 1821 in esilio e prigioniero degli Inglesi nell'isola di Sant’Elena, sperduta nell'Oceano Atlantico davanti alle coste africane. Fu imperatore dei Francesi e re d’Italia, eccellente stratega e organizzatore statuale.
La teologia italiana nasce, di fatto, con il concilio Vaticano II. Spinto a uscire dalle secche uniformizzanti della teologia neoscolastica, il pensiero teologico italiano si è formato ed ha acquistato una sua propria identità ponendosi le domande che hanno segnato la maturazione della realtà ecclesiale postconciliare. Il presente saggio studia la storia e l'attività dell'Associazione Teologica Italiana (ATI) e mostra come il contributo dell'ATI sia stato determinante per il rinnovamento della teologia italiana postconciliare e come tale rinnovamento debba considerarsi frutto di un autentico percorso di recezione conciliare. Si tratta di un'opera che documenta bene "l'enorme mole di studi ai quali l'ATI si è dedicata, stimolando nei soci l'attività della ricerca, prima quasi del tutto assente nella maggioranza dei teologi italiani, la frequenza e la vivacità dei dibattiti, con i quali ha accompagnato la vita della chiesa italiana, il rilevante numero di pubblicazioni che ne hanno messo a disposizione degli studiosi e delle comunità cristiane gli importanti risultati" (dalla Presentazione di Severino Dianich).
L'autore racconta i passi della sua vita, ripercorrendo in particolare i momenti in cui il percorso di fede personale si è incontrato con gli insegnamenti del Concilio Vaticano II (I passi del Concilio). La fede è un dono singolare (I passi della fede), prezioso e condiviso con quanti si incontrano sul cammino (I passi dell'interiorità). Così, da dono ricevuto essa si trasforma in annuncio e testimonianza, si arricchisce di relazioni e reciprocità, traccia sentieri di speranza per un'umanità nuova, per una società conviviale (I passi verso l'altro e I passi della famiglia). Ricco di citazioni e riferimenti al magistero conciliare, il libro si conclude con le "beatitudini della famiglia" e si propone come strumento per la riflessione e l'approfondimento. Un interessante spaccato di vita e di fede.
Un volume che intende far conoscere i Missionari di san Vincenzo de Paoli, ma accenna anche a tutte le altre realtà che si rifanno idealmente al santo francese della carità: i Missionari Vincenziani, le Dame della Carità, le Figlie della Carità e tutti coloro che si rifanno all’insegnamento e all’esempio di San Vincenzo de Paoli mettono sempre al primo posto la carità, perché è il modo migliore per servire ed essere più vicini a Dio; il santo infatti affermava che: La carità è superiore a tutte le regole e ad essa deve tendere tutto il resto: è una padrona generosa che decide quello che si deve fare sul momento.
L'AUTORE
Giuseppe Guerra, nato a Napoli nel 1944, è stato ordinato sacerdote nella Congregazione della Missione di S. Vincenzo de Paoli nel 1968. Laureato in filosofia e teologia, ha insegnato nella Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale a Napoli. Ha scritto Credere e capire (1987), Senza dualismi (1996); Storia dei Missionari vincenziani nell’Italia meridionale (2003), Oltre la persona individuale (San Paolo, 2009). Dirige la rivista «Informazione Vincenziana».
Per la prima volta Madre Elvira, la fondatrice delle Comunità Cenacolo diffuse in tutto il mondo, si racconta in prima persona: la sua vocazione, la prima casa, l’arrivo dei giovani, la pedagogia, i pilastri della comunità (preghiera, provvidenza e accoglienza), l’apertura al mondo, la nascita dei tre rami con lo stile missionario di vita. Concludono il testo una catechesi di sr. Elvira sul tema della forza dell’amore,
e il testo che ha accompagnato il decreto di approvazione della Comunità Cenacolo. “La storia che ho vissuto e che sto vivendo non è stata una mia idea, un mio progetto: sono io la prima a sorprendermi continuamente di quello che è avvenuto e che sta avvenendo nella vita della Comunità Cenacolo, che è opera di Dio, dello Spirito Santo, di Maria. Come avrei potuto io inventare una storia così?”.
L'AUTRICE
Rita Agnese Petrozzi (Sora, 1937), conosciuta come Madre Elvira e da tanti identificata come “la suora dei drogati”, entra in convento a 19 anni presso le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret a Borgaro Torinese. Nel luglio 1983, a Saluzzo (CN), fonda la Comunità Cenacolo, che non è solo un’opera sociale o assistenziale, ma soprattutto un luogo di fede. Negli anni si uniscono a Madre Elvira giovani volontari, famiglie, fratelli e sorelle che ricevono la chiamata di Dio a dedicare la loro vita alle opere della Comunità. Nel luglio 2009 la Comunità viene riconosciuta dal Pontificio Consiglio
per i Laici - Dicastero Vaticano come Associazione Privata Internazionale di Fedeli di Diritto Pontificio. Le fraternità della Comunità, che oggi sono oltre sessanta in diciotto Paesi del mondo, accolgono gratuitamente migliaia di bisognosi, in particolare giovani e bambini di strada. All’interno di tale realtà, è sorta anche la famiglia religiosa femminile delle SuoreMissionarie della Risurrezione. Madre Elvira oggi vive presso la Casa Madre della Comunità Cenacolo a Saluzzo ed è la figura di riferimento dell’intera opera. In modo particolare, negli ultimi anni, si dedica più intensamente alla preghiera, alla formazione delle giovani suore e a visitare le varie fraternità esistenti.
È il 22 ottobre del 1983 quando Giovanni Paolo II, con rescritto personale, istituisce il Centro Televisivo Vaticano. In trent'anni di storia lo sviluppo dei media ha segnato le tappe del cammino del CTV che, accanto alla propria opera professionale di documentazione e produzione, ha saputo individuare significativi momenti di formazione, adattandosi al cambiamento del profilo tradizionale della sua audience. Il presente volume ripercorre e analizza il ruolo del CTV nell'ultimo trentennio e si avvale dei contributi di accademici, giornalisti ed esperti del settore: Giuseppe Busani, Barbara Castelli, Alessandro Di Bussolo, Ruggero Eugeni, Enrique Fuster, Aldo Grasso, padre Federico Lombardi, Fiona Mitchell, Cecilia Penati, Paolo Peverini, Roberto Romolo, Thomas Rosica, Federico Ruozzi. Da approcci diversi - e di respiro internazionale - viene ripercorso il ruolo storico del CTV tra contesto mediale, aspetti socio-culturali ed elementi di storia della Chiesa, sottolineando così il successo ma anche la grande responsabilità del Centro Televisivo Vaticano nel raccontare il Papa e le attività della Santa Sede.
Il 5 luglio 1294, dopo oltre due anni di Sede vacante, i cardinali riuniti in conclave finalmente convergono su un uomo del tutto estraneo alla Curia Romana, l'eremita abruzzese Pietro da Morrone. Digiuno di politica e lontanissimo dalle logiche del secolo, Celestino V si sente fin da subito a disagio tra i fasti di Roma, al punto che dopo soli cinque mesi comunica ai porporati la decisione di deporre la tiara. Il suo gesto apre la strada all'elezione di Bonifacio VIII, cardinale dalle notevoli doti diplomatiche, una nomina salutata dal mondo intero come provvidenziale. Non è di quest'idea, però, Dante, che nel terzo canto dell' "Inferno" sembrerebbe riferirsi proprio a Celestino con il verso "colui che fece per viltade il gran rifiuto". Sembrerebbe, appunto. Barbara Frale ricostruisce in questo libro la storia di Celestino, del suo rapporto con Bonifacio, raccontando eventi poco noti, non di rado delittuosi, risvolti e retroscena, infamie e amare verità che danno a questa biografia le sfumature del romanzo gotico. Protagonisti, insieme a Celestino V e Bonifacio VIII, sono il re di Francia Filippo il Bello, il re di Napoli Carlo II d'Angiò, le grandi famiglie nobiliari romane, i teologi della Sorbona, e un secolo, il Trecento, particolarmente gravato da scandali, processi, dispute dottrinali e lotte di potere, rese più infuocate dalla propaganda di tutte le parti in gioco. Fino a impedire di vedere nel "gran rifiuto" l'inganno che in realtà è stato. Introduzione di Franco Cardini.
Un testo sulla libertà religiosa a partire dall'anniversario dell'Editto di Milano (2013), un saggio nell'ambito del 50° anniversario del Concilio Vaticano II, che segnò la fine dell'era costantiniana.
L'entusiasmo attorno alla figura di papa Bergoglio non ha spostato il centro del problema della chiesa cattolica: anzi, lo ha messo ancora più in evidenza proprio attraverso la dedizione spirituale così eloquente e accessibile alla quale il papa s'è dedicato. Nessuno lo diceva: ma alla Chiesa non interessava quel che restava dei record del papato globale o delle ermeneutiche usate per usare il papa. Interessava quel che resta di Dio, nel senso "cristiano" del termine: non un lampadario spento nel cielo della morale, ma Colui la cui veglia desta dal sonno. Nel corso dei secoli il fascino di quella domanda e delle risposte che essa suscita è riesploso intatto, dopo secoli orribili, senza avvisaglie che lasciassero intendere il miglioramento di un clima. Le primavere della chiesa infatti arrivano sempre senza segni premonitori. Ecco perché il disastro di un periodo vicino può oggi essere letto come il migliore preannuncio d'una primavera che per qualcuno è già arrivata "della fine del mondo", o forse dalla fine di un mondo che se sarà sfidato non si arrenderà, se sconfitto non sarà rimpianto.

