
Con una sincerità che sorprende, Beatrice Fazi - la Melina di "Un medico in famiglia" - racconta il suo incontro con Gesù e la conversione religiosa che l'ha salvata da un profondo stato di disordine emotivo e alimentare, anche a seguito di un aborto praticato a vent'anni. Beatrice racconta del suo cuore diventato di pietra, incapace di provare sentimenti, e di quel pozzo senza fondo in cui era caduta, tormentata da una fame inestinguibile, fisica e psichica, che non riusciva a saziare in alcun modo. Dopo un periodo difficile in cui aveva persino iniziato a fare uso di stupefacenti, l'incontro casuale con una compagna di università la riavvicina a Dio. La catechesi sui Dieci Comandamenti, l'inserimento in una comunità del Cammino Neocatecumenale, un pellegrinaggio a Medjugorje e l'incontro con Pierpaolo, poi diventato suo marito, l'aiuteranno a recuperare un ritmo di vita regolare e un ordine nella quotidianità scandito dalla preghiera. In questi anni ha stretto legami con gli amici del Rinnovamento nello Spirito Santo, e si ritrova spesso nelle diocesi di tutta Italia per celebrazioni liturgiche e testimonianze. Il Presidente del Rinnovamento, Salvatore Martinez, l'ha soprannominata "Catecumena Rinnovata", con il compito di annunciare quella misericordia di Dio che abbraccia tutti coloro che tornano a Lui con cuore sincero. Prefazione di Franco Nembrini.
Diciannovesimo titolo della serie di libri "per l'anima", successi editoriali più volte ristampati. Tanti racconti e qualche pensiero: minuscole compresse di saggezza spirituale. Per la meditazione personale, l'uso nella catechesi e nell'animazione, la lettura in famiglia.
Jean-Joseph Surin, gesuita francese, è tra i più grandi mistici del XVII secolo, ma anche uno dei più dimenticati. Molti ne sono rimasti affascinati: da Bossuet a Fénelon, da Teresa di Lisieux a Raïssa Maritain.
L’eccezionale statura spirituale di Surin è stata a lungo oscurata dalla sua malattia mentale e dalle intricate vicende che l’hanno visto coinvolto in strani fenomeni di possessione diabolica a Loudun. Nel ’900 è stato riscoperto da studiosi di fama mondiale come Brémond e De Certeau.
La sua luce fruga nelle pieghe nascoste dell’anima. La sua penna sferzante richiama le esigenze radicali dell’amore di Dio. Dotato di solide basi teologiche e di un gusto letterario raffinato, Surin si esprime con linguaggio semplice e diretto. Come tutti i grandi, riesce a condensare la ricchezza della sua proposta in poche idee che ripete con insistenza e rappresenta con efficace concretezza visiva.
Quest’ampia antologia del suo Epistolario consente di accostare un’esperienza mistica di eccezionale qualità.
Le lettere qui presentate (116 delle 594 dell’edizione critica di M. de Certeau) sono state qui raggruppate dal curatore sotto 6 tematiche fondamentali, che bene riassumono le caratteristiche salienti della mistica di Surin:
• Esperienza mistica e vita di fede
• La forza del linguaggio mistico
• La testimonianza mistica dei santi
• Forme e luoghi dell’esperienza mistica
• Forme e luoghi dell’esperienza mistica
• Gioia mistica e fatica ascetica
• Esperienza mistica e apostolato
Indici e prospetti sinottici permettono di rintracciare ogni lettera.
DESTINATARI
Studiosi di teologia spirituale e mistica, persone sensibili a una radicalità di vita spirituale, chi è impegnato nell’accompagnamento spirituale.
AUTORE
Jean-Joseph Surin (1600-1665), gesuita, mistico e scrittore, “discepolo” di Lallemant. Come uomo di intensa spiritualità è stato inviato al monastero femminile di Loudun per esorcizzare le monache che si credevano “possedute” dal diavolo. Si ammalò, divenne “folle” e per 20 anni visse questa tragedia. Guarito, riprese la sua azione pastorale, e la sua influenza in tutta la Francia. Lasciò numerosi scritti, tra i quali il Catechismo spirituale, i Dialoghi spirituali, ecc. La sua corrispondenza comprende quasi 600 lettere.
CURATORE
Ezio Bolis, sacerdote di Bergamo, ha conseguito il Dottorato in Teologia presso l’Università Gregoriana di Roma. Insegna Storia della Spiritualità e Teologia Spirituale nel Seminario di Bergamo, alla Facoltà Teologica di Milano e all’Università Salesiana di Torino. Dirige la Fondazione “Papa Giovanni XXIII”. Collabora con varie riviste.Tra i suoi scritti: Con cuore di padre. La spiritualità di don Carlo Gnocchi (Àncora, 2001); «Gesù, amarti e farti amare». L’esperienza spirituale di s. Geltrude Comensoli (Glossa, 2007). Per le Paoline ha curato I Trattenimenti di san Francesco di Sales (2000) e Solo con Dio, in compagnia degli uomini (2002), un’antologia di scritti di Charles de Foucauld.
Cosa resta quando non resta più nulla? Resta una domanda, il risuonare di un grido, una sorta di eco in me: “Ci sei?”. È silenzio? Forse è la sua voce. Non lo so. Ma mi resta anche la voglia di essere uomo. E di non sciupare nulla. La voglia di essere più umano. “Va’ verso te stesso!”.
Raphaël Buyse è presbitero della diocesi di Lille, membro della Fraternité diocésaine des parvis, ispirata dagli scritti di Madeleine Delbrêl.
Dio ti ama immensamente, Dio ci ama immensamente: è la scoperta rivoluzionaria che irrompe nella vita di Chiara Lubich, proprio durante l'infuriare della Seconda Guerra mondiale. Fin dalle origini del Movimento dei Focolari, la tensione a rispondere all'Amore di Dio facendo la Sua volontà anima la vita di chi aderisce alla spiritualità dell'unità. Rappresentano due dei cardini fondamentali di tale spiritualità. Una scoperta che illumina tutta l'esistenza ed è all'origine di un rapporto nuovo con Dio e con il prossimo, così travolgente che la Lubich non può non comunicare a chi le sta accanto. Il volume è accompagnato da un CD audio che raccoglie una serie di discorsi e interventi di Chiara Lubich sui temi.
Una raccolta delle citazioni più significative tratte dalle Parole di Papa Francesco con le immagini del suo magistero. Un piccolo sussidio per riflettere sulla morte e sulla vita. La prefazione è di José Tolentino de Mendonça, cardinale Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa.
«Questi dialoghi con Gesù sono piccoli capolavori di intelligenza, di umorismo, e di fede pienamente ortodossa, che di questi tempi è una merce rara, soprattutto se unita alle altre due.
Si capisce che don Pierre ama davvero il Signore, il che presuppone che creda sul serio in Lui, creda che Dio fatto uomo, morto e risorto per noi, cammina al nostro fianco e si interessa alle nostre vite in ogni particolare, come conviene a un innamorato pazzo che vuol sapere tutto della sua amata, l’umanità. Ma non tutta insieme, bensì una persona alla volta.
È questa la bella notizia che consegno al mio cuore dopo aver letto i dialoghi».
Prefazione di Costanza Miriano
Uscito nel 1963 e pubblicato in Italia con il titolo "La forza di amare", questo è sicuramente uno dei libri più famosi di Martin Luther King in italiano. Un'opera intensa, forte, dal messaggio più che mai attuale, che parla ancora oggi a tutti noi. Un libro in cui si fondono mirabilmente - raggiungendo un equilibrio forse ineguagliato - le due "anime" di King: il pastore cristiano, che fa del sermone il mezzo preferito per rivolgersi ai fratelli, lui che non aveva intenzione «di fare altro che rimanere un pastore», e l'attivista per i diritti civili, in un'epoca in cui la segregazione razziale macchiava ancora con la sua vergogna la nazione americana.
Oggi il libro viene riproposto al pubblico italiano in una nuova edizione, nel 50° anniversario dell'assassinio dell'autore (4 aprile 1968), con l'aggiunta di un testo totalmente inedito in Italia, in cui King raccoglie le impressioni suscitategli da un recente viaggio in Terra Santa. Un viaggio che lo segnò in maniera indelebile: «Non dimenticherò mai quello che ho provato dentro di me».
Dal piccolo paesino calabrese alla Svizzera, la storia di Andrea è una straordinaria testimonianza di fede e resilienza. Andrea ha sempre vissuto con dedizione, fede e amore per la famiglia. La sua intelligenza straordinaria e natura altruista lo hanno reso un faro per molti. La lotta contro una malattia devastante ha rafforzato la sua fede, portandolo a un miracolo di guarigione e a un pellegrinaggio di speranza. Le sue esperienze e i segni spirituali che hanno accompagnato la sua vita sono un'eterna ispirazione. Un racconto di speranza, fede incrollabile e amore che continua a brillare oltre la vita terrena. Attraverso le lotte contro malattie rare e momenti di miracolosa guarigione, questa narrazione rivela la forza dell'amore, della fede e della speranza. Per tutti quelli che leggeranno questa testimonianza, in particolare a tutti quelli che soffrono, affinché trovino conforto nella fede e nei segni d'amore che ci circondano.
Un dono profetico nel monachesimo del primo novecento
Un dono profetico nel monachesimo del primo novecento
In questo libro si presenta, attraverso la sua biografia e i suoi scritti, per la prima volta al pubblico, la figura e la spiritualità di Madre Geltrude
Il volume raccoglie alcuni scritti del beato Paolo Giustiniani. La prima parte contiene uno scritto di ammonimento/esortazione indirizzato a papa Leone X, al tempo del sorgere dell’eresia di Lutero, mentre nella seconda vi è un testo “classico” di spiritualità (1500) riproposto all’attenzione dei lettori moderni in italiano corrente.
Destinatari
Un pubblico di religiosi e appassionati di spiritualità.
Autore
Paolo Giustiniani, eremita camaldolese (Venezia, 15 giugno 1476 - Monte Soratte, Roma, 25 giugno 1528), era figlio della nobile famiglia Giustiniani di Venezia. Dopo essere diventato superiore maggiore nell’eremo di Camaldoli fino al 1520, ottenne da Leone X il permesso di fondare un nuovo istituto eremitico, il quale da principio fu chiamato la “Compagnia di San Romualdo”. Più tardi ebbe il nome canonico di “Congregazione degli eremiti camaldolesi di Monte Corona” detti anche “Montecoronesi”. Tra gli eremi cui dette vita, dopo quello di Monte Cucco, che fu il primo eremo ad accoglierlo, vanno ricordati tra gli altri quello delle grotte di Cupramontana e quello di San Silvestro sul Monte Soratte.
esistono ancora gli eremiti? Chi sono? dove vivono? Perché scelgono un’esistenza austera ai margini estremi della società? In Italia e in Occidente il fenomeno di chi lascia tutto e si ritira in luoghi appartati è in forte crescita anche fra i giovani.
Un giornalista si è messo sulle tracce degli ultimi solitari: li ha incontrati – in Italia, in Francia, in Svizzera, in Medio Oriente, in Asia – dentro una grotta, nascosti in baracche fatiscenti, in eremi sperduti nella natura o semplicemente al riparo dai frastuoni della “civiltà del rumore”. e dopo averli scovati li ha invitati, e talvolta forzati con insistenza, a “raccontarsi”.
Le parole e le storie di questi personaggi – alcuni noti e altri sconosciuti, alcuni credenti e altri in ricerca – svelano preziose verità per chi vive immerso nel caos della vita quotidiana: la necessità di staccare ogni tanto da un vorticoso attivismo per ritrovare il senso del nostro agire; il valore della meditazione come disciplina di spiritualità laica; il bisogno di spazi per la “coltivazione di sé”, il riposo e la rigenerazione mentale; la necessità di un sano distacco dal potere, dai beni e dalle comodità per risvegliare coscienze intorpidite incapaci di produrre il bene, di cercare la giustizia, di generare bellezza.
Francesco Antonioli
È giornalista de “Il Sole 24 Ore”. Si occupa di economia del territorio, ma da tempo esplora i temi legati alla fede, al dialogo tra credenti e laici, al confronto tra le religioni.
Per Piemme ha curato La Bibbia dei non credenti (2002), C’è posta per Dio (2005), L’oppio dei popoli (2009), e ha scritto il racconto La cena dei potenti. Quando Jahvè, Dio e Allah si incontrarono (2006).

