
Maestro incontestato della materia, Jean Zumstein propone un commentario, in due volumi, a un tempo scientifico e pastorale con una traduzione basata su critica testuale, informazioni storiche, letterarie e teologiche.
Il commentario di uno dei massimi esperti giovannei Un commentario esegetico e pastorale Commento sequenza per sequenza, traduzione e analisi
Guida alla lettura dei testi apocalittici presenti nella Bibbia, libro dell'Apocalisse in primis. Questi testi ci offrono itinerari avvincenti per imparare a scegliere, a decidere e, quindi, a stare dentro le sfide del presente.
Gli ultimi anni hanno registrato un interessante fenomeno di ripresa di interesse nei confronti della letteratura apocrifa sulla vita di Gesù. Ma accanto al recente entusiasmo scientifico, permane la cautela scettica di chi avvicina i vangeli apocrifi con prudenza, fino a considerare nullo il loro contributo in merito all'eventuale indagine storica. Il dossier di questo numero della rivista analizza i principali vangeli apocrifi dal punto di vista storico e contenutistico, offrendo spunti per una loro valutazione oggettiva. Completano il numero, corredato di un ricco apparato iconografico, rubriche di storia, arte, archeologia e attualità.
L'argomento trattato dal Cardinal Martini in questo volume, frutto di un corso di esercizi spirituali, è quello della coscienza apostolica. Ogni cristiano, sull'esempio degli apostoli Pietro e Paolo, deve essere consapevole di essere "mandato" da un altro per compiere un'opera che non è sua. Il cristiano non è uno che si rimbocca le maniche pensando di dover compiere chissà quale impresa, che organizza strategie di azione, che fa leva sulla capacità e sull'efficienza. Non deve perseguire un suo progetto. Piuttosto, il cristiano deve vivere il dinamismo della risposta a Dio che amandolo lo chiama e che chiamandolo lo manda al mondo, facendolo così partecipe del "mandato" che Gesù riceve dal Padre. Oggi, come ribadito più volte anche da Papa Francesco, soprattutto nell'Evangelii gaudium, è urgente che la nostra fede maturi verso una coscienza missionaria totalmente relativa alla missione del Figlio. In tal senso, questo libro di Martini anticipa un po' la visione di Chiesa di Papa Bergoglio.
Una raccolta di testi accessibili al pubblico italiano nella loro integrità. Girolamo compose i commenti ai profeti minori in tre riprese: dal 389 al 392, nel 396 e nel 406. Quelli a Naum, Michea, Sofonia, Aggeo e Abacuc risalgono al primo periodo, durante il soggiorno in Oriente, dove prende corpo l'ambizioso progetto di una nuova versione latina dell'Antico Testamento, condotta direttamente sul testo ebraico. Il commento a Giona è del 396 e vi si riconosce l'eco della polemica contro Origene scoppiata tre anni prima. Girolamo rivede il testo latino preesistente alla luce dell'"Hebraica veritas" anziché sul greco dei Settanta.
Libro sacro per i credenti di più di una religione, classico della letteratura, chiave indispensabile per decifrare il pensiero e la storia, oggetto interminabile di curiosità, di ricezione e studio, la Bibbia richiede, evidentemente, un'interpretazione e una lettura infinita. D'altronde i commentatori giudaici dell'antico testamento erano convinti che per ogni passo della Torah esistessero quarantanove possibilità di interpretazione. Quarantanove è il risultato della moltiplicazione di sette per sette, e sette è il simbolo dell'infinito. Dunque, la lettura stessa della Bibbia presuppone sempre un'ipotesi di infinito. Mendonça, in questo volume, compie un lavoro di esegesi che unisce il rigore storico e filologico all'attenzione per la letteratura, l'antropologia di Lévi-Strauss e la moderna sociologia, regalando ai suoi lettori un'opera indispensabile per le infinite interpretazioni della Bibbia.
«Dopo aver terminato il romanzo Silenzio, per molti anni ho coltivato la decisione di tratteggiare un'immagine di Gesù così come il popolo giapponese può comprenderla. In questo libro non ho presentato la figura dell'ebreo che porta a compimento l'Antico Testamento. Ho scritto come semplice romanziere, senza pretese teologiche». Questa Vita di Gesù, la prima scritta da un giapponese, colpirà il lettore italiano per la realistica figura tratteggiata dal romanziere del Sol levante: un Gesù che conosce la vita della gente comune e dei miseri, che condivide l'acre odore della fatica e del sudore dei poveri, che non ha bisogno di immaginarsi la debolezza dei disperati. Gli occhi tristi del Nazareno saranno per il lettore la rivelazione dell'amore di Gesù per la sua gente e per l'uomo umiliato. A quegli occhi tristi farà riscontro la descrizione dell'atmosfera delle primavere di Galilea. La narrazione, che proviene da lontano, dall'Estremo Oriente, è capace di spingere il lettore ancora più lontano: verso un futuro che sia esperienza nuova di Gesù, che indichi una conoscenza sempre più umana e incarnata.
La misericordia di Dio non è un concetto astratto e inafferrabile. Nel libro dell'Esodo la Bibbia ci mostra come essa si inscriva all'interno di un racconto, toccando la vita degli uomini e del popolo. La rivelazione del Sinai è la rivelazione del Nome divino, che vuol dire presenza di Dio nella storia e nel futuro del popolo. Il Signore è il Dio che è con me, che dai cieli si china per camminare al mio fianco.
Abramo è un uomo come noi. La verità per la nostra salvezza è che tutti noi siamo Abramo e le sue stesse difficoltà e contraddizioni abitano il nostro cuore. Il percorso di Abramo è il nostro. Abramo ha una famiglia problematica? Anche noi abbiamo relazioni complicate che ci precedono e che ci seguono, che costruiamo davanti a noi con i figli e i nipoti, siamo inseriti nello stesso cammino. Abramo riceve la Parola: va', esci dalla tua terra... verso il paese che ti indicherò... Anche noi riceviamo la stessa Parola: va', parti, renditi autonomo. Anche noi sappiamo che l'unico modo per vivere è uscire e separarci, poiché la separazione è il meccanismo attraverso il quale Dio crea la vita.
"Le leggi italiane sono imbevute di cultura cattolica. Dall'interruzione volontaria di gravidanza alla fecondazione assistita, al fine-vita, i dogmi confessionali hanno influenzato e continuano a influenzare le norme che dovrebbero regolare in modo laico il patto sociale fra le persone. Ciò che rende tutto ancora più assurdo è che la Bibbia non dice in proposito quello che comunemente si pensa." In questo libro scritto a quattro mani, Mauro Biglino e Lorena Forni elencano e analizzano alcune delle leggi italiane che contengono il "peccato originale" della confessionalità. Si tratta principalmente delle leggi che afferiscono alla sfera etica, condizionate dalla dottrina della Chiesa cattolica. Anzitutto, sostengono gli autori, uno Stato laico dovrebbe promulgare leggi laiche, evitando di imporre dogmi confessionali a chi non è interessato o respinge una dimensione di fede nella propria esistenza di libero cittadino, o a chi professa una diversa confessione religiosa. Ma ciò che gli autori rivelano e mettono in evidenza è che a leggere i testi sacri alla luce di una traduzione rigorosa e letterale, quegli stessi passaggi che sono stati usati dai legislatori per scrivere leggi sotto l'egida della morale cristiana, non ci si trova nulla di quelle prescrizioni e quegli indirizzi morali, che risultano piuttosto il frutto di personali interpretazioni. In "La Bibbia non l'ha mai detto", il complesso lavoro di scrittura dei due autori è ben sincronizzato: mentre la professoressa Lorena Forni passa al setaccio le leggi maggiormente influenzate dal cattolicesimo, Mauro Biglino propone la traduzione dei passi biblici "normativi" dimostrando, come è sua abitudine di profondo studioso, che le traduzioni diffuse nel mondo contemporaneo sono lontanissime dal vero senso letterale e sono, al contrario, una palese interpretazione dei teologi. Un libro che riscrive le fonti da cui discendono molti degli assunti morali che guidano la nostra società attraverso le leggi in vigore, e che si candida a diventare un autorevole e dirompente manifesto della laicità.
Ebraismo, Cristianesimo e Islam sono spesso identificate come le religioni del Libro. Eppure siamo sicuri che dietro a questa definizione si trovi per ciascuna la medesima connotazione? Inoltre, quale diversa coscienza ciascuna religione ha avuto di sé e delle altre, nel corso della sua storia? E, in senso ancora più ampio, il passaggio dalla parola orale alla scrittura ha significati comuni e identificabili nelle diverse tradizioni religiose? Sono domande che interpellano tanto la teologia quanto la storia e la sociologia delle religioni. Nel nostro tempo le religioni, al di là della cosiddetta secolarizzazione dell'Occidente, sono tornate al centro della scena, spesso a motivo della radicalizzazione del significato del loro testo sacro, che ha assunto forme di fondamentalismo, radicalismo o fanatismo. Comprendere storicamente che cosa significhi o abbia significato 'leggere le Scritture' aiuta a capire come i testi sacri delle grandi tradizioni religiose hanno agito e possono agire come fattori sia di comprensione tra i popoli e di dialogo interculturale, sia di potenziamento e di radicalizzazione dei conflitti.

