
Il quinto numero della rivista di cultura biblica nella nuova veste grafica e nella nuova impostazione inaugurate nel 2019. Il presepe più antico del mondo? È quello che Paolo di Tarso ha disegnato in due versetti di Galati 4 "ma quando venne la pienezza del tempo": un essenziale “presepe” «Trinitario, Mariano e dinamico» che il nuovo numero della rivista mette al centro del suo Dossier. La sezione “io e la Bibbia” offre interviste a Aldo Bertalot, valdese, già direttore della società biblica britannica e forestiera e coeditore della Bibbia in lingua corrente elledici-abu. Un servizio dedicato alla terra Santa illustra gli ultimi, recentissimi restauri alla Basilica della Natività di Betlemme; la cerimonia internazionale per la fine dei lavori di restauro si terra nel prossimo maggio. “Dentro un libro” fa il punto sugli studi dedicati al Vangelo di Matteo, il Vangelo dell’anno liturgico 2019-2020. “Nel mondo della musica” presenta la messa “ho di e Christus Natus est” di Palestrina. Mentre “nel mondo della preghiera” rivista la ricchezza di risonanze del Salmo 73, canto di un uomo “in crisi di fede”. Come sempre, oltre alle consuete sezioni e rubriche il fascicolo è arricchito da un corposo apparato iconografico e da una ricca agenda di appuntamenti e iniziative su mondo biblico e “dintorni”: cultura, iniziative di studio e spiritualità, mostre di archeologia mediorientale e mediterranea, arte e civiltà cristiana, ecc. Una rivista interdisciplinare unica nel panorama dei periodici di divulgazione biblico-scientifica. Formazione continua per tutti coloro che amano l'inesauribile patrimonio della Sacra scrittura.
Il principio era il frammento
«Prendi il libro e divoralo»
«Scrivi queste parole» (Es 34,27): la scrittura dell'alleanza.
La Torà: via di Dio.
Il Libro e la sua lettura: la «coscienza canonica» della Torà.
Da sempre il libro di Giuditta - ambientato in epoca assira (secolo VIII a.C.), ma espressione della sensibilità ebraica del secolo II a.C. - ha affascinato credenti e non credenti: la sua fama ha superato i confini della Bibbia e degli studi specialistici. Nel panorama dell'Antico Testamento occupa un posto singolare, sia per il suo stile sia per il contenuto. L'autore rivela una raffinata perizia letteraria, capace di incuriosire e ammaliare anche attraverso una fitta tratta di rimandi intertestuali ad altri libri biblici. Ma è soprattutto il personaggio di Giuditta, ovvero la «Giudea», a monopolizzare l'attenzione e a far riflettere qual è il suo reale profilo di donna, di credente, di rappresentante della comunità ebraica? Il presente Commentario intende offrire gli strumenti per un approccio competente al libro di Giuditta: le chiavi di lettura dal punto di vista storico-critico e letterario, una nuova traduzione italiana corredata da note filologiche e commento esegetico. Il messaggio teologico e una serie di approfondimenti sulla storia dell'interpretazione. Un percorso articolato e approfondito, che consente di apprezzare questo libro biblico in sé e nei risvolti religiosi e culturali.
Lo sguardo di Gesù sa cogliere i particolari, sa vedere oltre, in profondità. Questo atteggiamento dona la capacità di leggere nel cuore, cogliere aspetti della vita che ad altri sfuggono. L’autore propone la lettura e la meditazione di alcune scene del Vangelo ove si coglie uno «sguardo» particolare di Gesù e offre, come commento di attualizzazione, pagine tratte dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco, che invita a «dare al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione, ma che nel medesimo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana».
La vita è spesso un panno lacerato da domande e giudizi, da spietate sicurezze e superficiali verità, dove dare tutto per scontato ferisce più di una lama. Dio promette un tessuto forte, lo restituisce trapunto e forgiato dall’intreccio dell’Amore con l’amore. In questo semplice e profondo saggio Dio viene presentato come un “tessitore”.
Nella tumultuosa storia delle sue interpretazioni e dei suoi effetti - soprattutto delle sue riprese letterarie e filmiche - Giuda Iscariota oscilla in un pendolo perenne. La sua figura è sospesa tra facili esecrazioni e improbabili riabilitazioni, spesso e volentieri ambedue condite in salsa deterministica, così da farne comunque un «predestinato al tradimento e alla dannazione», un dannato infame da maledire, piuttosto che da esaltare, fino ad attribuire al suo gesto un valore perfino ascetico, eroico, in quanto avrebbe reso possibile da parte di Gesù l'attuazione del piano di salvezza predisposto da Dio. Il mistero del traditore resta quello di un inspiegabile «peccato più grande» a confronto con quello di Pilato. E, tuttavia, in questa sua oscura enormità, è pur sempre un più piccolo frammento entro il mistero della sempre «più grande» rivelazione cristologica del Padre, culminante nel Figlio dell'uomo esaltato sulla croce, cui «volgeranno lo sguardo coloro che lo hanno trafitto».
Qualcuno ha scritto che il Cantico dei Cantici è un testo che va più goduto che commentato. L'Autore intende aprire, attraverso le pagine del Cantico, una riflessione sull'amore: «Il Cantico ci ricorda essenzialmente tre cose. Anzitutto che l'amore non è una eccedenza ma una dimensione costitutiva per l'uomo, che l'amore si articola e cresce all'interno della relazione, la quale conosce le sue fatiche e i suoi aridi deserti come pure le sue stagioni primaverili e i suoi raccolti abbondanti. Non da ultimo, il Cantico ci immette in un clima di grande gratuità, di libertà e desiderio. A gente troppo calcolatrice, che misura persino i tempi della preghiera e degli affetti, il Cantico è un invito a saper essere liberi e creativi, a saper desiderare e cercare, ad abbandonarsi all'Amore che continuamente chiama e invita» (dall'Introduzione).
Il commento ad Abdia fu ultimato verso la fine del 396. Girolamo in gioventù aveva dedicato ad Abdia un altro commento, in cui si privilegiava l'esegesi spirituale; adesso, invece, i suoi interessi per la Bibbia partono dal livello storico-letterale, come dimostra l'uso degli Hexapla. Inoltre, affiorano nel testo allusioni a Cicerone e Orazio e sono menzionati altri autori profani. Girolamo compose il commento a Zaccaria nel 406; anche in esso il ricorso agli Hexapla è considerevole; i suoi modelli sono un perduto commento di Origene e quello, che invece possediamo ancora, di Didimo il Cieco. Girolamo affronta l'esegesi del libro di Zaccaria con una certa soggezione per la sua oscurità; il suo intento principale è quello di risolvere le varie questioni legate a un testo così complesso. L'opera è impreziosita da diverse riprese virgiliane e citazioni di Cicerone e Orazio.
Il presente lavoro in forma sintetica affrontato il fenomeno del profetismo nell'ambito biblico, il quale è «paragonabile a un grande mosaico costituito da tante tessere di colori e disegni, forma e collocazione diverse». In un primo punto l'autore presenta - il fenomeno del profetismo in generale, - la persona del profeta - i falsi profeti - i profeti classici o scrittori - le modalità del loro annuncio Dei profeti classici o scrittori, cioè di tutti quelli presenti nel canone della Bibbia cristiana, vengono qui presentati - i tratti della loro persona - i contenuti del loro annuncio.
"Le madri sono l'antidoto più forte contro le nostre chiusure e apatie. Una società senza madri sarebbe una società che ha perduto il cuore. Le madri, perfino nei momenti peggiori, sanno testimoniare la tenerezza e la forza della speranza". (Papa Francesco)
Il Quarto Vangelo il "vangelo della donna"? E la tesi di questo libro. A Cana di Galilea la donna risulta il nome proprio di persona intorno a cui gravita, come intorno al suo baricentro, la verità dell'uomo.
L'intento dell'intera riflessione sul Quarto Vangelo non è quello di un nuovo commentario, ma di uno sguardo sulla totalità del kèrigma giovanneo che sia provocatorio di nuovi commentari. Tutto il contenuto dello scritto si focalizza e insiste su un solo versetto, anzi su una brevissima espressione di quel versetto, il semitismo "Quid mihi et tibi est, mulier?"; ribaltato però che sia il senso di esso, Io sguardo sull'insieme (dal punto di vista della Donna, e dunque dell'Uomo e della Donna) cambia radicalmente; è questo che legittima il titolo, mirato proprio a provocare commentari sostanzialmente rivisitati e - innovativi.
Nel Vangelo sono numerosissimi i passi in cui compaiono dei numeri: «uno solo è il vostro maestro», «amico, prestami tre pani», «se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto», «Chiamati a sé i dodici discepoli», «E quelli gli fissarono trenta monete d’argento», e così via. A volte hanno un senso letterale, altre simbolico: Enzo Romeo li ha raccolti, disposti in ordine crescente e commentati brevemente e con uno stile accessibile a tutti. Questo sguardo «matematico» produce riflessioni inaspettate e stimolanti, svelando i significati di alcuni riferimenti numerici del testo che a volte passano inosservati, o vengono frettolosamente trascurati.