
Attraverso la lettura di passi biblici, l'autrice mette a fuoco il fascino ambiguo e i labili confini di magia, occulto e superstizione.
Un coacervo di idee alle quali il nostro autore ha fattivamente partecipato, organizzando le prime marce per la pace, creando collegamenti tra disparate personalità, dando vita a centri di volontariato e via dicendo; con l'intento precipuo di superare gli egoismi, di mettere le proprie energie al servizio di tutto quel che potesse aiutare a superare gli egoismi, contro i privilegi di classe, ma anche degli interessi delle gerarchie clericali. Un discorso del quale vengono qui riprese le fila con lucidità teorica, ma anche con accensione poetica: dei "semplici appunti" ordinati con liturgico richiamo alle evangeliche letture della messa domenicale e che però si appoggiano, con inusitata precisione, alla prassi politica e fanno ricorso costante alla preghiera. Mostrando una strada "stretta e difficile", ma che potrebbe essere decisiva per correre ai ripari in questi "tempi duri".
Tutti avvertiamo talvolta il bisogno di "istruzioni per l'uso" nella nostra vita. Molti cercano modelli nella televisione, sui social, qualcuno nei libri... Marco Tibaldi propone come modello proprio un libro, o meglio il Libro, mostrando come la Bibbia, molto prima dei reality, si sia occupata delle questioni fondamentali dell'esistenza. I due "pensionati" Abramo e Sara, il "truffatore" Giacobbe, Mosè il liberatore e Naaman "il barbaro" sono alcuni dei personaggi messi in scena. Le storie prendono vita e parlano ai lettori, che scoprono l'intensa e continua decisione di Dio di non dimenticarsi mai dell'uomo. Le più belle storie della Bibbia rilette in chiave contemporanea. Perché il Libro parla ancora oggi a tutti noi, e ha ancora molto da dire.
Le pagine seguenti si propongono come un florilegio delle risposte date nei primi decenni del cristianesimo alla domanda su chi è Gesù. È un recupero del linguaggio proprio delle prime comunità che, essendo esse stesse diversificate, hanno pensato e parlato di Gesù in modi differenziati. Ci si propone di cogliere sul nascere, dal vivo, l'autentico pensiero sulla identità di quell'«ebreo morto troppo presto» (Nietzsche), espresso dai primi credenti. «Il secolare patrimonio culturale del pensiero e dell'arte dimostra che sono stati davvero molti i pensatori e gli artisti, per non dire dei santi, ad aver tratto ispirazione dalla figura e dalla vicenda di Gesù di Nazaret, «che non è improprio definire tra le più dense di pathos e di logos mai offerte dalla storia». Vale perciò la pena scandagliare i suoi lineamenti sulla base dei testi più antichi che lo riguardano e ne rivelano una stimolante pluralità di volti». (Romano Penna)
Narrazione della vita di Gesù con gli occhi di Maria.
È possibile ricostruire nei tratti essenziali una storia di Gesù? È possibile, affidandosi alla testimonianza dei Vangeli, ricostruire non la vita, ma uno schizzo della sua vicenda pubblica? Sfidando uno scetticismo diffuso, Giorgio Jossa ha, negli ultimi anni, orientato la sua ricerca in questa direzione, offrendo una convincente ricostruzione dei momenti e delle svolte centrali della vita del Nazareno. Questo libro costituisce la base esegetica su cui l'autore è andato maturando le sue convinzioni e si sviluppa seguendo il percorso della vita di Gesù. Viene così offerto uno straordinario spaccato del lavoro dello storico che permette di cogliere - fatto assai raro - la figura di Gesù nella sua dinamicità e nella sua evoluzione, restituendo così del Galileo un'immagine realmente storica.
"Parare Christi vias" - preparare le vie di Cristo - è stato il motto episcopale di don Luciano Bux, ispiratore di questo lavoro sui Collaboratori di san Paolo, i cui nomi compaiono negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere paoline come noti nelle prime comunità cristiane, ma di cui noi ignoriamo quasi tutto. Questo libro, frutto di un paziente e pluriennale lavoro di ricerca e studio dell'autore, si propone di far luce su questi membri della Chiesa nascente che hanno lavorato insieme all'Apostolo Paolo per seminare e far crescere il buon seme del Vangelo, e così - spendendo le loro vite - l'hanno fatto arrivare fino a noi. È un libro che può essere letto anche per singoli argomenti di interesse (p.e.: chi era Epafròdito? E Tròfimo? Oppure Lidia e Priscilla?) ma che solo nella sua interezza può fornire una immagine più ampia di quegli uomini e quelle donne che, primi di una grande ed ininterrotta schiera, hanno accolto l'invito del Vangelo a "preparare le vie del Signore". Compito che ora spetta anche a noi, cristiani del XXI secolo.
San Giuseppe è il più santo dei santi, tanto che san Gregorio nazianzeno (330-390) scrive: "il Signore ha riunito in Giuseppe come nel sole, tutta la luce e lo splendore degli altri santi tutti insieme". I testi apocrifi, raccolti, ci aiutano a comprendere meglio l'ambiente del primo cristianesimo e a collocare la vita di Giuseppe nel contesto della Galilea di I secolo, mettendo in luce l'umanità di un uomo che per volere di Dio è stato chiamato a prendersi cura di suo Figlio. L'apocrifo Storia di Giuseppe falegname del II-III secolo è l'unico scritto che parla della vita e della morte di Giuseppe, una pietra preziosa che arricchisce la corona dell'Incarnazione. In agonia Giuseppe, confortato da Gesù e Maria, fa la sua professione di fede: "O Gesù nazareno, Gesù mio consolatore, Gesù liberatore della mia anima. Gesù mio protettore. Gesù, nome soavissimo sulla mia bocca e su quella di tutti coloro che lo amano. Nella storia della devozione san Giuseppe è invocato come il Patrono della Chiesa universale e protettore dei poveri, esuli, dei padri e degli sposi.
Chouraqui, intellettuale ebreo algerino, segue il viaggio di Mosè, dalle rive del Nilo alle soglie della Terra promessa. Tre religioni - ebraismo, cristianesimo e islam - si richiamano da secoli a Mosè e ciascuna fornisce un ritratto del profeta che indica all'uomo la trascendenza che lo fonda e lo libera.
Il tema della promessa è centrale nella Sacra Scrittura. Pensata nel libro dell'Apocalisse come ricompensa per il vincitore, viene sempre realizzata da Dio con mezzi deboli, donata nella difficoltà. A volte la promessa sembra non trovare compimento: anche la promessa della seconda venuta del Signore ritarda nel compiersi. Le promesse del Signore sono argomento pure per La città di Dio di Agostino. Qual è la dinamica antropologia del promettere? E, in epoca presente, che cosa promette la tecnologia per il futuro? Parola Spirito e Vita. Quaderni di lettura biblica. Semestrale - n.1 - gennaio-giugno 2021. Direttore Alfio Filippi Contributi di Paolo Benanti, Mario Cucca, Stefano Guarinelli, Tiziano Lorenzin, Franco Manzi, Michele Mazzeo, Alberto Mello, Gianluca Montaldi, Ludwig Monti, Antonio Nepi, Marcello Panzanini, Grazia Papola, Luca Pedroli, Romano Penna, Gérard Rossé, André Wénin.
La questione della fraternità è riportata all'attenzione mondiale dall'enciclica Fratelli tutti di papa Francesco. L'umanità imperversa in particolarismi eccessivi, contrapposizioni non più sopportabili, ingiustizie sempre più aggressive e persino sfrontate. Ci si dilania in guerre, rudi e sofisticate, ma sempre con il penoso risultato di diffondere morte e impoverimento. Come "terapia" per tempi dolenti queste pagine tornano a leggere l'antico e intenso intreccio che chiude il libro della Genesi: la "novella" di Giuseppe di Giacobbe (Gen 37-50). Lo scopo? Recuperare l'arte difficile eppure così necessaria di vivere da fratelli. É il sogno di Dio, quel sogno su cui Caino ha disteso l'ombra della sua mano armata, ma di cui ogni persona, pur tra mille contraddizioni interiori, ne avverte il desiderio. Come imparare a stare in fraternità è ciò che la storia di Giuseppe può insegnare.
Nei capitoli dal 13 al 17 del Vangelo secondo Giovanni, che vengono proposti alla meditazione dei Gruppi di Ascolto della Parola, Gesù è impegnato a raccontare, attraverso gesti e parole, la natura intima dell'amore, che è Padre, Figlio e Spirito Santo. Egli dichiara, in una sorta di testamento definitivo, qual è la natura profonda della condizione umana: noi siamo al mondo per imparare a lasciarci amare e a coinvolgerci nell'avventura dell'amore. Il fatto stesso che siamo al mondo è avere tra le mani una ricchezza clamorosa. Perché la creazione è il continuo atto d'amore con cui il Creatore fa spazio alle sue creature e il suo impegno affinché, nel tempo, esse diventino se stesse.