
La storia di Giona inghiottito dalla balena ha affascinato le menti dei bambini e quelle degli adulti e nel corso dei secoli ha stimolato in modo straordinario l’immaginazione di innumerevoli artisti, poeti, romanzieri, come attesta soprattutto lo Herman Melville di Moby Dick.
L’autore coglie il senso profondo di questo piccolo libro della Bibbia, forse il più profondamente cristiano fra tutti quelli che compongono l’Antico Testamento, e presenta in forma di meditazioni il suo messaggio, serio e impegnativo, oltre che il suo humor, che è parte integrante della rivelazione centrale del libro.
Paul Murray è un domenicano originario dell’Irlanda del Nord. Attualmente insegna teologia all’Università San Tommaso (Angelicum) a Roma, dove ha anche l’incarico di direttore spirituale. Ha tenuto molte conferenze e lezioni sulla teologia spirituale e la letteratura della tradizione cristiana. È autore di The Mysticism Debate (1977) e di T.S. Eliot and Mysticism (1991) come pure di quattro raccolte di poesie, una delle quali è stata insignita del Poetry Ireland Choice.
Betlemme è un luogo del cuore che non ammette indifferenza. Lo è per gli ebrei, che la identificano con la città di David; lo è per cristiani e musulmani, che vi collocano il parto verginale di Maria. Raggiunta ogni anno da migliaia di pellegrini, la cittadina della Cisgiordania, situata a una decina di chilometri da Gerusalemme, è un luogo fisico e di emozioni. La sua storia, tuttavia, è generalmente sconosciuta. Che cosa sappiamo di Betlemme nel lungo millennio medievale? In che modo le tradizioni che oggi conosciamo sono andate formandosi? In questo libro, Antonio Musarra indaga il mito di Betlemme, ancorandolo alla vicenda storica d'una città apparentemente insignificante ma costantemente al centro delle attenzioni di re, principi e imperatori non meno che di semplici pellegrini, desiderosi d'incontrare il Mistero tra le pietre vive delle sue vie.
Il libro ci fa contemplare le varie parti del corpo fisico di Gesù: piedi, gambe, mani, costato, cuore, volto... Un percorso affascinante e commovente, alla luce dei testi del Vangelo, che ci svela ancora di più la vita di Gesù Cristo incisa nel suo corpo, l'"anatomia di Dio", all'interno della quale ha senso l'intera esistenza umana. In passato, come ben dimostra il volume, la contemplazione del corpo benedetto e divino di Gesù è stata una fucina di santi e di ispirazioni artistiche e di annuncio infuocante del Vangelo. Ma, per il nostro autore, lo può essere anche per l'oggi. Il cristianesimo deve tornare a contemplare Gesù "dalla testa ai piedi", a immergere il suo sguardo nel Cristo Totale, non vedendolo come una realtà lontana di due millenni, ma contemporaneo a noi, Cristo vivo in mezzo a noi: nell'Eucaristia, nella Chiesa, nella carne piagata del povero. Il corpo di Cristo allora non è soltanto un'icona da contemplare, ma una realtà fisica nella quale siamo inseriti dopo la sua risurrezione e nella quale ognuno di noi può ritrovare se stesso. Prefazione di mons. Francesco Milito.
Morte e resurrezione raccoglie sette prediche che trattano tutte un tema fondamentale: morte e resurrezione. Esse furono tenute come prediche quaresimali nel Duomo di Treviri, si basano su alcuni brani scelti dalla Lettera ai Romani e furono intese come preparazione dei fedeli per partecipare attivamente alla liturgia del venerdì santo e della notte di Pasqua. Costituiscono anche un tentativo di rendere «intelligibili» nella predicazione alla comunità cristiana, la cui salvezza si fonda sul mistero pasquale della morte e resurrezione di Gesù, testi molto importanti di una lettera di Paolo. Si può negare Dio — e molti lo fanno —, ma nessuno può negare la morte e la sua ineluttabilità per l’uomo. Anche l’ateo è votato alla morte. La morte è la realtà della vita umana per eccellenza. La Bibbia non considera però la morte come una semplice disgrazia naturale che prima o dopo s’abbatte sull’uomo, ma come la conseguenza di una esplicita condanna di Dio: «Tu sei polvere e tu ritornerai in polvere» (Gen. 3,12); «La morte è il salario del peccato». «La morte ha raggiunto tutti gli uomini, poiché tutti hanno peccato» (Ram. 5,12). Il che significa: la morte è la conseguenza del peccato. Questo è il messaggio della Bibbia, che svelando l’origine della morte ne scioglie l’enigma. La Bibbia però non dice all’uomo soltanto: Tu sei destinato a morire a causa del tuo peccato; ma annuncia anche che Dio nel suo amore ha intrapreso qualcosa per liberare l’uomo dalla schiavitù della morte, per riscattarlo dalla morte. FRANZ MUSSNER, nato nel 1916, sacerdote della diocesi di Passau, compì gli studi teologici e biblici in Passau, Monaco e Roma. Nel 1950 conseguì il dottorato in teologia, nel 1952 ottenne l’abilitazione per il Nuovo Testamento. Dal 1952 èprofessore ordinario nella Facoltà Teologica di Treviri, dal 1965 alla Scuola Superiore di Filosofia e Teologia di Ratisbona. Le opere più importanti sono: Der Begrifi des ‘Lebens’ im Johannesevangelium; Studien zur Theologie des Epheserbriefes; Die Botschaft der Gliechnisse Jesu; il grande commento alla Lettera di Giacomo (pubblicato presso la Paideia).
«Prima di venire in Terra Santa, avrei giurato di possedere una fede concreta, secondo l'insegnamento che i miei maestri mi hanno trasmesso. Eppure, senza accorgermene, avevo relegato le vicende di Gesù al di fuori della storia, nella sfera dell'inconoscibile. La visita ai luoghi del Vangelo mi ha riempito di gioia e di stupore. Ho potuto dire: "È andata proprio così, è successo esattamente ciò che dicono i Vangeli!". Oggi, dopo tanti anni, sto ancora scoprendo le conseguenze di quella bellissima sorpresa». Don Vincent Nagle «Al cuore di questo libro sta il dramma della vera scoperta di sé. Vincent Nagle vuole portarci a dire con verità: "Salvami, Signore, non ho speranza se non perché ci sei tu! Tu non sei, o Cristo, l'abbellimento religioso di un'esistenza che trova in se stessa le energie della riuscita, non sei la causa più nobile a cui dedicarsi. La tua presenza è, per me, questione di vita o di morte"». (Dalla Postfazione di don Paolo Sottopietra)
Le domande radicali sul significato dell'esistenza che contraddistinguono il cammino esistenziale degli scrittori del Novecento. Da Clemente Rebora a Luigi Santucci, passando per Guido Morselli, Cristina Campo, Primo Levi, David Maria Turoldo, Sergio Quinzio, Mario Luzi, Divo Barsotti e Alda Merini: sono alcuni degli scrittori della letteratura del Novecento dalle cui opere - di fronte al dolore e al male che opprimono la vita dell'uomo - si leva il grido di sofferenza e la domanda tragica a Dio sul perché. Partendo da una riflessione sulla qualità poetica della letteratura biblico-sapienziale, i contributi qui raccolti prendono in esame tale tragica domanda in alcuni autori della letteratura contemporanea, registrandola nelle sue molteplici forme come fossero "echi" di quegli interrogativi alti e puntuti che si trovano già nelle Sacre Scritture (dai Salmi al Qohelet fino al libro di Giobbe).
Questo libro rende conto di un percorso di ricerca sulle domande di senso seminate nella letteratura contemporanea. Esse riguardano le situazioni critiche in cui, dentro la storia, sono messi a repentaglio alcuni valori inviolabili, come la verità, la libertà, la pace, la giustizia. E, insieme a queste grandi questioni, altre ancora non meno drammatiche, persino tragiche: la malattia per esempio, quella fisica e quella morale, il dolore e la sofferenza che rispettivamente ne derivano, la morte che viene a compierne inesorabilmente le promesse o a portarne a estrema conseguenza le premesse. E inoltre istanze forti al pari e anzi più della morte: soprattutto l'amore. Le questioni radicali qui evidenziate riecheggiano, in particolare, quelle che già s'incontrano nelle sezioni sapienziali della Bibbia, giacché si trovano disseminate in testi letterari che si configurano come riscritture contemporanee delle antiche Scritture. Queste, notava Sergio Quinzio, non esprimono «sublimi ideali disincarnati». Piuttosto danno adito a una narrativa e a una poesia che, scriveva Alda Merini, sono «fenomeno di vita». È ciò che qui viene riscontrato nelle pagine di scrittori come Luigi Pirandello e Leonardo Sciascia, Luigi Santucci e Guido Ceronetti, David M. Turoldo e Mario Luzi, Margherita Guidacci e Agostino Venanzio Reali, Eugenio Montale e Pier Paolo Pasolini, Diego Fabbri e Angelo Gatti, Eduardo Rebulla e Vincenzo Rabito. Ma anche di teologi come Divo Barsotti e Gerd Theissen e di tanti pensatori moderni e contemporanei, da Blaise Pascal a Hans Blumenberg, passando attraverso Friedrich Nietzsche. E persino di cantautori come Angelo Branduardi e Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti.