
Intorno al 50 d.C. l'apostolo Paolo si reca per la prima volta a Corinto. La missione non sembra ottenere un grande successo, anzi, le continue situazioni di tensione nella comunità - la più turbolenta tra quelle alle quali ha annunciato il vangelo - e con lui, lo obbligano non soltanto a visitarla più volte ma anche a cercare di guidarla a distanza, con lettere, quando è impossibilitato a raggiungerla. Ha inizio così una frequente corrispondenza epistolare che non ha uguali con altre comunità con cui l'Apostolo era in contatto. In questo contesto si inserisce 2 Corinzi. È la più autobiografica delle lettere di Paolo. L'Autore difende il suo ministero dai diversi detrattori: riconciliato con Dio sulla strada di Damasco, è chiamato ora ad annunciare a chiunque il Vangelo. Nello scritto risalta l'io di Paolo con tutti suoi sentimenti e i modi di pensare. Una lettera che volutamente rifiuta lo stile retorico, per essere colloquiale e comunicare al lettore un messaggio di grande attualità: parlando di sé, Paolo delinea il modello da seguire nel ministero per chiunque e in qualsiasi comunità cristiana.
La Seconda Lettera ai Corinzi, benché sia la lettera di Paolo più personale ed autobiografica, è uno scritto di alto livello teologico. Essa lascia intravedere i tratti della personalità ricca e "vulcanica" di Paolo, ma anche l'altrettanto magmatico contesto sociale e religioso della comunità cristiana da lui fondata a Corinto, una città di mare, crocevia di etnie, di religioni e di mentalità variegate. Il quadro ecclesiale multicolore che traspare dalla lettera è in grado già di spiegarne l'attualità rispetto alla situazione odierna della Chiesa, che, soprattutto in alcuni luoghi, è per molti aspetti simile alla comunità cristiana della Corinto dei tempi di Paolo. A cura di C. Manzi.
Tra le lettere paoline maggiori la seconda epistola ai Corinti è di particolare interesse perché è la prosecuzione di una corrispondenza già avviata, in parte accessibile nella prima ai Corinti. Questo scambio epistolare dimostra il rapporto straordinariamente vivace tra l'apostolo e una delle chiese da lui fondate, e le lettere superstiti aprono uno scorcio su atteggiamenti ed eventi all'interno di quella comunità e sulle reazioni di Paolo. I convertiti non consideravano l'apostolo immune da critiche, e questi tentava di farvi fronte anche per affermare quella che riteneva l'autorità pastorale conferitagli da Dio su questa giovane comunità cristiana. L'esegesi puntuale e approfondita di Margaret Thrall mira a comprendere, accanto al punto di vista di Paolo, quello dei corinti, osservandolo attraverso il filtro della prospettiva paolina. Dalle pagine del commento si rivela come l'importanza sostanziale della seconda ai Corinti stia nel ritratto di Paolo e nella luce che la lettera getta sul suo pensiero teologico.
Questo libro, a partire dal Vangelo di Luca, si propone di cogliere la ricchezza e la novità degli episodi più significativi del Vangelo.
I testi giovannei del Nuovo Testamento hanno una originalità letteraria e teologica che ben li distingue dallo stile dei sinottici. Numerosi sono i processi interiori dei personaggi, i dialoghi prolungati, le simbologie e le avventure spirituali. Seguendo le tracce di simile originalità, queste proposte di lectio divina non hanno lo scopo di offrire una lettura pia, per arrivare in fondo al libro e chiuderlo passando ad altro. Proprio perché è un libro nato dall'esperienza condivisa e dialogata, anche ciascun lettore potrebbe interloquire, mettersi cioè dentro il discorso, reagendo e raschiando stagioni e pigrizie mentali o spirituali. Nelle sezioni dal titolo «portico dei gentili» si offrono sentieri e proposte per un incontro fra parola biblica e percorsi di vita, che aprono nuovi orizzonti alla fede.
Destinatari
Indicato per la lectio divina di gruppi, associazioni, parrocchie, comunità È di grande utilità anche per la preghiera e la meditazione personale
Autore
BRUNO SECONDIN, carmelitano, ha studiato a Roma, in Germania e a Gerusalemme, ed è ordinario di teologia spirituale all'Università Gregoriana di Roma. Autore di una ventina di pubblicazioni su vari temi di spiritualità, sulla lectio divina ha pubblicato vari libri, di cui con le Edizioni Messaggero quattro volumi sulla «lettura orante della Parola» e dirige la collana «Rotem». ANTONIETTA AUGRUSO, nata a Curinga (CZ), ha conseguito il diploma di laurea in teologia all'Università Gregoriana di Roma. Attualmente insegna religione cattolica nelle scuole statali di Roma e scrive su riviste di spiritualità e di vita consacrata. Ha già pubblicato in questa collana, in collaborazione con B. Secondin, il volume Il Signore guarda il cuore.
Esercizi spirituali sul quarto capitolo del vangelo di Giovanni: l'incontro di Gesù con la Samaritana al pozzo di Sicar. Una donna si reca al pozzo ad attingere l'acqua. Il racconto parla di una persona concreta con storie e relazioni proprie; al tempo stesso, però, la donna rappresenta il popolo dei Samaritani, di cui rispecchia la mentalità. Di più, l'assenza del nome dell'interlocutrice fa assumere alla donna un ruolo universale, la personificazione dell'umanità alla ricerca del rapporto con il divino. E Gesù, la fonte, è lì che aspetta al pozzo profondo della sapienza che ha dissetato molti ricercatori del senso vero dell'esistenza.

