
Brevi e stimolanti "immersioni" nelle frasi più celebri di Gesù, per scoprirne i significati meno evidenti e come realmente farle nostre. La pagliuzza e la trave, scagliare la prima pietra, porgere l'altra guancia... frasi divenute popolarissime, perché efficaci e di immediata comprensione. Ma è proprio così? Quando le ripetiamo siamo sicuri di citarle a proposito? Quando le meditiamo ci fermiamo al senso più immediato, o andiamo a fondo e scopriamo che in quelle poche parole c'è molto di più?
Un testo per pregare con il Vangelo di Matteo.
Scoprire il cuore senza vergogne, ma anche riconoscere che esso esige una fedeltà e una trasparenza di tutto l’essere, per accettare le cose grandi a cui ci spinge, con intuizioni ed emozioni che valgono quanto uno sguardo acuto. Questi ventuno testi di lectio divina sui Vangeli intendono condurre il lettore verso un’avventura di scoperta e di progetto che emerge da alcuni passaggi chiave: dagli Inizi incerti e titubanti, al costituirsi di una Compagnia di amici e discepoli, alla ricerca di un Altrove che sfida e attrae, passando per Lacerazioni dolorose ma illuminatrici, si arriva all’Incontro con il Vivente nella luce della risurrezione. Un’avventura insieme meditativa ed esploratrice, con continui agganci con la vita concreta e le risonanze letterarie, specie nel «Portico dei gentili», sezione originale di ogni lectio divina.
Autore
BRUNO SECONDIN, carmelitano, ha studiato a Roma, in Germania e a Gerusalemme, ed è ordinario di teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Svolge la sua attività pastorale a Roma, ha pubblicato una trentina di libri ed è impegnato attivamente nella rielaborazione della spiritualità nei nuovi contesti ecclesiali e culturali. ANTONIETTA AUGRUSO, laica, insegnante di religione nelle scuole statali a Roma, ha conseguito il diploma di laurea in teologia all’Università Gregoriana di Roma (1994) e si è perfezionata in tematiche interreligiose con un master internazionale all’Università Roma Tre, elaborando una tesi sulla pedagogia usata nel villaggio della pace Nevé Shalom (Israele). Scrive di spiritualità attuale su varie riviste e ha già collaborato per altri volumi di questa collana.
In questo primo volume della collana il Card. Attilio Nicora ci guida in una straordinaria meditazione sul Salmo 126.
La Scuola della Parola è il momento dedicato all'ascolto e meditazione delle Scritture. Quest'anno l'itinerario proposto ai giovani si concentrerà su alcune pagine della Bibbia che raccontano la vocazione dei profeti e di Maria. La lettura, lo studio e la riflessione sulla Parola devono poi sfociare in una vita di totale adesione al Signore Gesù, scoprendo il senso della propria vocazione personale.
Il sussidio è suddiviso in incontri mensili da ottobre a maggio, in considerazione delle tematiche liturgico-pastorali specifiche di ogni mese, nel quale è considerato un passo della Prima Lettera di Giovanni, con lo stile della lectio continua. Dopo l'invocazione allo Spirito Santo, il commento biblico è di sostegno alla comprensione piena del testo. La parte della Meditatio offre spunti di riflessione a partire dal testo e dalla sua analisi biblica. La Oratio riprende il testo biblico trasformandolo in preghiera, su una struttura trinitaria. La Contemplatio, infine, è occasione per una breve adorazione del Santissimo Sacramento.
La figura di Gesù è di grande attualità, Gesù è "di moda". La ricerca del Gesù storico è ormai ampiamente aperta e consente di focalizzarne alcuni aspetti. L'autore mette in evidenza due aspetti: la sua pratica di guarigione e la sua adesione al giudaismo. Quest'ultima è particolarmente importante in quanto mette in discussione le regole di purità: l'amore per l'altro, infatti, ha la precedenza su ogni altra considerazione legale. Pubblichiamo qui la traduzione dell'articolo "Écrire une Vie de Jésus aujourd'hui", apparso sulla rivista Études 4259 (2019).
Se la legge era scritta con il dito di Dio su tavole di pietra, Gesù scrive con il suo dito sulla terra, la casa di tutti gli uomini, il suolo di cui ogni essere umano è impastato. L'opera di Gesù è di liberare dalla pietra tanto la donna, che ne sarebbe rimasta schiacciata e uccisa, quanto scribi e farisei, che mostravano di avere un cuore di pietra. L'autore presenta un commento breve e intenso del brano evangelico di Gesù e la donna adultera (Gv 7,53-8,11).
I vangeli sono da secoli oggetto di studio, ma quanto sappiamo effettivamente della loro composizione originale? Attingendo alle più recenti ricerche sull'uso della memoria e agli studi sulle fonti dell'antichità, nonché esaminando i metodi e le tecniche di scrittura del i secolo, l'autore ci guida lungo un percorso che ci permette di comprendere più in profondità i meccanismi di redazione dei vangeli. «La presente opera sostiene che la memoria ha svolto un ruolo importante nella composizione dei vangeli. Gran parte di questo libro è dedicata alla spiegazione di tale affermazione e all'analisi delle sue implicazioni. La nostra ipotesi di lavoro fondamentale è che gli evangelisti facevano affidamento principalmente sul ricordo del materiale a loro disposizione. Ciò non significa negare che gli evangelisti consultassero fonti scritte, ma piuttosto affermare che, almeno nell'atto della composizione, il loro uso primario delle fonti (scritte o orali) avveniva spesso attraverso la memoria piuttosto che con il contatto visivo o uditivo, o almeno che dovremmo presumere che fosse così in assenza di prove evidenti del contrario». (Eric Eve)
Scrivere una lettera che non sia di carattere commerciale o burocratico risulta oggi sempre più inconsueto. Gli scambi di informazioni fra le persone sono sempre più frequenti e rapidi, ma una comunicazione di sentimenti e di valori che parli al cuore e alla mente degli esseri umani è sempre più rara, perlomeno per iscritto.
Nell’antichità non era così. Gli autori delle lettere raccolte nel Nuovo Testamento hanno cercato di trasmettere ai loro destinatari concetti, esortazioni, opinioni, istruzioni e inviti per aiutarli a vivere in modo più bello e migliore. L’amore del Dio di Gesù Cristo è certamente il filo rosso e l’aspetto tematico centrale in questi ventuno scritti. Un amore che in queste lettere viene proposto e con intensità e determinazione anzitutto perché ha costituito la ragione di vita di coloro che tali testi hanno scritto e tramandato.
In questo libro Ernesto Borghi desidera condurre lettrici e lettori lungo un viaggio di analisi e di interpretazione, dalla lettera di Paolo di Tarso ai Romani alla terza lettera di Giovanni, contraddistinto da alcuni passaggi successivi. Infatti dopo aver ripercorso brevemente le caratteristiche del genere letterario “lettera” nel Nuovo Testamento, in queste pagine si delinea la biografia di Paolo di Tarso, si offre una serie di approfondite informazioni sui suoi testi e si leggono con accuratezza vari passi delle sue lettere più noti e meno noti, che permettano di cogliere i tratti salienti della teologia ed antropologia di questo gigante della spiritualità e della cultura di ogni tempo.
In terzo luogo si forniscono informazioni e indicazioni di metodo e di contenuto utili alla lettura delle singole lettere apostoliche, dalla lettera agli Ebrei alla terza di Giovanni, facendone emergere i caratteri peculiari.
Non è un testo pensato per scienziati della lettura neo-testamentaria, bensì per un vasto pubblico che popola le aule universitarie, gli ambienti ecclesiali più diversi, centri culturali di molteplice ispirazione e tanti altri luoghi in cui si cerca un rapporto con le origini cristiane intelligente ed appassionato. Anche per questo motivo è probabile che anche gli “addetti ai lavori” vi trovino elementi di interesse scientifico e opportunità di riflessione anche esistenziale.
Questo libro può essere un utile punto di partenza per tante persone, credenti cristiane o di altro orientamento culturale, che vogliano confrontarsi seriamente con scritti antichi che parlano al cuore dell’essere umano da molti secoli. Essi sono in grado di offrire a chiunque stimoli importanti per accrescere l’umanità di vita propria e altrui.
Quando si apre la Bibbia cristiana ci si trova di fronte all'unico e insondabile progetto salvifico di Dio articolato in due parti: Antico e Nuovo Testamento. Fino all'avvento di Gesù - o, meglio, fino al II secolo d.C. esistevano solo le Scritture ebraiche. Gli eventi di cui fu protagonista Gesù stesso e i primi passi della Chiesa nascente furono letti e interpretati alla luce della Bibbia di Israele e, anche quando si cominciarono a ritenere "sacri" i Vangeli e altri scritti del Nuovo Testamento, le Scritture di Israele furono sempre ritenute parte integrante della Bibbia cristiana, testimonianza dell'azione salvifica di Dio a favore di Israele e di tutti i popoli della terra. L'unità dei due Testamenti è, dunque, sin dal principio, un aspetto fondamentale della fede cristiana, anche se il rapporto tra le due parti ha conosciuto diverse interpretazioni, con risvolti e implicazioni di varia natura, non esclusi fraintendimenti gravi che hanno segnato negativamente non solo i rapporti tra ebrei e cristiani, ma anche la verità e l'autenticità della fede. Il volume prende in esame tre questioni che sono all'origine del difficile rapporto tra Antico e Nuovo Testamento: l'intreccio che intercorre tra Scritture, Alleanza e Popolo di Dio; Cristo come "compimento" delle Scritture; l'ermeneutica delle Scritture ebraiche a partire da Cristo.