
Con una raffinata esegesi, le "Omelie sulla Genesi" di Giovanni Crisostomo, tenute ad Antiochia tra il 388 e il 389, costituiscono un prezioso affresco di ermeneutica biblica e lettura sapienziale. Di queste "Omelie" il teologo e storico ortodosso Georges Vasilievich Florovsky ha scritto: «C'è un insolito sapore di modernità negli scritti di Crisostomo. Nella nostra epoca il suo consiglio può attrarre non meno di quanto non lo abbia fatto nella sua. Il suo ammonimento principale è un accorato appello al cristianesimo integrale, in cui fede e carità, fede e pratica, sono indissolubilmente legate in una resa incondizionata dell'uomo all'amore travolgente di Dio» (St. John Chrysostom: The Prophet of Charity, 42). Testo greco: Bernard de Montfaucon.
In prima traduzione italiana. Le 24 Omelie sulla Lettera agli Efesini rientrano nel suo più ampio corpus esegetico che copre tutte le lettere paoline. Per Crisostomo, l'Apostolo è un insuperato modello di vita cristiana, esempio perfetto e ineguagliato di predicatore, guida, maestro e pastore. Prova ne è la ricchezza di spunti interpretativi che scaturiscono per Crisostomo dal commento delle Lettere, e che vanno dal tema del peccato al rapporto tra anima e corpo, dalla denuncia della corruzione per avidità della Chiesa alla necessità che regnino tra gli uomini pace, coesione e affetto reciproco, dalle considerazioni sul matrimonio a quelle sull'educazione dei figli, per citarne solo alcuni.
In questo volume tre esegeti cristiani, due cattolici e uno protestante, accettano la sfida di tornare al testo biblico, di attenersi ad esso e di rileggerlo senza tabù né pregiudizi, per chiarire ciò che la Bibbia dice sull’omosessualità. Essi accettano di sottomettersi al testo, senza ricorrere a interpretazioni personali o ecclesiali.
Per pronunciarsi sull’omosessualità a partire dalla Bibbia, bisogna infatti, prima di tutto, precisare ciò che la Bibbia dice e ciò che va oltre le sue intenzioni. Soltanto in un secondo momento, ci si può chiedere se l’insegnamento biblico mantenga il suo valore per la nostra società.
Il presente studio, senza essere un trattato di etica sull’omosessualità, evidenzia l’importanza dell’insegnamento biblico per tale questione.
Biblisti autorevoli e noti, Innocent Himbaza e Adrien Schenker sono membri del Dipartimento di Studi Biblici dell’Università di Friburgo, mentre Jean-Baptiste Edart, della Comunità dell’Emmanuel, è docente presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II in Roma, per gli studi sul matrimonio e sulla famiglia.
L'omosessualità è uno dei grandi temi sociali odierni anche nell'ambito delle chiese. Tra i cristiani, l'argomentazione biblica gioca un ruolo decisivo ma pericoloso: il ricorso alla Bibbia rischia infatti di legittimare, in maniera a-storica, posizioni antitetiche di condanna e giustificazione. Gli oltre duemila anni che ci separano dalla Bibbia ebraica comportano invece un'attenta lettura contestuale dei testi biblici nonché di quelli delle antiche civiltà che li hanno influenzati. Thomas Römer e Loyse Bonjour delineano così un percorso storico e informativo nel mondo dell'antico Vicino Oriente e della Bibbia per identificare concezioni e statuto delle relazioni amorose e sessuali tra uomini in tali società.
unday bloody Sunday, Pride (In the name of love), Where the streets have no name, One, New year’s day, Sometimes you can’t make it on your own: non sono solo titoli di canzoni, non sono solo parole, sono manifesti di un’epoca musicale e non segnata dagli U2, il gruppo irlandese fondamentale per la storia del rock e vera bomba atomica fino alla metà degli anni Novanta. Ma come è iniziato tutto ciò? Federico Russo in questo volume ci racconta una passione, quella per la musica e in particolare per la band guidata da Bono – di cui tra l’altro cerca di analizzare la sfaccettata personalità divisa tra musica e impegno sociale –, attraverso gli album e le canzoni, sin dal primo Boy, uscito il 20 ottobre del 1980, e pone l’accento sui molti riferimenti e rimandi al sacro e alla spiritualità che le canzoni che coprono una carriera ormai più che trentennale non hanno mai nascosto.
FEDERICO RUSSO Nato a Montecatini Terme, in Toscana, nell’anno in cui uscivano The Dark Side of The Moon e Jesus Christ Superstar. All’età di 15 anni compra un disco degli U2 scoprendo l’esistenza della musica rock e decide di imparare a suonare la chitarra. A 23 anni risponde alla chiamata del Signore iniziando il cammino di formazione nell’Ordine dei Frati Minori di san Francesco. Durante gli anni della formazione capisce che la musica, una passione mai spenta, poteva diventare anche un eccezionale strumento di evangelizzazione. Nel 2001 compone una canzone ispirata al Libro di Isaia, intitolata Il Canto Dell’Amore, che in pochi anni e attraverso principalmente il passaparola è riuscita a diffondersi e a essere cantata un po’ dappertutto nelle parrocchie e nei gruppi giovanili cattolici. Nel 2002 partecipa alla scrittura di un musical sulla vita di san Francesco intitolato Hai guardato me, le cui canzoni sono state poi pubblicate nell’omonimo cd. Nel 2007 pubblica un secondo cd di brani inediti, dal titolo Una storia da inventare, e nel 2012 un terzo, intitolato L’ombra e la grazia, realizzato insieme a una band costituitasi per l’occasione, gli Shiny Clouds. Infine, nel marzo 2015 esce l’album La verità delle parole, contenente 10 canzoni inedite e composto insieme a una nuova band, i Redemption Sons. L’album è stato anticipato dalla pubblicazione su YouTube del video della canzone Cercami nel cuore.
Di fronte alla critica biblica occidentale e tradizionale che spesso si è distinta per autorizzare e suffragare lo stato di schiavitù non soltanto di Onesimo – lo schiavo che dovrebbe stare al centro della lettera di Paolo a Filemone, padrone di schiavi –, ma anche degli schiavi africani condotti a forza nel continente americano e qui dominati in condizioni disumane e disumanizzanti, i saggi raccolti in questo volume si pongono dalla prospettiva contingente e contestuale del non libero che non ha mai potuto essere che non razionale, non puro, non bianco, non maschio, non uomo. La modernità non ha eliminato l’oppressione dall’esperienza umana e la schiavitù continua a esistere ancor oggi, Onesimo vive ancora con noi e anche Filemone è ancora tra noi. Da punti di vista diversi, i vari studi mostrano come – nonostante l’abuso abominevole che si è potuto fare della lettera a sostegno della causa schiavista – Paolo in tutti i limiti della sua ambiguità ha sempre tenuto fermo che senza la carne, e la carne dello schiavo ristabilito nella sua giustizia, non può esserci riconciliazione.
Un saggio di antropologia filosofica a partire dalla Bibbia. La figura di Giobbe viene presentata sia come personaggio biblico che come rappresentante di un umano interrogarsi che appartiene ad ogni mente e cuore pensanti su questa terra. Un saggio sul genere di letteratura sapienziale" che non stanca di affascinare, e inquietare insieme, il cammino dell'uomo sulla Terra. Un libro su Giobbe, ma anche su molto altro: sul Nulla, sulla Morte, la sofferenza innocente, la precarieta della Vita, il Mistero di Dio, il "mistero inconoscibile". E poi, ancora, un libro che ci parla dell'imperfezione del creato, della resurrezione dei corpi, della preghiera inascoltata; della tremenda liberta dell'uomo; dell'anticristo e dell'Apocalisse nel mondo; di cio che saremo... Un libro che parla di Giobbe, ma va molto oltre, sino a porre domande per l'uomo moderno. "
Questo studio innovativo esamina il vangelo di Matteo sotto il profilo dell’etica dell’onore e della vergogna, che per la morale popolare del tempo erano valori centrali e strutturanti della vita quotidiana. L’attenzione a questo aspetto nell’interpretazione di un testo come il vangelo matteano non è dunque qualcosa di facoltativo: è impossibile leggere Matteo adeguatamente senza avere un’idea di base della struttura culturale del mondo mediterraneo antico. L’analisi sistematica che Jerome Neyrey sviluppa dei presupposti del primo vangelo mette in luce come la predicazione di Gesù significasse il ribaltamento del modo di vivere comune e la negazione delle nozioni correnti di onore e vergogna.