
Tra le cause della fuga dei fedeli dalle assemblee domenicali c'è sicuramente l'insofferenza di fronte a omelie noiose, vuote, ripetitive, recitate senza convinzione. È vero che gli uditori sono abituati a forme comunicative così rapide e superficiali che è sempre più difficile catturarne l'attenzione, ma tra il rinunciare a migliorare le proprie omelie e l'adeguarsi a uno stile comunicativo da talk show esiste, forse, un'altra via. Questo libro nasce quale risposta all'appello che emerge dalle tante pagine che l'Evangelii gaudium dedica alla questione delle omelie.
L'omelia è il tipo di comunicazione pastorale più praticato e con un numero di interlocutori di gran lunga maggiore rispetto a qualunque catechesi o incontro biblico.Eppure l'esito della predicazione non è scontato: se ne ipotizza la crisi fin dai tempi di Benedetto XV. La sua enciclica Humani generis redemptionem (1917) apre questa raccolta di interventi che giunge a papa Francesco passando per la svolta decisiva del Concilio Vaticano II.Questo volume propone una selezione dei principali documenti che negli ultimi cento anni sono stati dedicati all'omelia offrendo una riflessione che è al tempo stesso una sfida per i predicatori e un'apertura di orizzonti per chi partecipa alle liturgie. Domenica dopo domenica.
Queste riflessioni sui ministeri liturgici, cioè sui diversi servizi operati all'interno e a favore della liturgia, sono dedicate ai "sarti" chiamati a tagliare e cucire il giusto "abito liturgico" per ogni assemblea. E provengono dal contatto quotidiano con la "bottega" di un ufficio liturgico diocesano, dove la teoria appresa sui libri è chiamata a confrontarsi con le esigenze di chi, concretamente, opera nel settore. Un aiuto per passare dal "fai da te" alla "bottega d'arte" per trovare la risposta giusta alle diverse questioni e ai singoli problemi posti dal servizio liturgico.
La nostra giornata volge al suo compimento, carica delle fatiche e delle gioie. E come il nostro corpo cerca riposo, il cuore cerca la pace. Chi custodirà ogni cosa lieta accaduta, chi volgerà in acque tranquille e pacificate ogni nostro affanno?... Questo libriccino è per te, da mettere sul tuo comodino o in un posto a te caro della casa. La sera, prima di coricarti, aprilo e segui le indicazioni di preghiera che ti vengono date. Se puoi, prega con la tua famiglia.
Dopo il Concilio Vaticano II il dibattito sulle immagini nelle chiese cattoliche in Italia ha conosciuto una stagione molto vivace, anche se le opere realizzate non sono particolarmente soddisfacenti. Il Concilio da una parte ha ribadito la dottrina tradizionale del Concilio di Nicea sulla legittimità delle immagini negli edifici di culto e le norma del Concilio di Trento sull'autorità del Vescovo in materia e, dall'altra, ha promosso una linea di sobrietà accanto a una cauta apertura a favore dell'arte contemporanea, dopo un lungo periodo di ostracismo. Il libro di Giancarlo Santi mette in luce il ruolo e il comportamento della committenza ecclesiastica negli ultimi cinquant'anni in generale e in rapporto a casi concreti (il crocefisso). Richiama l'insegnamento dei pontefici fino a Benedetto XVI e Francesco. Rende conto di numerosi interventi di Valentino Vago, un pittore milanese, in alcune chiese milanesi. Presenta un breve rassegna di opere di artisti contemporanei nelle chiese della metropoli ambrosiana e, infine, pubblica un documento contenente gli orientamenti circa i rapporti tra le diocesi italiane, gli artisti e l'arte contemporanea.
Perché i riti? Incidono nella vita? Quale importanza possono avere se a contare sono la fede, la testimonianza e la carità? E poi: perché celebrare è un'«arte» per tutta la comunità? Celebrare, partecipare ai riti della chiesa non è un affare del clero o di pochi volontari. Interessa tutti perché la ritualità è parte non secondaria dell'essere uomini e donne, impregna la vita. Quando celebriamo non siamo come gli attori a teatro, ma compiamo gesti e parole che «prendono» la mente e il cuore e ogni volta ci trasformano, ci rigenerano, ci ritemprano. Un saggio rivolto soprattutto ai non adetti ai lavori per scoprire l'importanza del rito e del celebrare.
L'VIII Volume delle Omelie del Mattino di Papa Francesco raccoglie omelie tenute nella Cappella della Domus Sanctae Marthae dal 6 gennaio fino al 6 dicembre 2016. L'insieme di questi pensieri offerti dal Santo Padre formano delle vere e proprie catechesi e contribuiscono all'educazione del popolo di Dio attraverso gli insegnamenti della Parola che grazie a lui diventa semplice e fruibile a tutti proprio perché contestualizzata nella vita di tutti i giorni.
Una raccolta di preghiere per rinsaldare l’unione con il proprio Angelo custode e conferirgli una speciale forza di assistenza nei momenti difficili della vita. Una raccolta di preghiere per rinsaldare l’unione con il proprio Angelo custode e conferirgli una speciale forza di assistenza nei momenti difficili della vita.
Il vescovo Giulio Oggioni è stato un pioniere nell'attuazione delle norme conciliati, tanto che ha superato quel desiderio di applicazione letterale del Concilio Vaticano II, ciò il vaticanismo e ha portato, tra i primi, la sua Chiesa a vivere la vaticanità, cioè quello spirito che anima ogni documento conciliare. Profondamente radicato nell'insegnamento dei Padri, Monsignor Oggioni ha avuto una visione di Chiesa assai originale pur nella linea della tradizione. Basti leggere alcuni passi della sua teologia della Chiesa. Questa pubblicazione vuole rendere omaggio a Mons. Oggioni, a vent'anni dalla morte, avvenuta il 26 febbraio 1993, presentando il suo insegnamento sulla Chiesa nelle omelie pronunciate nel corso del ministero episcopale a Bergamo.
Le calzature, le strade e la consuetudine di mangiare sdraiati e in più persone sullo stesso letto rendono consueto nel mondo antico il gesto di lavare i piedi all’ospite di riguardo o al padrone di casa. Documentato, per esempio, nel Convivio di Platone, nel Satyricon di Petronio, in Plutarco, nel vangelo di Luca e nel libro della Genesi, quel gesto diventa centrale nel capitolo 13 del vangelo di Giovanni, dove Gesù lava i piedi ai suoi discepoli nel contesto della cena.Destro e Pesce lo interpretano come un «rito di inversione di status», nel senso che in qualsiasi cultura un inferiore può assumere il ruolo di un superiore entro una precisa condizione rituale finalizzata a delineare con maggiore coscienza gli obblighi di ciascuno. Nel caso della lavanda dei piedi, il rituale di inversione è finalizzato a rilanciare un progetto di utopia all’interno della comunità che Gesù spera i suoi discepoli formino dopo la sua morte, imitando la sua scelta servile. Solo il rito, infatti è in grado di palesare il modello proposto dal Vangelo – la subordinazione reciproca e l’amicizia – di renderlo comprensibile e di indicarlo come base normativa del gruppo.
Cos'hanno in comune l'Eucaristia e l'amore coniugale? In una prospettiva originale, ce lo racconta questo opuscolo rivolto alle coppie di sposi o in preparazione al matrimonio, scandendo il parallelismo tra le singole parti della Messa e il vissuto dell'amore sponsale in ogni sua dimensione. Un intreccio illuminato dai brani più salienti del Cantico dei Cantici.
Lezione magistrale di Giuseppe Dossetti sull'Eucarestia e la Città (1987). Rappresenta l'apice della sua riflessione spirituale e teologica sulla società, l'impegno del cristiano, il valore dell'Eucarestia, il rapporto del fedele con le tre persone della Trinità. Ricca di citazioni di autori antichi e moderni e di spunti di riflessione.