
Quattordici schemi di catechesi, che accompagnano giovani e adulti in ricerca di Dio, fondati su tre icone del Vangelo di Giovanni. Le tre pericopi permettono di vedere Gesù nell'arte dell'educatore, che non solo si fa carico delle necessità delle persone, ma si offre come punto risolutivo per una qualità di vita che abbia il sapore della felicità e la prospettiva della speranza.
«Chi cerca Dio, in via ordinaria lo incontra attraverso i Cristiani, nella vita della Chiesa, che con la semplicità dei gesti quotidiani aiuta gli uomini a passare da spettatori a testimoni, da persone di buon senso a persone secondo lo spirito».
Noi, ragazzi di oggi lettere di san Paolo ai cresimandi di Giuseppe Alcamo.
Cinque «lettere inedite» dell’Apostolo delle Genti, per condividere il suo percorso di fedeltà nella sequela di Cristo. Cinque catechesi, nate nella Chiesa di Mazara del Vallo, che coprono tutto l’arco di un anno pastorale. La proposta valorizza lo stile narrativo, dal sapore biblico, e ha come destinatari i ragazzi, con i quali si intende affrontare i temi che riguardano la vita di quanti accettano di portare a compimento la loro iniziazione cristiana. Un percorso che tiene conto della «sfida educativa», compito di tutta la Chiesa, per condurre i ragazzi dai 13 ai 16 anni ad assumere il coraggio di uno sguardo verso il futuro e insieme sostenere, dare significato e aiutare a scendere in profondità nella loro vita di ogni giorno.
Punti forti
Proposta formativa riguardante i temi «caldi» della vita cristiana per ragazzi che si preparano al sacramento della Confermazione.
Cinque tappe che coprono tutto l’anno liturgico-pastorale.
Opportunità di continuare la riflessione e la scoperta della figura di san Paolo.
Destinatari
Ragazzi della cresima (13-16 anni), ma non soltanto, e loro catechisti/animatori.
Autore
Giuseppe Alcamo, sacerdote della diocesi di Mazara del Vallo, è docente di catechetica nella Facoltà Teologica di Sicilia e direttore dell’Ufficio Regionale per la dottrina della fede e la catechesi della Conferenza Episcopale Siciliana. Ha conseguito il dottorato in Teologia con specializzazione in Pastorale Giovanile e Catechetica, presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. Ha pubblicato La catechesi in Sicilia tra il Concilio Vaticano II e il Giubileo del 2000 (2006) e La «sicura bussola» della Chiesa (2008).
Il 2 febbraio 1970 veniva pubblicato il Documento di base Il rinnovamento della catechesi, «un momento storico e decisivo per la fede cattolica del popolo italiano», secondo quanto ebbe a dire Paolo VI.
A distanza di quattro decenni, con la nuova sensibilità ecclesiale acquisita e nel nuovo contesto sociale che si è venuto a creare, soprattutto alla luce degli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 20102020 Educare alla vita buona del Vangelo, si sente più che mai il bisogno di rivedere questo importantissimo documento e di ripensare la catechesi come progetto educativo.
Gli interventi dei diversi autori, raccolti in questo volume, con le loro riconosciute competenze pastorali e catechetiche, oltre a ricostruire l’impatto che la pubblicazione del Documento di base ha avuto nella Chiesa italiana, permettono soprattutto di cogliere l’evoluzione della catechesi italiana verso una forma sempre più preminente di educazione alla fede, mettendo in luce anche la straordinaria attualità dei contenuti di tale documento.
Punti forti
Un documento fondamentale della catechesi italiana riletto alla luce degli Orientamenti della CEI per il decennio 2010-2020 e un testo che ben sintetizza l’evoluzione della catechesi come progetto educativo.
La fama e competenza degli autori, tra i massimi esperti di catechetica in Italia.
Destinatari
Sacerdoti, catechisti, educatori.
Autori
Giuseppe Alcamo, presbitero della Chiesa di Mazara del Vallo, è direttore dell’Ufficio Catechistico della sua diocesi e dell’Ufficio Regionale per l’Evangelizzazione e la Catechesi della Conferenza Episcopale Siciliana.
Carmelo Torcivia, presbitero della Chiesa di Palermo, è docente di Pastorale nella Facoltà Teologica di Sicilia «San Giovanni Evangelista».
Luciano Meddi, presbitero della Chiesa di Roma, docente di Catechetica missionaria nella Pontificia Università Urbaniana.
Giuseppe Ruta sdb, è docente di Catechetica nell’Istituto Teologico «San Tommaso» di Messina.
Vincenzo Sorce, presbitero della Chiesa di Caltanissetta, già docente di Pastorale e di Catechetica nella Facoltà Teologica di Sicilia «San Giovanni Evangelista».
Come comunicare la fede all'uomo di oggi in modo semplice, avvincente e personale? Come narrare la storia che vede coinvolti Dio e l'uomo, sempre in modo originale e inedito, non in forma stereotipata e con formule, forse corrette, ma astratte? Ecco le domande che assillano tutti coloro che vivono la fede come valore importante per la propria vita. Chi racconta consegna nelle mani e nel cuore di chi ascolta qualcosa del mistero della sua persona, trasmette un segreto di vita, che aiuta a vivere coloro che recepiscono il segreto. Tutto questo lo è ancor più nel narrare la propria fede. I diversi autori, ognuno dalla propria prospettiva, affermano che la vera narrazione della fede mantiene salda la centralità del contenuto di fede e dà l'opportunità a colui che narra di personalizzare il racconto, così come hanno fatto gli stessi evangelisti e tutti gli scrittori del Nuovo Testamento, testimoniando con entusiasmo e coraggio la loro fede in Cristo, unico Signore. L'evento della storia della salvezza ha bisogno della narrazione per poter essere rappresentato in maniera corrispondente alla condizione umana. Trasmettere la fede non significa trasmettere un deposito, ma comunicare Dio, partecipare Dio che è agape. Trasmettere è innestare il contatto con la visione, l'esperienza con l'interpretazione, la testimonianza con il memoriale. L'educazione è cosa diversa dall'istruzione; non viene data mediante corsi di morale e comportamento...
Il testo è strutturato in tre sezioni: la prima sezione accompagna il lettore nelle pieghe di Amoris laetitia, facendone emergere le sfide, le prospettive, il contenuto. La seconda sezione, di tipo teorico-pratico, affronta cinque particolari questioni:
1. come educare i giovani perché rispondano alla vocazione all’amore;
2. quali aiuti offrire alla famiglia perché viva la pienezza dell’amore;
3. come accompagnare nel discernimento vocazionale i giovani fidanzati;
4. quali sono i consiglieri reali dei giovani; 5. come costruire concretamente un itinerario di
discernimento vocazionale per i fidanzati. Le questioni saranno affrontate da un punto di vista teologico-pastorale e umano-pedagogico. Alcune testimonianze chiudono il testo, offrendo percorsi e proposte reali.
Una catechesi facile e comprensibile a tutti per i fidanzati e i futuri sposi. Nel volume l'autore affronta i problemi legati al fidanzamento, all'amore prematrimoniale e coniugale Un saggio utilissimo per tutti coloro che sono impegnati nella pastorale familiare e per tutti coloro che intendono prepararsi al sacramento del matrimonio. Il volume e arricchito da una corposa ed esauriente premessa di S. Em. Il Cardinale Marco Ce, Patriarca Emerito di Venezia.
Una giornalista chiese alla teologa protestante tedesca Dorothee Sölle: Come spiegherebbe la felicità a un bambino?'. La sua risposta fu sorprendente: 'Non glielo spiegherei, gli darei un pallone per giocare'. Il gioco - come l'arte e la stessa religione - va oltre la cura della mera sopravvivenza fisica e introduce la gratuità, la libertà, l'amore. In modo parallelo alla teologa cristiana di Colonia un pensatore giapponese zen, Kakuzo Okakura, nel suo saggio La cerimonia del tè (1907) affermava che il primo atto veramente "umano" avvenne quando l'uomo primitivo preparò e donò alla sua donna una corolla di fiori. Questo di don Alessio Albertini è un libro esaltante ma anche faticoso che fa sudare e ansimare, proprio come dice la parola stessa 'allenare' che deriva dal verbo 'anelare', con un trasferimento (metatesi) di consonanti. Ma l'anelito ha anche una dimensione più alta, simbolica, di taglio spirituale, è la tensione verso l'alto, verso mete impegnative in un avanzare su sentieri d'altura. Un dinamismo che è anche nelle altre lingue, perché in inglese coach è la vettura che corre, e trainer evoca il train del movimento che trascina. Proprio per attuare questo anelito superiore è necessaria, come scrive don Alessio, 'un'alleanza educativa' tra Chiesa e sport. L'approdo finale è, allora, quello che il profeta Zaccaria sognava per la sua Gerusalemme: "Vecchi e vecchie siederanno nelle piazze di Gerusalemme, ognuno col bastone in mano per la loro longevità.
I Giochi Olimpici sono molto di più una semplice competizione, sono la massima espressione dello sport, lo sport che sa raccontare la vita e lo fa nei modi più inattesi e inaspettati, sotto lo sguardo di tutto il mondo, con la gioia o le lacrime della sofferenza. Ecco, allora, le storie di uomini che sanno insegnare con la loro vita; vicende esemplari che raccontano della miseria, della generosità, della fatica, del limite, del sogno di diventare migliori al di là delle vittorie e delle sconfitte: da Abebe Bikila a Nadia Comaneci, passando da Carl Lewis, Ben Johnson, Mark Spitz, e l'indimenticato Dorando Pietri. Fare tesoro della loro esperienza è un ottimo punto di partenza per giocare la più importante delle gare: la nostra vita.
Abbiamo bisogno di tornare a sorridere. Siamo stati costretti per troppo tempo a coprire il volto con la mascherina, contagiati dalla paura dell'incertezza, bloccati dentro le mura di casa, isolati gli uni dagli altri. Sentiamo la necessità di tornare a sorridere alla nostra libertà, alla bellezza di ciò che abbiamo, alla solita normalità per sentirci più uniti e più forti insieme. Con un sorriso possiamo contagiare tutti coloro che ci stanno intorno: sarà una nuova vicinanza per respirare una nuova umanità, uno scambio di sorrisi per intrecciare relazioni veramente umane. Di fronte ai mesi terribili che abbiamo vissuto e ancora stiamo attraversando confesso un certo imbarazzo a scrivere queste pagine sul valore di un sorriso. Parlarne può sembrare insensato. Tuttavia, durante i duri mesi del lockdown in molti mi hanno esplicitamente chiesto di aiutarli a sorridere di nuovo, con qualche battuta delle mie. Quando anch'io sono stato preso in ostaggio dall'ansia e dalla paura, nonostante la mascherina, tanti lo hanno notato perché gli occhi si erano spenti e non trovavo motivi per sorridere.

