
Ogni nonno desidera che l'arrivo di un nuovo nipotino diventi un'esperienza davvero speciale. Qual è il modo migliore per instaurare un buon rapporto? Come occuparsi del suo futuro? Fino a che punto farsi coinvolgere? Ricca di suggerimenti, regole e consigli, frutto di esperienze personali e professionali, la guida di Miriam Stoppard insegna non solo come diventare un buon nonno, ma come essere addirittura eccezionale. Siate propositivi: scoprite il ruolo attivo e formativo che potete avere. Siate sensibili: stabilite i limiti entro i quali muovervi, imparate a dedicarvi ai vostri nipoti nel rispetto dei desideri dei loro genitori. Divertitevi insieme: grandi idee per trascorrere momenti felici sia in casa sia all'aria aperta.
Come cristiani viviamo ogni giorno una crescente pressione sociale: non possiamo rimanere indifferenti. Dobbiamo saper navigare tra le correnti culturali che rischiano di travolgere la nostra fede e i nostri valori; possiamo farlo al meglio se conosciamo le sfide della società contemporanea in campi come la sessualità, le relazioni, il consumismo, le dipendenze e l'intrattenimento.
Per farlo possiamo usare questa guida dallo stile chiaro e diretto, frutto di anni di esperienza degli autori. Un testo arricchito da domande che incoraggiano il dialogo e da storie che ci ricordano come possiamo vivere in modo diverso ed essere luce in una cultura sempre più opprimente.
Suggerimenti per venti celebrazioni che facciano di ogni Messa un momento di festa dove piccoli e grandi trovino in modo naturale il loro posto nell'assemblea
Nel libretto vengono indicati i compiti e le caratteristiche della nuova evangelizzazione. Partendo dal presupposto che per nuova evangelizzazione" non si intende l'annuncio di un Vangelo nuovo, cioè diverso, ma il rinnovamento del suo primo e originario annuncio attestato negli scritti del Nuovo Testamento, in questo libretto vengono indicati i compiti e le caratteristiche della nuova evangelizzazione: aprire i nostri orizzonti, liberarci dalle nostre carceri, condurci a Dio, che è amore e fonte della vita. "
J. E. Stiglitz, economista, affronta i nodi irrisolti dell'economia globale. La condizione prevalente è oggi quella di una grande incertezza, determinata da un'imperfetta distribuzione delle informazioni, e dalla connessa difficoltà di porre in atto adeguate politiche di stabilizzazione. La globalizzazione porta infatti con sé il paradosso di porre domande nuove agli Stati-nazione, ma di ridurre al tempo stesso drasticamente la loro capacità di affrontare simili domande. Oggi, la globalizzazione è priva di istituzioni in grado di affrontare le conseguenze. Abbiamo un sistema di governance globale, ma ci manca un governo globale.
Il vincitore del Premio Nobel per l'economia nel 2001, consigliere di Bill Clinton durante il primo mandato, e vicepresidente della Banca Mondiale dal 1997 al 2000 affronta il tema della globalizzazione cercando di rispondere ad alcune domande: cosa s'intende per globalizzazione? quali sono i presupposti, quali gli effetti e quali i danni? chi sostiene la globalizzazione, chi la governa e chi la contesta?
La globalizzazione non è un male e va abbracciata. A sostenere questa tesi è Stiglitz, autorevole sostenitore della critica alla globalizzazione liberista. Si tratta forse di una ritrattazione del Premio Nobel? In realtà, è il frutto di una constatazione: se la globalizzazione è un processo inevitabile, è possibile farla funzionare in direzione del benessere dei paesi più arretrati e dei cittadini dei paesi avanzati attraverso un mix di politiche di solidarietà e di intervento delle istituzioni internazionali.
La globalizzazione non è un male e va abbracciata. A sostenere questa tesi è Stiglitz, autorevole sostenitore della critica alla globalizzazione liberista. Si tratta forse di una ritrattazione del Premio Nobel? In realtà, è il frutto di una constatazione: se la globalizzazione è un processo inevitabile, è possibile farla funzionare in direzione del benessere dei paesi più arretrati e dei cittadini dei paesi avanzati attraverso un mix di politiche di solidarietà e di intervento delle istituzioni internazionali.
Gli autori cantano, in punta di pennello e di penna, in una ricca sinfonia di forme, colori, parole poetiche e parole meditative, la tenerezza come bellezza e la bellezza come tenerezza.
«In questo libro, scritto con un linguaggio scorrevole e incisivo, don Sergio ci fa toccare con mano alcuni degli sguardi di Gesù che ci interpellano personalmente e comunitariamente, anche se ognuno di noi può reagirvi in modo diverso: c'è lo sguardo che riscatta, che ridà dignità alla persona; c'è lo sguardo che prova compassione, tenerezza di fronte a chi è disorientato prendendosene cura; c'è lo sguardo che ama in modo gratuito, che non si impone ma apre sempre davanti all'altro una nuova possibilità di vita; c'è lo sguardo senza parole che va però in profondità e fa verità, una verità a volte scomoda; c'è lo sguardo attento che apprezza chi ha il coraggio di dare tutto, anche se il tutto è poco; c'è lo sguardo che non si stanca mai di perdonare e di avere fiducia in noi; c'è infine lo sguardo trasfigurato a cui anche noi siamo chiamati attraverso l'ascolto della sua parola.» (dalla prefazione di Gabriella Mian)