
Una raccolta di riflessioni sull'educazione in famiglia. Pensando a tanti genitori che vivono con fatica e con rassegnata impotenza la loro missione educativa, a tanti figli disorientati per la mancanza di punti di riferimento, ai molti educatori scoraggiati, confidiamo che queste riflessioni trasmettano la fiducia che è non solo doveroso ma anche possibile educare, e riaccendano la speranza che la sofferenza, la fatica e la ricerca di oggi siano capaci di arricchire di nuova fecondità l'impegno educativo della famiglia e della comunità.
L'impegno educativo esige che la fede cristiana diventi il cuore di una profonda spiritualità di chi educa. Oggi più che mai l'educazione si gioca soprattutto sulla testimonianza. Educando, saremo effettivamente e concretamente, e non solo a parole, testimoni di Gesù Cristo speranza del mondo e daremo il nostro apporto alla vita del paese collaborando al suo sviluppo materiale e culturale. Questo libro è sorretto dalla speranza di essere un piccolo stimolo nella realizzazione di questo grande sogno: a scuola in primo luogo, ma anche in famiglia e in ogni altro luogo di formazione.
Per quanti credono nella faticosa ma bella opera dell'educazione, seguendo il metodo preventivo di Don Bosco.
Il libro presenta il sistema preventivo di Don Bosco, nella convinzione che esso ancora oggi possa essere molto interessante per educare i giovani alla vita buona del Vangelo. Il titolo fa riferimento agli "Orientamenti pastorali" dell'Episcopato italiano per il decennio 2010-2020: "Educare alla vita buona del Vangelo", dove si afferma che «nella storia della Chiesa in Italia non pochi santi hanno fatto dell'impegno educativo la loro missione e hanno dato vita a iniziative singolari, parecchie delle quali mantengono ancora oggi la loro validità e sono un prezioso contributo al bene della società». Tra essi, appunto, san Giovanni Bosco e il suo sistema preventivo.
La preghiera ha tutte le carte in regola per occupare un posto particolare nell’arte di educare. La prova di questa affermazione occupa la prima parte dell’opuscolo dedicata, appunto, a far conoscere i cinque contributi che la preghiera offre per la formazione dell’uomo, a partire dall’infanzia. La seconda parte indica vie concretissime perché il bambino abbia subito un approccio positivo con l’orazione. Il tutto presentato con la massima chiarezza e la sicura convinzione che a pregare non si sbaglia mai: per innalzarsi, l’uomo deve inginocchiarsi. Fortunato il piccolo che, grazie ai genitori, incontra la preghiera e l’abbraccia!
L'attuale crisi mondiale, ha provocato uno shock all'intero sistema socio-economico-culturale e mostrato tutta l'impreparazione e la fragilità dell'intero apparato culturale e religioso. Questo testo che nasce nel Centro CeRFEE Zelindo Trenti (Centro di Ricerca e Formazione Ermeneutica Esistenziale) fondato sulla prospettiva educativa ermeneutica esistenziale teorizzata da Zelindo Trenti, offre una diagnosi essenziale della situazione dell'educazione alla vita oggi e lascia intravedere alcune opportunità di rinnovamento in risposta alle attuali complesse emergenze educative. L'autore scandaglia l'attuale situazione e punta i riflettori su nuove possibili vie da percorrere cercando di dare risposte alle questioni più urgenti. Le proposte di educazione alla fede sono destinate alla marginalità e all'irrilevanza? Sapranno i cristiani dare risposte significative per l'uomo contemporaneo? Ha ancora senso parlare di cristianesimo in un mondo post-religioso? A distanza di vent'anni dalla prima pubblicazione del saggio del Prof. Zelindo Trenti, "Educare alla fede, Saggio di pedagogia religiosa", quest'opera riprende le sue riflessioni alla luce di condizioni profondamente mutate, confermandone l'attualità.
Il periodo in cui viviamo è stato definito in molti modi: l'età del disincanto, il tempo della post-verità, la società liquida, l'era dell'evaporazione del padre... Invece di spaventarci, come educatori, docenti, catechisti, genitori cristiani possiamo convertire l'occasione di vivere in questa epoca in opportunità: ciò implica comprendere cosa siamo chiamati a offrire al mondo e quanto esso abbia bisogno di noi, proprio per portare a compimento la sua aspirazione di bene e riuscita per l'uomo. Educare cristianamente, evangelizzare, insegnare religione non è obsoleto, ma anzi necessario più che mai: è importante però esplorare quali aspetti dell'annuncio di Cristo e della pedagogia cristiana siano da potenziare e coltivare oggi. Il libro tratteggia una diagnosi culturale del nostro tempo e presenta una proposta metodologica, ampiamente sperimentata, capace di intercettare l'interesse dei ragazzi.
In un saggio che esamina con rigore la portata filosofica, pedagogica e spirituale, l'autrice dimostra come la tenerezza può disinnescare il narcisismo dilagante, insegnare l'empatia e la solidarietà, realizzare una vera pedagogia dell'amore.
Queste pagine sono sfrontatamente stonate per i nostri giorni. Pagine che osano parlare di sacrificio, di rinuncia nella società della bambagia, dell’ovatta. Eppure pagine scritte senza arrossire. Non è accettabile che i figli abbiano una vita troppo comoda ed i genitori una vita troppo dura. Non accettabile e, pedagogicamente, pericolosissima. I genitori troppo morbidi sono quelli che fanno le peggiori ingiustizie ai figli. È tempo di stoppare la pedagogia dal sapore di camomilla! È tempo di imparare il grande principio: “Diamo ai figli un’infanzia felice, ma non troppo facile”! Il testo, dopo aver motivato l’importanza dell’educazione alla sofferenza, propone le tre vie principali che i genitori hanno a disposizione per riportare la volontà dei figli in palestra e renderli così in grado di affrontare le difficoltà della vita. Il tutto è impreziosito da abbondanti riquadri con citazioni mirate, con spilli per fissare le idee, con detti celebri e racconti.
Educare i giovani alla responsabilità è un compito arduo e difficile, ma oggi più che mai è un impegno educativo importante, perché la società futura sarà nelle mani di coloro che abbiamo formato ed educato. L'impegno educativo verso i giovani è una vera emergenza educativa, perché essi rappresentano anche la riuscita dell'impegno sociale, etico e umano del mondo degli adulti. L'autore di questo libro fa emergere, dall'analisi sociale e dal disagio giovanile, alcune linee di formazione ed educazione alla responsabilità, per recuperare nei giovani la capacità di risolvere problemi, contraddizioni e difficoltà a partire dalla fiducia in se stessi.
Il libretto si regge su due certezze: la prima: un figlio educato alla pace è infinitamente più grande di un figlio solamente ricco o istruito. La seconda: la pace si può insegnare a partire dall'infanzia. In che modo? La risposta è nel nostro opuscolo che soddisfa, soprattutto, coloro che amano il discorso pedagogico concreto. Senza lunghi preamboli, infatti, subito si propongono le due mosse fondamentali per educare un figlio pacifico. Arricchiscono l'opuscolo importanti riquadri riguardanti i genitori che talora diventano maestri di aggressività, sulle guerre condominiali, su Gesù uomo di pace... Il tutto presentato con la massima chiarezza e vivacità. La pace si fa girare anche leggendo queste pagine, anche spargendo queste pagine, ricche di messaggi: - civiltà è amarci, non armarci; - i delitti non hanno cervello; alla guerra il cristiano non può partecipare nemmeno come cuciniere...
La pace è una promessa ed insieme anche un'invocazione che nasce nel profondo dell'essere umano di ogni razza, di ogni età, di ogni estrazione sociale e vivente a qualsiasi latitudine. L'umanità cerca la pace, ma nello stesso tempo l'uomo stesso è l'artefice della guerra. La vera pace richiede la verità e la giustizia e non può basarsi sui compromessi. Non c'è pace senza giustizia. La giustizia intesa non come uguaglianza, ma equità. Il testo ci aiuterà a comprendere le radici della parola pace attraverso un viaggio interculturale e interreligioso che nasce dall'esperienza personale dell'autore in terra d'Africa. Ed infine, si vuole riproporre una via per la pace, che è antica, ma sempre nuova: l'educazione.