
Sono famosi, sono seguiti, sono il modo con cui papa Francesco comunica ogni giorno con milioni di persone: sono i tweet. Eucaristia ne ripropone alcuni che per il tempo pasquale aiutino a ritrovarsi e pregare davanti alla divina Presenza. Sono strutturati per essere brevi e immediati, quasi fossero un caffè da bere al mattino per dare alla giornata una carica rinnovata.
Sono famosi, sono seguiti, sono il modo con cui papa Francesco comunica ogni giorno con milioni di persone: sono i tweet. Nel tempo di Quaresima e Pasqua ne abbiamo selezionati alcuni sulla fede, il credere nel Dio di Gesù, la personale adesione a Lui. Sono strutturati per essere brevi e immediati, quasi fossero un caffè da bere al mattino per dare alla giornata una carica rinnovata.
In questo libro si parla della pace e di tanti altri temi molto cari a papa Francesco e fondamentali per la vita di ciascuno di noi: la fratellanza, l'accettazione e il rispetto dell'altro, la salvaguardia del pianeta. Dalle omelie a Twitter, dai colloqui con i politici e i governanti agli incontri con la folla di persone che lo seguono nei suoi viaggi in ogni angolo del mondo, papa Francesco trova le parole per raggiungere il cuore di tutti, perché ciascuno ha il diritto e il dovere di migliorare il mondo. Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra. Età di lettura: da 7 anni.
In queste pagine BenedettoXVI presenta una lettura privilegiata della figura e del pontificato di Giovanni Paolo II, suo predecessore sul soglio pontificio. Quasi coetanei, nati ambedue in Europa Centrale, hanno partecipato insieme al Concilio ecumenico VaticanoII e collaborato a Roma per quasi un quarto di secolo. Ma al di là del lavoro svolto fianco a fianco, tra i due si era sviluppata nel tempo stima, cordialità e amicizia come raramente capita di incontrare nella storia. Il papa emerito firma con questo libro un'interpretazione autorevole di alcuni eventi decisivi del pontificato e lascia intravedere, attraverso la commozione, il ricordo del cuore del grande papa.
Pandemia! Rischio contagi, quarantena, limitazioni nella circola- zione... e improvvisamente tutto cambia! Ci ritroviamo a vive- re in uno stesso luogo, spesso ristretto, con le stesse persone e senza poter “cambiare aria”.
Nessuno aveva mai provato un’esperienza simile... o forse qualcuno l’ha già provata e potrebbe dare suggerimenti utili.
I monaci da oltre 1500 anni sanno come vivere con positività in spazi delimitati.
Parte da qui, Anselm Grün per far emergere quelle indicazio- ni concrete che possono aiutare davvero tutti: famiglie, single, coinquilini, conviventi... Ma aiutare a fare cosa? A superare con- flitti, evitare discussioni, usare bene il tempo, creare spazi di libertà e scoprire comuni obiettivi e riti. Quello che Anselm Grün propone è un libro importante non solo per questo tem- po di “isolamento forzato” e quarantena, ma per ogni situazione di crisi.
Questa Cristologia deriva dal corso tenuto da Dietrich Bonhoeffer, allora giovane docente di teologia sistematica, nell'anno in cui Hitler venne nominato cancelliere del Reich (1933). Quel corso rappresentò il vertice massimo della sua attività accademica all'Università di Berlino. Essendo andato perduto il manoscritto originale, il testo - qui nella rigorosa edizione critica - è stato stabilito sulla base degli appunti presi dagli svariati uditori del corso. Il filo conduttore di questa Cristologia è «Cristo come centro». In questo principio sono tenuti insieme l'ascolto, pieno di gratitudine, della cristologia del cristianesimo antico e della Riforma, la revisione critica di posizioni della teologia contemporanea, ma anche l'appassionata ricerca del Signore che si fa incontro alla sua comunità nella Parola e nel Sacramento. La "teologia dal basso" trova già qui il primo avvio. E già qui tende al titolo cristologico più semplice che si possa pensare - e che più tardi Bonhoeffer stesso enuncerà: Cristo come «l'Uomo per gli altri». «La Cristologia di Bonhoeffer, ricostruita da Eberhard Bethge sulla base di appunti presi quasi sotto dettatura, ci si presenta come un testo ricchissimo, a volte troppo denso rispetto alle questioni che solleva. In questo modo ci restituisce però la profondità di quelle lezioni che - poderoso sforzo di sistematizzazione delle questioni più urgenti nel dibattito filosofico e teologico dell'epoca - impressionarono gli uditori e che, a detta dello stesso Bonhoeffer, gli costarono più fatica di qualsiasi altro corso universitario» (Dalla Introduzione di Alberto Conci).
In questo nuovo volume don Fabio Rosini propone un cammino personale (e perciò universale) di guarigione della vita interiore e affettiva. La guida è una donna malata di duemila anni fa, l'emorroissa, che si incontra nel capitolo quinto del Vangelo di Marco, e della quale si analizza il processo di guarigione paradigmatico e simbolico. Un viaggio suddiviso in tre tappe - diagnosi, guarigione e vita sana duratura - in cui si procede sulla base di domande utili, da farsi al cospetto di Chi ci vuole bene, per lasciare che Lui doni pian piano le risposte. Il segreto della diagnosi è identificare i sintomi degli atteggiamenti tortuosi che produciamo nella nostra esistenza, per gettare luce sulle falsità che portiamo nel cuore. E a quel punto inizia l'avventura vera e propria: parte da un suono che arriva al nostro orecchio, la voce di qualcuno che parli di Gesù, e che faccia sgorgare in noi il desiderio di "toccarlo" per stabilire un contatto con Lui. Così facendo si sperimenta la potenza che esce da Lui, ossia la sua Vita che ci può rigenerare. Una volta guariti si è in grado di chiamare per nome "tutta la verità", perché si è alla Sua presenza. Il punto di arrivo del viaggio è capitalizzare la saggia arte di guarire, che è un assetto sano di vita: ossia, stare dentro un processo costante di cura di sé e camminare nella pace, facendo umilmente i conti con le nostre fragilità.
Lettera Apostolica in occasione del VII centenario della morte di Dante Alighieri. L'introduzione che mette in luce il legame tra Dante e il mondo francescano è scritta da fra Carlos Trovarelli, ministro generale dei francescani conventuali. A conclusione un saggio della studiosa Anna Maria Chiavacci intitolato "Il Francesco di Dante".
È necessario aver fede per sposarsi in Chiesa? Se questa domanda non è l'oggetto di un trattato articolato nell'opera di J. Ratzinger/ Benedetto XVI, pone comunque una questione che torna spesso nei suoi scritti, nei quali il tema della fede occupa un ruolo rilevante. Lo studio cronologico dell'opera di J. Ratzinger/Benedetto XVI sul matrimonio fa emergere un'evoluzione nel suo pensiero. È, infatti, a partire dalla fede che: 1) la riflessione si sposta dalla questione della "validità" a quella della "pienezza" del matrimonio; 2) è possibile cogliere una maturazione nel pensiero di Ratzinger riguardo la comprensione del concetto di "natura" e della "Comunione ai divorziati risposati". Il volume offre al lettore una raccolta di tutti i testi di J. Ratzinger/Benedetto XVI sul sacramento del Matrimonio, dai quali affiora in modo chiaro che per viverlo in pienezza il cammino di fede è indispensabile.
Questo libro prosegue e approfondisce "Ipotesi su Gesù". In quelle Ipotesi, Vittorio Messori passa al vaglio - con esposizione semplice, ma rigorosa - la verità storica dei Vangeli. Giungendo alla conclusione che quel Testo che ha cambiato il mondo non nasce da favole e leggende: la fede cristiana è fondata su eventi autentici e dimostrabili. In "Patì sotto Ponzio Pilato?" la lente di storico di Messori è puntata sull'ultima (ma decisiva) parte del Vangelo: la condanna, la passione, la morte in croce di Gesù. L'autore è un credente, ma la sua ricerca non è guidata da convinzioni religiose, bensì da documenti e dalla decifrazione di ogni parola evangelica.
Sono numerosi gli scrittori che hanno voluto delineare i tratti spirituali e l'attività di John Henry Newman. La vita di questo pensatore e teologo di genio, poeta, predicatore, educatore e modello di santità, attraversa tutto l'Ottocento (dal 1801 al 1890) e le sue opere hanno esercitato e continuano a esercitare un influsso potente. All'interno del cattolicesimo la poliedrica attività di Newman fu sprone costante a un rinnovamento interiore aperto a ogni valore autentico e alieno solo da ogni settarismo e da ogni angustia di spirito. Parlare di una tale personalità senza incorrere in quei difetti ed errori che di solito minacciano e impoveriscono la qualità di una biografia è sicuramente un'impresa ardua.
A un primo sguardo, molte delle più significative icone russe del XIV e XV secolo sembrano viziate da assurde incongruenze, violazioni inspiegabili del canone prospettico e della conseguente ‘unità’ della rappresentazione: edifici di cui vengono raffigurati insieme la facciata e i muri laterali; libri (i Vangeli) di cui si scorgono tre o addirittura tutte e quattro le coste; volti con «superfici del naso e di altre parti» che non dovrebbero vedersi; e, a sintesi di tutto, un policentrismo che fa coesistere «piani dorsali e frontali». Eppure, simili icone ‘difettose’ – fondate proprio sull’eresia di prospettive «rovesciate» – risultano infinitamente più creative ed espressive rispetto ad altre più corrette, ma inerti. Come mostra Pavel Florenskij in questa perorazione fiammeggiante – con un excursus storico che si estende dalle scenografie del teatro tragico greco ai vertici della pittura rinascimentale e oltre –, quelle violazioni, lungi dal dipendere da una « grossolana imperizia nel disegno», sono «estremamente premeditate e consapevoli». Di più: riassumono una ribellione, cognitiva prima che estetica, alla stessa egemonia della rappresentazione prospettica e alla sua presunzione di detenere «l’autentica parola del mondo». Ne deriva una sorta di invettiva, in cui il regesto delle carenze della prospettiva lineare e della visione del mondo che la presuppone si traduce, a contrario, in quello dei caratteri richiesti dall’«arte pura»: la sola che ci permetta di accedere – come le dorate «porte regali» dell’iconostasi – all’«essenza delle cose» e alla «verità dell’essere».