
"Con un approccio originale al tema del popolarismo, Lino Prenna risale alle radici filosofiche e teologiche che ne hanno segnato il percorso, quale declinazione storica del cattolicesimo democratico. Ma in questo bel libro c'è anche il tentativo, altrettanto ambizioso, di indicare una ipotesi di attualizzazione (il «nuovo popolarismo», appunto) su cui è prevedibile che si apra una qualche discussione. Il professor Prenna ci offre poi un'ulteriore suggestione, quella di intrecciare il discorso con il pensiero di papa Francesco, un Papa apparentemente non politico, perché non mostra alcun interesse ai partiti, mentre lo è profondamente nella sostanza del suo insegnamento, perché aiuta la politica e i politici a vedere ciò che da soli non riescono a fare. I cattolici democratici, popolari o neopopolari, sono sollecitati da queste pagine a trasformare in progetto politico il suo magistero sociale: un magistero declinato in modo comprensibile e convincente anche per i non credenti e, soprattutto, per chi fa politica, spesso vivendo il proprio tempo nel più assoluto smarrimento culturale." (dalla Prefazione di Pierluigi Castagnetti)
"Dante e la Divina Commedia" fa parte del lavoro di Balthasar sugli «Stili laicali», figure essenziali della sua Estetica Teologica. Per l'autore ci sono opere letterarie che ci prendono per mano, come Beatrice fa con Dante, per condurci verso la Rivelazione. La chiave di lettura di Balthasar punta a individuare l'orizzonte e il culmine della visione dantesca, che è costituito da Maria, con l'inno alla Vergine, che Dante affida a san Bonaventura. Maria tra gli angeli è la Signora del Paradiso, quel lato del Paradiso che Dante si sente di descrivere preparato e accompagnato da Beatrice, che ha sostituito Virgilio nella peregrinazione. Dante non si addentra oltre nel mistero cristologico e trinitario, la sua filosofia e la sua poesia si compiono nella contemplazione di Maria. Nell'Inferno Dante era stato un fine lettore della Storia e Balthasar non può non notare che l'Inferno di Dante non è ancora stato visitato dal Cristo risorto. Il Cristo risorto dell'arte bizantina, che prende e porta con sé Adamo ed Eva e l'umanità tutta.
L'impegno di Carlo Maria Martini, gesuita, biblista, arcivescovo di Milano ha abbracciato molti temi, interessando realtà diverse. Il libro si concentra soprattutto su due aspetti del suo operato di professore e di pastore: la Scrittura e Gerusalemme. Lo fa - come già era accaduto nel Convegno, celebrato alla Facoltà di Teologia di Lugano, da cui sono tratti i testi qui presentati - con il contributo di teologi, storici, biblisti, persone che in vario modo hanno collaborato o interagito con le molte attività del cardinal Martini. Il risultato è non solo la celebrazione di una figura che ha lasciato il segno nella Chiesa e nella società, ma soprattutto la ripresa di un'eredità spirituale assolutamente viva e valida che rappresenta un patrimonio di inestimabile valore ancora da esplorare a fondo.
Questo libro biblico ci parla del viaggio del Vangelo nel mondo e ci mostra il meraviglioso connubio tra la parola di Dio e lo Spirito Santo che inaugura il tempo dell'evangelizzazione. I protagonisti degli Atti sono proprio una coppia vivace ed efficace: la Parola e lo Spirito. Gli Atti possono essere considerati quasi lo sviluppo o il seguito della narrazione evangelica; da essa infatti trae ispirazione questo "viaggio del Vangelo" che assume i caratteri di "un Vangelo in uscita", di "un Vangelo sdoganato" dal luogo e dal tempo degli eventi storici narrati dai Vangeli, di "un Vangelo mondanizzato" nel senso che assume in sé il mondo intero nel suo divenire con la sua bellezza e il suo anelito alla salvezza, ma anche con le sue contraddizioni e le sue resistenze alla Parola. «Negli Atti degli Apostoli - che è un libro tutto da scoprire, dove lo Spirito è protagonista - assistiamo a un dinamismo continuo, ricco di sorprese. Quando i discepoli non se l'aspettano, lo Spirito li invia ai pagani. Apre vie nuove, come nell'episodio del diacono Filippo». (Papa Francesco)
"Attraverso la compagnia dei credenti" (1994-1996) è il quinto volume della serie BUR Cristianesimo alla prova, nel quale sono raccolte le lezioni e i dialoghi di don Giussani durante gli Esercizi spirituali della Fraternità di Comunione e Liberazione. L'esigenza di rispondere alla domanda su cosa sia il cristianesimo porta il fondatore di CL a tornare all'origine della fede, al momento in cui per la prima volta Giovanni e Andrea, dopo aver trascorso del tempo con Gesù di Nazareth, si resero conto dell'eccezionalità di quell'incontro, finalmente corrispondente alle attese profonde della loro umanità. Il cristianesimo è un nuovo inizio, che ogni giorno riviviamo in filigrana nel corso della storia, una storia in cui l'incontro di vita con Gesù viene continuamente ripetuto. Nel nostro tempo comprendere appieno la posizione della fede nel mondo significa prendere coscienza della realtà e identificare la vera sfida per l'uomo contemporaneo: la lotta tra l'essere e il nulla. "Quando ci si mette insieme, perché lo facciamo? Per strappare agli amici, e se fosse possibile a tutto il mondo, il nulla in cui ogni uomo si trova." Chi non desidererebbe essere raggiunto da uno sguardo così amico che lo strappa dal nulla?
L'immagine di un Papa che, vescovo di Roma, voglia essere il parroco di una comunità è sintomatica della portata riformistica della proposta di conversione ecclesiastica sognata da Bergoglio. Sembra che ci si trovi di fronte a un carrierismo alla rovescia: piuttosto che aspirare a dominare, bisogna farsi servitori; piuttosto aspirare a essere primi, bisogna correre a essere ultimi, sull'esempio di Cristo. È una rivoluzione totale. Queste pagine accompagnano il lettore in un viaggio nel pontificato di papa Francesco, un condensato alchemico di quello che, in questi otto anni, ha offerto al mondo intero attraverso il suo specifico servizio alla Chiesa: profezia, sogno, utopia. Prefazione MichaelDavide Semeraro.
Fin dai primi anni dopo l'istituzione della Compagnia di Gesù (1540), con la fondazione e l'avvio dei primi collegi per l'educazione della gioventù (1548), si era fatta largo l'esigenza di disporre di un ordinamento degli studi uniforme, che indirizzasse l'attività d'insegnamento e ne costituisse tratto distintivo. Nel 1599 vedeva la luce l'edizione definitiva della Ratio atque institutio studiorum Societatis Iesu, una grandiosa costruzione pedagogica in grado di rappresentare lo strumento efficace per la formazione delle élites europee dei secoli della modernità e di incidere profondamente nel costume scolastico e nelle pratiche di educazione e formazione fino alle soglie della contemporaneità. La meticolosità delle prescrizioni didattiche, la sua diffusione a tutte le istituzioni dell'istruzione secondaria-superiore, infine la centralità della tradizione classico-umanistica ne fanno una delle chiavi di accesso più efficaci all'organizzazione e alle forme della cultura dei secoli moderni.
Il 13 marzo 2020 un'immagine colpisce chiunque apra, anche per caso, le pagine web dei maggiori quotidiani nazionali: vi appare papa Francesco, accompagnato a distanza da alcune guardie del corpo, che cammina in una strada semivuota della capitale: sta recandosi in visita alla Basilica di Santa Maria Maggiore, per rivolgere una preghiera all'icona della Vergine Salus populi Romani. Davanti a questa icona, amatissima. Da questo cammino, da questo pellegrinaggio silenzioso sulle tracce della "Vergine della salute e della salvezza-, abbiamo voluto prendere anche noi il punto di avvio del nostro racconto, che ci condurrà forse a comprendere meglio il senso più sincero della profonda devozione mariana del papa.
Una delle immagini più evocative degli ultimi decenni è quella che identifica le soglie del Mediterraneo come possibili "arche di pace e non archi di guerra-, immagine che, sotto la guida di don Tonino, l'episcopato pugliese fece propria. La storia ci ha insegnato che nel binomio guerra/pace la prima è molto spesso più concreta della seconda. La guerra si fa, la pace si spera. Bisogna dunque iniziare a farla, la pace, lottando per essa. Don Tonino Bello ha incarnato questo spirito per tutta la propria vita. Baluardo dell'antimilitarismo e del pacifismo militante, si batté in prima linea contro le basi militari nella sua amata terra ed esercitò la mobilitazione ferma e non violenta cara a Martin Luther King, contro i conflitti nell'Europa di fine secolo. E avrebbe continuato a battersi, don Tonino, se non se ne fosse andato troppo presto: perché le guerre continuano e la pace non basta mai. Federico Imperato, da rigoroso studioso della politica del Mediterraneo e da discepolo di don Tonino, ci consegna questo ritratto, personale e universale, di un uomo determinato, gentile e onesto: uno di quegli uomini di cui sempre avremmo bisogno, uno di quelli che "reggono il mondo-.
«Ho pensato di proporre a tutti di riscoprire la bellezza di pregare il Rosario a casa nel mese di maggio. Lo si può fare insieme, oppure personalmente; scegliete voi a seconda delle situazioni, valorizzando entrambe le possibilità. Ma in ogni caso c'è un segreto per farlo: la semplicità». (Papa Francesco)
Papa Francesco trova nell’opera del Sommo Poeta la dinamis per rilanciare il messaggio del suo pontificato: l’invito ad aver fiducia nel Dio della misericordia, in Colui che è puro Amore e «move il sole e l’altre stelle».
«L’itinerario di Dante, particolarmente quello illustrato nella Divina Commedia, è davvero il cammino del desiderio, del bisogno profondo e interiore di cambiare la propria vita per poter raggiungere la felicità e così mostrarne la strada a chi si trova, come lui, in una “selva oscura” e ha smarrito “la diritta via”».