
Il libro riproduce assemblee, lezioni e dialoghi di don Giussani con i responsabili degli universitari di Comunione e Liberazione, tenuti nei periodici incontri chiamati "équipes" a partire dalla metà degli anni Settanta (questo volume riguarda gli anni 1975/1978). A tema, le domande che bruciano: che destino ha la vita? La felicità, il cambiamento è possibile? Che cos'è il cristianesimo? Che cos'è la fede? Dov'è Cristo oggi? E la società, la politica?
A un primo sguardo, i cammini del pensiero politico e dell’ecclesiologia rosminiane parrebbero in larga misura divergenti e tuttavia vi è tra loro un sottile legame: il concetto di persona umana. Anzi, in certo senso «l’intera vasta costruzione di pensiero che l’enciclopedico Rosmini svolge nel corso della sua vita altro non è che una insistente e prolungata meditazione sulla persona. Politica ed ecclesiologia sono dunque due capitoli di questo ora segreto ora manifesto itinerario» (dalla Conclusione).
Filosofo e teologo a tutto campo, Rosmini lo è anche nella politica e nell’ecclesiologia e le sue pagine meritano ancora oggi di essere lette e investigate: non solo come documento di un’epoca di transizione, ma pure come chiave di lettura di molte problematiche nuove ed antiche.
I saggi proposti, a cavallo fra politica ed ecclesiologia, coronano una ormai venticinquennale attività di studio dell’autore sulle pagine rosminiane. Essi, tutti risalenti all’ultimo decennio e di non facile reperibilità, trovano nel volume una collocazione che li rende disponibili all’ampio pubblico.
Sommario
Premessa. Nota editoriale. Introduzione. Il «liberalismo» rosminiano nella prospettiva del nuovo millennio. I. Il contesto storico. 1. Chiesa e politica. Problematiche rosminiane e questioni attuali. 2. Chiesa e cristianità: Ventura, Rosmini, Gioberti. 3. Un incunabolo del «neoguelfismo»: il Panegirico di Pio VII. 4. Fra Rosmini e Gioberti: religione, nazione, democrazia. 5. Dalle Cinque piaghe alla Missione a Roma. Il progetto riformatore di Rosmini. II. I nodi teoretici. 6. Rosmini e il principio di sussidiarietà. 7. Fra globalizzazione e cosmopolitismo. Rosmini e la «Società universale del genere umano». 8. Rosmini e le istituzioni rappresentative. 9. Al di là della politica - Persona e amore: rileggendo la Filosofia del diritto. Conclusione. Annessi: 1. Il pensiero politico di Rosmini. Una ricerca di M. d’Addio. 2. La Politica Prima di Rosmini. Una riproposizione e una «riscoperta». Indici.
Note sull'autore
Giorgio Campanini, già professore di storia delle dottrine politiche nell’Università di Parma, ha dedicato a Rosmini numerosi studi, da A. Rosmini e il problema dello Stato (Morcelliana, Brescia 1983) a Politica e società in A. Rosmini (AVE, Roma 1997). Numerosi anche i suoi studi sul pensiero politico del Novecento e, in generale, sul rapporto fra pensiero cristiano e modernità. È considerato fra i più qualificati studiosi del pensiero politico cattolico dell’Ottocento e del Novecento. Per le EDB ha pubblicato: Il sacramento antico. Matrimonio e famiglia come “luogo teologico” (1996, 22000), Il laico nella Chiesa e nel mondo (1999; II ediz. aggiornata e ampliata, 2004), Le parole dell’etica (2002) e Dossetti politico (2004).
Pubblicato in inglese a New York nel 1923, "Il Profeta" è unanimemente considerato il capolavoro dello scrittore-pittore libanese. L'opera di Gibran esce qui in edizione economica rispetto all'edizione maggiore pubblicata nel 2005 con le illustrazioni originali dell'autore. Il saggio introduttivo, autentica miniera di informazioni, contribuisce alla rilettura e alla reinterpretazione del testo gibraniano.
DESCRIZIONE: Forse a nessun teologo del secolo XX può essere applicato, come a Hans Urs von Balthasar, l’appellativo di "cattolico" nel senso etimologico del termine. Chiunque, infatti, accosti la gigantesca produzione del teologo svizzero avverte che in essa convergono musica e poesia, letteratura e filosofia, riflessione teologica e mistica, passione "pastorale" e giudizio critico sulle mode, difesa e relativizzazione dell’istituzione ecclesiastica. Addentrarsi nella piena travolgente del suo pensiero comporta coraggio e produce smarrimento: si pensa di averlo afferrato e ci si trova portati altrove. Non è un caso che, di quando in quando, Balthasar abbia sentito il bisogno di tracciare il percorso del suo itinerario intellettuale, quasi a far ritrovare la strada a chi aveva la sensazione di essersi perduto nella sovrabbondanza del suo dire. Voleva farsi trovare, lui che vitalmente mostrava di seguire vie misteriose per la generalità degli osservatori. Biografia e teologia si intrecciavano, diventando coagulo di rivoli provenienti da lontane inattese sorgenti. Troppo complesso – o completo? – per essere afferrato e rinchiuso in schemi precostituiti, quasi specchio della realtà trascendente della quale voleva far percepire la forma, quella che appare agli occhi semplici, gli unici in grado di cogliere la bellezza dell’amore in Colui che non ha più bellezza né splendore.
(Giacomo Canobbio)
L'Autore, scrittore e teologo, è direttore della rivista «Communio» e curatore delle Opere di Hans Urs von Balthasar (Jaca Book).
In questo volume Enzo Bianchi ha accettato di raccontare e meditare sulla sua esperienza, su quella della vita in comune con i suoi fratelli e sorelle, sulla speranza che ripone nel fenomeno monastico. Ne parla non solo con la parresìa che è uno dei “compiti” più belli e più fruttuosi cui è tenuto il monaco, ma anche con la profonda capacità di sguardo e con l’intensa partecipazione alla vicenda umana che gli sono propri. Il percorso è quello che si muove tra la ricerca di un luogo separato e la comunione con il mondo; tra la sottomissione reciproca e la libertà che viene dall’ascolto della Parola di Dio; tra la solitudine e il riparo che sono necessari a una crescita anche nello spirito e il vivere insieme nella comunità; tra la fatica del lavoro con cui procurarsi da vivere e il ritmo quotidiano dello studio e delle preghiere; tra le tentazioni che inevitabilmente bussano alla soglia di ogni cella come alla soglia di ogni esistenza umana e la profezia, compito che nessuna vita “religiosa” può trascurare o dimenticare.
(dalla Premessa di Gabriella Caramore)
L’itinerario, costituito dalle tre conferenze tenute da mons. Ravasi nel corso dell’Avvento 2002, affronta una questione fondamentale dell’approccio al testo sacro. La Bibbia può e deve, infatti, essere letta e interpretata a tre livelli: quello umano delle scienze storiche e letterarie, quello divino della teologia e del senso di fede, quello umano e divino assieme del lettore che legge in quanto comunità credente. Il volume introduce al significato di questi tre passaggi.
Sommario
1. Conflitti e armonie nell’interpretazione biblica. 2. I nuovi metodi dell’interpretazione biblica. 3. L’interpretazione biblica nella vita della Chiesa. Piste di approfondimento.
Note sull'autore
Mons. Gianfranco Ravasi, del clero ambrosiano, è prefetto della Biblioteca Ambrosiana e membro della Pontificia Commissione Biblica. Noto esegeta, docente di Sacra Scrittura alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, è autore di un saggio su Giobbe (Borla) e di due grandi commenti biblici più volte ristampati (Il libro dei Salmi, tre voll., EDB 1983; Il Cantico dei cantici, EDB 1992). Le EDB pubblicano sia le registrazioni sia le rielaborazioni in volume delle Conversazioni bibliche tenute da mons. Ravasi al Centro culturale S. Fedele di Milano, a tutt’oggi oltre quaranta titoli sull’Antico e Nuovo Testamento.
Il volume contiene il discorso che papa Benedetto XVI ha tenuto ad Auschwitz il 28 maggio 2006. Prefazione di Mons. Gianfranco Ravasi. Oltre al discorso del papa ad Auschwitz, il volume contiene: il messaggio di Giovanni Paolo II per i 60 anni della liberazione di Auschiwitz (2005); l'articolo del card. Joseph Ratzinger L'eredita di Abramo" del 29 dicembre 2000; "Noi ricordiamo", una riflessione sulla Shoah della Commissione per i Rapporti con la Religione ebraica del 12 marzo 1998; l'omelia di Giovanni Paolo II al campo di concentramento di Brzezinka del 7 giugno 1979; il documento del Concilio Vaticano II "Nostra Aetate" circa i rapporti tra Cristianesimo ed Ebraismo (1965). "
In occasione dell’anniversario del primo anno di Pontificato di Benedetto XVI Famiglia Cristiana, attingendo a piene mani dal materiale iconografico e scritturistico del suo archivio e di altre agenzie, offre al pubblico un libro fotografico e di contenuto atto a far comprendere al lettore la persona e l’opera del nuovo Pontefice.
Il volume, che reca didascalie esplicative a cura di Giuseppe Soro, è prefato da Mons. Angelo Comastri.
In questo testo, a metà tra la biografia e la memoria fotografica, l'Arcivescovo emerito di Milano si racconta a cuore aperto: parla dei genitori, dei fratelli, dei compagni di studi, del seminario, della sua vocazione e del suo lungo ministero episcopale a Milano. Accanto al testo trovano posto numerose immagini, alcune personali tratte dall'album di famiglia e altre legate ai momenti ufficiali. Martini parla da Gerusalemme, città che ama e che ha scelto per trascorrervi l'oggi, nella preghiera e nello studio delle Scritture. Sullo sfondo della narrazione, il suo e il nostro Novecento, del quale egli ha rappresentato una delle guide più illuminate e ascoltate.
DESCRIZIONE: Pubblicato nel 1946, ma risalente a una conferenza tenuta a Stuttgart nel 1944, il testo di Romano Guardini che qui presentiamo per la prima volta in lingua italiana va ad affiancarsi e a completare idealmente il suo ben più ampio Hölderlin: Immagine del mondo e religiosità, del 1939. E, tuttavia, questo Hölderlin e il paesaggio possiede la felice e spontanea esemplarità che caratterizza una conferenza-saggio: è in grado di far vedere al lettore quel che Hölderlin stesso potrebbe aver visto, la natura. Come infatti scrive il Curatore del volume, "ciò che noi siamo soliti chiamare paesaggio, per Hölderlin è più spesso semplicemente natura. Di questa semplicità prova a farsi carico il saggio di Guardini; lentamente il lettore scopre che semplice è la nu-dità dell’esistenza".
Quello di Guardini è dunque un delicato ragionare attorno all’essenza della poesia di Hölderlin, della quale, nell’Epilogo al suo scritto, egli dice che "viene determinata in modo più esatto se diciamo che in essa parla il mondo stesso, e che nel poetare di Hölderlin sembra quasi che sia l’esistenza stessa a parlare".
Al testo di Guardini vengono fatte seguire alcune tra le più belle e luminose poesie dell’ultimo periodo della vita di Hölderlin (Paesaggi. Le stagioni).
Questo libro presenta al pubblico italiano tre scritti autobiografici di Greve che si riferiscono al suo esilio, ed in particolare alla vita clandestina condotta nei dintorni di Lucca, alcune lettere di Don Arturo Paoli, che lo aiutò a nascondersi, travestito da frate, nel convento dei Padri Oblati al Volto Santo e una intervista del curatore a Don Arturo, ormai un ultranovantenne che vive in Brasile, dove ha fondato una comunità cristiana ai confini del Paraguay.