
Dal V secolo dell’era cristiana in poi, i fedeli hanno sempre ascoltato e tramandato i racconti e i Detti dei Padri del deserto. Di più: ogni momento di rinnovamento nella storia della Chiesa è coinciso, singolarmente, con una riscoperta di quei magistrali insegnamenti. Non ha fatto eccezione il francescanesimo, sia ai suoi primordi, sia in ogni momento di rinvigorimento durante la sua storia lunga, ormai, otto travagliati secoli. Questo lavoro è frutto di una esplorazione condotta da un gruppo di studenti dell’Istituto teologico di Assisi che ha cercato di accostare i Detti dei Padri con i testi di alcune tra le più antiche Fonti francescane del XIII secolo fino alle Prime Costituzioni dei Cappuccini del XVI secolo, scoprendo la vita di una sapienza comune e la sapienza di una vita secondo Dio.
Destinatari
Studenti di storia e studiosi di francescanesimo.
Autore
GUGLIELMO SPIRITO, francescano italo-argentino, ha ottenuto la Licenza all’Istituto di Teologia Pastorale al “Camillianum” di Roma e il Dottorato in Teologia all’Istituto francescano di Spiritualità “Antonianum”. È docente all’Istituto Teologico di Assisi dove ricopre l’incarico di vicepreside, ma insegna anche alla Facoltà Teologica San Bonaventura. Ha tenuto corsi in Croazia, Romania e Russia ed è coinvolto con varie realtà monastiche di Egitto e Armenia. Ha all’attivo numerose pubblicazioni.
Lettura esegetica della Regola di santa Chiara. Un’analisi rigorosa del testo e una serrata contestualizzazione storica, in un dialogo a più voci con Francesco, l’Ordine minoritico e le diverse esperienze religiose anteriori e contemporanee, ci conduce nelle profondità del capolavoro della santa di Assisi. Capitolo per capitolo, la Forma vitae si dischiude nella sua semplice e cristiana bellezza e ci diventa familiare la voce di Chiara, appassionatamente evangelica e dolcemente materna. L’analisi storico-diplomatica della Solet annuere del 9 agosto 1253 e l’esame dettagliato della sua tradizione manoscritta completano questa pubblicazione, un’opera inedita nell’ambito della ricerca sugli scritti clariani per ampiezza e molteplicità di prospettive. Frutto di un lungo studio, ma soprattutto di un grande amore.
Destinatari
In primo luogo studiosi di testi francescani e clariani, ma anche il semplice lettore può arrivare a familiarizzare, attraverso la bellezza del testo, con la figura e il pensiero di santa Chiara.
Autore
Un’équipe di monache clarisse di Umbria e Sardegna.
Cenere in testa e acqua sui piedi. Tra questi due riti si snoda la Quaresima. Una strada all’apparenza poco meno di due metri, in verità molto più lunga e faticosa: perché si tratta di partire dalla propria testa per arrivare ai piedi degli altri. A volerla percorrere tutta intera, non bastano quaranta giorni. Occorre una vita, di cui il tempo quaresimale è la riduzione in scala. Cenere e acqua: simboli di una conversione che sfocia nel rinnovamento della Pasqua.
Destinatari
Tutti
Autore
Mons. ANTONIO BELLO (1935-1993) ha indicato con la parola, con gli scritti e la testimonianza un sentiero di rinnovamento autentico della vita cristiana, basato sull’attenzione e la disponibilità al servizio.
Questo libro raccoglie tutti i discorsi che Benedetto XVI ha inviato al mondo dalla citta' di Assisi, in occasione dell'ottavo centenario della conversione di San Francesco.
Il libro raccoglie testi di Pecorini che si sofferma sulla personalita' di Don Lorenzo Milani e sui dati biografici e bibliografici piu' significativi. L'intervento di Zanotelli apre gli orizzonti sulle Barbiana del mondo di oggi.
Carlo Carretto (Alessandria, 2 aprile 1910 – Spello, 4 ottobre 1988) è stato un religioso italiano, della congregazione cattolica dei Piccoli Fratelli del Vangelo. I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue e gli hanno creato una schiera di lettori e di amici in molti Paesi del mondo. La sua profonda interiorità non lo isolava dal mondo e dai suoi problemi, ma anzi lo spingeva ad interessarsene in spirito di "profezia" e di servizio.
Una guida alla ricerca di una spiritualità delle beatitudiniche può essere raggiunta attraverso relazioni responsabili. Il discorso della montagna rappresenta l'identità dell'uomo, in una forma insuperabile: l'essere umano è povero per sua stessa natura, e deve vivere tale condizione usando le cose senza farne idoli che lo mantengano in schiavitù; deve dirigere la sua vita all'affermazione della giustizia sulla cui base costruire una società pacifica. L'identità è una qualità da raggiungere, la si può conquistare solo attraverso un processo creativo.
«Compiutasi l'ubriacatura moderna, costituita soprattutto da filosofie antropologicamente elogiative, sin dal XX secolo, l'uomo ha ripreso a essere un enigma a se stesso. L'indagine filosofica torna ad essere di importanza fondamentale per l'autocomprensione dell'uomo e per porre ancora una volta le domande ultime sull'esistenza […]. Davanti all'uomo di oggi si pone insomma il problema del criterio, dell'orientamento delle sue scelte, della verità del suo agire e del suo pensare, in ultima analisi il problema del fondamento, delle radici della sua dignità» (dall'Introduzione). È qui che la filosofia diventa religione e l'antropologia assume anch'essa una valenza religiosa. In questo ambito Guardini ha dato un contributo decisivo all'autocomprensione dell'uomo del XX secolo. Lo studio, dopo aver mostrato nel primo capitolo la centralità del tema antropologico nel suo pensiero e nella sua opera, mostra nei due capitoli successivi il tentativo di Guardini di “risalire” dalle manifestazioni della persona umana al fondamento metafisico e religioso. Gli ultimi tre capitoli sono dedicati al-la sua cristologia e alla delineazione dell'io cristiano.
La vita di Jacques e Raïssa Maritain - tra i grandi protagonisti della scena culturale mondiale del Novecento - è segnata da un evento che trasforma radicalmente la loro esistenza: atei, ma profondamente impegnati nella ricerca della Verità, grazie allo scrittore cattolico Léon Bloy, scoprono la fede. È una folgorazione. Da allora testimoniano la loro fede nei luoghi della cultura e dell'arte, aprendo la loro casa a quanti sono alla ricerca di Dio e della verità. Incarnarono in questo un modello nuovo di essere cristiani. «Compresero che bisognava essere contemplativi nel mondo, portare la contemplazione sulle strade, fra la gente […]. La spiritualità del Novecento è caratterizzata da una diffusa e crescente consapevolezza che la chiamata alla santità è rivolta a tutti i cristiani, e ne consegue la necessità della santificazione del quotidiano. Jacques e Raïssa non solo vissero questa realtà, ma ne approfondirono i fondamenti teologici» (dalla Prefazione). Scritto a quattro mani nel 1922 e tradotto per la prima volta in Italia nel 1962, Vita di preghiera è l'opera nella quale i Maritain danno ragione del senso profondo dell'essere cristiani oggi nel mondo.
Essere finito e Essere eterno è ormai annoverato tra i classici della filosofia del nostro secolo. L'analisi di Husserl ha comportato un richiamo dell'attenzione sul tema dell'essenza che non contrasta con una ripresa dei temi classici: così inserendosi nel solco della tradizione metafisica di tipo Aristotelico-tomista, la Stein propone un originale incontro con le analisi fenomenologiche, originate da un 'impostazione chiaramente diversa. Dall'analisi dell'essere reale ed essenziale all'Essere assoluto e di nuovo all'essere singolare, seguendo una linea di sviluppo parabolica, si dipana una ricerca lucida e aperta, che chiama in causa pressoché tutte le principali questioni filosofiche in riferimento alle tappe della storia del pensiero. Ne nasce una sorta di Summa legata da una rielaborazione personale, che non si avvale di un procedimento "deduttivo" bensì "ostensivo" e che, soprattutto, non presume mai di dire la parola definitiva. L'esigenza di una filosofia cristiana, l'utilizzazione del metodo fenomenologico e la rilettura del tema dell'essere, soprattutto in riferimento alla speculazione medievale, rendono l'opera di Edith Stein interessante e attuale, testimoniando altresì un 'indagine aperta, coerente e libera, ma non per questo priva di certezze e di principi dai quali muovere, nell'intento costante di restare fedele a un' analisi autenticamente filosofica e a una verità accolta come dono.
Edith Stein, carmelitana e vittima della barbarie nazista perché di origine ebraica; discepola e assistente di Edmund Husserl; una delle più importanti pensatrici cristiane del XX secolo, capace di una nuova sintesi fra la tradizione classica e il pensiero moderno, è ben nota come teologa e mistica, autrice di opere di profonda spiritualità. Meno nota è invece la sua spiccata propensione verso l'educazione e la sua acuta sensibilità per i problemi inerenti il campo pedagogico. Questo volume vuole appunto evidenziare questo aspetto importante della vita e della produzione della Stein. Si tratta di 17 saggi, in parte inediti, in genere testi di conferenze tenute tra il 1926 ed il 1938, il periodo della vita di Edith Stein precedente e successivo alla sua entrata al Carmelo. Le tematiche sono tutte attinenti l'educazione religiosa e la formazione dei giovani, secondo una concezione dell'esistenza che ha di mira la persona umana nella sua totalità e integralità. La grande apertura e l'ampio respiro Pedagogico, il completamento vicendevole tra dati scientifici e indicazioni didattico-pratiche, mettono in piena luce la sensibilità della Stein nei confronti degli uditori. La struttura dei saggi ha permesso di raccoglierli secondo un criterio contenutistico che privilegia la visuale in cui l'Autrice si pone: 1. Fondamenti teorici del lavoro educativo; 2. I problemi legati alla professione dell'insegnante; 3. La vocazione della donna; 4. L'arte di educare; 5. Formazione della gioventù cattolica. Edith Stein traspare da queste pagine come un'insegnante ricca di straordinarie doti didattiche e di grande fascino. Palpabile è l'onestà del suo atteggiamento di fondo. L'educazione religiosa è per lei tutt'altro che un acritico accumulo di aride nozioni; deve invece puntare all'unità profonda fra insegnamento e vita, forgiando l'attitudine a fare della vita un continuo apprendimento. Di grande spessore risultano le pagine dedicate al ruolo della donna nella società.
Il 3 febbraio 1917, la giovane Edith Stein scrive a Roman Ingarden: «Una passeggiata filosofica fatta recentemente insieme [con E. Husserl], mi ha dato nuova fiducia. In seguito a questa è avvenuto in me tra l'altro un nuovo passaggio: cioè credo di sapere un po' che cosa è costituzione, ma in rottura con l'idealismo. Le premesse perché si costituisca una natura evidente mi sembrano da un lato una natura fisica assolutamente esistente e dall'altro una soggettività con determinate strutture. . .». Con queste parole è già delineato il programma di ricerca di E. Stein che si esplicita in modo esemplare in questo testo. Esso è contemporaneamente introduttivo, per chi voglia accostarsi ai grandi temi filosofici analizzati con metodo fenomenologico, e conclusivo, in quanto contiene la sintesi dell'itinerario speculativo compiuto dall' Autrice sotto l'influsso del maestro Husserl e portato a termine agli inizi degli anni Trenta. L'Introduzione alla filosofia - pubblicazione del più antico manoscritto della Stein in nostro possesso - venne alla luce immediatamente dopo la dissertazione di laurea dell' Autrice, Zum Problem der Einfühlung, pubblicata nel 1917. Edith Stein non aveva previsto di editare questi fogli, che avrebbero piuttosto costituito il fondamento per studi successivi. Rimasti allo stato di manoscritto, erano così cari all' Autrice che, durante la sua fuga in Olanda, il 31 dicembre 1938, volle portarli con sé, quasi accompagnatore e consigliere silenzioso, e li custodì nella sua cella del Carmelo di Echt.

