
I monaci vivono la loro giornata 'qualitativamente', in un susseguirsi strutturato di tempi pieni di significato spirituale. E' una guida al mistero della vera felicita. E' l'arte di vivere che ci arriva dal monastero.
Un piccolo breviario per la felicita. La felicita si rinnova ogni giorno. Ogni giorno e ogni istante. Basta che facciamo attenzione e ce ne accorgeremo. Non prima o dopo, non presto o tardi, ma oggi la vita ci aspetta: una vita luminosa, variopinta, libera e leggera.
In un tempo che ci assilla con grandi interrogativi, questo ‘breviario’ è un invito a ricercare la profondità nella vita. In questi testi distribuiti nel corso dell’anno si può percepire, giorno dopo giorno, l’energica forza del pensiero e la sommessa voce del cuore. Entrambe, insieme, fanno spazio alla Parola di Gesù che sempre ci interpella.
Dalla quarta di copertina:
I testi di questo ‘breviario’ rappresentano stimoli al pensare e al credere, sono impulsi per l’orientamento personale, indicano direzioni verso cui camminare e orizzonti entro i quali trovare la propria sicurezza. Soprattutto sono un invito alla ricerca di profondità nella vita, in un tempo che ci assilla con grandi interrogativi.
In questi testi del cardinale Joseph Ratzinger, distribuiti nel corso dell’anno, si può percepire, giorno dopo giorno, l’energica forza del pensiero e la sommessa voce del cuore che, insieme, fanno spazio all’interpellante parola di Gesù: «Lo Spirito di Dio vi guiderà a conoscere tutta la verità» – se intelletto e cuore lo sapranno accogliere.
Nella solennità di San Carlo Borromeo il Cardinale Dionigi Tettamanzi, partendo proprio dagli insegnamento lasciatici dal Santo, si interroga sulla formazione dei futuri presbiteri in un mondo in continuo cambiamento. La riflessione si concentra soprattutto sul volto missionario della Chiesa e sul ruolo che può svolgere il Seminario in una pastorale vocazionale.
Il ruolo della religione cristiana nel mondo globalizzato e multiculturale, il suo rapporto con la morale, il complesso e delicato confronto tra verità e libertà e tra relativismo e fede, i pericoli e le tensioni di un mondo dove sembrano riaffacciarsi nuove forme di violenza di matrice religiosa. Attorno a questi temi si sta articolando, ormai da qualche anno, anche il dialogo fra due dei più grandi pensatori viventi: l'antropologo francese René Girard e il filosofo italiano Gianni Vattimo, dialogo che sta contribuendo vivacemente alla costruzione di una nuova comprensione di problemi al centro del nostro interesse più profondo. Partendo da presupposti speculativi differenti (l'antropologia cristiana di Girard, e la filosofia heideggeriana di Vattimo), le risposte dei due pensatori sono non di rado contrapposte, ma rimandano anche alla condivisione di alcuni valori, e a un comune atteggiamento di dialogo.
Si tratta di una testo di esegesi biblica sul libro del profeta Isaia.
Le pagine più note del profeta vengono affrontate da Ravasi con la lectio (analisi letterale) e con la meditatio (ascolto interiore) di quanto il testo vuole suggerire.
Il volume scorre come un pellegrinaggio ideale in un tempio e la simbologia serve all'autore per descrivere l'itinerario spirituale del libro profetico.
Isaia che parla in nome di Dio e ne è portavoce presso gli uomini, diventa uomo del presente, coinvolto nella storia, in grado di giudicare i fatti della storia alla luce del messaggio che riceve dal Signore.
"Il titolo intende riferirsi alla voce che per tutta la vita mi sono sforzato di ascoltare e trascrivere" spiega René Girard. E quella voce - rimasta sempre coperta dal "nostro coro unanime" e dalle "mode tiranniche" dell'antropologia - è l'urlo del capro espiatorio, vittima del "linciaggio fondatore". La "realtà" sarebbe dunque quella svelata da una teoria di poderosa forza ermeneutica, che si erge come un monolito sulla cultura degli ultimi decenni e pervade l'intera opera di Girard: "una teoria che non capisco se sia stato io a creare o se non mi abbia piuttosto creato lei: la teoria denominata mimetica". E ispirati dalla teoria mimetica sono anche gli scritti raccolti in questo volume, in cui il pensiero di Girard si addensa e al tempo stesso si espande con eccezionale vigore in quei territori catacombali dove è impossibile distinguere tra filosofia, antropologia, letteratura e religione.