
È con la consueta inclinazione al paradosso e all'ironia che Chesterton ci parla di un'esperienza drammatica come la conversione religiosa, partendo ovviamente dalla sua personale, avvenuta nel 1922. In queste pagine - sottili, brillanti, appassionate - accompagna l'anima perennemente in bilico del convertito attraverso le tre fasi che precedono l'ingresso nella Chiesa di Roma: l'assunzione di un atteggiamento intellettualmente onesto nei confronti di essa, quindi la sua progressiva e irresistibile scoperta e infine l'impossibilità di abbandonarla una volta entratovi. Al termine di tale pellegrinaggio interiore, la religione più antica si rivela sorprendentemente la più nuova, più nuova delle cosiddette religioni nuove - come protestantesimo, socialismo o spiritismo -, perché, a differenza di esse, da duemila anni la tradizione e la verità cattoliche conservano intatta la propria validità. Per Chesterton il solido fondamento di questa autentica universalità (al di là dell'azione della Grazia, mistero teologico sempre sotteso alla fede) risiede nella razionalità e nella libertà del cattolicesimo.
Per mille anni, a partire dalla "rivoluzione papale" di Gregorio VII, i papi tranne eccezioni si sono rivolti al mondo dicendo: "Lei non sa chi sono io", intendendo dominare "su re e regni", dettare i pensieri dei cuori e determinare le scelte anche più segrete degli uomini e dei fedeli, neanche fossero Dio. Ora c'è la rivoluzione papale di papa Francesco che dice: "Chi sono io?", chi sono io per giudicare, per condannare, per escludere dalla comunione sostituendomi a Dio? E perciò, come san Francesco si spoglia degli abiti del dominio e degli orpelli del potere, apre le porte, va a cercare gli esclusi, sconfessa i violenti, vuole che il denaro non sia signore ma servo e annuncia un mondo dove, dopo una giornata di tormenti, "Buonasera" vuol dire davvero buona sera. E cosi facendo svela il vero desiderio di Dio. Questo libro racconta questa novità vista da vicino, da Roma, dove dopo due anni di pontificato si è appena agli inizi, mentre grandi forze già scendono in campo per contrastare il nuovo corso della Chiesa.
"Predicate sempre il Vangelo, e se fosse necessario anche con le parole". Francesco lo ha detto più volte. Allora, per comporre un "alfabeto di papa Bergoglio" bisogna tener conto non solo delle parole che ha pronunciato, ma anche dei gesti, degli atteggiamenti, delle scelte. Dalla A di "affari" alla Z di "zucchetto". Temi importanti, come "famiglia" e "gioia", ma anche curiosi e sorprendenti. E' il caso della lettera B, dove si trova la "borsa" che il Papa porta con sé in aereo, della T, con il "telefono" così amato da Francesco, e della U, dove figurano le "utilitarie" da lui usate per spostarsi. Ne esce un riassunto, scritto con penna arguta e mai banale, degli aspetti più caratteristici di un pontificato che sta segnando in modo indelebile il messaggio e lo stile della Chiesa.
La precarietà del presente e l'incertezza del futuro, la miseria materiale e morale che sta contagiando le società occidentali, la solitudine di giovani e anziani, la freddezza e la distanza che inaridiscono il rapporto fra le persone, il ruolo diseducativo dei mass media. In queste omelie pronunciate negli anni precedenti l'elezione al soglio pontificio, papa Francesco affronta le questioni più scottanti del nostro tempo, in un confronto illuminante con la parola di Dio che sorprende per attualità e originalità di interpretazioni e prospettive. Bergoglio pensa a un rinnovamento della missione sacerdotale secondo lo spirito evangelico della "prossimità" agli ultimi, e ridefinisce la "maturità umana e cristiana" nella capacità di vivere il tempo come memoria, visione e attesa, superando la "cultura dell'immediato" che priva l'uomo di orizzonti di speranza. Un obiettivo che presuppone alcuni decisivi cambiamenti di rotta. Tra i più urgenti, la ricostruzione del legame sociale tra emarginati e classi privilegiate, ma anche tra generazioni, basata su quella che definisce un'"etica del servizio": chinarsi al bisogno dell'altro e scoprirlo come fratello. Con un linguaggio vivido e diretto, Bergoglio invita a riscoprire la gioia del cristianesimo oltre la tristezza che opprime lo spirito del mondo, la bellezza della verità oltre la sua ortodossia, la festa dell'incontro quotidiano con Gesù, che troviamo là dove nessuno più lo cerca: nei volti e nelle aspirazioni dei poveri, dei prigionieri, degli oppressi.
Il libretto distribuito in Piazza San Pietro da Papa Francesco il 22 Febbraio 2015.
"Custodisci il cuore" come aiuto alla conversione nella Quaresima.
Il libretto espone i contenuti essenziali della fede: "i sette Sacramenti, i doni dello Spirito Santo, i dieci comandamenti, le virtù, le opere di misericordia...".
Città del Vaticano (AsiaNews) - Un piccolo libretto tascabile dal titolo "Custodisci il cuore" come aiuto al "cammino di conversione" della Quaresima, "che ha come centro il cuore": è il regalo che papa Francesco ha fatto oggi a tutti i presenti in piazza san Pietro subito dopo la recita dell'Angelus. Il libretto è stato distribuito da molti volontari fra cui anche diversi senzatetto. "Questo libretto - ha detto il papa - raccoglie alcuni insegnamenti di Gesù e i contenuti essenziali della nostra fede, come ad esempio i sette Sacramenti, i doni dello Spirito Santo, i dieci comandamenti, le virtù, le opere di misericordia... Ora lo distribuiranno i volontari, tra i quali ci sono numerose persone senzatetto, venuti in pellegrinaggio. Coloro che sono nel bisogno sono anche quelli che ci donano questa grande ricchezza: la ricchezza della nostra dottrina. Prendete un libretto ciascuno e portatelo con voi, come aiuto per la conversione e la crescita spirituale, che parte sempre dal cuore: lì dove si gioca la partita delle scelte quotidiane tra bene e male, tra mondanità e Vangelo, tra indifferenza e condivisione. L'umanità ha bisogno di giustizia, di pace, e potrà averle solo ritornando con tutto il cuore a Dio, che ne è la fonte. Portate il libretto e leggetelo tutti!".
La dimensione teologica di papa Francesco. Le radici teologiche del pensiero di Jorge Mario Bergoglio, ma anche le prospettive pastorali del suo pontificato aperte da quei contenuti teologici, sono qui tratteggiate con intelligente competenza e con squisita empatia da uno dei più stretti collaboratori di papa Francesco: il cardinal Walter Kasper.
"Abele e Caino si incontrarono dopo la morte di Abele. Camminavano nel deserto e si riconobbero da lontano. Sedettero in terra, accesero il fuoco e mangiarono. Tacevano, come fa la gente stanca, quando declina il giorno? Alla luce delle fiamme, Caino notò sulla fronte di Abele il segno della pietra e, lasciando cadere il pane che stava per portare alla bocca, chiese che gli fosse perdonato il suo delitto. Abele rispose: Sei tu che mi hai ucciso o io ho ucciso te? Non ricordo più" (Jorge Luis Borges). La consapevolezza che il perdono è una realtà complessa e delicata, non riducibile a una codificazione giuridico-sociale, appare già in un curioso dato statistico: nell'ebraico biblico, che è una lingua di soli 5750 vocaboli, sono ben otto i verbi a disposizione per coprire semanticamente un'esperienza dallo spettro tematico variegato e carico di sfumature, iridescenze e sfaccettature. Perdonare fa parte di quella particolare "economia" dell'amore che non calcola ma dona e spezza la catena rigida del dare-avere, creando un nuovo regime nei rapporti umani.
Scritto due anni prima della morte, Anche Dio è infelice è una delle opere più sentite e intense di padre David Maria Turoldo. Una fervida contraddizione fa da sottofondo a questo ricchissimo libro. Da un lato, il canto di gloria a Dio ("Dio d'amore, o fonte di gioia, vogliamo offrirti un inno di grazia"); dall'altro, il sentimento penitenziale, l'umiltà, l'invocazione al silenzio. (Le pagine sul silenzio di Gesù nei primi trent'anni della sua vita hanno una straordinaria vibrazione poetica). Da un lato l'illusione umana di "raggiungere l'infinito", anche con "le parole più grosse e sonanti"; dall'altro la consapevolezza che Cristo è "premuroso di non tradire l'infinito". Da un lato, in sintesi, l'entusiasmo e la gioia della riconoscenza; dall'altro, l'umiltà di quella riconoscenza. (Geno Pampaloni)
Questo volume della serie "Santi e Preghiere" racconta in maniera semplice e avvincente la vita della beata Teresa di Calcutta - che nel cuore di tutti i cristiani, e non solo, del mondo è rimasta semplicemente Madre Teresa - e riporta brani estratti dai suoi Scritti e alcune delle preghiere più belle per invocarla e meditare insieme a lei.
Nel 1958 il teologo ortodosso Pavel Evdokimov affermò - in modo paradossale ma indiscutibile - che "un mondo fondamentalmente maschile nel quale la donna non ha alcuna funzione è sempre più un mondo senza Dio, poiché, senza madre, Dio non può nascervi". È appunto alla madre di Dio, in greco Theotókos, come la celebrerà la tradizione cristiana a partire dal concilio di Efeso (431), che è dedicato questo volume. Un ritratto abbozzato tra le sponde contigue del racconto evangelico e delle riflessioni teologico-simboliche che nei secoli cristiani - a partire dalle stesse allusioni presenti nelle sacre Scritture hanno accompagnato la madre di Cristo.
Anche la propria famiglia o il proprio luogo di lavoro possono essere quell'ambiente arido dove si deve conservare la fede e cercare di irradiarla. Ma è proprio a partire dall'esperienza di questo deserto, da questo vuoto, che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua importanza vitale per noi, uomini e donne. Attento alle condizioni di vita di ciascuno, specie dei più poveri, Papa Francesco lancia in questo volume un messaggio di cambiamento e di speranza: il Vangelo è vita nuova per tutti. Alla scuola della misericordia di Dio che sa curare le ferite, tutti possiamo iniziare un nuovo percorso verso una vita nuova e piena. Il libro per la Quaresima di papa Francesco è un messaggio di libertà e di fiducia in Dio capace di toccare il cuore dei lettori.
Tutti conosciamo lo stress da ufficio, la frenesia del traffico, i molteplici impegni e affanni che segnano il ritmo della nostra vita quotidiana. I due autori, grazie alla loro esperienza, ci invitano a prendere una pausa, un periodo di calma e silenzio, un tempo per "sgombrare" la nostra anima così come si sgombra una casa troppo piena, un tempo per esercitarci nella libertà e nella pace interiore. Provate a sperimentare queste pause come un tempo benedetto in cui ritrovare voi stessi e Colui che regge nelle sue mani il Tempo e l'Eternità.