
Primo volume della collana "Joseph Ratzinger. Testi scelti". Dalla Prefazione di Papa Francesco: "Ogni volta che leggo le opere di Joseph Ratzinger/ Benedetto XVI mi diviene sempre più chiaro che egli ha fatto e fa "teologia in ginocchio": in ginocchio perché, prima ancora che essere un grandissimo teologo e maestro della fede, si vede che è un uomo che veramente crede, che veramente prega; si vede che è un uomo che impersona la santità, un uomo di pace, un uomo di Dio. E così egli incarna esemplarmente il cuore di tutto l'agire sacerdotale: quel profondo radicamento in Dio senza il quale tutta la capacità organizzativa possibile e tutta la presunta superiorità intellettuale, tutto il denaro e il potere risultano inutili; egli incarna quel costante rapporto con il Signore Gesù".
Il VII Volume delle Omelie del Mattino di Papa Francesco raccoglie le parole pronunciate dal Pontefice tra il 10 dicembre 2015 al 31 maggio 2016 nel corso delle messe mattutine da lui presiedute nella Cappella della Domus Sanctae Marthae. I temi trattati sono molteplici: la famiglia; il valore dei nonni; le opere di misericordia; l'importanza del perdono; la forza della preghiera; la fede; la remissione dei peccati; la corruzione; la differenza tra dire di essere cristiani ed esserlo; l'importanza delle piccole cose; la testimonianza dei martiri; il rilievo della memoria della fede di Dio e molto altro ancora. L'insieme di questi pensieri offerti dal Santo Padre formano delle vere e proprie catechesi e contribuiscono all'educazione del popolo di Dio attraverso gli insegnamenti della Parola che grazie a lui diventa semplice e fruibile a tutti proprio perché contestualizzata nella vita di tutti i giorni.
L'ottavo capitolo dell'esortazione post-sinodale "Amoris laetitia" di papa Francesco affronta le delicate questioni inerenti alle situazioni dette "irregolari": "situazioni di fragilità o di imperfezioni" che vanno affrontate con chiarezza non solo a partire dalla loro disamina, ma soprattutto a partire da alcuni principi-guida. Questo libretto sviluppa un agile vademecum al capitolo: non vuole essere un commento approfondito, ma sceglie di tratteggiare le linee-guida che soggiacciono all'architettura di questo testo, per evidenziarne i principi teologico-pastorali. Un contributo alla riflessione delle comunità e dei singoli cristiani su temi delicati, e proprio per questo meritevoli di approfondimento.
Il compito di comunicare il Vangelo efficacemente risulta essere particolarmente urgente nel nostro tempo. Iuvenescit Ecclesia, è la lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla relazione tra doni gerarchici e carismatici per la vita e la missione della Chiesa. La Congregazione per la Dottrina della Fede, con il presente documento, intende richiamare alla luce della relazione tra doni gerarchici e carismatici, quegli elementi teologici ed ecclesiologici la cui comprensione può favorire una feconda ed ordinata partecipazione delle nuove aggregazioni alla comunione ed alla missione della Chiesa. A tal proposito vengono presentati alcuni elementi chiave sia della dottrina sui carismi esposta nel Nuovo Testamento che della riflessione magisteriale su queste nuove realtà. Successivamente, partendo da alcuni principi di ordine teologico sistematico, si offrono elementi identitari dei doni gerarchici e carismatici, insieme ad alcuni criteri per il discernimento delle nuove aggregazioni ecclesiali.
In questo volume si presentano le due relazioni che hanno aperto il seminario (quella di p. Miguel Yáñez e di don Luca Bressan) cui è seguito il dibattito di circa venti esperti. Le conclusioni del dibattito sono state raccolte nell'articolo di don Pierangelo Sequeri. Si premette un testo di mons. Vincenzo Paglia che, mentre illustra sinteticamente l'Esortazione Apostolica, presenta alcune linee di approfondimento ecclesiologico e pastorale.
Occidente versus Oriente, cristianesimo versus spiritualità orientali: questo il paradigma che è prevalso da quando questi due mondi sono venuti a contatto. Ma è davvero così? 0 meglio sono davvero mondi così diversi da risultare incompatibili, senza che esista una reciproca possibilità di dare e ricevere? Per superare questa contrapposizione che oggi pare troppo rigida e convenzionale, Melloni mette a confronto tre percorsi spirituali radicati in tre diverse religioni: gli Esercizi spirituali di sant'Ignazio, frutto maturo del cristianesimo, lo yoga, sviluppatosi nell'alveo dell'induismo, e lo zen, che nasce dal grembo del buddhismo. L'analisi che l'autore propone è innanzitutto rivolta alla comprensione dei loro elementi specifici, così come dei punti comuni o convergenti, senza però confusioni o indebite sovrapposizioni. Soltanto così infatti è possibile cogliere le difficoltà e le opportunità che il confronto e l'incontro presentano. Nella certezza che, come Melloni dichiara, "tutto ha origine nella stessa Fonte e a essa ritorna, tramite gli stessi paradossi di Dio o della Realtà Ultima".
Prima conferenza:
Sabato 22 marzo 2003 - Il libro dei Numeri: un libro arido?
Seconda conferenza:
Sabato 29 marzo 2003 - Il libro dei Numeri: un libro nel deserto?
Terza conferenza:
Sabato 5 aprile 2003 - La prima lettera ai Tessalonicesi: un testo arduo?
Quarta conferenza:
Sabato 12 aprile 2003 - La seconda lettera ai Tessalonicesi: un testo oscuro?
"Dall'eternità ci separa appena un respiro, un istante che si spalanca sulla vita eterna o su un eterno tormento." Molti hanno riferito di aver varcato la soglia con "esperienze di pre-morte". Inoltre a testimoniare che l'amore è più forte della morte ci sono tante altre storie, nella Chiesa: anzitutto i martiri, i santi e poi quelle "persone che non soccombono sotto prove terrificanti, che non sprofondano sotto croci disumane, ma hanno la luce negli occhi. Brillano di un amore pietoso e carico di una misteriosa letizia. Hanno una forza inspiegabile". Sono tracce di quell'eternità che, per altre vie, anche poeti, scrittori e artisti hanno cercato. Antonio Socci accompagna il lettore fra poesie e pagine memorabili, dove grandi autori s'interrogano sul senso della vita e danno voce a quell'inestirpabile e inappagato desiderio di felicità vera che caratterizza ogni essere umano sulla terra. Pagina dopo pagina, "Avventurieri dell'eterno" s'inoltra fra le storie di coloro che hanno vissuto la vita come un meraviglioso viaggio verso l'infinito e verso la Felicità che non delude. Come testimonia la straordinaria vicenda di Katja, che ha abbandonato la sua carriera di attrice e i successi del cinema per votarsi al suo "dolce Gesù", abbracciando la vita eremitica nel deserto degli anacoreti con il nome di sorella Benedicta. Perché la verità, scrive Socci, è che siamo "stati creati per l'eternità, per incontrare qui, in questa vita, l'Eternità fatta carne, l'Uomo-Dio".
Il libro di fra Onofrio è una litania di temi che approfondiscono, da diverse angolature, le differenti prospettive della profezia cristiana, così come è possibile intravederla in don Tonino e in Papa Francesco. Si tratta di un insieme di melodie che formano la grande sinfonia della profezia evangelica. Una profezia che investe tutta la Chiesa e si manifesta come condivisione di ideali e di orizzonti, e insieme, come enucleazione di forme inedite di “ospitalità della soglia”; una profezia che è partecipazione alla vita del popolo e condivisione del linguaggio, dei gesti, dei simboli; una profezia che ha il sapore di una fede colma di umanità e di prossimità con tutti; una profezia che mantiene sempre aperte le porte, fa il primo passo e si mette al passo con gli ultimi; una profezia che ha il “timbro francescano” e, del Poverello di Assisi, intende riprendere l’anelito alla “perfetta letizia”; una profezia che è, nello stesso tempo, denuncia e annuncio, provocazione e stimolo, preghiera e azione; una profezia che vale per tutti i membri della Chiesa e diventa esortazione speciale per i consacrati.
Heinrich Denifle è stato un insigne medievista, archivista, studioso della mistica tedesca e di Lutero. I suoi meriti scientifici furono riconosciuti da numerose università, che gli avevano conferito il titolo di doctor honoris causa; e varie accademie, poi, lo avevano annoverato tra i propri soci. I suoi contributi ai vari aspetti della storia del periodo compreso tra il 12 e il 16 secolo e, poi, alle vicende delle università medioevali, sono stati decisivi e su di essi si è innestata la ricerca ulteriore. L'intento di fondo è quello di offrire un contributo per la chiarificazione del suo rapporto con Brentano e di dare alla stampe il carteggio che finora ci è pervenuto. Denifle nel 1862, dopo il suo ingresso nell'ordine domenicano, ebbe come compagno di noviziato Brentano. Quei pochi mesi di convivenza nel convento di Graz furono decisivi per il suo successivo cammino intellettuale e personale. Il carteggio intercorso tra i due autori, che va dal 1867 al 1871, pone in risalto aspetti finora obliterati, e cerca di chiarire un capitolo fondamentale di una storia che riguarda tutta la cultura europea in una sua fase di profonda trasformazione, con eventi culturali che hanno connotato un'epoca e sono a monte di non poche correnti ed indirizzi filosofici (ma anche teologici) tuttora operanti e che da Brentano o da Denifle in un modo o nell'altro hanno tratto l'abbrivo.
«Niente unisce maggiormente con Dio che un atto di misericordia, sia che si tratti della misericordia con la quale il Signore ci perdona i nostri peccati, sia che si tratti della grazia che ci dà per praticare le opere di misericordia in suo nome» (papa Francesco).
"La parola 'logica' ricorre di frequente nei discorsi di Papa Francesco" scrive padre Antonio Spadaro nella prefazione ma "non ha nulla a che fare con l'astrazione: per lui è la visione della realtà, la percezione viva, sensibile dei significati della vita." È la logica di Dio che illumina anche il cammino delle quattordici stazioni della via crucis: una strada dolorosa segnata dalla sofferenza e dal fallimento, dall'umiliazione e dalla solitudine. Eppure Dio ci ha insegnato che la croce non contiene una logica di dolore e di morte bensì d'amore e di speranza: è lo "spazio in cui si rivela la misericordia di Dio". Un amore che, se lo accettiamo, ci chiama a lasciare le comodità dello status quo, compresa una fede "comoda", per andare nelle "periferie" del mondo e rispondere in prima persona al grido dei nostri fratelli bisognosi, al grido per la pace e la giustizia, al grido dei disperati. Un amore, soprattutto, che non si ferma davanti alla pietra del sepolcro, ovvero alle tante difficoltà a cui la vita di ogni giorno ci sottopone, ma va oltre, aprendosi alla speranza. Dietro la pietra non c'è morte: la croce non è la fine ma l'inizio di un nuovo cammino che si apre con la risurrezione, una vita nuova a cui il Signore non si stanca di invitare ognuno di noi. Un cammino che sarà autentico solo se conoscerà lo stupore che scuote il tutto nostro essere quando accoglie il Signore, quando sceglie di non avere paura di seguirlo nell'amore.