
Un grande teologo presenta la profonda esperienza spirituale di una giovane mistica Carmelitana, Elisabetta della Trinità (Digione, 1880-1906). Il saggio è stato concepito come una specie di raffronto con il messaggio di Teresa di Lisieux, morta pochi anni prima. L'autore «lascia parlare i pensieri stessi di Elisabetta, accostati l'uno all'altro in un mosaico di testi comparativi, per poi semplicemente - quasi stando al di fuori - allargare il respiro sul terreno teologico» (dalla Premessa).
L'autore raccoglie e commenta dieci raccomandazioni pratiche e spirituali che stanno particolarmente a cuore a papa Francesco, e che egli rivolge ai sacerdoti. Alcune sono espresse con la formula del «non perdete»; è un modo caro a Francesco per dire che i doni che i sacerdoti hanno ricevuto al momento dell'ordinazione sono sempre a loro disposizione, per il bene del popolo. Un piccolo decalogo, per aiutare ad allargare il cuore in un movimento che va dalla contemplazione all'azione.
«L'amore è tutt'altro che cieco. Ci vede benissimo». Se fosse cieco non riuscirebbe a orientarsi. Non saprebbe dove andare. Non avrebbe un senso. Sarebbe, come spesso acade, una parola fuori controllo, uno stato d'eccezione o d'emozione, senza alcun titolo a nominare Dio: a raccontare la grazia di Dio e i legami che contano. Questa sembra essere la profonda convinzione che ha guidato per una vita intera Hans Urs von Balthasar, uno dei grandi teologi del Novecento. Rileggendo con lui il saggio del 1963, Solo l'amore è credibile, attraverso le lenti d'ingrandimento della più accademica Trilogia e di un suo saggio gemello, riscopriremo la freschezza di un pensiero che restituisce all'amore il suo spessore di verità e di giustizia, il suo ethos. Ordo amoris lo chiamava Agostino: non la mistica umanamente avvilente dell'amore puro, e nemmeno la religione spensierata del sentimento senza limite; piuttosto, l'affezione, condivisa col Figlio di Dio, per la bontà dei legami che plasmano e rigenerano il mondo nella speranza di agape. «Chi perde la propria vita, per amore mio e del vangelo, la salverà» (Mc 8,35).
Il libro si propone tre obiettivi. Il primo è quello di introdurre agli Esercizi Spirituali di sant'Ignazio chi non ne ha mai sentito parlare, oppure ne ha avuto informazioni frammentarie e insufficienti. Il secondo è fornire uno strumento teologico-pratico a chi - conoscendoli e apprezzandoli - vorrebbe diventarne a sua volta guida. Il terzo è costituire - sempre per chi li ha già fatti - un mezzo pratico per approfondirne i contenuti e continuarne il percorso nella propria vita.
«Il titolo di questa sezione dell’Opera Omnia indica chiaramente l’oggetto delle opere presentate e subito si può intuire come siamo condotti al cuore dell’esistenza della Chiesa, che vive della Parola e del Pane, nutrendosi alla Tavola dei due alimenti necessari all’esistenza. I volumi di questa sezione hanno una data lontana nel tempo (prime edizioni francesi: 1949, 1950, 1959-1993), e tuttavia corrispondono a questioni che oggi sono più che mai importanti e difficili per la teologia e per l’esistenza cristiana; soprattutto, come si vedrà, la questione della lettura e interpretazione della Scrittura. Le opere di de Lubac contenute in Scrittura ed Eucarestia trattano due grandi temi, che coincidono con i fondamenti della fede e della teologia cristiana. La Chiesa, infatti, vive della Parola testimoniata e portata dal Libro, e della Eucarestia, nella memoria di Gesù, celebrazione ma anche sintesi di tutta la storia e del mistero della salvezza. Sono opere che hanno fecondato la riflessione teologica del periodo immediatamente precedente il Vaticano II, e, anche se non citate, hanno nutrito alcuni documenti conciliari tra i più importanti (sulla rivelazione, sulla Chiesa, sulla liturgia). È questo il significato delle opere di de Lubac, che rimangono dei classici della teologia del ventesimo secolo, e proprio perché classici si presentano sempre attuali. Non si può capire la Chiesa senza pensare all’Eucarestia, e viceversa (è il grande insegnamento di Corpus Mysticum. L’esegesi, ricerca attenta, rigorosa, di tutta la dimensione storica e filologica della Scrittura, ha assoluto bisogno della lettura sempre attenta al senso spirituale: solo così la Parola vivifica. Altrimenti rimane lettera morta, addirittura portatrice di morte».
Dall’Introduzione di Azzolino Chiappini alla Sezione quinta dell’Opera Omnia
L'opera in cui Rosmini definisce la costituzione di una nazione, «l'opera più grande che si possa mai fare: l'opera la più importante». Questi testi offrono al lettore una esposizione chiara della mente di Rosmini in materia di applicazione pratica del suo pensiero sul diritto e sulla politica. In occasioni fra loro differenti, ma avendo in mente sempre l'Italia unita, Rosmini traduce in articoli legislativi i principii da lui elaborati nella Filosofia del diritto, nella Filosofia della politica e soprattutto nella Natural costituzione della società civile, che idealmente faceva parte della riflessione sulla filosofia della politica e la cui prevista pubblicazione doveva essere contemporanea a questi progetti costituzionali.
Il cammino del popolo di Israele dalla schiavitù alla libertà nelle parole del Papa. Attraverso l'esperienza dell'Esodo e dell'Alleanza, il Signore ha chiamato il Suo popolo alla libertà dei figli di Dio, la libertà di amare e di scegliere il bene. Al centro dell'Esodo ci sono le Dieci Parole, e al cuore delle Dieci Parole c'è la libertà. Sono proprio le Dieci Parole a sbarrare la strada che riporta in Egitto, alla schiavitù, e ad aprire alla libertà che va celebrata facendoci liberatori a nostra volta; un richiamo a vivere tutti l'esodo che conduce dalla liberazione alla libertà del servizio.
Il messaggio spirituale di papa Francesco e soprattutto il suo linguaggio rappresentano novità importanti nello scenario religioso globale. Ma il pontefice è stato in grado di riformare la Chiesa e dare inizio a quella grande trasformazione che tanti cattolici e una parte dell’opinione pubblica laica attendevano con trepidazione? In questi primi cinque anni di pontificato, si è parlato di Francesco come di un rivoluzionario, interessato a cambiare radicalmente la Chiesa. È davvero così? I grandi nodi che qualunque riformatore cattolico deve affrontare sono la riforma della Curia, la dottrina morale e della sessualità, il celibato obbligatorio per il clero e il ruolo delle donne. Su ciascuno di questi punti, il libro ricostruisce le istanze di cambiamento e le risposte di Francesco. Il bilancio del papato su tutti questi fronti è decisamente deludente, e del resto riformare la Chiesa è complicato, rischioso e in definitiva inutile: l’organizzazione gode di una salute discreta, almeno fuori dall’Europa; nel vecchio continente, essa soffre di un declino simile a quello di tutte le altre grandi istituzioni religiose. La causa è un processo di secolarizzazione che non può essere arrestato da qualsivoglia riforma. In questa situazione, appare preferibile mantenere intatta la tradizionale fisionomia clericale e centralizzata dell’organizzazione, concentrando l’attenzione, anche mediatica, sui temi sociali ed economici: in questi ambiti, il papa e i gerarchi cattolici non hanno alcuna responsabilità diretta e perciò mai verranno chiamati a rispondere. Un bilancio lucido e controcorrente su una delle figure chiave del nostro presente.
Realtà e giovinezza. La sfida ripropone dialoghi con i giovani e interventi su di essi, svolti da don Luigi Giussani tra il 1955 e il 1994. A distanza di anni, stupisce la loro pertinenza alla situazione attuale. Anticipando una percezione oggi diffusa, grazie a una quotidiana convivenza con i giovani, don Giussani si era reso conto che il contesto educativo e sociale tendeva a fare tacere le loro esigenze fondamentali (verità, bellezza, giustizia, felicità), mortificando il desiderio che proprio nella giovinezza trova il suo momento più espressivo. Abbandonata la carriera teologica per dedicarsi all’educazione dei giovani, prima nel Liceo classico Berchet di Milano e poi nell’Università Cattolica del Sacro Cuore, don Giussani ha rappresentato per migliaia e migliaia di ragazzi la possibilità di incontrare un adulto capace di ridestare - con la sua presenza - quelle esigenze fondamentali così tristemente ridotte dal mondo circostante. Con la sua proposta educativa don Giussani ha mostrato qual è la strada per ritrovare le domande costitutive del cuore: «Imbattersi in persone in cui quelle domande sensibilmente determinino ricerca, aprano a una soluzione, provochino pena o gioia. Allora la montagna di sassi rotola via». Realtà e giovinezza. La sfida è un viaggio affascinante alla riscoperta della persona nella sua irriducibilità a qualunque potere umano; e un inno alla giovinezza come atteggiamento del cuore.
«Spero che risulti abbastanza chiaro che il centro focale di tutto non è Francesco d'Assisi, ma colui che ha riempito la sua vita e di cui egli è stato un'icona vivente, Gesù Cristo. Non saprei, diversamente, come farmi perdonare da Francesco l'aver osato aggiungere un ennesimo titolo all'immensa bibliografia su di lui». Così l'autore riassume il senso di questo ebook, che raccoglie un saggio su Francesco d'Assisi come genio religioso (inedito in lingua italiana) e diversi scritti più brevi su aspetti particolari della santità del poverello, che coprono un arco di più di quattro decenni: dall'VIII centenario della nascita del Santo, nel 1982, fino all'ascesa al soglio pontificio del cardinal Bergoglio che, per primo nella storia, ha scelto di chiamarsi con il nome del Poverello d'Assisi.
Dal dialogo e dal confronto tra un vescovo e una coppia di sposi, accomunati da anni di amicizia e di fede condivisa, nasce questa catechesi cristiana per gli uomini e le donne di oggi. È un percorso che risponde alla moderna sensibilità laicale e si ispira alla Bibbia e agli Esercizi di sant'Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù. Evitando sia soluzioni indiscutibili e preconfezionate, sia lo spontaneismo del «fai da te», la spiritualità viene qui presentata non come il regno dei devoti, ma come la dimensione che offre un senso all'uomo di oggi. Il discernimento dei propri desideri, l'ascolto contemplativo della parola di Dio nelle circostanze della nostra vita, la partecipazione alla vita della Chiesa, sono la via per cercare e vivere la propria vocazione di uomini e donne capaci di amare.