
Delitto e Castigo, L’Idiota, I demoni, I fratelli Karamazov... l’opera del grande Dostoevskij indagata alla luce della fede da Divo Barsotti.
“L’opera di Dostoevskij è stata per me un messaggio e mi ha svegliato dal sonno. Non mi avrebbe svegliato e oggi non mi interesserebbe più, se Dostoevskij fosse stato per me solo uno scrittore.
Egli non è semplicemente uno scrittore, sia pur grande, egli è un profeta. Per lui mi ha parlato Dio. L’ho riconosciuto
nel tormento di Raskòlnikov dopo il delitto; nella pietà e nella forza di Sonja. Mi ha disturbato ne L’idiota la gura
del principe perché mi sembrava voler sostituire il Cristo; ma l’ho amato nell’umiltà e nella dolcezza di Sonja de L’adolescente, nella luminosa bellezza di Macario, l’ho sentito presente nell’umiltà di Tichon ma anche nell’orrore della morte di Kirillov e nella condanna di Stavrògin; nalmente l’ho veduto nello staretz Zosima e in Aljòša. Sempre Dio era presente. La sua presenza dava un senso agli avvenimenti, dava un nome a ogni uomo. Il silenzio non era vuoto,
era il silenzio di Dio che riempiva di sé ogni luogo, ogni avvenimento, era la vita nella comunione con lui, era la morte nella volontà di ri utarlo, di volerlo negare”.
Insicurezza, paura degli altri, mancanza di coraggio e senso di impotenza di fronte ai propri limiti e alle realtà negative del mondo sono atteggiamenti diffusi tra gli uomini e le donne del nostro tempo. Più questi atteggiamenti crescono e agitano la nostra interiorità, più si ricerca un forte senso di autostima, di fiducia in se stessi e nel mistero della vita, al di là delle ombre che sempre ci accompagnano. Anselm Grün, religioso ed esperto pastore d'anime, coniugando il piano psicologico con quello evangelico ed evitando ogni spiritual bypassing (scavalcamento della realtà), indica con maestria le vie per recuperare consapevolezza e sicurezza in se stessi, guidando il lettore a «sperimentare che sopra di lui il cielo si apre e l'ampiezza di Dio squarcia la sua ristrettezza».
Nella considerazione dell'autore e della comunità a cui è preposto in Gradisca d'Isonzo, la presenza di don Tonino Bello è costante. Ogni anno, in occasione del "dies natalis", la riflessione sulla sua persona ringiovanisce la fede dei cristiani lì riuniti. Le pagine documentano il fervore e l'intensità di questo appuntamento "primaverile". Dalla figura dell'amato Pastore sgorgano doni spirituali offerti ad ampie mani. È giovane, don Tonino. È vent'anni che ha vent'anni.
"La convenienza umana della fede" (1985-1987) è il secondo volume della serie BUR Cristianesimo alla prova, che raccoglie le lezioni e i dialoghi di don Giussani durante gli Esercizi spirituali della Fraternità di Comunione e Liberazione. Il fondatore di CL lancia una sfida: incapacità, fragilità e incoerenza morale possono essere alibi per non muoverci; tutti inoltre dobbiamo ammettere che facciamo fatica "ad accogliere l'ideale dentro la convenienza umana" per la paura di perdere qualcosa. Ma se ci affidiamo a Dio, attraverso un'adesione sincera alla fede cristiana, possiamo sperimentare una "rivoluzione pacifica e piena di letizia". L'uomo, infatti, è stato creato per la gioia. La proposta di Giussani è rivolta a chiunque stia cercando una strada per superare insicurezza e paura e provi curiosità per il cristianesimo come esperienza di vita adeguata alle esigenze dell'uomo di oggi.
Il volume raccoglie le conversazioni radiofoniche di padre Vito Magno con i giovani e sui giovani. Sono presenti i dialoghi con: Roberto Vecchioni, Franco Garelli, Aldo Maria Valli, Gianfranco Ravasi, Andrea Monda, Dario Edoardo Viganò, Luigi Ciotti, Valerio Albisetti, Maria Beatrice Toro, Fabio Rossini, Giusy Buscemi, Giovanni Caccamo, Suor Cristina, Bebe Vio.
La visione della Sapienza di Dio nelle parole del Papa. Colei che è stata assistente, compagna e consigliera di Dio nella Creazione, diviene compagna degli uomini dopo di essa. Se dunque la Creazione è l'opera che Dio ha realizzato con la Sapienza, essa continua a essere donata all'uomo per guidarlo nella vita come aiuto, fortezza e sostegno. In questi libri biblici è illustrata l'esperienza critica della vita, un'esperienza che nasce dalla fede e la mette in discussione. Attraversando il quotidiano, con le sue gioie e i suoi dolori, l'uomo è chiamato a leggere la propria vita e le proprie vicende scoprendo in esse la Sapienza che è stata riversata in ogni creatura, fino a giungere al punto di vedere il mondo con gli occhi di Dio.
Riflettendo sul mistero dell'amore tra l'uomo e la donna e sulla corporeità umana alla luce del concetto orientale della divinizzazione, Pavel Florenskij invita a ripensare la trattazione morale della sessualità, secondo punti profetici che ritroveremo soltanto dal Concilio Vaticano II in poi.
Per i sacerdoti e per i governanti vivere in grazia di Dio non dovrebbe essere solo un dovere, ma anche un obbligo imposto dalla loro coscienza e dalla loro intelligenza. Tutto ciò è utopia? Certamente, basta guardare al passato e al presente. Ma perché arrendersi anche per il futuro? Iniziamo a “seminare” con convinzione nei seminari e nelle scuole di formazione politica (e non solo!) la Parola, anche quella che si trova nell’Opera di Maria Valtorta, il tesoro più grande che il Signore poteva donarci a complemento del Vangelo, che dopo 20 secoli non è stato ancora capito, anche da molti sacerdoti e da quasi tutti i governanti.
Come la persona di papa Francesco ha portato un’ondata di freschezza e di risveglio nella Chiesa, così è per il suo pensiero nell’ambito della teologia morale.
Valentino Salvoldi, grazie alla sua lunga esperienza di docente di filosofia e morale biblica, ha saputo cogliere e presentare, nella sua essenziale semplicità, questa ventata di cambiamento e radicale rinnovamento della teologia.
Le principali caratteristiche sono la narrazione, la centralità di Cristo, la legge dell’amore più che l’amore per la legge, la misericordia e il concetto fondamentale per cui se l’uomo pecca, egli non è il suo peccato...
Si tratta di riflessioni accessibili a tutti i fedeli, perché gradevoli nella loro presentazione: biblica nella sua impostazione, ecclesiale nel contenuto e con stile giornalistico (papa Bergoglio parte sempre da un fatto curioso
Il "complesso di Telemaco", figlio che attende il padre Ulisse per poter ritrovare anche se stesso e il proprio ruolo nel mondo - secondo la lettura che del mito ha offerto Massimo Recalcati opponendola al "complesso di Edipo", figlio che, invece, uccide il padre - è l'immagine con la quale questo libro si apre, per introdurci a riflessioni decisive e necessarie per la nostra cultura odierna, a questi anni complessi, dai quali le figure di paternità e figliolanza sono uscite "con le ossa rotte". Alla suggestione offerta dall'Odissea, don Luigi Maria Epicoco fa seguire la rilettura di alcuni personaggi biblici (veri prototipi dei padri e figli che anche noi siamo), di alcune relazioni paterne/filiali, offrendo al lettore un percorso inedito e sorprendente, in vista di una reinterpretazione della questione giovanile come opportunità e non più e solo come problematicità. Gesù è, in questa riflessione, l'immagine più significativa di una giovinezza che funziona e in cui definitivamente l'opportunità di essere figlio si realizza nel compimento liberamente "scelto" e non subito della relazione con il Padre. Nel tempo in cui la Chiesa si raduna in Sinodo proprio attorno alla tematica dei giovani, il testo ne delinea un'antropologia positiva, liberata e liberante: quella di cui troppo a lungo abbiamo patito l'assenza.
"Il club dei mestieri stravaganti" è la prima raccolta di racconti di Chesterton, scritta nel 1905, quando lo scrittore, allora trentaduenne, era ancora incerto sul suo futuro artistico, diviso tra la carriera di illustratore e quella di scrittore, e molto lontano dai travagli interiori che lo avrebbero portato, nel 1922, alla conversione al cattolicesimo. Nelle sei storie che lo compongono, Chesterton tentò per la prima volta la strada del «giallo filosofico», il genere letterario per cui ancora oggi è amato, come dimostra il successo senza tempo di Padre Brown. Qui il protagonista è Basil Grant, un detective improbabile, un ex giudice sornione e vagamente mistico, allontanato dalla carica per manifesta follia e segregatosi felicemente in una soffitta che non abbandona quasi mai. Insieme a lui opera il fratello Rupert, il suo contraltare, una sorta di parodia di Sherlock Holmes e del suo famigerato metodo deduttivo. Sullo sfondo di ogni vicenda c'è il club «fuori dagli schemi» in cui ciascun membro è tenuto, bizzarramente, a guadagnarsi da vivere attraverso attività inedite, mai praticate da nessuno in precedenza. E, più oltre, c'è Londra, descritta, a giudizio di molti critici, come poche altre volte nella storia della letteratura, un reticolo sordido di strette vie e angoli bui che lo scrittore amava profondamente. Chesterton costruisce in queste pagine alcune delle storie meglio congegnate della sua intera produzione, nelle quali la riflessione filosofica si intreccia alla trama senza appesantirla e la freschezza dell'immaginazione si combina a una scrittura come sempre densa e stimolante.