
Le Regole e le Annotazioni (oggetto delle cosiddette Istruzioni, solitamente presentate da colui che dà gli esercizi insieme agli spunti per la preghiera) commentate in queste pagine occupano una buona parte del libretto degli Esercizi Spirituali di sant'Ignazio di Loyola. Esse, cercando di fare chiarezza su questo tipo di esperienza, non intendono affatto imprigionare l'opera dello Spirito, ma piuttosto aiutare l'esercitante a rendersi maggiormente disponibile alla Sua azione e a riconoscerne la voce nelle varie situazioni della vita. La posta in gioco, come precisa lo stesso Ignazio, non è di poco conto: "Vincere se stesso e mettere ordine nella propria vita senza prendere decisioni in base ad alcuna affezione che sia disordinata".
Sedici ritratti di scrittori, teologi e artisti accomunati dalla profonda lealta' nei confronti del proprio destino e della verita'.
Il senso del titolo che abbiamo voluto conferire a questo libro di riflessione al tempo stesso congiunta, negli intendimenti e negli argomenti, e disgiunta, nella diversità dei punti di vista, che dovrebbe fungere da calmiere di esperienze, di impegni professionali e accademici, di percorsi di scrittura ovviamente diversi, anche se spesso convergenti. "In media", appunto, nel senso di mettere a confronto questi punti di vista, articolati intorno ai problemi della innovazione nel campo della comunicazione e in quello della formazione, intesa in senso lato, come formazione istituzionale e come formazione personale. "In media", perché questi problemi derivano dalla grande rivoluzione mediatica della seconda metà del Novecento e perché su questa stessa rivoluzione dovrebbero inevitabilmente fare leva le diverse soluzioni auspicabili e possibili. "In media", infine, perché l'orizzonte filosofico di queste nostre riflessioni, scaturite da occasioni e da sollecitazioni diverse, si articola sostanzialmente intorno al valore della "mediazione", intesa sia come istanza di una responsabilità critica, sia come perseguimento di quella etica aristotelica che non pretendeva, come molti ritengono, che la verità e la virtù stiano sempre "nel mezzo", ma che, al contrario quel "mezzo" interpretava come un percorso difficile e faticoso tra tutte quelle forme intermedie in cui consiste l'autentica dimensione etica: forme di incontro, forme di dialogo, forme di progetto, forme di decisione condivisa.
Alla scuola di santa Caterina, figure significative come il cardinale di Milano, il Vescovo emerito di Ivrea e la responsabile dell'Ufficio Scuola - Pastorale scolastica di Arezzo, Cortona e Sansepolcro affrontano il delicato tema della relazione del prete con la comunità cristiana.
Il prete infatti vive nella Chiesa, ne fa parte e «riceve» da essa; contemporaneamente, la serve, presiedendo la celebrazione eucaristica.
Questo volume mettendo a tema questa relazione, le difficoltà e le opportunità che incontra in questa stagione della Chiesa, le evoluzioni positive e le involuzioni che essa può registrare si rivela un aiuto prezioso per ogni prete, in particolare per chi vive i suoi primi anni di ministero.
dalla presentazione di padre Raniero Cantalamessa:
«Avevo iniziato la lettura per puro dovere, con tutte le prevenzioni e le riserve del caso e forse anche qualcuna in più. Non può essere -mi son detto più volte, leggendo- una donna lontanissima dai dibattiti teologici di oggi a scrivere questo, e a scriverlo di getto, senza la minima correzione, senza un libro davanti, senza una ripetizione, con coerenza assoluta dall'inizio alla fine, pur separandosi da ogni foglio appena finito di scrivere e non potendo quindi neppure rileggere ciò che precedeva. Soprattutto, cose "artificiosamente inventate", come le chiama la Seconda lettera di Pietro, non infiammerebbero il cuore e non metterebbero salutarmente in crisi, come fanno le cose che si leggono qui.
Per me è stato un autentico piacere spirituale e intellettuale leggere queste pagine (e un privilegio leggerle in anteprima). Penso che lo sarà per molti altri. E non per un anno o due soltanto...».
INDICE
I Parte: Ti consegno il mio corpo e il mio sangue. Il dono dell'Eucaristia; II. Resta qui e veglia con me. La preghiera nel Getsemani; III. La luce del mio sguardo. Giuda e Pietro; IV. La verità del mio amore. Il processo di fronte a Pilato; V. Per adempiere ogni giustizia. Il cammino verso il calvario; VI. Mendicante del tuo amore. La crocifissione di Gesù; VII. Ti chiamo all'amore che trasforma. La risurrezione di Gesù.
In questo volume sono presentati i testi delle lezioni di un corso pubblico di approfondimento sull'enciclica Laudato Si' di papa Francesco (24 maggio 2015), che è stato organizzato dalla Facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università Gregoriana nell'anno accademico 2015-2016. Le lezioni avevano cadenza mensile e ciascuna di queste vedeva coinvolti tre docenti: il primo ad introdurre il capitolo oggetto di studio in quel giorno (per un totale di sette appuntamenti), il secondo, di volta in volta diverso, che proponeva la propria riflessione e il terzo, anch'egli di volta in volta diverso, che sulla base della relazione precedente offriva spunti per il dibattito con quanti erano presenti in aula. Il lettore allora troverà in questa pubblicazione, più che un commento puntuale ai contenuti dell'enciclica, differenti chiavi di lettura di alcuni suoi aspetti, quelli che più hanno interessato la sensibilità e le competenze dei docenti coinvolti nelle varie lezioni. Ne otterrà un quadro dell'enciclica variegato e stimolante, tanto per la riflessione personale, quanto per lo studio e la proposizione di argomenti su cui dibattere - come la cura dell'ambiente, l'ecologa integrale, l'etica del "tutto è connesso" - attuali ed essenziali per il futuro dei popoli e delle nazioni.
La presente raccolta riporta il testo delle lettere che Maria Valtorta aveva spedito a Monsignor Alfonso Carini, il quale a suo tempo le ha riconsegnate.
"La dimensione contemplativa della vita" è il titolo della prima lettera pastorale che Carlo Maria Martini scrisse appena arrivato a Milano. E lo stesso titolo è stato ripreso per una nuova collana, diretta da Mons. Claudio Stercal e pubblicata da Centro Ambrosiano, con l'intento di proporre il pensiero e alcuni degli scritti più significativi del cardinale, attualizzandone i contenuti e commentandoli alla luce dei cambiamenti sociali intervenuti in questi anni. Questo è il primo volume a essere pubblicato, e contiene la visione di Martini sulla Chiesa, una Chiesa che non ha paura del presente perché capace di volgere lo sguardo al futuro, riuscendo ad amare e accogliere come nessun'altra istituzione da fare. Introdotte da una prefazione di Mons. Erminio De Scalzi, le parole di Martini si rivelano una volta in più coraggiose, mostrando grande affinità con quelle di un altro gesuita: il Cardinale Bergoglio oggi papa Francesco.
Un prezioso cartonato che raccoglie e approfondisce la catechesi dell'Arcivescovo. Per una conoscenza profonda del sacramento del Battesimo, capace di affrontare la questione cruciale del diventare e rimanere cristiani. In più, un'appendice per la riflessione, la preghiera, l'ascolto della Parola. [...] I testi pubblicati permettono una ripresa più ampia e completa degli interventi dell'Arcivescovo in risposta alle domande sul Battesimo: da dove viene il Battesimo? Perché battezzare un figlio? Perché con il Battesimo si entra a far parte della Chiesa? Come spiegare al figlio il dono ricevuto? Come essere testimoni del proprio Battesimo? Oltre alla ricchezza della riflessione, che attinge abbondantemente alla liturgia del sacramento del Battesimo, il cardinale ha voluto indicare alcuni testi dei Padri della Chiesa e del Magistero per la meditazione personale e per la trasformazione della riflessione in preghiera [...] Questo testo è anche un invito a entrare nella trasmissione della fede da parte di tutta la comunità cristiana. L'arcivescovo Dionigi Tettamanzi spesso è ritornato nei suoi interventi a richiamare questa responsabilità di tutta la comunità cristiana.
Il testo dell’arcivescovo emerito di Milano ha origine nel contesto dell’anno pastorale in cui il cardinale Carlo Maria Martini guidava la diocesi, e non solo, ad attendere con vigilanza Colui che sta alla porta della nostra vita ogni giorno, e a guardare oltre. E proponeva di guardare alle virtù teologali e cardinali come compagne quotidiane della vita degli uomini e delle donne desiderosi di sviluppare delle abitudini buone per camminare con fede verso il futuro. Come ricordava il vicario generale di allora, monsignor Giovanni Giudici, a proposito di questa catechesi: «Impariamo che, mentre è indispensabile che i cristiani ascoltino, contemplino, preghino le promesse di Dio circa la vita eterna, è altrettanto essenziale che siano attenti e spiritualmente laboriosi circa il loro presente».
In un discorso rivolto a educatori, descrivendo sinteticamente la mentalità postmoderna come un'atmosfera e un movimento di pensiero che si oppone al mondo così come lo abbiamo finora conosciuto, il cardinale indicava, per essere preparati a educare, la necessità di fare proprie quattro attitudini: «Non essere sorpreso dalla diversità; non avere paura di ciò che è diverso o nuovo, ma consideralo come un dono di Dio. Corri dei rischi; la fede è il grande rischio della vita. Sii amico dei poveri. Alimentati con il Vangelo». E per sviluppare queste attitudini «virtuose» suggeriva quattro esercizi: lectio divina, autocontrollo, silenzio, umiltà.
La virtù per i giovani: è più facile fare le cose difficili
Ripensando agli anni trascorsi a fianco dell’arcivescovo Carlo Maria Martini, ricordo sempre questa sua parola, rivolta ai giovani durante una meditazione. «È più facile fare le cose difficili». Il tono di questa parola risuonava nello stesso tempo entusiasmante e pacificante: è più facile fare le cose difficili perché il nostro cuore è fatto per le cose grandi, la mediocrità non è per noi!
«È più facile fare le cose difficili». Ho sempre pensato che fosse l’applicazione morale virtuosa del suo motto episcopale «Pro veritate adversa dirigere». Di fatto, mi hanno sempre colpito la sua curiosità e il suo desiderio di entrare nelle situazioni più intricate e complesse, a volte con un coraggio che solo un gesuita abituato a camminare a piedi da solo in mezzo ai disagi può trovare.
Quando in Duomo, nella prima sciagurata guerra del Golfo, gridò la preghiera di «intercessione» e ci spiegò che intercedere significava mettersi in mezzo con le mani sulle spalle dei due contendenti, l’arcivescovo svelò un tratto del suo stile, che avevamo visto tante volte incompreso, ma che avremmo riconosciuto tante altre volte realizzato concretamente nei rapporti interpersonali, nei conflitti ecclesiali, nei momenti dello smarrimento civile e in tante altre scelte della vita.
Nel grande corridoio dell’arcivescovado di Milano, opposto alla cappella, c’è il busto di bronzo del cardinale Schuster che prega con le mani giunte, e ricorda l’ascesi e la fedeltà agli impegni sacerdotali. Quando ricordo quel luogo, rivedo anche l’arcivescovo Martini che cammina con la Bibbia in mano; e lo rivedo in compagnia di un profeta, di un apostolo, o di un personaggio qualunque. Sono loro che lo conducono attraverso la lectio, la meditatio, l’oratio e la contemplatio, la discretio e l’actio a sentire il Signore che gli dice: «È più facile fare le cose difficili!».
Mons. Franco Agnesi - Introduzione al volume «Le virtù»
Può un uomo d’oggi prendere ancora sul serio «lo scandalo e la follia» della fede cristiana? È possibile, per l’uomo del terzo millennio, condividere le antiche affermazioni del Credo su Dio, Gesù Cristo, la Chiesa cattolica? Su un Dio che è uno e trino, che si è incarnato diventando a un tempo vero Dio e vero uomo, nato da una vergine, morto e risorto? Sulla Chiesa che è corpo mistico di Cristo e istituzione umana, visibile e invisibile? Sulla risurrezione per tutti e la vita eterna?
Vittorio Messori e Michele Brambilla – autore di grandi bestseller religiosi il primo, vicedirettore del Giornale il secondo – hanno deciso di interrogarsi sulle ragioni per «scommettere» sulla verità del Credo. Tra i due – entrambi giunti alla fede «da lontano» – si intreccia un dialogo semplice e al tempo stesso profondo, corrono parole quotidiane che tentano però di scandagliare il più vertiginoso dei misteri. E in risposta alle domande fondamentali – quelle che ogni uomo ragionevole si pone, compreso l’uomo del terzo millennio – suggeriscono «qualche ragione per credere».
Un sacerdote e capo scout ripercorre le riflessioni sul «senso religioso» che lui personalmente ha maturato nel solco tracciato da don Luigi Giussani, per proporle ai bambini attraverso un percorso e un linguaggio accesibile. Ne è nato questo un libro «interattivo», che apre con una favola (la storia dell’indiana Goccia di Luna), e che si chiude nella riflessione e nelle domande sul nascere, il vivere, il morire di ogni singolo uomo nel cuore della creazione e nel trascorrere del tempo.
Nella prima parte la fiaba avventurosa coinvolge direttamente i bambini, anche attraverso splendide illustrazioni di ambintazione indiana; nella seconda parte si propongono invece delle schede utili a genitori, insegnanti, catechisti ed educatori in genere per organizzare un lavoro/confronto con i bambini.
Mauro Ballestra, sacerdote dal 1983 è incardinato a Forlì dove è vicario parrochiale e coordinatore di un importante gruppo Scout cittadino. Ha già pubblicato con Ares Chi è mai costui! Il Vangelo annunciato ai ragazzi, nella collana «Catechesi» (2007).