
L'esortazione post sinodale Amoris laetitia porta molte novità alla pastorale della famiglia. Il presente volume di Michele Aramini, fa emergere le ricchezze e le potenzialità del lungo testo che ha bisogno di essere letto in profondità. Nell'introduzione si fa un inquadramento dell'esortazione e si presenta il metodo di lavoro per le schede che compongono il testo. Seguono poi le schede di approfondimento per ogni capitolo del testo, in numero variabile a seconda della lunghezza dei capitoli dell'esortazione. Ogni scheda è composta di: 1. una breve introduzione all'argomento del capitolo 2. la citazione di alcuni passi rilevanti 3. Il commento teologico pastorale 4. Alcune domande per approfondire il testo e avviare una eventuale discussione nei gruppi familiari. Il testo può essere usato come strumento di lavoro per i gruppi familiari o i gruppi di catechesi parrocchiale ed anche letto singolarmente come efficace e sintetico strumento di approfondimento.
Questo libro vuole rendere un servizio alla comprensione dell'Esortazione post sinodale Amoris Laetitia a cinque anni dalla sua promulgazione. Il testo del documento, pur essendo di facile lettura, resta ugualmente complesso per la sua stessa lunghezza, per la molteplicità delle questioni trattate, per le questioni teologiche che stanno dietro a molti paragrafi. Perciò crediamo sia utile estrarne i passi essenziali e corredarli di un sintetico commento, che permetta così di avere un'idea sufficiente della ricchezza del testo. Il volume può essere letto in continuità, come un altro libro qualsiasi, ma il lettore vedrà che la materia è divisa in 18 schede, che possono diventare tappe di una cammino spirituale o di un itinerario per gruppi familiari.
Nella sua esortazione apostolica Evangelii gaudium Papa Francesco ha presentato il manifesto programmatico della riforma della Chiesa da lui progettata.
Questo scritto di grande rilevanza ci offre uno sguardo profondo nella sua comprensione della Chiesa e dell'essere cristiani, una comprensione completamente improntata da una lettura del Vangelo che va teologicamente in profondità e che aderisce in modo pieno alla realtà.
Christoph card. Schonborn
Arcivescovo di Vienna
Per alcuni è il "parroco del mondo": quando decide di vivere in pochi metri quadrati a Santa Marta, quando scende dalla papamobile per abbracciare un malato, quando apre la Porta Santa del Giubileo in una diocesi africana e non a San Pietro... Per altri è un leader politico scomodo: quando denuncia gli eccessi della finanza, si preoccupa delle sorti dell'ambiente, si scaglia contro i potenti delle armi. Jorge Mario Bergoglio non è solo il pastore della cattolicità, ma un'icona carismatica, di grande forza comunicativa, che sta sollecitando le coscienze di credenti e non credenti. In una galleria di respiro internazionale, cinquanta grandi personalità della vita politica, culturale, artistica e imprenditoriale hanno accettato di confrontarsi - con estrema franchezza - con la figura di papa Francesco. Un contributo vergato di pugno, in cui intellettuali, accademici, economisti, artisti, scrittori, sportivi, industriali hanno condiviso i sentimenti e le idee che hanno suscitato in loro i gesti e le parole di questo pontificato. In una sorta di pubblica agorà, si rincorrono suggestioni, riflessioni, sguardi. Sono opinioni diverse: alcune entusiastiche, altre critiche e puntute, in ogni caso sempre rispettose, provenienti da universi culturali variegati, molti non certo vicini alla Chiesa. "Francesco e noi" dimostra che dialogare, gettare ponti, non significa rinunciare alla propria identità, quanto piuttosto approfondirla con onestà intellettuale. Un excursus nient'affatto apologetico. Uno straordinario caleidoscopio.
Turoldo e Balducci sono stati amici in vita e, per così dire, anche in morte (a poco più di due mesi di distanza l'uno dall'altro). Perciò è giusto e bello ricordarli assieme, narrando la loro vita, la loro attività, le loro pubblicazioni. È' quanto hanno fatto, brevemente ma intensamente, i due narratori di questo libretto, discepoli e anch'essi amici, dei due testimoni e maestri.
Papa Francesco chiama «situazioni di fragilità» segnate dall'«a-mo-re ferito» le convivenze di coppia uomo-donna senza matrimonio religioso: divorziati civilmente risposati, sposati con solo matrimonio civile, conviventi registrati, conviventi di fatto. Nei confronti di queste situazioni invita ad assumere «un'attenzione pastorale misericordiosa e incoraggiante», in modo da favorire in esse «una maggiore apertura al Vangelo del matrimonio nella sua pienezza» e una «crescita umana e spirituale». Il Papa riconosce che nel recente Sinodo sulla famiglia è emersa una molteplicità di punti di vista e di preoccupazioni pastorali, che egli paragona alle molte sfaccettature di «un prezioso poliedro». Questa immagine geometrica suggerisce che le diverse prospettive, nella misura in cui corrispondono alla realtà, si possono armonizzare tra loro. Lo abbiamo sperimentato noi stessi, confrontando le nostre interpretazioni dell'esortazione apostolica postsinodale sull'amore nella famiglia. Rilevando che la trattazione del tema dei conviventi senza matrimonio sacramentale è basata sulla distinzione tra l'ordine etico oggettivo e la responsabilità personale soggettiva, abbiamo potuto chiarire alcune affermazioni, che sono oggetto di discussione nel mondo ecclesiale, e trovare la convergenza su alcuni orientamenti per la prassi, che ci sembrano equilibrati e prudenti.
La fede è un dono di Dio. È la risposta a una Parola che interpella personalmente, a un Tu che chiama per nome. Così Papa Francesco nell'Enciclica "Lumen fidei". E qui torna in mente Blaise Pascal: "La fede è un dono di Dio. Non crediate che diciamo che è un dono del ragionamento. La fede è differente dalla dimostrazione: questa è umana, quella è un dono di Dio". Tra "credere" e "cercare" non c'è un aut-aut, c'è piuttosto un et-et. La scienza non risponde, per principio, alle domande più importanti per l'uomo; la filosofia non salva; e il "senso" è sempre religioso. "Chi crede, vede; vede con una luce che illumina tutto il percorso della strada" - di una strada liberata, innanzitutto, da "assoluti terrestri", a cominciare dall'idolatria dello Stato: Kaysar non è Kyrios. È l'intera esistenza umana che Papa Francesco vede illuminata dal faro della luce della fede: l'origine e la fine della vita; l'inviolabile dignità di ogni singolo essere umano; il valore della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la ricerca di "modelli di sviluppo che non si basino solo sull'utilità e sul profitto"; il rispetto della natura quale "dimora a noi affidata perchè sia coltivata e curata"; un concreto e mai distratto impegno per la giustizia, per il diritto e per la pace; il senso della sofferenza quale "tappa di crescita della fede e dell'amore". Una fede "non intransigente", ma che "cresce nella convivenza che rispetta l'altro"; non può essere "un rifugio per gente senza coraggio".
Una raccolta di saggi che affrontano il tema delle radici cristiane d'Europa. Cristianesimo ed Europa sono legati da una storia bimillenaria che rappresenta il nostro presente, il nostro passato e il nostro futuro. La fede è alla base dell'identità dell'Europa Cristiana e papa Francesco sin dall'inizio del suo pontificato ha posto il suo sguardo sul concetto di persona e di dignità alla luce delle politiche odierne incentrate sulla "cultura dello scarto".
Il ritratto del più grande filosofo cattolico del secolo scorso. Un viaggio affascinante nella storia del pensiero cristiano del Novecento. Amico di Guitton per oltre trent'anni, l'autore, J.J. Antier, attraverso un costante riferimento alle sue opere e alla testimonianza di coloro che lo hanno conosciuto e amato, ripercorre le tappe della vita del grande filosofo consegnandoci il ritratto vivo e coinvolgente di un pensatore che ha segnato profondamente il secolo appena trascorso.
Quando diventiamo criticoni sporchiamo il mondo e l'immagine bella di Dio che c'è in ogni persona.
Nel tardo pomeriggio dell'11 febbraio 2013 un fulmine cadde sulla cupola di San Pietro. Sembrò a tutti l'immagine-simbolo dell'evento inaudito che aveva appena scosso, fin dalle fondamenta, la Chiesa cattolica. Al termine di un discorso al Concistoro dei cardinali, in vista della canonizzazione dei martiri d'Otranto uccisi dai turchi più di mezzo millennio prima, Benedetto XVI si fece passare un foglietto da monsignor Georg Gänswein, che gli era a fianco con un volto tetro, e cominciò a leggere in latino: "Fratres carissimi...". Alcuni dei porporati presenti non capirono il perché di quello strano riferimento all'avanzare dell'età (ingravescente aetate). Altri finsero o si vollero convincere di aver male interpretato le parole del pontefice. Invece, il messaggio era chiaro. Anzi, inequivocabile. Con la sua Declaratio, Joseph Ratzinger rinunciava al ministero di vescovo di Roma. Si dimetteva da Papa. Non succedeva dal 1415. Per il mondo l'annuncio fu uno shock. Ma quali erano le ragioni profonde che avevano portato Benedetto a quella storica e tormentata decisione? Era un atto di responsabilità o un colpo di spugna? E come affrontare, dopo l'elezione a sorpresa dell'argentino Jorge Mario Bergoglio, la presenza di due Papi? Uno Emerito e l'altro Regnante? Marco Ansaldo, vaticanista e inviato speciale per la politica estera di "Repubblica", ci racconta una delle stagioni più travagliate nella storia della Chiesa, macchiata da polemiche, scandali finanziari e intrighi di palazzo. Dopo la piaga della pedofilia, i casi Vatileaks 1 e 2 e il processo contro i Corvi del Vaticano non sembrano esaurirsi le gogne, i colpi bassi e le epurazioni (l'ultima in ordine di tempo ha colpito il cardinale Becciu). Attraverso la testimonianza di monsignor Georg Gänswein - assistente personale di Benedetto XVI e custode dei tanti misteri che si celano dietro le mura vaticane - il libro di Ansaldo fornisce una nuova e dirompente chiave di lettura sul perché la convivenza tra i due Papi, di per sé problematica, si sia rivelata, di fatto, inattuabile. E se invece un'anomalia diventasse la regola? Oggi ci troviamo nel secondo tempo del Pontificato di Francesco. Qualcuno arriva a sostenere che il gesuita «venuto dalla fine del mondo» non abbia più niente da dire, avendo già espresso tutto sul piano evangelico e dottrinale. C'è modo, dunque, «di fare un altro papa»?
dalla presentazione di padre Raniero Cantalamessa:
«Avevo iniziato la lettura per puro dovere, con tutte le prevenzioni e le riserve del caso e forse anche qualcuna in più. Non può essere -mi son detto più volte, leggendo- una donna lontanissima dai dibattiti teologici di oggi a scrivere questo, e a scriverlo di getto, senza la minima correzione, senza un libro davanti, senza una ripetizione, con coerenza assoluta dall'inizio alla fine, pur separandosi da ogni foglio appena finito di scrivere e non potendo quindi neppure rileggere ciò che precedeva. Soprattutto, cose "artificiosamente inventate", come le chiama la Seconda lettera di Pietro, non infiammerebbero il cuore e non metterebbero salutarmente in crisi, come fanno le cose che si leggono qui.
Per me è stato un autentico piacere spirituale e intellettuale leggere queste pagine (e un privilegio leggerle in anteprima). Penso che lo sarà per molti altri. E non per un anno o due soltanto...».
INDICE
I Parte: Ti consegno il mio corpo e il mio sangue. Il dono dell'Eucaristia; II. Resta qui e veglia con me. La preghiera nel Getsemani; III. La luce del mio sguardo. Giuda e Pietro; IV. La verità del mio amore. Il processo di fronte a Pilato; V. Per adempiere ogni giustizia. Il cammino verso il calvario; VI. Mendicante del tuo amore. La crocifissione di Gesù; VII. Ti chiamo all'amore che trasforma. La risurrezione di Gesù.