
“Nel momento in cui incominci a pregare entri nella comunione dei santi. La tua preghiera entra nella sinfonia universale dell'amore. Tutti pregano con te e per te. La grazia incomincia a operare nell'istante medesimo in cui la preghiera sale dal tuo cuore.
La preghiera è il cuore della vita cristiana. Pregare non è difficile, purché lo si faccia col cuore. La preghiera cristiana è semplice. Non ha bisogno di esercizi del corpo e di controlli della mente. È la preghiera dei figli che si rivolgono al Padre celeste, pieni di fiducia nel suo amore. È la preghiera che nasce dai bisogni, dalle difficoltà e dalle sofferenze della vita. Non vi è situazione che la preghiera non possa illuminare e riscattare. Non vi è uomo, per quanto caduto in basso, che non possa incominciare a regare. La preghiera è un tu per tu con Dio. Nessuno ti ascolta come lui. Tu gli parli ed egli ti risponde con le sue parole di luce e di consolazione. Sappi che non preghi mai invano. Se preghi col cuore, al termine della preghiera ti sentirai diverso. Se prima eri agitato, ora sei calmo. Se prima eri in apprensione, ora sei fiducioso. Se prima eri debole, ora ti senti forte. La preghiera ti trasforma, perché Dio ti illumina con la sua luce e ti riveste della sua forza. Dio esaudisce sempre, nonostante le apparenze contrarie. Tu persevera nella preghiera e lascia che egli agisca secondo la sua sapienza e la sua provvidenza. Non imporre a Dio le tue vedute, ma chiedi la grazia di un totale affidamento. Nel momento in cui incominci a pregare entri nella comunione dei santi. La tua preghiera entra nella sinfonia universale dell’amore. Tutti pregano con te e per te. La grazia incomincia a operare nell’istante medesimo in cui la preghiera sale dal tuo cuore (dalla Presentazione di Padre Livio).
"La verità è una, la giustizia è una. Gli errori e le ingiustizie variano all'infinito." Nei tumulti del "secolo breve", Simone Weil era chiara, quasi profetica sulle sorti non certo felici che avrebbero atteso la democrazia qualora la si fosse idealmente ridotta a una forma vuota, misto di burocrazia, rancore e legalismo. Una democrazia fatta di procedure prive di sostanza e, quindi, di giustizia. Giustizia, che per la Weil non precede ogni forma di rappresentanza o consenso, ma costituisce l'origine propriamente politica della comunità. Il partito politico, piccolo mostro totalitario capace di mascherare da fini i mezzi, le appariva già allora come sintomo e causa di un decadimento delle idee forti di giustizia, politica, comunità. Per uscire dalla crisi, suggerisce la Weil, bisogna "radicare" le nostre buone pratiche nell'idea di giustizia davvero comune. Quella giustizia che racchiude in sé l'intero tragitto storico e di significato di tre altre parole: libertà, uguaglianza, fratellanza. Parole svilite e tradite proprio da quei monopolisti del consenso che la Weil identificava con i partiti politici. I tre testi, che qui proponiamo come una lezione imprescindibile a cui guardare, indicano a noi una strada quanto mai necessaria, oggi: quella di una fase costituente per una politica che si voglia davvero nuova e motore di cambiamento nella libertà.
"Amore senza misura. Disposto cioè a giocare in perdita per il bene del prossimo. Felice di pagare prezzi da capogiro pur di salvare una sola vita umana. Capace di raggiungere perfino il più indisponente nemico. Deciso a scavalcare le lusinghe della violenza, anche quando c'è da recuperare un sacrosanto diritto."
Maria di Nazaret ha avuto un’enorme importanza nella vita e nella spiritualità della Santa di Calcutta. Secondo Madre Teresa, l’unione con Dio avviene nell'imitazione di Maria, modello perfetto di vita attiva e contemplativa. La Madre di Gesù, inoltre, offre un mirabile esempio delle virtù cristiane: su queste virtù è incentrato il cammino verso il Natale proposto in questa Novena, basato sulla Parola di Dio e sulle meditazioni della Santa di Calcutta.
Gli anni del pontificato di Benedetto XVI (2005-2013) coincidono con la crisi mondiale del modello che segue al post-'89, la caduta del Muro di Berlino. Crisi della globalizzazione e dei suoi miti, a partire dal crack finanziario del 2008; crisi dell'occidentalismo teocon, naufragato nel bagno di sangue dell'Iraq; crisi della politica mediatica, senza partiti; crisi della Chiesa, travolta dagli scandali e dai giochi di potere. Un mondo senza legami è il risultato dei processi etico-politico-religiosi degli ultimi decenni. È il trionfo della "società del vuoto" (Lipovetsky), in cui virtuale e reale si confondono e l'individualismo trionfa. Ad esso il pontificato di Benedetto ha indicato un nuovo inizio, oltre il nichilismo e il manicheismo, a partire da un rinnovato incontro tra cristianesimo e modernità.
Il nuovo libro del Pontefice il quale per la prima volta racconta ciò che significa la missione di annunciare il Vangelo oggi nel mondo. Dialogando con Gianni Valente, giornalista dell'agenzia missionaria Fides, Papa Bergoglio interviene a suggerire in maniera puntuale e sistematica quali sono la sorgente e le dinamiche proprie dell'essere missionari, una vocazione che riguarda ciascun cristiano. In questo testo semplice e profondo, denso di aneddoti personali, di riflessioni legate all'esperienza e di sapienza evangelica, Francesco fa comprendere come il vero protagonista della missione non sia il missionario né la sua abilità, le sue strategie pastorali o le sue tecniche di marketing. Tutto ciò, spiega il Papa riecheggiando il predecessore Benedetto XVI, è infatti "proselitismo". Invece la Chiesa cresce soltanto per "attrazione", quando i credenti lasciando spazio all'azione dello Spirito Santo fanno emergere il vero Protagonista senza il quale "non possiamo far nulla". Il libro-intervista della Libreria Editrice Vaticana sulla missione rappresenta un'opera per comprendere ciò che il pontificato di Papa Francesco sta suggerendo a tutta la Chiesa, da lui chiamata ad essere "in uscita" con un rinnovato spirito missionario fin dalla prima esortazione apostolica "Evangelii gaudium" - e per andare all'origine, a ciò che fa scaturire la testimonianza cristiana. Una testimonianza che non può mai essere frutto di ragionamenti a tavolino, di teorie astratte o di strategie per essere meglio convincenti, ma nasce dal riverbero gratuito della bellezza che si è incontrata e della misericordia che si è ricevuta. Nasce, la testimonianza cristiana missionaria, dalla vita che si comunica come per osmosi.
«Quello che voglio dire è che "Tu sei l'Amato", e quello che spero è che tu possa ascoltare queste parole come fossero dette a te con tutta la tenerezza e la forza che l'amore può avere. Il mio unico desiderio è che queste parole possano risuonare in ogni parte del tuo essere - "Tu sei l'Amato"». Questa testimonianza personale a un Dio, che ci chiama 'gli amati' e che ci fa sentire amati, è il frutto di una lunga amicizia tra lo scrittore-giornalista Fred Bratman e Henri Nouwen. Henri cerca di spiegare a Fred come si possa vivere la vita spirituale in un mondo secolare. Un aspetto interessante del libro è che mentre l'autore scrive ad un suo caro amico, egli trova un linguaggio chiaro e persuasivo per tutti coloro che sono alla ricerca dello Spirito di Dio nel mondo. Un libro che è un dono: ci fa sentire amati da Dio e ci insegna a gustare la vita di chi si sente amato. Ci rivela così le meraviglie del viaggio spirituale e riaccende il fuoco della fede.
Il sentiero che guida alla pace del cuore, indicato in brevi pagine da un grande maestro della vita spirituale. Se pensiamo e viviamo come se la pace non ci sia ancora, e che siamo noi che dobbiamo crearla, siamo sulla strada verso l'autodistruzione. Al contrar io, se abbiamo fiducia che il dio dell'amore ha gia donato la pace che cerchiamo, vedremo questa pace emergere dal terreno rotto della nostra condizione umana e saremo in grado di permetterle di crescere velocemente e perfino di guarire le malattie politiche e economiche del nostro tempo.con questa fiducia nei nostri cuori potremo sentire le parole:beati i costruttori della pace perche "
Il sentiero che guida alla liberta di chi accoglie la vita come dono. Questo breve libro parla di una storia relativa a un incidente...il mio. Quando fui investito da un furgone mentre facevo l'autostop e fui tra sportato di corsa al pronto soccorso dell'ospedale piu`vici no, mi ritrovai all'improvvis o alla porta della morte. Dal momento che non sono morto, ma anzi sono ritornato in buona salute, posso raccontare la mia storia. Ora mi sento di dire che questa interruzione mi ha dato una nuova conoscenza di dio. E cosl, piu`forte che mai, sento il bisogno di scrivere al riguardo e di presentare semplicemente questa conoscenza che non posso tenere solo per me. Spero e prego che questa rapida occhiata di la dallo specchio possa portare conforto e speranza ai miei fratelli e sorelle che hanno paura di pensare all'avvicinarsi d ella loro morte o che ci pensa
Brevi pagine per una teologia della debolezza, che ci fa assumere il potere dell'amore di Dio. In questo libricino l'autore intende offrire una teologia della debolezza. Vuole guardare con gli occhi di dio e come gesu`ha insegnato alla nostra esperienza di creature deboli, limitate, vulnerabili e fragili, nella speranza che questa prospettiva possa offrirci un modo sicuro di viaggiare sulla terra. Egli mettera a fuoco tre parole: potere", "impotenza" e "forza". In primo luogo analizza il potere che opprime e distrugge. Poi intende dimostrare come quel potere venga disgregato dall'impotenza e inf ine proclamare la forza autentica che libera, riconcilia e g"
Pubblicato nel 1947 con il titolo ebraico Netivot be-utopia questo libro è un classico delle utopie del Novecento. Attraverso una rilettura dela tradizione socialista, anarchica e marxista, Buber propone una alternativa radicale fra lo stato, accentrato, burocratico, totalitario per vocazione, e la comunità, dialogica, decentrata, in sé già sovversiva. "Fare il possibile e desiderare l'impossibile": si condensa in queste celebri parole di Gustav Landauer il nesso tra messianismo ebraico e anarchia libertaria che Buber riprende per delineare l'utopia del domani, quella nostalgia per ciò che è giusto, da sempre promessa nella Torah. Dinanzi al pericolo di un illimitato potere planetario, una sorta di stato mondiale, viene indicato nel kibbutz, nella comune ebraica, il sentiero impervio di un socialismo anarchico e federalista che esplori e inventi gli infiniti modi in cui comunità autonome e autogestite possano dar luogo a una "comunità di comunità".
Tre grandi figure per indicare tre modi francescani di andare a Dio: la mistica, la natura, l'esistenza. San Bonaventura, Ruggero Bacone, Giovanni Duns Scoto appartengono al secolo d'oro dell'ordine, il XIII: un italiano, un inglese e uno scozzese, che approdano all'università teologica più prestigiosa del tempo, Parigi, vi sviluppano il proprio pensiero. Bonaventura esalta nella teologia e nella mistica l'acme di ogni genere di esperienza intellettuale; Bacone è soprattutto scienziato, ad altissimo livello, oltre che teorico della conoscenza in rapporto alla fede; il pensiero di Duns Scoto, noto ai filosofi per l'acume delle sue interpretazioni aristoteliche, è qui analizzato nelle ripercussioni di carattere esistenziale.