
Il pensiero di Papa Francesco sulla famiglia, la fede e la missione della Chiesa nel XXI secolo.
Con la sua immediatezza e la sua spontanea umanità Jorge Mario Bergoglio, il primo pontefice del continente americano, ha conquistato il cuore dei fedeli e l'ammirazione dei non credenti. Ma chi è Francesco, il papa «venuto dalla fine del mondo»? A raccontarcelo in queste pagine è lui stesso, attraverso un colloquio amichevole e appassionato - avvenuto quando era ancora arcivescovo di Buenos Aires - con Abraham Skorka, rettore del Seminario rabbinico della capitale argentina. Non un manifesto dottrinario, dunque, né un trattato teologico sulla Chiesa del XXI secolo, ma un dialogo interreligioso con un uomo di profonda spiritualità, che è uno dei modi privilegiati per assolvere il compito essenziale di ogni cristiano: «avvicinare l'anima dell'uno a quella dell'altro», finché «l'anima dell'uno si riflette nell'altro», e questo è possibile solo se si è capaci di «abbassare le difese, aprire le porte di casa e offrire calore umano». In queste riflessioni con il «fratello» ebreo sui temi fondamentali della vita dell'uomo - la nascita e la morte, le forme della convivenza civile, le insidie del potere, la possibilità di un'etica condivisa tra laici e credenti, l'omosessualità, l'eutanasia - conosciamo Jorge Mario Bergoglio e la sua strada maestra, quella dell'incontro e della costruzione della fraternità. Con gli atei, nella comune scoperta delle ricchezze dell'animo umano; con chi opera per la giustizia sociale, nello sforzo di tradurre in pratica quotidiana la verità del Vangelo; con le gerarchie ecclesiastiche, per ritrovare l'antica umiltà e il valore del dubbio, cifre di una dimensione pastorale gradita al Signore e benefica per il suo popolo. Ma a emergere nitidamente è anche il profilo di un cardinale che ha affrontato con decisione e senza compromessi gli anni più difficili della storia del suo Paese, e che non risparmia giudizi netti su questioni di respiro universale e di bruciante attualità: il ritorno della Chiesa a un percorso di santità, la selezione del clero non più basata su criteri corporativi, il pericolo insito in qualsiasi tipo di fondamentalismo, la deriva nichilista del capitalismo globalizzato, l'attenzione ai poveri e agli ultimi come impegno confessionale non più derogabile. Un libro che offre importanti spunti di riflessione ai credenti e ai laici desiderosi di conoscere il pensiero del nuovo Papa, una figura destinata a segnare la storia della Chiesa e la nostra contemporaneità.
Il libro nasce dalla ricca fonte della spiritualita vissuta dai primi monaci, dal quarto al settimo secolo. In modo davvero sorprendente questa corrisponde alle esigenze del popolo di Dio di oggi.
Questo libretto offre, in maniera semplice, alcune idee fondamentali sull'identità e la missione del catechista, a partire dagli scritti e dai discorsi di Papa Francesco. Questo "identikit" del catechista può essere utile per chi svolge questo ministero nella Chiesa, al fine di individuare e approfondire la sua vocazione. L'ultimo capitolo è dedicato ai primi catechisti che, come ricorda il Papa, sono i genitori e i nonni.
Documenti, lettere, conferenze e lezioni sull'insegnamento del catechismo per ripensarlo secondo uno schema storico che segue la rivelazione progressiva di Dio agli uomini e avvicina i ragazzi alle fonti bibliche.
Il caso serio del cristianesimo è l’esito di un lavoro di ricerca che accosta due tra i maggiori teologi del secolo scorso, Karl Rahner e Hans Urs Von Balthasar. Il confronto fra le rispettive posizioni teologiche consente di imbattersi nel “caso serio” del cristianesimo che è Gesù Cristo, la sua passione morte e risurrezione, figura indispensabile per un’autentica comprensione del mistero di Dio e dell’uomo. Di fronte ad un diffuso fondamentalismo religioso, la rivelazione cristiana il cui centro è la divino-umanità di Gesù Cristo, entra in scena per affermare che non si può ridurre la verità di Dio alla violenza degli uomini o liquidare l’esperienza di fede come irrazionale e lesiva della libertà. Il «caso serio» apparso in Cristo crocifisso è il vaglio di ogni religione, la fine di ogni estetica mondana, il giudizio su ogni divinità che nel suo sottomettere gli uomini non si lasci prima crocifiggere dall’amore e dalla passione per la realtà e il legami di ogni giorno.
Nell'ampio dibattito che durante il XIX secolo si sviluppa entro il mondo cattolico italiano sul tema dell'unità nazionale, della sua configurazioni istituzionale, delle modalità per il suo conseguimento la posizione di Antonio Rosmini si caratterizza per la consistenza delle sue basi filosofiche e insieme per la problematicità c i dissensi che ne sono derivati. Condannato all'Indice prima, discusso in vita cpost mortem, proclamato infine beato nel 2,007, il sacerdote roveretano sul piano politico e civile si distingue per un forte e sincero spirito di italianità che lo induce, lui formalmente suddito austriaco, a considerare il Piemonte come sua seconda patria. Ma su quali basi giungere all'unità nazionale? La risposta di Rosmini si iscrive nel vasto disegno di un articolato e complesso sistema dottrinale ove religiosità, centralità della persona, nazionalità, statualità, progetti di carte costituzionali, monarchia, repubblica, famiglia, proprietà economica, varietà e autonomie territoriali sono altrettanti tasselli concettuali che debbono confrontarsi con le condizioni reali cui l'Italia soggiace dopo che Rivoluzione francese e Restaurazione hanno impresso il segno del loro passaggio sul profilo politico e culturale del continente europeo.
"Santo padre, nonostante la nostra insistenza, lo Ior non ci ha mai fornito i documenti richiesti."
Da un incontro di papa Francesco con i membri della Commissione referente sullo Ior da lui costituita, autunno 2013
"La nostra è un'organizzazione modesta... Non abbiamo segreti."
Da una lettera di Paul Marcinkus al dipartimento di Stato americano, 3 aprile 1979
Una storia che si ripete. Questo libro ripercorre le imprese rocambolesche di un monsignore senza scrupoli, vicinissimo al papa e ai suoi più stretti collaboratori, intimo di ministri e capi di Stato, manager e banchieri, arricchendole di dettagli venuti alla luce solo di recente, di nuove testimonianze e di documenti inediti.
A distanza di trent'anni dall'uscita di scena di Marcinkus, cosa resta di lui nelle stanze del torrione di Niccolò V, sede dell'Istituto per le opere di religione? È vero che lo Ior si è ormai quasi totalmente rinnovato, come assicura il suo attuale presidente, grazie alla vigilanza dell'Autorità d'informazione finanziaria della Santa sede e alle nuove normative sulla trasparenza entrate in vigore in Vaticano? Oppure persistono ombre e torbide manovre per ostacolare il cambiamento voluto da papa Francesco?
Un racconto che attraversa più di cinquant'anni di storia delle finanze maledette del Vaticano, con lo sguardo sempre rivolto all'attualità, fotografando i lati oscuri che ancora rimangono. Di nuovo legati alla gestione del denaro, del potere e degli affari.
Fabio Marchese Ragona, giornalista, lavora come vaticanista per il Gruppo Mediaset. Da anni segue le vicende d'oltretevere anche per il quotidiano "Il Giornale". Conduce ogni settimana sul canale all-news Tgcom24 la rubrica domenicale "Stanze Vaticane". È autore del documentario su Giovanni Paolo II "Il sorriso di Karol". Ha scritto: "Potere Vaticano" (Edizioni Il Giornale 2016) e "Tutti gli uomini di Francesco" (Edizioni San Paolo 2018).
Uno dei temi più abusati dalla propaganda anticattolica del nostro tempo. Con la sua abituale chiarezza, unita a rigorosa documentazione, l’autore smonta la bugia che la Chiesa sarebbe stata nemica della scienza e ricorda che la disputa con Galilei aveva radici che oltrepassavano il discorso scientifico. Un quaderno adatto soprattutto a insegnanti e studenti, ma anche a genitori di alunni ai quali qualche professore disinformato, o in malafede, ha installato il germe della menzogna sulla storia dei rapporti tra la scienza e la fede.
Se c'è un filo d'oro che lega tutte le riflessioni e i commenti di Carlo Maria Martini intorno ai quattro Vangeli, è l'individuazione del percorso che il cristiano è chiamato a fare per passare dalla «coscienza battesimale» alla «coscienza presbiterale». Questo libro cerca di mettere in luce i caratteri fondamentali delle quattro tappe di questo percorso, incarnate nei quattro Vangeli. Ciascuno di essi, infatti, indica un aspetto fondamentale della vita cristiana: la sequela, l'etica, l'annuncio del kerygma, la dimensione contemplativa della vita. Nella loro reciproca interdipendenza, queste quattro tappe vanno a comporre la «figura globale del cristiano». Attraverso una rigorosa ricostruzione ragionata dell'opera esegetica del cardinale Martini, il testo mira a far emergere la peculiare capacità di far dialogare vita e Vangelo; certamente l'insegnamento più prezioso che Carlo Maria Martini ci ha lasciato.
In che cosa il messaggio di Gesù è ancora attuale per i credenti e i non credenti nella nostra società moderna e laica? È questa la domanda alla quale il cardinale Gianfranco Ravasi e il filosofo Luc Ferry cercano di dare una risposta, affrontando uno dopo l'altro i principali snodi del pensiero cristiano. Laico e agnostico, ma convinto che i Vangeli racchiudano una ricchezza di pensiero e di saggezza che va ben oltre la cerchia dei fedeli, Luc Ferry cerca di approfondire quanto del loro contenuto un non credente può oggi accettare, e identifica tale terreno nel nucleo intorno al quale il messaggio cristico si incentra, ossia l'amore nelle sue varie accezioni, eros, philia e agape. Il nodo irrisolto per il non credente rimane però il rapporto tra fede e ragione. E proprio a partire da questo tema si sviluppa l'analisi del cardinale Gianfranco Ravasi, per il quale il discorso teologico autentico deve saper procedere in equilibrio su un difficilissimo crinale, in bilico fra due abissi: l'approccio riduttivo, unicamente razionale e storico da un lato, e un misticismo irrazionalista che sfiora il fondamentalismo dall'altro. Ciò che egli propone per districarsi fra questi due estremi e un nuovo canale di conoscenza, riassumibile nella formula "credere e comprendere", ossia credere prima, per poter capire poi. Il libro si chiude con un confronto serrato tra il cardinale e il filosofo, che tocca temi di etica nevralgici per la società e il mondo attuali.
Il testo raccoglie alcuni degli scritti e degli interventi dell'allora card. Bergoglio, indirizzati in diverse occasioni al Rinnovamento, quando papa Francesco era assistente spirituale del Rinnovamento argentino: un'omelia, una lettera, e diversi discorsi.
Dice Heidegger che ogni vero pensatore pensa un solo pensiero: nel caso di René Girard è quello del «capro espiatorio». In questo saggio egli prende per mano il lettore e, passo per passo, illumina in modo definitivo quel meccanismo della persecuzione e del sacrificio a cui già aveva dedicato La violenza e il sacro. Ed è impossibile sottrarsi alla luce cruda e netta che in queste pagine viene gettata su alcuni temi che per forza ci riguardano tutti. In particolare, colpiranno per la loro radicale novità le interpretazioni di parabole ed episodi dei Vangeli, dove secondo Girard si compie quell'oscillazione decisiva per cui la vittima sacrificale non consente più alla colpa che le viene attribuita, ma diventa l'innocente che come tale si rivendica: così il capro espiatorio si trasforma nell'agnello di Dio.