
L’uomo cerca la bellezza, ne è affamato, e alla bellezza è disposto a piegarsi; ma il discernimento della bellezza rivelativa di Dio e della sua azione richiede un’educazione dell’intelligenza del cuore, un cammino ascetico mai concluso, una faticosa ricerca del senso inscritto in ogni bellezza. La bellezza è escatologica, come l'amore, come la comunione. Nella nostra condizione di pellegrini verso il Regno tendiamo a una pienezza che non ci è data. Così la bellezza della liturgia va definita e misurata sulla capacità che essa ha di fare spazio al Signore, di fare segno alla presenza efficace di Cristo.
In questo fascicolo pubblichiamo la relazione tenuta a Cuneo il 4 novembre 2010 nell’ambito del convegno “Il sacro e l’arte oggi”.
Il cristianesimo è l'unica religione di origine divina, istituita da Dio stesso con la creazione dell'uomo, mentre tutte le altre sono di origine umana, quindi soggette ai limiti, alle oscurità e alle fragilità dell'uomo, che non è entrato nella luce della divina Rivelazione. Quale progetto divino la religione cristiana è fondata sulla persona di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, che si è fatto uomo per la nostra salvezza. Solo Gesù Cristo è Dio, solo lui è il Salvatore e il Signore, solo lui è la Via, la Verità e la Vita, solo lui è il Risorto, vincitore del male e della morte, solo lui è il Giudice del mondo, solo lui è l'Amore eterno, origine e fine dell'esistenza umana. I cristiani devono rievangelizzarsi e riscoprire la bellezza e la grandezza della loro fede, che risplende sui volti di Gesù e di Maria, su quelli di innumerevoli santi e nella vita dei fedeli che hanno testimoniato la verità, la bellezza e l'amore di cui il cristianesimo trabocca. È ora necessaria una nuova generazione, che faccia rifiorire la religione divina sulla terra, ormai ridotta a una plaga desolata. Queste pagine sono la trascrizione di alcune catechesi tenute ai microfoni di Radio Maria. Gli interlocutori sono innanzitutto i ragazzi e i giovani che, in grande maggioranza, conoscono poco e male la religione cattolica e non trovano con chi confrontarsi né strumenti per colmare le loro lacune. In realtà il discorso è rivolto a un pubblico più vasto, in un passaggio storico in cui la fede autentica è sempre più minoritaria, mentre si diffondono una visione atea e materialistica della vita e una religiosità superficiale, costruita prendendo qua e là al supermarket delle credenze e delle superstizioni. Oggi molti cristiani hanno abbandonato il cristianesimo perché non l'hanno conosciuto e non l'hanno vissuto. Della loro religione conoscono soprattutto i luoghi comuni e le caricature anticlericali prodotte nel corso dei secoli. Dimenticandosi in quale grande cultura affondano le radici da oltre duemila anni, vanno alla ricerca delle novità che, in realtà, sono solo la riedizione aggiornata degli smarrimenti e dei vaneggiamenti della ragione offuscata dal peccato di origine. Ma su questa umanità decaduta si è chinata la divina Misericordia per chiamarla a nuova vita, riscoprendo la bellezza divina del cristianesimo.
Sotto la guida di Papa Francesco che ha dedicato diverse catechesi del mercoledì su questo argomento, cercheremo di riscoprire il valore e la bellezza del grande dono dell'Eucaristia. Con il suo stile profondo e semplice, il Papa ha voluto spiegarci non solo il senso della Celebrazione Eucaristica ma anche le singole parti della Messa.
Fedele al principio della Parola, il cardinale C.M. Martini offre alla Chiesa Ambrosiana e a tutti i fedeli che si mettono in comunione d'ascolto con lui, una risposta dalle molteplici sfaccettature alla domanda aperta con la lettera pastorale 'Quale bellezza salverà il mondo?', associando ad ognuna delle cinque "bellezze" individuate la figura di una Santa. Cinque capitoli che mettono a fuoco, di volta in volta, cinque bellezze che salvano il mondo: la bellezza della Croce, della Parola, della Preghiera, della Ascesi e della Trinità.
La Chiesa e le sue finanze: questo binomio, di per sé contraddittorio, fonte di frequenti scandali e causa di lotte di potere, è stato al centro dell'attività riformatrice di papa Francesco nei primi due anni di pontificato. Del resto, in un arco relativamente limitato di tempo - dal 2009 al 2015 - si sono susseguiti molti degli eventi chiave che hanno portato a cambiamenti senza precedenti: la Santa Sede prima ha attraversato momenti di conflittualità e di crisi drammatici, poi si è incamminata su una strada di riforme non ancora conclusa e che sta adesso entrando nel vivo. Fra cronaca, retroscena, analisi e riflessioni, il libro racconta la svolta nella gestione e nell'organizzazione delle finanze vaticane, già cominciata con il pontificato precedente e proseguita dopo l'elezione di papa Francesco. Molti gli interrogativi e i nodi da sciogliere: in che misura la riforma finanziaria del Vaticano è stata imposta dall'esterno alla Santa Sede? Quali i "poteri forti" coinvolti in questo processo? Che ruolo hanno avuto le multinazionali esperte in antiriciclaggio e gestione finanziaria? Quanto ha pesato quest'insieme di fattori nel determinare le dimissioni di Benedetto XVI? Ancora, perché sta finendo il potere italiano nella Curia e nel papato? Infine, riuscirà Bergoglio a coniugare la sua idea di una Chiesa "povera per i poveri" con la trasparenza?
Il Santo Padre, durante le udienze generali che hanno accompagnato l'Anno Santo, ha presentato il tema della misericordia dal punto di vista biblico, spirituale e pastorale. Ha declinato la parola "misericordia" con il servizio, l'impegno, la correzione, la pietà, l'elemosina e con tanti altri aspetti della vita di ogni uomo. Nel Magistero di papa Francesco la misericorida è un tema ricorrente. Ne parla sempre. Ma noi abbiamo recepito il suo messaggio? Abbiamo compreso le implicazioni della misericordia nel nostro quotidiano? Abbiamo seguito l'invito di Francesco a farci volto di misericordia? A noi il compito di rileggere e meditare le catechesi sulla misericordia per abbandonare la via dell'indifferenza e abbracciare la via della tenerezza e dell'amore.
«Io non sono migliore di te. L’unica cosa che posseggo è una verità terribile, carica di una potenza sconvolgente. Una verità che ha salvato me e che mi ha dato la risposta a tutti i perché della vita: il Vangelo. Io so che è la verità e l’ho sperimentato mille e mille volte, ma fosse anche un’utopia ti posso assicurare che è un’utopia che ha la forza di salvare. Te ne parlerò da fratello».
Descrizione
Carlo Carretto ha scritto questo libro come un appello ai giovani. È per rispondere a tutti coloro che sono stretti nella morsa della tristezza, del pessimismo, del nichilismo, a quanti sono tentati di ripiegarsi su se stessi sperimentando le droghe o, all’opposto, percorrendo illusorie strade di violenza.
È un appello per tutti a rovesciare le situazioni disperate, a credere realizzabile l’utopia, a mettersi nella verità, a tentare cammini di speranza. Mostrando il necessario coraggio: «Tu da solo puoi niente, tu più Dio puoi tutto». Se credi in te stesso e se credi in Lui puoi vincere l’autodistruzione, puoi scegliere la non violenza.
"La prima lettera ai Corinti era cara al cardinal Martini, che certamente l'aveva amata perché rivelava un volto dell'Apostolo spesso tenuto in penombra: ben lontano dal pastore appassionato, ben lontano dallo stereotipo dell'intellettuale e del teologo astratto e distaccato che gli era stato imposto da molti. Questo testo paolino presenta la vastità dei problemi che pervadono l'esistere cristiano non solo di allora ma di ogni epoca, fino ai nostri giorni. È perciò interessante seguire l'itinerario che propone il cardinal Martini, perché egli seleziona alcuni nodi capaci di riflessi attuali nella nostra contemporaneità; primo fra tutti, una certa disillusione, l'elemento che riesce a spiegare appieno il titolo scelto dal cardinale. Un itinerario, quello proposto da Martini, che riflette non solo la sua fede ma anche la sua anima di pastore, la sua sensibilità per la Parola di Dio nelle sue molteplici iridescenze, ma anche la sua profonda umanità e la sua sintonia con la cultura e la società contemporanea." (dalla prefazione del card. Gianfranco Ravasi)
Il tratto comune che innegabilmente emerge da questi scritti è quello di formare un'unica riflessione attorno alla questione della fede nei tempi moderni. Pierre Teilhard de Chardin scavalca i dibattiti tra spirito laico e spirito religioso. Il mistero dell'Incarnazione, mistero dell'amore di Dio, dà luce alla stessa evoluzione del cosmo e ogni uomo partecipa alla sua realizzazione. Il discorso paolino dell'Areopago trova in Teilhard un nuovo abbrivio dopo duemila anni di cristianesimo e di evoluzione del pensiero umano. I cinque testi qui riuniti fanno parte di un'ampia raccolta, "Ecrits du temps de la guerre", nella cui prima traduzione italiana (intitolata La Vita cosmica, Il Saggiatore, Milano 1971), era stato escluso il penultimo di essi, "Per una nuova evangelizzazione del nostro tempo". Questi Scritti presentano caratteristiche sorprendenti, data l'età relativamente ancora giovane di Teilhard e la già chiara impronta del suo pensiero: "La sostanza fondamentale in seno alla quale si modellano le anime, l'ambiente superiore in cui evolvono, il loro speciale Etere (se così si può dire), è la trascendente e tuttavia immanente Divinità nella quale viviamo, ci muoviamo e siamo. Dio è alla nascita, nella crescita e al termine di tutte le cose, senza peraltro mescolarsi né confondersi per nulla con l'essere partecipato che regge, anima, tiene insieme. Di conseguenza tutto vive e si eleva, tutto è uno in Lui e per mezzo di Lui...". Prefazione di Luciano Mazzoni Benoni.
Desidero affermare che nei contenuti di questo libro il lettore troverà la bussola per orientarsi nell’attuale cambiamento d’epoca.
Sono convinto che al mondo che verrà, e che è in parte già venuto, dobbiamo consegnare un libro come questo di Angela Fedele, poiché contiene in sé le risposte di cui l’umanità ha bisogno proprio in questo momento. Angela Fedele ci consegna un lavoro che ha in sé le caratteristiche della profezia e dell’annuncio.
Dalla Prefazione di Tonino Cantelmi
Sintesi del volume
Martin Buber e Tonino Cantelmi ci consegnano una proposta esistenziale che si oppone a derive individualiste o a tentazioni collettiviste: siamo chiamati a vivere nello stretto spartiacque tra l’io e il tu, giacché l’essenza della vita è nell’autenticità della relazione, che trova formulazione nel suo anelito costitutivo dell'esser rivolto all'Infinito.
Angela Fedele si laurea con lode in Filosofia. È curatrice del libro “Incontri con l'Altro: Nuovi orizzonti del Dialogo” per Opera editrice (2010). Ha insegnato nella Scuola Pubblica sperimentando un suo nuovo metodo di insegnamento incentrato sul dialogo io-tu, che ha come nucleo teorico di riferimento intellettuali della portata di Cantelmi, Cacciari, Galimberti.
In questo dodicesimo volume della collana "Magistero e Arte di Benedetto XVI", il Santo Padre continua il percorso delle sue catechesi proponendo delle meditazioni sul tema della Preghiera. In particolare, prendendo spunto da episodi delle Sacre Scritture, propone una sorta di scuola della preghiera cristiana, per aiutare tutti i fedeli a vivere in modo ancora più intenso e intimo il rapporto con Dio, che proprio grazie alla preghiera si rivela all'uomo mettendo in atto il Suo disegno di salvezza.
Benedetto XVI, dopo aver dedicato le precedenti catechesi ai Padri della Chiesa, alle più grandi figure cristiane del Medioevo e ai Dottori della Chiesa continua ora questo percorso proponendo le sue riflessioni sul tema della Preghiera. In particolare, in questo nono volume delle sue Catechesi, il Santo Padre si sofferma sulla preghiera cristiana, quella cioè che la Chiesa ha insegnato e continua ad insegnare all'uomo, rafforzando così la profondità e l'intimità del rapporto con Dio.