
Le preghiere,raccolte e liberamente adattate dagli scritti di Santa Teresa di Lisieux, esprimono lo slancio del suo cuore e permettono a noi di partecipare alla sua preghiera, rivolgendoci a Dio con le sue parole.
Questa biografia, nata da una lunga e paziente riflessione sulle testimonianze dirette, narra con serena pacatezza i grandi fatti e i momenti amari del frate stigmatizzato di San Giovanni Rotondo.
L'autore presenta Don Bosco immerso nella realtà economica del suo tempo, una realtà che solo studi recenti hanno permesso di conoscere più a fondo. Viene inoltre dato risalto alla cornice dell'ambiente ecclesiastico, la cui conoscenza è stata anch'essa arricchita da recenti ricerche storiche.
Quando aveva 58 anni, per ordine di Pio IX, Don Bosco dovette scrivere la storia dei primi quarant'anni della sua vita. Oggi questo prezioso testo è riproposto integralmente. E' solo stata ritoccata la lingua: l'italiano popolare del del 1800 viene trascritto nell'italiano popolare di oggi.
"Che cosa significa? Chi sono quei personaggi?" Domande che assillano i visitatori delle mostre e dei musei. Un tempo, le opere d'arte "parlavano" anche agli analfabeti, ma oggi, nel moltiplicarsi delle culture e dei riferimenti, il loro linguaggio visivo risulta spesso ostico. Da Agata a Zeno, questo libro presenta le immagini e le caratteristiche di oltre centoventi santi, i più ricorrenti nell'arte sacra, fra storia e leggenda, tradizione e devozione. Ogni santo è introdotto da una pratica scheda di identificazione, note sulla vita e il martirio, e una serie di riferimenti visivi per riconoscere senza indugi i personaggi, le loro vicende, le particolarità della devozione.
Il santo trafitto dalle frecce è sempre Sebastiano? E la santa che tiene in mano i propri occhi è inequivocabilmente Lucia? Chi è il santo che porta sul braccio a mo' di mantello la propria pelle? E quello che uccide il drago è Giorgio o forse Michele? Se chiunque è in grado di riconoscere san Pietro per le chiavi che porta in mano, o santa Caterina grazie alla ruota del martirio con la quale viene sempre raffigurata, più arduo può risultare identificare sant'Egidio, che si accompagna a un cervo, santa Barbara rinchiusa in una torre o san Biagio con il pettine da cardatore con il quale fu martirizzato. Ogni santo è illustrato da una o più immagini a colori e accompagnato da una "carta d'identità" che ne racconta la storio, ne descrive l'aspetto esteriore, ne evidenzia i simboli collegati e ne illustra la diffusione dell'immagine attraverso i secoli.
Un album che racconta la vita di san Francesco - il santo più amato dai cattolici nel mondo - attraverso i capolavori della pittura, dal Duecento al Seicento. Non c'è infatti periodo della storia dell'arte che non abbia visto artista cimentarsi con la rappresentazione del "poverello" di Assisi: una tradizione mai interrotta che ha origine in tempi molto vicini alla sua vicenda terrena. Da Giotto fino a Caravaggio, passando per Cimabue, Sassetta e Gentile da Fabriano, ogni episodio della vita del Santo è illustrato da una serie di tavole a piena pagina accompagnate da una citazione tratta dalle Fonti Francescane e da un testo descrittivo dell'episodio stesso e dell'iconografia a esso collegata. Correda il volume un apparato documentario che raccoglie alcuni scritti, preghiere e il testamento di Francesco.
Professore all'University of California, Berkeley, Peter Brown mette a fuoco in questo libro uno dei punti chiave della società e della sensibilità dei primi secoli della cristianità, ricostruendo i rapporti tra i fenomeni della superstizione e lo stabilirsi delle pratiche mortuarie e del culto ai santi. Il testo è strutturato in sei parti: Il santo e la tomba, "Un luogo elegante e privato", Il compagno invisibile, I morti eccezionali, "Presentia", "Potentia".
In questa "Vita" risaltano le ambizioni e la vivissima intelligenza di San Francesco, le debolezze e i difetti del carattere, ma anche le superstizioni radicate che egli aveva in comune con gli uomini del suo tempo. In questo modo l'autrice ha cercato di percepire il significato della santità di Francesco e della sua dissonante diversità rispetto al contesto storico nel quale si trovò ad agire. Con una prefazione di Jacques Le Goff.
Frutto di anni di lavoro, questa opera di Le Goff non vuole essere il semplice racconto di una vita, ma l'affresco di un'intera epoca e una serrata discussione sulla possibilità stessa di fare storia, laddove la documentazione sembra sfumare nelle nebbie del mito. La prima tappa del percorso ci offre il racconto tradizionale della vita di San Luigi, elaborato secondo le fonti disponibili: il sovrano devoto, che accoglie i poveri alla sua tavola, fonda ospedali, cura gli appestati e partecipa a due crociate, sino a morire di peste in marcia verso l'Egitto. Quindi, nella parte centrale del volume, Le Goff raccoglie informazioni che vaglia criticamente, distinguendo il probabile dal verosimile. Infine il personaggio è inserito nel quadro dell'epoca.
Fu il 20 settembre 1918, in uno sperduto convento del Gargano, che padre Pio da Pietrelcina vide iscriversi sul proprio corpo le cinque piaghe di Gesù. Non era un momento qualunque nella storia d'Italia. Alla carneficina della Grande Guerra si era aggiunta l'ecatombe dell'influenza spagnola. Perciò, il "crocifìsso vivo" venne investito da una smisurata offerta di preghiera e da un'accorata domanda di grazia. Ma suscitò anche una sorda diffidenza e un'aperta resistenza. La diffidenza dell'Italia laica, nell'infuocato clima politico del "biennio rosso". La resistenza del Vaticano, ostile alle forme più spinte di religiosità carismatica. Così, fin dagli anni Venti la storia di padre Pio si intrecciò strettamente con la storia della Chiesa e con la storia d'Italia. Denigrato dal frate-medico Agostino Gemelli, e quasi perseguitato dai presuli del Sant'Uffizio, il cappuccino con le stigmate trovò potenti difensori all'interno del Partito nazionale fascista. Seguirono decenni di vicende gravi e perfino rocambolesche, tra conversioni e ritorsioni, pellegrinaggi e sciacallaggi, congiure e abiure, finché l'avvento al soglio pontificio di Pio XII non permise il pieno dispiegarsi del culto garganico. Ma neppure allora la storia potè dirsi finita. Giovanni XXIII scatenò contro padre Pio un'ultima offensiva, prima che il papa polacco ne riconoscesse le virtù e lo elevasse agli altari.
Francesco fu il primo santo ad avere le stimmate. Tuttavia non spese mai una parola su queste ferite, che invece frate Elia, potente Vicario dell'Oriente, aveva constatato sul suo cadavere. Si trattò di un ritrovamento vero o di un'audace invenzione? Certo Gregorio IX non vi credette, e nella bolla di canonizzazione non ne fece parola, anche se più tardi mutò opinione; una versione ancora differente fu quella di frate Leone, l'amico più caro del santo. Incertezze e discordanze che si rispecchiano nelle tre biografie ufficiali, commissionate a Tommaso da Celano, sul quale influiscono le tensioni e i mutamenti dell'Ordine, diviso tra la fedeltà al Francesco delle origini e l'adattamento a una regola meno rigida che il travolgente successo del fondatore imponeva.
Originariamente simbolo di un modo di intendere la religione diverso e innovatore rispetto alle tradizioni ecclesiastiche, la figura di Francesco è stata in seguito oggetto di continue e sistematiche revisione volte a censurarne gli aspetti più rivoluzionari. Il suo percorso biografico appariva infatti come simbolo di molte di quelle istanze centrifughe, quanto non decisamente sospinte su posizione eretiche, contrastate dalla Chiesa, incapace di riassorbirle. D'altra parte, il credito e la popolarità raggiunte dal santo, tenaci anche dopo la sua morte, rendevano difficili e poco opportuno ogni tentativo di gettare discredito alla sua figura. Di qui la necessità di organizzare una campagna capillare di informazione, affidata a biografie «controllate» appositamente commissionate e distribuite nei conventi con stupefacente efficacia e sistematicità. Infine, la biografia ufficiale di san Bonaventura, per riportare la luce, impose un nuovo Francesco, facendo di lui la figura dolce e un po' stucchevole che oggi siamo abituati a conoscere.
Di pari passo furono distrutte tutte le biografie precedenti, anche quelle non ufficiali, recuperate in parte e fortunosamente, a volte in un unico esemplare, solo nel secolo scorso. Così, per secoli, Francesco fu il Francesco di Bonaventura.
Sfuggono al controllo le immagini, che pure avrebbero dovuto subire la stessa censura. Attraverso di esse è quindi possibile recuperare una diversa interpretazione dell'episodio delle stimmate. Un episodio - con rivoluzionaria versione di Giotto - che è l'avvenimento più famoso a conclusione della vita di Francesco. Non meno controversa è l'interpretazione della predica agli uccelli, di cui si offre qui una nuova e suggestiva lettura.
Incrociando quindi fonti scritte e iconografiche l'autrice riesce, con grande agio narrativo, a fornire non solo un'inedita lettura della vita del santo, ma anche a recuperare un singolarissimo momento di storia religiosa, culturale e artistica.