
Questo ottavo volume dell’epistolario di don Bosco raccoglie 394 lettere da lui scritte o sottoscritte nel biennio 1882-1883. Molte risultano sconosciute sia alle Memorie Biografiche, sia all’Epistolario curato da don Ceria; altre poi potranno sempre emergere da qualche archivio pubblico e privato, soprattutto di famiglie nobili. Quasi un centinaio sono quelle in lingua francese, due in spagnolo (1883) e quattro in latino (1882). Alle 394 lettere qui elencate in ordine cronologico vanno poi aggiunte le 21 lettere attestate, ma di cui si conosce solo sommariamente il contenuto (Appendice).
Sulla scia dell’umanesimo rinascimentale, san Francesco di Sales ha elaborato – non in modo teorico ma pratico e pastorale – un progetto di educazione e di formazione integrale della persona. Ogni essere umano è chiamato a perfezionare se stesso in tutte le sue dimensioni come individuo: i sensi del corpo, le passioni e gli affetti dell’anima, le facoltà spirituali della memoria e dell’intelletto, e in modo particolare il cuore, sede della volontà e della libertà.
Come persona immersa nella società, il nostro Autore si dimostra attento alla promozione della dignità di ogni persona, sia nella famiglia, nelle relazioni sociali, nel lavoro, nel tempo libero come anche nel servizio del proprio paese.
Infine san Francesco di Sales non può pensare alla persona senza la sua apertura alla trascendenza. In questo campo la sua proposta è anche originale: ha un’immagine positiva di un Dio che attrae l’uomo rispettandone la libertà; la devozione che promuove è una “devozione civile”; inoltre l’amore di Dio va vissuto nella vita quotidiana, mentre l’amore del prossimo è caratterizzato dalla “dolcezza”, fiore della carità. Il progetto di san Francesco di Sales è un antidoto contro una formazione unidimensionale che trascura le molteplici risorse della natura umana.
L’Epistolario di don Bosco costituisce lo strumento principe per conoscere il suo essere e il suo operare, la sua mentalità e il suo pensiero, i suoi interessi e le sue avversioni: in altre parole lo sviluppo progressivo, materiale e morale, della sua Opera. I primi destinatari dell’Epistolario sono le comunità educative, quelle ecclesiali e particolarmente i membri della Famiglia salesiana, che in esso potranno scoprire la poliedrica figura di don Bosco come uomo, prete, padre, maestro, educatore, fondatore, operatore sociale, comunicatore, santo e così via.
Ma come tutti i grandi epistolari, anche quello di don Bosco emette segnali in più direzioni: può infatti essere oggetto di attenzione da parte di storici, psicologi, pedagogisti, sociologi, antropologi culturali, linguisti, semiologi, studiosi di spiritualità, esperti di comunicazione. E tutto ciò senza che possa essere considerato in alcun modo un epistolario a carattere letterario, artistico, politico, ascetico, bensì un epistolario di vita quotidiana di un uomo dell’Ottocento che, grazie anche alla fitta corrispondenza con un’ampia galleria di persone e personalità di ogni classe sociale, è riuscito a lanciare e realizzare grandiosi progetti, in buona parte tuttora attuali, per l’educazione dei giovani, soprattutto i più poveri.
A diciotto mesi di distanza dal volume sesto dell'epistolario di don Bosco, viene ora pubblicato il volume successivo, il settimo, contenente 441 lettere scritte nel biennio 1880-1881, di cui 151 totalmente sconosciute sia alle Memorie Biografiche, sia all'Epistolario di Eugenio Ceria.
Le lettere in francese sono ventinove, otto quelle in latino. Alle 441 lettere elencate in ordine cronologico vanno poi aggiunte le 26 attestate, ma di cui si conosce solo sommariamente il contenuto (Appendice I) e quella scritta da don Bosco, ma firmata da altra persona (Appendice II).
Assisi, XII secolo. Francesco è un ragazzo di quattordici anni che aspira a compiere grandi imprese cavalleresche. Ma un giorno si trova coinvolto in una realtà ben più pericolosa dei suoi sogni: insieme ai suoi amici proverà a impedire un terribile omicidio... Dovrà entrare nella cupa foresta e nei grandi palazzi nobiliari, incontrare un terrificante lebbroso e un'ancor più terrificante guaritrice, fino a quando, aiutato dalla presenza saggia e quieta della piccola Chiara e da un grande e meraviglioso cervo reale, inizierà a comprendere l'incredibile bellezza delle cose che lo circondano. E anche affrontare l'assassino sarà più facile. Età di lettura: da 9 anni.
Il volume raccoglie alcuni scritti di Giovanni Battista Montini che documentano la riflessione sull'educazione dagli anni dell'attività come assistente della FUCI, attraverso l'episcopato milanese per giungere fino al pontificato. Particolare rilievo assumono i temi dello studio e dell'insegnamento, la formazione cristiana dei giovani e l'evangelizzazione intesa come educazione alla fede.
«L'uomo non è perfettamente felice fino a che gli rimane qualche cosa da desiderare e da cercare [...]. Perciò rimane nell'uomo il desiderio naturale di conoscere la natura della causa, quando nel conoscere gli effetti arriva a comprendere che essi hanno una causa. Si tratta di un desiderio dovuto a meraviglia, come dice Aristotele, che stimola la ricerca [...]. Ma alla perfetta felicità si richiede che l'intelletto raggiunga l'essenza stessa della causa prima. E allora avrà la sua perfezione nell'unione a Dio, come all'oggetto del suo desiderio, nel quale soltanto consiste la felicità dell'uomo» (Sum. Theol., I-II, q. 3, a. 8).
La riflessione sull'educazione negli scritti di Giovanni Battista Montini: gli anni dell'attività come assistente della FUCI, l'episcopato milanese, il pontificato di Paolo VI. I temi sono quelli dello studio e dell'insegnamento, della formazione cristiana dei giovani, dell'evangelizzazione intesa come educazione alla fede. «La gioventù avrebbe bisogno di sperare nella giustizia; forse ha un senso eccessivo dell'ingiustizia che ancora è diffusa nel mondo; noi non dobbiamo deludere la sua speranza che l'ingiustizia possa essere se non debellata, almeno gradualmente rimossa. La gioventù ha forse un eccessivo desiderio di dinamismo: non dobbiamo così frenare questo dinamismo da togliergli la spinta verso una perfezione maggiore di quella presente».
Attraverso una pluralità di temi e percorsi, da questi "Appunti" di un testimone della cultura cristiana emerge un ritratto vivo di Paolo VI: le scelte pastorali, l'insegnamento magisteriale, l'orientamento politico del suo pontificato e, soprattutto, la profonda, intrinseca, ispirazione religiosa. «Il magistero montiniano documenta, nelle diverse fasi della sua vita - dalle prime esperienze come educatore dei giovani studenti, attraverso il ministero episcopale a Milano e fino al pontificato - lo sforzo instancabile di additare la verità su Dio e sull'uomo resa accessibile dalla rivelazione cristiana e, al tempo stesso, l'impegno per la formazione di una coscienza critica e responsabile, libera e all'altezza della sua vocazione».
Gli scritti di Giovanni Battista Montini e il pontificato di Paolo VI testimoniano una costante attenzione al messaggio dell'arte, all'atto creativo come espressione di trascendenza divina e alla bellezza, "splendore di verità". La riflessione di Massimo Camisasca presenta le tappe più significative di questo rapporto: l'incontro con gli artisti nella Cappella Sistina, il 7 maggio 1964 ("Noi dobbiamo ritornare alleati, noi abbiamo bisogno di voi") e il messaggio che il papa rivolse loro alla chiusura del Concilio Vaticano II, l'8 dicembre 1965. Completano il volume una analisi di Roberto Filippetti delle opere in cui Caravaggio si dimostra capace di "carpire dal cielo dello spirito i suoi tesori" (per usare una espressione montiniana) e una testimonianza della scultrice Paola Ceccarelli sull'importanza del messaggio di Paolo VI per la sua ricerca della bellezza.
Due testi inediti di Karol Wojtyla, all'epoca Arcivescovo di Cracovia, che sviluppano un approccio antropologico, teologico e pedagogico all'amore umano, mostrando come la sua educazione sia strettamente collegata a quella del desiderio. Si tratta di coniugare le dimensioni dell'affettività e della riflessione, facendo incontrare l'amore e il bene, per evitare che l'incontro con l'altro sia inquinato dalla logica del consumo e dell'uso reciproco. Anche in questo caso, come in ogni altra espressione della persona, si pone la sfida della maturità, la capacità di esprimere l'amore all'altezza della dignità umana.
Una biografia di San Tommaso in forma di racconto poetico, con le illustrazioni di Gino Severini: le vicende storiche, il pensiero e la spiritualità del Dottore Angelico, il santo che, tra i maestri della Scolastica, rappresenta il vertice della sapienza cristiana. Il volume non è solo una narrazione della vita del Santo, ma anche un invito alla meditazione e alla riflessione. Raissa Maritain racconta diversi episodi ed alcuni miracoli, ma, soprattutto, vuole attrarre l'attenzione del giovane lettore sulla verità e sulla santità dell'intelligenza, sottolineando l'importanza della preghiera. I disegni di Severini fanno da contrappunto alla narrazione, traducendo in immagini le parole. Età di lettura: da 10 anni.