
In questo volume biografico, l'Autore rivisita le opere del protagonista e ricostruisce le vicende biografiche e spirituali dell'ex-latifondista convertitosi insieme con la moglie Terasia all'ideale monastico.
I grandi problemi, che oggi assillano l’umanità, dalla terza guerra mondiale a pezzi, denunciata da Papa Francesco, al terrorismo sempre incombente, dalla produzione incontrollata di armamenti all’ineguale distribuzione della ricchezza mondiale, dalla miseria e dalla fame ampiamente diffuse agli esodi biblici di intere popolazioni, dalla distruzione dell’ambiente naturale all’aggressione feroce, scagliata contro i fondamentali diritti dell’uomo e della famiglia, a incominciare dal diritto dei diritti, quello alla vita, sono, nel loro fondamento, problemi di natura morale e vanno affrontati e risolti prima di tutto sul piano morale. Ora, nessuno più e meglio di san Tommaso d’Aquino ha proposto, descrivendolo nei suoi particolari, un sistema morale in grado di offrire risposte e soluzioni definitive ai grandi problemi che angosciano il tempo presente. Non per nulla, la “perenne” attualità del pensiero di san Tommaso è stata sempre riconosciuta dalla Chiesa cattolica e, ultimamente, da san Giovanni Paolo II. Questo primo volume, dedicato alla vita morale secondo san Tommaso, incomincia col delineare i fondamenti, sui quali viene innalzato un possente edificio filosofico e teologico. Per renderlo più facilmente accessibile, si è seguita una metodologia espositiva, tesa a facilitare la lettura e l’acquisizione dei concetti.
Solo da pochi decenni, dopo secoli di dimenticanza, l’attenzione della riflessione teologica e dell’insegnamento catechetico si è rivolta ai misteri della vita di Cristo, dalla nascita e dalla vita pubblica sino alla morte-risurrezione-ascensione. Ma, già sette secoli e mezzo fa, san Tommaso d’Aquino, in particolare nella Summa Theologiae, trattava, in un sol blocco unitario, sia il mistero dell’Incarnazione che i misteri di Cristo: proprio da questi misteri della storia di Cristo, infatti, prorompe la potenza salvifica dell’Incarnazione. Nel presente studio, i misteri di Cristo vengono introdotti nel loro inquadramento teologico, approfonditi alla luce del mistero eterno della volontà di Dio e del suo disegno storico-salvifico di attuazione, fondamentale criterio interpretativo dell’agire trinitario. Quindi, tali misteri sono colti nella loro ineliminabile dimensione mistica (sebbene ancora poco considerata): essi sono potenze di Dio in atto che producono oggi, nelle membra del Corpo di Cristo, un effetto specifico di grazia, proprio di ogni singolo mistero, simile a quello prodotto ieri nell’umanità di Gesù. Così, essi sono rivissuti come ecclesiale e personale tappa di compenetrazione mistica divina e umana, su cui s’innalza il Cristo Totale. Si procede poi ad avviare l’esame dei misteri di Cristo a partire da quelli della Beata Vergine Madre di Dio.
Il presente studio comprende il più ampio commento al mistero del concepimento del corpo di Cristo, con cui si avvia storicamente l’incarnazione del Figlio di Dio. Risalta l’impostazione teologica di san Tommaso, fondata sulla connessione tra il mistero dell’Incarnazione e i misteri della vita di Cristo, trascurata dalla riflessione teologica fin quasi ad oggi. Non solo, ma tale connessione s’inquadra all’interno della totale connexio mysteriorum, centrata sul Mistero dei misteri, quello della Trinità di Dio uno, perso di vista da un riduttivo cristologismo radicale. Da queste “novità” della teologia di Cristo tommasiana, ancor oggi “insuperata”, al dire di Papa Benedetto XVI, emerge come l’intera storia della salvezza, guidata dal mysterion eterno della volontà di Dio, sia ordinata in senso eucaristico sul corpo vero di Cristo e sul suo corpo mistico che è la Chiesa. Questa visione “summatica” del tutto di Dio, dell’uomo, del creato e della storia, è tutta fondata sulla Parola di Dio, trasmessa e insegnata dalla Chiesa. Si riscopre, così, un san Tommaso “biblico”, maestro in sacra Scrittura, dal quale dipende il sommo teologo, l’ardente mistico, il grande filosofo.
«A questo tende tutta la teologia di San Tommaso: a condurci a vivere una vita intima con Dio». Questa frase di papa Pio XI può servire a sintetizzare il percorso di ricerca qui intrapreso dall’Autore. Infatti, la Summa contra Gentiles è considerata spesso come una sorta di manuale filosofico-teologico, povero di spiritualità, e invece in quest’opera si può rinvenire una ricchezza spirituale il cui fulcro è la riflessione di Tommaso sulla felicità, che si potrà avere in pienezza solo quando godremo della visio Dei per essentiam e ciò sarà concesso all’uomo unicamente da Dio stesso. Per illustrare questa verità Tommaso utilizza lo schema di exitus-reditus, ripercorrendo “a ritroso” l’itinerario di ricongiungimento a Dio dopo la separazione ad opera del peccato. Nella Summa contra Gentiles Tommaso si rivela un abile pedagogo: non ci parla ex cathedra, ma ci prende per mano e ci conduce alla scoperta della dignità di essere persone e della bellezza di essere creature amate da Dio. Non ci insegna a contemplare, ma ci rivela l’importanza della contemplazione. Non ci spiega come essere felici, ma ci dice in cosa consista la vera felicità. Non ci spiega come giungere alla beatitudine, ma afferma che solo questa è il fine ultimo dell’esistenza umana. In nessun caso si impone sul lettore chiedendogli di abdicare al suo desiderio di ricerca e di conoscenza della verità, ma lo sprona e percorrere questo cammino di contemplazione e di conoscenza mistica.
Ventiquattresima figlia di un tintore senese, Caterina Benincasa emerge fin da bambina come una figura determinata e anticonformista. Resiste alle convenzioni, rifiuta il matrimonio e vive in povertà, dedicandosi agli ammalati. Veggente e taumaturga, viene spesso fraintesa e accusata di stregoneria. Ma la sua passione travolge persone di ogni ceto: viaggia instancabilmente tra città in conflitto, intervenendo per promuovere la pace spesso anche con autorità religiose. A soli trentatré anni, muore a Roma nel corso della sua ultima missione. Grazie a uno stile narrativo intenso, Ferri restituisce la forza spirituale e il fascino carismatico di una donna che ha fatto della fede e della giustizia il suo destino. Un libro che invita a riscoprire la potenza femminile nel cuore del Medioevo.
La scienza o la sapienza dei santi era l'espressione di cui ci si serviva, nel XVII secolo, per designare ciò che si definiva anche, indifferentemente, la scienza mistica. Tanto basta per capire che i "santi" di cui sarà questione in questo libro non sono gli eroi dell'agiografia tradizionale, ma quelli che noi oggi chiameremmo i contemplativi. Va detto inoltre che ciò che viene alla luce in questa ricerca, non sono i contorni generali di un'esperienza, ma le strutture elementari di un discorso. Non si tratterà, in altri termini, di descrivere quel che i mistici sentivano, e nemmeno, a propriamente parlare, quel che pensavano, ma il modo in cui essi pensavano, la maniera in cui articolavano il loro pensiero. Si tratterà, in una parola, di situarsi nel punto preciso in cui un pensiero si converte in linguaggio. Si segnala infine all'attenzione del lettore che il presente saggio è circoscritto alla spiritualità francese del Seicento. Questa restrizione non corrisponde tanto a naturali limitazioni di competenza, quanto piuttosto alla ferma convinzione che il misticismo, o più esattamente i misticismi, siano in primo luogo manifestazioni storicamente determinate (e differenziate) di società e di culture diverse.
Le Lettere di Caterina da Siena costituiscono una presenza precoce e costante nella vita e nelle opere di Federigo Tozzi, quasi un ideale livre de chevet che ne accompagna lo stesso passaggio dal giovanile laicismo anarco-socialista al contraddittorio cattolicesimo, aspro e problematico, della maturità. Modernamente, nella grande conterranea lo scrittore riverbera soprattutto la propria insaziata ansia di conoscenza. «Santa Caterina - scrive Tozzi - ci sbarazza di tutto ciò che ci impedisce di giungere al nostro io più profondo». Ed è proprio nell'ottica di una riproposizione senza schemi eruditi o facili ideologismi del Medioevo cristiano e 'primitivo', che nel 1918 Tozzi sintetizza in un esile, straordinario libretto il monumentale corpus delle lettere cateriniane «per chi non ha tempo né voglia di leggerlo da cima a fondo». Le cose più belle di Santa Caterina da Siena è così un documento indispensabile per comprendere appieno la potenza di intuizione e la colta complessità novecentesca dello scrittore senese. Ma è anche un modo per avvicinarsi con un percorso originale a una delle esperienze più radicali e affascinanti della letteratura mistico-religiosa occidentale. Introduzione di Marco Marchi.
Dalle origini a oggi, la santità nel mondo cristiano in tutti i suoi aspetti: le forme del culto, il controllo ecclesiastico, le espressioni culturali, la fede popolare. Sofia Boesch Gajano insegna Storia medievale presso l'Università degli Studi di Roma Tre.
Insieme a Margherita da Cortona, Chiara da Montefalco e Angela da Foligno, Chiara da Rimini appartiene al novero di quelle sante che, nell'Italia del XIII e XIV secolo, hanno tentato di vivere un'esperienza spirituale originale, fortemente impregnata dai valori del movimento francescano. A partire da un manoscritto medievale, Dalarun racconta la leggenda di questa santa minore. Da Rimini ad Assisi, il lettore accompagna Chiara lungo tutte le tappe del suo cammino, dal momento in cui si emancipa dall'oppressione degli uomini, fino a quello dei suoi accessi mistici, quando si infligge crudeli penitenze pubbliche che appaiono come una rivisitazione teatrale della Passione.
"Nell'attrattiva che su ogni storico esercita la tentazione di raccontare la vita di un uomo (o di una donna) del passato, di scrivere una biografia che si sforzi di raggiungere la sua verità, Francesco è stato ben presto l'uomo che più di qualunque altro ha suscitato in me ildesiderio di farne un oggetto di storia totale, storicamente e umanamente esemplare per il passato e il presente"(Dalla Prefazione). Jacques Le Goff è tra i massimi storici viventi del Medioevo.

