
«Eppure esiste qualcosa che può essere chiamato esperienza dell'uomo». Con questa parole, tratte da "Persona e atto", Karol Wojtyla individua sinteticamente una delle chiavi portanti del suo pensiero. Il presente volume intende ripercorrere alcuni temi centrali del Magistero di Giovanni Paolo II alla luc di questa fondamentale prospettiva: l'esperienza umana elementare.
GLI AUTORI
S.E. Mons. Angelo Scola, Patriarca di Venezia già Rettore della Pontificia Università Lateranense.
Nuova edizione di un'opera di grande spessore culturale ove la vita di san Francesco viene scandita attraverso le immagini della famosa tavola, di autore ignoto, conservata fin dal 1595 nella cappella Bardi di Santa Croce a Firenze. L'immagine che ne emerge è quella di un san Francesco inedito, ben lontana dall'immagine edulcorata, di maniera, cui siamo abituati. Questo è il ciclo pittorico più dettagliato della vita del Santo.
Nato nel piccolo borgo di Dardilly nel 1786 da una famiglia contadina, Giovanni Maria Vianney riuscì ad entrare nel seminario di Lione nel 1813. Alla scarsa attitudine allo studio faceva da contrappeso la sua profonda devozione, e fu così ordinato sacerdote nel 1815; tre anni dopo fu nominato curato del piccolo villaggio di Ars-en-Dombes, non lontano da Lione. Iniziò così una intensa attività di predicazione, in cui attaccava violentemente tutte le manifestazioni di immoralità. Egli era poi particolarmente noto per la sua abilità nel leggere nel cuore di coloro che si confessavano con lui, e gli furono attribuiti poteri di divinazione e miracoli, tanto che presto la sua chiesa divenne meta di numerosissimi devoti. Attraverso la puntuale ricostruzione effettuata da Trochu è possibile ripercorrere le tappe di un cammino esistenziale apparentemente comune, e che tuttavia già verso la sua conclusione veniva colto come modello di perfezione cristiana ed espressione di santità. Nel corso della sua vita, che si concluse ad Ars nel 1859, don Vianney rifiutò sistematicamente ogni riconoscimento; la sua canonizzazione fu decretata nel 1925 da Pio XI, che nel 1929 lo dichiarò poi santo patrono di tutti i parroci.
Prefazione di Luigi Giussani Nuova edizione aggiornata con un intervento di Maria Valeria Morani La figura di san Riccardo Pampuri, recentemente riscoperta dalla devozione popolare, offre un esempio di santità nell’epoca contemporanea. Vissuto nella prima metà del 1900, il Dottor Erminio Pampuri si dedicò interamente ai propri pazienti, si interessò all’evangelizzazione nelle forme dell’apostolato laicale, compì la sua vocazione con il nome di fra Riccardo, come religioso tra i Fatebenefratelli, voluti da san Giovanni di Dio quattro secoli prima.Personalità tenace e mite, egli maturò il senso della sua esistenza nell’obbedienza alle circostanze che gli furono date da vivere, servendo il proprio popolo nella vita civile e coltivando la pietà nei modi della sua epoca. La sua esistenza, priva di ogni evento che possa essere giudicato eccezionale, mostra in modo luminoso quanto la presenza di Cristo agisca sugli uomini di ogni tempo. L’eroismo semplice della sua vita quotidiana, se da un lato lo accomuna a tanti grandi santi della tradizione cattolica, dall’altro lo rende adatto a indicare una forma di vita cristiana praticabile oggi. La ristampa della biografia e delle lettere di Pampuri, proclamato Santo nel 1989, è arricchita, a cura di Maria Valeria Morani, da nuove testimonianze di grazie ottenute per sua intercessione e da suoi scritti inediti, consultabili con l’aiuto di un indice tematico.
GLI AUTORI
LAURA CIONI (Milano, 1951) insegna lettere in un liceo scientifico statale. È autrice de L'incanto delle parole: appunti di lettura (Forlì, 1997) e ha collaborato alla pubblicazione di alcuni titoli per Rizzoli: Al Dio ignoto. Preghiere degli antichi (1998), Dante, Commedia. Inferno Purgatorio Paradiso (2001), Il poema del destino. Virgilio, Eneide (2004), Manzoni. I Promessi Sposi (2005), Il poema degli uomini e degli dèi. Omero, Iliade (2007). Per Marietti ha pubblicato Il santo semplice. Vita di San Riccardo Pampuri (1996).
Amore e responsabilità, edito per la prima volta nel 1960 e tradotto subito in varie lingue nel giro di pochi anni, aiuta a conoscere il retroterra concettuale di queste prese di posizione, documentandone significativamente i presupposti, le fonti e gli orientamenti fondamentali. Il suo interesse non consiste perciò solo nel fornire la documentazione storica del maturarsi di un pensiero, poiché offre ancora oggi una precisa chiave interpretativa di alcune tra le affermazioni più rilevanti dell'attuale pontefice.
In quest'opera – secondo una linea sempre presente nei discorsi di Giovanni Paolo II – i temi riguardanti l'amore, la castità, il matrimonio, l'impulso sessuale, la procreazione e la famiglia, sono collocati entro una visione d'insieme della persona. Si scopre così che il problema dell'uomo, del suo essere e del suo destino, è stato per Giovanni Paolo II un oggetto costante di riflessione. Di questa preoccupazione centrale Amore e responsabilità, fra i vari scritti del pontefice, è una fra le testimonianze più eloquenti.
"Voi avete davanti un uomo come voi; egli è vostro fratello [...] Oh! Voi sapete chi siamo; e, qualunque sia l'opinione che voi avete sul pontefice di Roma, voi conoscete la nostra missione; siamo portatori d'un messaggio per tutta l'umanità". In queste parole di G. B. Montini nel discorso alle Nazioni Unite c'è tutto l'uomo e il cristiano divenuto papa. Ma chi era il pontefice che scelse per sé il nome di san Paolo? Abituato a riflettere su se stesso, Montini scrisse sempre moltissimo, anche da papa: appunti personali, lettere, articoli, discorsi. All'interiorità e alla vicenda esteriore dell'uomo e del cristiano introduce questa scelta di scritti che si estendono con un'impressionante coerenza, anche stilistica, per oltre un sessantennio.
Con la forza della sua azione e con l'intensità del suo pensiero, il domenicano Jacopo da Varagine ha offerto un'immagine nuova di quel medioevo di "orizzonti aperti" che in lui ha assunto sfumature inedite, diventando parte di un'identità che andava oltre i confini della concreta quotidianità dei Genovesi per aprirsi a più alti ideali.
Il libro racconta ai bambini la straordinaria esperienza di vita e di fede di Papa Wojtyla: l’adolescenza, gli orrori del nazismo e poi del regime stalinista, la vocazione, il Concilio Vaticano II, l’elezione al soglio pontificio e gli anni del pontificato fino alla morte, sopraggiunta il 2 aprile 2005. I bambini, che Wojtyla definiva “piccoli amici di Gesù”, possono così ripercorre il cammino di Karol ed accostarsi al suo segreto: la capacità di far sentire, a tutti coloro che incontrava, la vicinanza di Dio.
Il testo, riccamente illustrato, è preceduto dalla Prefazione del Cardinale Stanislao Dziwisz, Arcivescovo Metropolita di Cracovia, per quarant'anni al servizio di Wojtyla come suo segretario.
Karol Wojtyla è stato protagonista del Concilio a tutti gli effetti, contribuendo, personalmente e come successore degli apostoli, all'accoglienza del prezioso dono del Vaticano II. Il testo, attraverso la presentazione articolata degli interventi orali e scritti di Karol Wojtyla durante i quattro periodi del Concilio, vuole contribuire all'identificazione di alcune chiavi di lettura fondamentali degli insegnamenti conciliari. La partecipazione del futuro pontefice ai lavori del Vaticano II permette di riconoscere uno stile teologico-pastorale che rappresenta, personalmente ed emblematicamente, il nucleo oggettivo e fondamentale dello "stile conciliare"
La lettera pastorale indirizzata dal card. Roncalli nella quaresima del 1956 al clero veneto non è solo un documento storico, ma anche un testo che conserva, a tutt'oggi, un valore profetico capace di confortare e di suggerire indirizzi da meditare.
Nei cinque anni di episcopato trascorsi a Venezia, Angelo Giuseppe Roncalli chiamò a far parte della famiglia patriarcale, prima come pro-cancelliere, poi come cancelliere, don Sergio Sambin. Il rapporto di collaborazione che si venne a creare è documentato da lettere e atti ufficiali dai quali si possono riconoscere alcuni tratti della personalità del patriarca così come poteva apparire ai suoi più vicini collaboratori.
Il testo parla della diffusione del culto di san Rocco in Italia e delle sue modalità. Ci dice come spesso, fuori dalle mura delle città o dei paesi, sorgessero cappelle, chiese, capitelli dedicati a san Rocco quasi per chiedere al santo taumaturgo di tenere il morbo della peste fuori dalla città. Come siano nate confraternite, chiese, oratori, santuari, Scuole dedicati a San Rocco. Gli autori raccontano come il suo culto conobbe una rapida e straordinaria diffusione dall'Italia settentrionale, dove abbiamo le prime testimonianze, a quella meridionale dove si è profondamente radicato.