
La carmelitana Elisabetta dell Trinità, nata nel 1880 ad Avor e morta nel 1906, è stata beatificata da Giovanni Paolo II nel 1984. A 21 anni entrò nel Carmelo di Digione e, sull'esempio di Teresa di Lisieux, si dedicò totalmente a Dio nella preghiera, nell'attenzione ai problemi del mondo e nella sofferenza, che affrontò con erosimo e con grande fede fino alla morte.
La Chiesa cattolica celebra Francesca Cabrini come santa patrona dei migranti. La sua avventurosa vicenda, che questo libro ripercorre a un secolo dalla morte, resta fonte di ispirazione e di ammirato stupore. Maestra lombarda, alla fine dell'Ottocento Francesca scelse per sé il destino della missionaria, dedicandosi all'assistenza degli emigranti italiani negli Stati Uniti e raggiungendo risultati sorprendenti. Affrontando saldamente le difficoltà di chi attraversava l'oceano, seppe unire - scrive Papa Francesco nella prefazione a questo volume - «una grande carità con uno spirito profetico che le ha fatto comprendere la modernità nei suoi aspetti meno positivi, quelli che coinvolgevano i miserabili della terra e che intellettuali e politici non volevano vedere». Dolcissima e animata da un inesauribile amore per il prossimo, Francesca, obbediente alla Chiesa e ai suoi superiori, fu al tempo stesso donna creativa e indipendente. Non parlò di emancipazione, ma lanciò uno dei programmi più rivoluzionari in questo senso, creando un modello di vita religiosa femminile nuovo e autonomo. Postfazione di Liliana Cavani.
Come scrive il vescovo di Kracow, cardinale Stanislaw Dziwisz, nella presentazione di questo volume si vede subito emergere la personalità profetica e spirituale di un Uomo di Dio: un papa mariano, missionario, poi papa del perdono e della riconciliazione, della famiglia e della vita, del dolore e della sofferenza, della giustizia e della pace. Uomo autentico, aveva capito subito che bisognava abbattere muri storici e costruire ponti di solidarietà tra popoli e nazioni per una nuova umanità.
Descrizione
Per la ricchezza degli episodi illustrati (oltre venti), la singolarità della loro scelta – quasi una sfida all'Istituzione – e la complessità del discorso figurativo, la tavola della Cappella Bardi, conservata a Firenze in Santa Croce, mostra un Francesco ben lontano dall'immagine cui siamo abituati. Essa offre infatti un ritratto del santo in netto contrasto con quello più noto (di Bonaventura e di Giotto) perché vengono illustrate le parti più inquietanti del programma di Francesco, ad esempio la conversione pacifica degli infedeli, il disprezzo del denaro, la radicale scelta a favore dei poveri e l’aiuto ai lebbrosi. Questa edizione del volume viene proposta in brossura con bandelle.
Sommario
1. Cronologia e ambiente. 2. Dogmata vitae/Precetti di vita. 3. Liberazione dalla prigionia. 4. Rinuncia dei beni. 5. Scelta dell'abito. 6. Testamento. 7. Rivestito della croce. 8. Approvazione della Regola. 9. Il Natale di Greggio. 10. Predicazione con la parola. 11. Agli uccelli. 12. La predica del Sultano. 13. Predicazione con l'esempio. Il disprezzo del denaro. 14. L'estrema rinuncia. 15. Le Stimmate. 16. L'apparizione di Arles. 17. Cura dei lebbrosi. 18. La morte di Francesco. I miracoli della tomba. 19. Due scene di interpretazione controversa: lo scampato naufragio. 20. Il significato delle tre scene finali. 21. Francesco e la Marca anconetana. 22. Appendice: Provenienza e fortuna della tavola Bardi. 23. Note.
Note sull'autore
Chiara Frugoni ha insegnato Storia medievale nelle Università di Pisa, Roma e Parigi. Studiosa di san Francesco e di santa Chiara, è autrice di saggi tradotti nelle principali lingue europee, in giapponese e in coreano.
La riflessione e il mondo di uno dei maggiori pensatori del medioevo cristiano - qui ripercorsi in un testo divenuto «classico» e adottato nelle università italiane - restano per ogni epoca punti imprescindibili di riferimento. La vita e la ricerca di sant'Agostino seguono il filo di un travaglio e di un'appassionata indagine che consente ancora oggi all'uomo occidentale di confrontarsi con gli aspetti essenziali e decisivi della vita e con le aspirazioni profonde che tentano di avvicinare il mistero indicibile di Dio.
Francois Trochuha dedicato queste pagine alla biografia della piccola Bernadette Soubirous seguendola passo passo durante le apparizioni e poi nel corso della sua vita presso le Suore di Nevers e fino alla morte. Il racconto è costruito sulla solida base dei documenti e delle testimonianze. Le fonti, senza appesantire la narrazione che rimane sobria e avvincente, sono accuratamente segnalate in nota. La figura di Bernadette ne emerge luminosa e reale.
Questo libro è nato dall'incontro con il Santo, nel dicembre 2002, quando un folto gruppo di giovani studenti delle scuole medie inferiori è andato a visitare la città di Assisi, in occasione di un gesto solenne, la promessa, che intende essere un approfondimento e uno sviluppo della vita cristiana generata dal Battesimo, mediante il dono totale di sé a Colui che ci ama e ci sceglie come vessilli nel mondo. È questa l'esperienza che hanno vissuto i cavalieri, accettando di mettere la loro opera a servizio della Chiesa, in un tempo in cui l'ideale ha fatto grande l'uomo e la sua epoca: il Medioevo. Francesco è stato un grande uomo, perché è stato un uomo vero: nell'incontro con Gesù il desiderio del suo cuore si è compiuto e non solo quello di essere un giullare o un cavaliere, ma persino quello dell'amore alla donna, a Chiara, a cui era legato da un'amicizia che è stata trampolino di lancio verso il mondo intero, senza limiti di spazio e di tempo. Se oggi siamo quello che siamo e abbiamo quello che abbiamo è perché qualcuno ha detto di sì all'antico e sempre nuovo annuncio dell' Angelo, che ogni giorno investe la nostra vita e ci apre gli occhi su tutta la realtà abitata da Colui che la crea per noi.
Filippo Neri era di carattere amabile, di aspetto simpatico, dotato di una meravigliosa capacità di attirare gli uomini. Di origini fiorentine, arrivò a Roma nel 1534: la sua presenza incise sensibilmente sulla città e sulla vita della Chiesa, allora animata dallo spirito della Controriforma.
Una fede che rifletteva la semplicità e la vitalità del cristianesimo delle origini, il canto, la musica, la passione per la storia della Chiesa e le vite dei santi, la celebrazione della messa, la preghiera, i pellegrinaggi, la carità fraterna, le gite fuori porta, i giochi, le discussioni e la vivacità scherzosa caratterizzarono la sua compagnia.
Santo del popolo, umilissimo e arguto, mistico amante della vita, obbediente della Chiesa e promotore della laicità, punto di riferimento per moltissimi tra i poveri e gli sbandati così come tra i ricchi e i colti, entrò in rapporto con le maggiori personalità del suo tempo come Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Carlo e Federico Borromeo, Cesare Baronio, Camillo de Lellis. Dalle sue frequentazioni nacque l'esperienza viva e flessibile dell'Oratorio, diffusasi poi nel mondo.
Morì il 26 maggio 1595. Fu proclamato santo il 16 marzo 1622 insiema a Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Isidoro l'Agricoltore e Teresa d'Avila.
Le sue reliquie sono venerate a Roma nella chiesa di Santa Maria in Vallicella, dove fu sepolto.
"Va constatato il fatto che il vero santo con la grandezza della sua anima si spinge ben oltre lo spazio della propria Chiesa, precisamente come Johann Sebastian Bach con la sua musica varca i confini del luteranesimo ed è capace di afferrare nelle sue spire sonore anche coloro che non appartengono alla confessione protestante.
Il vero santo è comprensibile a tutta la cristianità".
Walter Nigg
Il rapporto tra follia e santità è analizzato dall'autore mediante le sue competenze di psichiatra, Anche se di una psichiatria che trova le proprie radici nella cultura. L'uomo parla di follia come riferendosi ad un malato di mente. Per questo l'uomo è lontano dalla "follia in Cristo" a cui, in questo libro, si farà un breve richiamo. Il senso di una tale affermazione religiosa è positivo e tende ad esprimere una dedizione totale al Vangelo, alla imitazione di Cristo, a Colui che è venuto sulla terra per essere crocefisso. Per essere trattato come un ladro, essendo il più giusto. Tutto ciò è talmente lontano dagli stili esistenziali da risultare totalmente diverso e, in quanto tale, folle. Ma proprio perché si tratta di un piano salvifico per l’intera umanità, risulta nella sostanza un comportamento adeguato, anzi l’unico possibile. Dipende insomma dalle prospettive di vita, dal senso che si vuole attribuire all’"essere nel mondo" e da questo senso dipenderà il valore di ogni gesto e delle stesse parole che lo descrivono. In una visione terrena, non ha alcun significato ritirarsi a digiunare in un deserto o ricercare, invece della felicità, la sofferenza. Un senso per cui follia sta per saggezza.
GLI AUTORI
Vittorino Andreoli è laureato in medicina e specializzato in neurologia e psichiatria. Autorevole studioso della psiche, ha pubblicato vari volumi. Tra i più recenti vanno ricordati: Dalla parte dei bambini (Milano 1998); Cronaca dei sentimenti (Milano 2000); Delitti (Milano 2001). I romanzi: Yono-Cho (Milano 1994); Una piroga in cielo (Milano 2002). Il saggio Elogio della normalità è uscito presso Marietti nel 2002.