
DESCRIZIONE: J. Dobrazynski, con sensibilità profondamente attuale e profondità di credente, si accosta in questo colorito romanzo storico alla personalità ingannevolmente semplice di Giovanna d'Arco la "Pulzella", collocandola sullo sfondo della torbida età, che si è designata come "autunno del Medioevo", nella Francia del nord, ferrigna e irta di munite fortezze, percorsa da eserciti e masnade impegnate nelle crudeli battaglie tra le due fazioni degli Armagnacchi e degli Inglesi e Borgognoni, tra le vicende intricate d'una guerra secolare. L'Autore, valendosi dell'artificio dei flash-back, attraverso le narrazioni di alcuni testimoni, dipinge un affresco dalle accensioni epiche, sotto un cielo religioso turbato, tempestoso: agli assalti e alle conquiste delle città - Orléans, Reims,... - tra il crosciare delle frecce e il rimbombo delle prime colubrine, alle visite alla corte dell'inetto "Reuccio di Bourges" Carlo VI, si intercalano gli atti di culto, le grandi Eucarestie celebrate per i soldati tutti, e succede il dramma, anzi la tragedia oscura del processo interminabile, con i tormenti della coscienza tra il rispetto di Giovanna per la "Chiesa militante", il Papa, i cardinali, i vescovi e l'appello alla "Chiesa trionfante"; infine l'atroce rogo.
Dopo il tempo dell'emozione, non è facile ritornare sulla malattia, la morte e i funerali di Giovanni Paolo II. Marco Politi lo fa in questo libro ridandoci la drammaticità di quei momenti. Ci si accorge che quei giorni restano importanti. Eppure, in questo nostro mondo rapido e sentimentale, eventi e personaggi, apparsi per un momento decisivi, passano rapidamente con lo svanire e il sovrapporsi delle emozioni. L'autore ha voluto fissare, attraverso pagine efficaci e appassionanti, immagini, ricordi, sensazioni di quei giorni tra il febbraio e l'aprile 2005: "questo è il racconto di un'emozione" - scrive. Il testo non è un libro di dibattito storiografico o interpretativo sul pontificato conclusosi due anni fa. È qualcosa di meno usuale: il racconto di un'emozione di un vaticanista e di un uomo, che ha ammirato la figura del papa anche se non ne ha condiviso tutte le scelte. Ne emerge una testimonianza intensa della grandezza debole e sofferente di Karol Wojtyla. (Andrea Riccardi).
Lo studio sulla Leggenda di san Ticone - che, secondo le poche notizie in nostro possesso, fu vescovo di Cipro e feroce avversario dei culti pagani verso la fine del IV secolo - costituisce, dopo l'indagine su santa Pelagia di Gerusalemme, la seconda e più matura prova degli interessi per l'agiografia del grande ed eclettico filologo e storico della religione classica Hermann Usener. Seguendo i dettami e gli influssi del trend storico religioso coevo, il personaggio di Ticone viene ricollegato alla figura di una divinità pagana dal carattere agreste e connessa ai riti di rigenerazione e fertilità. Si tratta di un'interpretazione ardita e stimolante, in un'indagine condotta con maestria filologica, che, sebbene non tutte le tesi proposte in questo saggio possano essere accolte, contribuisce non di meno a gettar luce sui legami, a volte evidenti, altre volte più oscuri, tra l'antica religione greca e il nuovo culto cristiano, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti più popolareggianti e la persistenza di pratiche folkloriche. Il saggio è qui presentato per la prima volta in traduzione italiana, con un'Introduzione di Ilaria Sforza che ne mette puntualmente in luce le caratteristiche di novità.
"Giovanna Francesca Frémyot di Chantal è nota per lo più come la fondatrice, insieme a S. Francesco di Sales, dell'Ordine della Visitazione. Viene perciò spontaneo collegare la santità, riconosciutale dalla Chiesa, alla figura della religiosa. Giovanna Francesca è, però, una figura a tutto tondo e nella stessa Bolla di Canonizzazione è proposta alle donne come modello in tutti gli stati di vita. Tutta la sua esistenza è attraversata dal filo rosso della docilità eroica alla volontà di Dio, perfino quando questa le chiese il cambiamento di stato di vita. Proprio l'adesione piena, anche quando tormentata, al proprio ruolo nei diversi stati le consentì quello straordinario cammino interiore che la portò a un elevato grado di santità, unita a una profonda maturità umana e a una fecondità che supera i limiti della natura, rendendola splendidamente donna. Elisabeth Stopp ne ha ricostruito le vicende biografiche con "la sensibilità dello storico e la leggerezza del narratore. Giovanna di Chantal è sempre stata vista entro il fascio di luce di Francesco di Sales. In tal modo le si è tolto respiro e ci si è preclusi la possibilità di conoscerla appieno. Il libro della Stopp ha il grande merito di restituirci i caratteri peculiari di una personalità che risulta essere tra le più significative nel panorama spirituale della Francia secentesca." (dalla Premessa di Massimo Marcocchi)
Il nuovo volume dell'Opera Omnia di Romano Guardini indaga la figura di San Bonaventura (1217/1221 circa - 1274), uno dei maggiori teologi medievali amico di san Tommaso d'Aquino.
Il tentativo di queste pagine è, insieme, disegnare l'itinerario di vita di Francesco di Sales nel suo confronto con i maggiori movimenti culturali e religiosi dell'epoca, e far luce sulla peculiarità della dottrina salesiana intesa non come fenomeno isolato ma come uno dei fermenti più significativi della civilizzazione moderna, declinatosi nell'immenso movimento del Rinascimento nutrendo generazioni di credenti. La vita, l'opera, la spiritualità, la fraternità, la missione di san Francesco sono qui osservate nell'unità inscindibile di contemplazione e azione, richiamate come opposti polari. Un modello che, amalgamando il suo percorso spirituale dalla formazione alla dottrina, fino a esprimersi nell'azione, prende il nome di dévotion: slancio teso verso quell'unità che si dà nella carità, mai pienamente raggiunta e sempre ardentemente perseguita. È appunto la dévotion la cifra e il segreto del fascino della personalità di Francesco di Sales, radice della fecondità della sua figura e del suo essere dottore dell'amore oltre lo spazio e il tempo della sua epoca, davvero estasi dell'azione e della vita.
Nuova edizione a cura di Giulio Colombi
DESCRIZIONE: «Ogni teorico dell’economia e della sociologia, per aver chiaro il valore dei princìpi sui quali pensa di dover costruire la sua teoria, dovrebbe domandarsi che cosa dicano la metafisica e l’etica intorno alla solidità delle sue idee. Cadranno allora molti preconcetti, anche sul medioevo, arrivando forse alla persuasione che gli Scolastici, e san Tommaso in particolare, non furono estranei ai problemi sociali ed economici; ché anzi, molti furono risolti da essi con una grande, persuasiva chiarezza. Per questo l’autore ha creduto che fosse opera utile l’esporre per sommi capi la dottrina tomistica del superfluo.
La dottrina di san Tommaso infatti, sia pur pensata e scritta da vari secoli, appare all’autore nella risoluzione degli odierni problemi sociali ed economici di grande vitalità, perché fondata su una sicura soluzione dei problemi metafisico ed etico».
(dalla Prefazione)
COMMENTO: Una sintesi molto chiara del concetto di superfluo come è presentato nell'opera di San Tommaso. Un'esposizione che aiuta a vedere la problematicità filosofica di un concetto del quale abbiamo esperienza quotidiana.
Papa Francesco con la canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II ha riconosciuto la grande rilevanza per la Chiesa di due pontefici che lo hanno preceduto: Angelo Giuseppe Roncalli, il papa del Concilio Vaticano II, e Karol Wojtyla, il papa protagonista della scena mondiale. La santità dei papi ha segnato il percorso bimillenario della Chiesa. Se la tradizione liturgica ha considerato martiri e santi tutti i romani pontefici dei primi quattro secoli del cristianesimo, al contrario soltanto Celestino V e Pio V sono ascesi alla gloria degli altari rispettivamente nel medioevo e nell'età moderna. Negli ultimi due secoli, dopo la caduta del potere temporale della Chiesa, la santità dei papi è tornata a essere un tratto caratteristico della storia ecclesiastica: da Pio IX, beatificato nel 2000, a Pio X, santificato nel 1954, ai due nuovi papi santi del 2014, a cui si aggiungono le cause di beatificazione in corso di Pio XII - ostacolata dalle polemiche sul suo "silenzio" nei confronti della Shoah -, di Paolo VI e di Giovanni Paolo I. Il riconoscimento della santità dei suoi predecessori costituisce un ulteriore banco di prova per gli orientamenti del papato di Francesco: l'occasione per riflettere sul ruolo del romano pontefice nel futuro della Chiesa.
"Questo libro permetterà di comprendere più a fondo il disegno globale della vita e dell'opera di Paolo vi come arcivescovo e come pontefice. Una persona profondamente credente, umile, disponibile e attenta al dialogo, sempre desiderosa di aiutare e timorosa di disturbare altri, una persona che ebbe il dono di una grande perseveranza nelle prove. Sono certo che l'esempio della sua vita, descritto in questo volume, aiuterà molti a mettere in luce nella propria esistenza quel primato della santità di cui ci ha parlato così efficacemente Giovanni Paolo II nella sua ultima Lettera Novo Millennio Ineunte. Così la testimonianza cristiana passa da una generazione all'altra portando frutti di vangelo vissuto." (dalla Presentazione del Card. Carlo Maria Martini)
"L'Evangelii nuntiandi è il documento pastorale più grande che sia mai stato scritto fino a oggi." (Papa Francesco)