
Anni di ricerche condotte attraverso le fonti più varie - dai documenti segreti delle curie, alle testimonianze ufficiali, ai rapporti della CIA illustrano in tutta la sua complessità la vita di uno dei protagonisti più carismatici e dotati di potere mediatico del XX secolo. Il risultato è un'indagine che smonta colpo su colpo alcune delle presunte teorie costruite intorno alla figura di Giovanni Paolo Il e, attraverso retroscena, curiosità e aneddoti, fa emergere la vicenda di un papa che ha segnato in modo indelebile questo tempo e la difficile transizione della Chiesa verso il terzo millennio.
«Padre Pio, il giallo delle stigmate» e «Padre Pio, un immenso inganno». Due titoli a tutta pagina – comparsi nell’arco di due giorni sul «Corriere della Sera» – hanno creato sconcerto e dibattito. All’origine di tutto ciò l’uscita di un libro dello storico Sergio Luzzatto che, sulla base di documenti del Sant’Uffizio, tanto vecchi quanto già scandagliati dal Vaticano, ha rilanciato antichi sospetti.
Padre Pio da Pietrelcina, definito “piccolo chimico”, messo ancora una volta in cattiva luce da un fascio di accuse che ha lasciato amarezza in chi, conoscendo con quanta cura sia stato svolto il processo di beatificazione, sa bene come ogni obiezione, anche la più piccola, sia stata a fondo analizzata e adeguatamente risolta.
Che origine avevano, dunque, le stimmate di Padre Pio? Quali prove ed evidenze scientifiche abbiamo sulla natura di quelle ferite? Perché scomparvero prima della morte del futuro santo?
Senza alcun intento agiografico, ma sulla base di documenti storici e testimonianze di prima mano, questa inchiesta vuole rispondere una volta per tutte a quel terribile ultimo sospetto.
Nella settimana successiva alla Pasqua del 2005, gli occhi di tutto il mondo rimasero fìssi su una finestra di piazza San Pietro; la finestra dalla quale, per due volte, Giovanni Paolo II si era affacciato senza riuscire a parlare. Le sue condizioni di salute erano disperate, ma quel papa scelse di farsi vedere in tutta la sua fragilità di uomo, fino alla fine. La morte, giunta pochi giorni dopo, avrebbe portato davanti a quella finestra milioni di fedeli che lo avrebbero acclamato a gran voce “santo subito”.
Attraverso le tappe più significative del pontificato, sono raccontate le vicende più intime e quotidiane di un’esistenza straordinaria. Ci sono le storie di uomini, donne e bambini la cui vita è stata cambiata dall’incontro con il pontefice in virtù delle grazie ricevute da lui quand’era ancora in vita. Non sono tralasciati neppure i dettagli relativi alla complicata procedura di certificazione del miracolo occorso a suor Marie Simon-Pierre, la religiosa che restò guarita inspiegabilmente, dopo aver pregato il papa polacco, a pochi giorni dalla morte.
Tornielli ricostruisce la figura dell’uomo, del papa e del santo. Un uomo, che visse in profondità la storia del suo tempo. Un papa, che ripensò la missione universale della Chiesa, dando prova di capacità educativa e di creatività pastorale. Un santo, che seppe comunicare speranza e fiducia al mondo.
Veniamo da secoli in cui il corpo umano è stato disprezzato: guardato con sospetto, quasi si trattasse di una minaccia alla natura spirituale dell’uomo e al suo destino; trascurato o negato nella sua dimensione affettiva e sessuale, come se essa comportasse inevitabilmente tentazioni e pericoli.
Oggi il pendolo sembra volgersi dalla parte opposta, con un culto del corpo, che lo esalta finché è giovane, bello e fonte di piacere, ma che poi lo rifiuta quando testimonia l’inevitabile decadenza, la malattia e la morte. Al di là dell’apparente contraddizione queste due posizioni in realtà condividono un identico riduzionismo antropologico, che rende impossibile integrare il corpo nella realtà della persona e quindi valorizzarlo nella sua soggettività.
Nel 1979, papa Giovanni Paolo II partì da questa pretesa dicotomia e offrì una visione integrata dell’uomo come unità di corpo e anima in una serie di catechesi che sono note oggi come “teologia del corpo”. Egli spiegò il ruolo della sessualità umana nel piano divino, mostrando in che modo il corpo poteva dare risposta alle fondamentali questioni dell’esistenza.
In Chiamati all’amore, Carl Anderson e José Granados riflettono sui testi del pontefice con un linguaggio semplice e profondo. Il corpo parla di Dio, ne svela la bontà e la sapienza, ma parla al contempo anche dell’uomo e della donna, e della loro universale vocazione all’amore.
Quando Rita Coruzzi incontra Giovanni Paolo II per la prima volta, la malattia sta già segnando in profondità il pontificato di Karol Wojtyla. Negli occhi del Santo Padre, carichi di sofferenza e di amore, Rita – costretta sulla sedia a rotelle dall’età di dieci anni in conseguenza di uno sfortunato intervento chirurgico – trova l’abbraccio di un compagno del dolore. Provocata dall’intensità di quello sguardo, la giovane stringe un rapporto di affetto con Giovanni Paolo II che la porta a sfogliare, a una a una, le diverse pagine di quel Vangelo della sofferenza che è stata la vita di Karol Wojtyla: dalla perdita precoce dei genitori alle difficoltà incontrate durante la Guerra, dalla persecuzione negli anni del seminario clandestino, alle battaglie in difesa della sua amata Polonia, dall’attentato in piazza San Pietro nel 1981 fino alla malattia che, negli ultimi anni del suo pontificato, ne ha fatto una icona mondiale del sacrificio e della preghiera sofferta. Un ritratto inedito e coinvolgente di Giovanni Paolo II. In attesa che la Chiesa lo proclami beato.
Quando padre Pio celebrava la Messa, il tempo si fermava per cedere il passo al Mistero. Il frate delle stigmate stava ore all’altare, dove riviveva misticamente la passione e la crocifissione di Gesù. Che cosa accadeva veramente durante quelle estasi interminabili? Che frutti portava nel mondo quella straordinaria celebrazione del Sacrificio divino?
Ma non sono solo questi gli interrogativi posti dalla sconvolgente vita terrena di padre Pio. Che cosa voleva dire quando confidò a un figlio spirituale: «La mia missione finirà quando sulla terra non si celebrerà più la Messa»? Quale era questa misteriosa missione affidatagli dal Cielo? È vero che la risposta si troverebbe in un dipinto quasi sconosciuto custodito in una chiesa di Campobasso?
Partendo da queste domande, Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro hanno condotto un paziente lavoro di indagine che li ha portati in luoghi inattesi, fino all’archivio inesplorato di un figlio spirituale del santo. Hanno potuto così ricostruire uno degli aspetti meno conosciuti della vita di padre Pio: quello in cui il frate di Pietrelcina si è offerto come vittima sacrificale in opposizione all’inquietante disegno anticristico di distruggere la Messa.
«Padre Pio, il giallo delle stigmate» e «Padre Pio, un immenso inganno». Due titoli a tutta pagina – comparsi nell’arco di due giorni sul «Corriere della Sera» – hanno creato sconcerto e dibattito. All’origine di tutto ciò l’uscita di un libro dello storico Sergio Luzzatto che, sulla base di documenti del Sant’Uffizio, tanto vecchi quanto già scandagliati dal Vaticano, ha rilanciato antichi sospetti.
Padre Pio da Pietrelcina, definito “piccolo chimico”, messo ancora una volta in cattiva luce da un fascio di accuse che ha lasciato amarezza in chi, conoscendo con quanta cura sia stato svolto il processo di beatificazione, sa bene come ogni obiezione, anche la più piccola, sia stata a fondo analizzata e adeguatamente risolta.
Che origine avevano, dunque, le stimmate di Padre Pio? Quali prove ed evidenze scientifiche abbiamo sulla natura di quelle ferite? Perché scomparvero prima della morte del futuro santo?
Senza alcun intento agiografico, ma sulla base di documenti storici e testimonianze di prima mano, questa inchiesta vuole rispondere una volta per tutte a quel terribile ultimo sospetto.
Il racconto del pellegrinaggio spirituale compiuto da Fabio Salvatore sulle tracce di Francesco d'Assisi è un viaggio dell'anima, un'avventura che lo porta a perdonare i responsabili dell'incidente stradale in cui ha perso la vita il padre, vivendo sulla propria carne quella misericordia che è stata la parola d'ordine dell'esordio del pontificato di papa Francesco. Quando si attraversa il tempo dell'amore e il tempo del dolore, occorre rallentare il passo, fermarsi a riflettere su quel che di bello e buono si è ricevuto, ma anche su ciò che di faticoso e drammatico ci ha riservato la vita. Il diario del cuore che Fabio Salvatore affida ai suoi lettori è una confessione commovente e intensa, un invito a non lasciarsi sfuggire l'esistenza, ma ad assaporarla - istante dopo istante - con tutto l'amore possibile.
Santo subito!". Così acclamava la folla, davanti alla basilica di San Pietro, poche ore dopo la morte di Karol Wojtyla. Ad appena nove anni dalla scomparsa, Giovanni Paolo II ottiene l'aureola in tempi record. Il processo di canonizzazione è stato il più rapido di tutta la storia della Chiesa e il vaticanista Andrea Tornielli svela i passaggi top secret che hanno condotto la Consulta medica della Congregazione delle cause dei santi a riconoscere come inspiegabile la guarigione di una donna gravemente malata, che dal Costa Rica seguì l'intera cerimonia di beatificazione del pontefice pregandolo con fede. Dopo l'approvazione di un primo miracolo per la beatificazione, le procedure di canonizzazione prevedono il riconoscimento di un secondo miracolo. Il postulatore della causa, monsignor Slawomir Oder, ha presentato alla Congregazione vaticana la documentazione sul presunto risanamento. Dopo il primo parere favorevole, il dossier con le cartelle cliniche e le testimonianze è stato quindi presentato ufficialmente al dicastero che ha certificato il miracolo attribuendolo all'intercessione del beato papa Wojtyla.
Paolo VI è stato il papa che ha condotto in porto il Concilio Vaticano II, che ha saputo tradurre in concreto le grandi intuizioni di Giovanni XXIII, un papa amato e odiato, lodato e criticato, talvolta sostenuto e talvolta abbandonato dagli stessi amici che lo avevano eletto.