Nell'Ottantesimo della fine della Seconda guerra mondiale, un racconto sulle vicende dei preti uccisi nel dopoguerra nel bolognese, basato su materiali e fonti d'archivio. Le storie dei sacerdoti uccisi sono state spesso narrate in funzione anti-comunista. Questa ricerca ricostruisce il contesto storico in cui le biografie si sono dipanate, utilizzando i documenti disponibili, per mostrare la complessità del periodo ed evitare letture semplificatorie. «La guerra non finisce mai con la firma di un armistizio, come l'odio non termina con la fine della violenza. Spesso, anzi, si radica ancora più profondamente». Così il cardinale Matteo Zuppi nell'omelia in ricordo dei sacerdoti uccisi durante e dopo la Seconda guerra mondiale. Questo libro, a partire da fonti d'archivio e documenti storici, ricostruisce le vicende di diversi preti uccisi nel dopoguerra nel bolognese, nel contesto di una violenza nata prima della guerra e acuita dal conflitto armato. Un invito a indagare la complessità e a «disarmare i cuori
Questo volume, che ha accompagnato generazioni di lettori, rappresenta non solo un viaggio nella straordinaria vita di San Camillo de Lellis, ma anche un faro di ispirazione per chiunque voglia abbracciare i valori della carità, della compassione e del servizio. La riedizione di quest'opera arriva in un momento significativo: celebriamo non solo l'Anno Giubilare della Chiesa Universale, ma anche il 450° anniversario della conversione di San Camillo. Un momento di grazia che ha segnato una svolta decisiva nella sua vita, portandolo a divenire un autentico "gigante della carità". Questa nuova edizione vuole essere più di un semplice libro: è un invito, un appello accorato a tutti -religiosi, laici, giovani e meno giovani - a rileggere e riscoprire il cuore pulsante dello spirito camilliano. In un mondo frammentato, distratto e spesso indifferente, il messaggio di San Camillo risuona con una forza sorprendente, ricordandoci che la vera grandezza si trova nel servire i più vulnerabili con amore incondizionato. San Camillo non è solo un esempio del passato; è una figura che parla al presente e guida verso il futuro. La sua vita ci insegna che il servizio agli altri non è un'opzione, ma una chiamata. Il suo spirito ci sfida a vivere una "nuova scuola di carità", ancora attuale e necessaria, capace di rispondere alle urgenze dell'umanità moderna: il bisogno di cura, empatia e riconciliazione.
Scrittori, sacerdoti, politici, studiosi, giornalisti e artisti raccontano le proprie conversazioni e interazioni con papa Giovanni Paolo II, testimoniando l'ascendente e la versatilità di un protagonista della storia unico nel suo genere. Un viaggio che prende le mosse dalla Polonia di inizio Novecento per superare le soglie del nuovo millennio, alla scoperta dello straordinario carisma dell'uomo Karol Wojtyla nel percorso che lo ha portato a diventare Giovanni Paolo II. Una preziosa e unica serie di incontri privati con un santo, da cui emerge la personalità irripetibile e trascinante di un personaggio storico capace, prima e dopo la nomina a Pontefice, di cambiare per sempre il mondo in cui Dio lo ha posto. A vent'anni dalla scomparsa del grande papa polacco, proponiamo un prezioso e unico libro di testimonianze di chi ha conosciuto da vicino Karol Wojtyla - Giovanni Paolo II.
In un tempo di gravi incertezze e destabilizzazione nelle forme di governo che sembravano le più forti, sicure e democratiche, è necessario che le chiese prendano coraggio, facendo sentire alta la loro voce. Uniti si cammina più spediti e leggeri, si superano le difficoltà, la meta si focalizza meglio. È auspicabile mettere insieme le capacità e i carismi, anche in occasione di eventi come il giubileo che stiamo vivendo nella chiesa cattolica. Se tutte le chiese cristiane sorelle prenderanno spunto dal pellegrinaggio di fede e speranza, continuando ad impegnarsi sui temi di giustizia, pace, verità, salvaguardia del creato ed ogni altra sfida per il bene comune, le attese fioriranno e i tentativi porteranno frutto. In questo saggio sono state esaminate le bolle di indizione degli ultimi anni santi, in funzione dell'attenzione all'ecumenismo e al dialogo interreligioso, delle parole e dei gesti di alcuni profeti costruttori di utopie: «Io credo che si possano evitare le guerre se tutti gli uomini fossero capaci di fare un grande pellegrinaggio...» (mons. Tonino Bello, 30 dicembre 1992). Pur fra comprensibili ostacoli e battute d'arresto, la strada sembra aperta e percorribile in modo congiunto, sinodalmente da chiese, governi e società civili.
In occasione del 13° centenario del Primo Concilio di Nicea, un libro accessibile anche ai neofiti che racconta la storia dei concili ecumenici che hanno definito la dottrina cristiana e risolto controversie teologiche. Dal Concilio di Nicea I (325) alla definizione della divinità di Cristo, fino a quelli successivi come Costantinopoli I, Efeso, Calcedonia, Trento, Vaticano I e Vaticano II, il libro di Alberto Guasco esplora come la Chiesa abbia adattato la fede al contesto storico, mostrando il percorso che ha portato alla cristianità odierna.
Il Concilio Ecumenico è un avvenimento tanto importante quanto raro nella storia della Chiesa. Questo libro è una presentazione divulgativa e concisa, ma sorprendentemente completa, dei protagonisti e dei risultati dei venti Concili tenutisi negli ultimi duemila anni. Ciascuno di questi Concili, anche i meno importanti, è stata una vera e propria pietra miliare nella storia della vita cristiana. Le loro vicende condensano le dispute dottrinali, le questioni morali e i problemi disciplinari che hanno costituito le inseparabili componenti umane del progresso e della decadenza della cristianità. In un certo senso la storia di questi grandi Concili e la storia stessa della Cristianità. Troppo spesso la storia dei Concili si è ridotta a un arido elenco di nomi, date e oscure dispute teologiche. Questo libro ricostruisce i singoli contesti nei quali si svolsero e riflette sulle conseguenze che ha avito sulla società del tempo. In uno sfondo vibrante di vivaci personalità, meschine questioni, intrighi machiavellici, minacce e violenze, procede la narrazione degli avvenimenti e degli argomenti, pieni di interesse, spesso complessi, talvolta ridicoli, che ne sono risultati. Competa ogni Concilio il sommario delle decisioni prese e la loro prospettiva storica.
I libri per la canonizzazione di Carlo Acutis. «Con quest'opera, il lettore è chiamato a compiere un itinerario in Dio, lo stesso fatto da Carlo. Vi è l'invito a riscoprire la tenerezza di Dio, il Suo amore infinito per le creature e la Sua compassionevole determinazione a salvare tutti, senza esclusioni. Inoltre, c'è la richiesta a guardare oltre la realtà quotidiana, a non assolutizzare ciò che accade nel mondo, ma a considerarlo alla luce della Provvidenza, che guida ogni cosa. Per questo motivo, questi testi hanno un valore speciale: aiutare il lettore a intraprendere un cammino di conversione, avvicinandosi a Cristo e ai Suoi insegnamenti per trovare in Lui la vera fonte di gioia e pace. Il lettore troverà spunti utili per rivedere la propria condotta alla luce del Vangelo, con una visione che mira alla salvezza integrale, che si compirà pienamente nell'Aldilà. Per partecipare attivamente a questo percorso spirituale, è fondamentale essere disposti a mettere in discussione sé stessi, a rivedere le certezze e le sicurezze sbagliate. [] Chi è disposto ad ascoltare lo Spirito Santo, che parla in modi inattesi, troverà in questi appunti occasioni per riflettere e meditare, avvicinandosi sempre di più a Cristo, l'incontro con il quale trasformerà radicalmente la sua vita, proiettandola verso l'Eternità». Prendendo ispirazione da appunti, meditazioni e riflessioni su vari testi della letteratura ascetica e mistica cristiana trovati nel computer di Carlo, sui quali egli si formava e approfondiva la fede, questo volume offre una rilettura su come imitare Cristo alla luce della vita e delle parole del giovane santo Carlo Acutis, un ragazzo che ha vissuto un'esistenza del tutto originale, unito a Dio fino all'ultimo istante della sua vita.
Impressionato dall'affemazione del cardinale e vescovo veronese Agostino Valier che sui settant'anni poteva affermare di scrivere per non smettere d'essere storico, se è lecito minimum componere maximo, anche il sottoscritto, avendo potuto leggere e tradurre l'opera sul Giubileo 1600, ne ha voluto seguire l'esempio, inserendo inoltre la vicenda narrata dal Valier dopo un'ampia introduzione sui giubilei precedenti dal 1300 all'inizio del periodo barocco.
Ne è risultato un insieme certo non omogeneo, e inoltre, per procedere insieme e presentare in contemporanea il testo latino e la traduzione italiana a a fronte e per giunta volendo accompagnare quest'ultima con un numero di note che facesse meglio intendere le vicende e i personaggi presenti, non potendo suddividere le note per capitoli, sono state accorpate insieme alla fine del testo, moltiplicando in tal modo la fatica del lettore, cosa di cui ci si scusa.
In ogni caso il lettore, se lo vorrà, avrà il vantaggio di rinverdire il proprio latino e di inerirsi almeno parzialmente in quella tradizione che dal primo giubileo del 1300 conduce fino al giubileo della speranza 2025.
Il volume ricostruisce l'atteggiamento della Chiesa valdese verso il riformismo religioso cattolico nel primo Novecento, principalmente attraverso l'esame delle riviste valdesi. Ne emergono l'importanza che la questione del modernismo rivestì nell'ambiente valdese e per l'intero evangelismo italiano e la polarizzazione della maggioranza dei protagonisti intorno a due opzioni divergenti: il sostegno ai tentativi dei modernisti di riformare la Chiesa cattolica dall'interno; e la sollecitazione rivolta ai modernisti ad abbandonare la Chiesa di Roma, considerata irriformabile dopo la condanna del modernismo da parte di Pio X, e a aderire a una delle Chiese evangeliche. Spicca tra l'altro l'identificazione dell'autore di un articolo pseudonimo sui rapporti tra protestanti e modernisti, fino a oggi infondatamente attribuito al celebre modernista Ernesto Buonaiuti, che ora induce a ridatare i rapporti tra lo stesso Buonaiuti e gli ambienti evangelici. Nell'insieme il volume offre un apporto alla comprensione della storia religiosa contemporanea e delle relazioni tra le Chiese cristiane, che, anche grazie all'esperienza del modernismo, in quegli anni si andavano faticosamente aprendo alla prospettiva dell'ecumenismo.
Il profeta è una figura ben definita nelle sue capacità e nel suo ruolo sociale in molte civiltà antiche e permane nel suo significato attraverso le religioni. In senso traslato il linguaggio ordinario, e con un senso positivo, lo riferisce a chi solleva lo sguardo oltre il presente ed è capace di vedere ciò che i più non colgono. Questo è sintomo del possibile valore permanente di questa figura, non nel senso più noto di prevedere e predire il futuro, ma di coscienza vigile e critica di una comunità, partecipe della sua storia anche se non in una posizione di potere. Attraverso una ricognizione della figura del profeta nelle civiltà antiche, con lo sguardo soprattutto al contesto ebraico, e una riflessione sul possibile significato attuale di questa figura, ispirata da interpretazioni filosofiche del Novecento, soprattutto Martin Buber, questo volume vuole mettere a fuoco il valore che la figura del profeta ha all'incrocio di religione e politica. Figura non riconducibile all'una o all'altra sfera, ma che, in quanto voce che parla in nome di Dio, si costituisce misura di entrambe. E modello di una presenza pubblica che sollecita la propria comunità ad operare responsabilmente nella storia piuttosto che attendere un destino predetto ed ineluttabile.
In una caverna presso Melicuccà di Seminara (RC) gocciola dal soffitto un'acqua ritenuta miracolosa. La grotta fu nel Medioevo sede di un monastero rupestre fondato da sant'Elia lo Speleota. Questo monaco, anzi padre di monaci e taumaturgo (T ca. 960) appartenne alla grecità calabrese, fiorente quando quella regione era parte integrante dell'Impero Romano d'Oriente ed era stata linguisticamente, culturalmente e religiosamente ellenizzata. In quel periodo fu anche sede di un monachesimo pienamente inserito per spiritualità, liturgia e organizzazione nell'ecumene "bizantina". Di questo monachesimo italo-greco restano oggi a malapena dei ruderi, ma in compenso molte sono le testimonianze agiografiche, in notevole parte raccolte nell'archimandritato del Salvatore, fondato in età normanna sulla penisola del faro (in glossa phari) del porto di Messina. Un codice qui scritto nel 1308 è l'unico a riportarci la Vita dello Speleota e una raccolta dei miracoli avvenuti alla sua tomba, scritte in greco prima della fine del X secolo da un monaco del suo monastero. Tale testo viene qui pubblicato in edizione critica con traduzione italiana e un commento storico.