
Milano, 12 dicembre 1969: nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura esplode una bomba che uccide 17 persone e ne ferisce 88. Brescia, 28 maggio 1974: durante una manifestazione antifascista in Piazza della Loggia lo scoppio di una bomba uccide otto persone e ne ferisce un centinaio. La strage è un tassello fondamentale della strategia della tensione, perché ebbe un preciso obiettivo politico (la città lombarda che, con Milano e Torino, era il laboratorio dell'unità sindacale) e perché fu uno degli episodi della svolta che avrebbe precipitato l'Italia negli anni bui del terrorismo. Franzinelli parte dalle inquietudini alla vigilia del Sessantotto per raccontare con un taglio originale - e documenti inediti o poco noti - l'eversione nera dell'Italia dei primi anni Settanta, i suoi protagonisti, i suoi drammi e i suoi scontri, di cui sono parte integrante i depistaggi e il duro lavoro investigativo che hanno segnato la vicenda giudiziaria fino a oggi.
Pubblicato per la prima volta nel 1949, "Vent'anni e un giorno" costituisce ancora una delle critiche al regime mussoliniano più acuminate. Giuseppe Bottai fu fascista della primissima ora, presente durante la Marcia su Roma, governatore di Addis Abeba e poi ministro dell'Educazione Nazionale, grande ammiratore di Mussolini e pensatore sinceramente persuaso che fosse possibile, per l'Italia, trovare nel fascismo un assetto politico utile al suo sviluppo economico e sociale. Nel corso del tempo, però, in Bottai si compie una metamorfosi, la sua riflessione disegna una rotazione di centottanta gradi che lo pone nelle condizioni di riconoscere l'immensa aberrazione che si celava come un nucleo malato nel profondo del regime. Il viaggio interiore di una figura tra le più contraddittorie e sorprendenti del secolo passato, introdotto da un saggio di Giordano Bruno Guerri.
Le morti che avvengono per incidenti sul lavoro si chiamano, in Italia, morti bianche. Bianche come il silenzio, come l'indifferenza. Come l'immediata elusione di ogni responsabilità da parte di chi impone ai lavoratori condizioni ambientali insostenibili. Si tratta di lavoratori dimenticati, di storie individuali delle quali è difficile definire il profilo. Storie bianche, vite bianche, costrette a esistere in un vuoto di diritti, facilmente rimosse dopo un breve clamore massmediale in coincidenza con l'ennesimo "incidente".
Nella vita di tutti i giorni non siamo quei razionali, fulminei e infallibili calcolatori di "utilità" che popolano i modelli economici. Grazie a un campionario di esempi, test, paradossi e a un linguaggio semplice e accessibile il testo insegnerà a riconoscere (e a correggere) i comportamenti irrazionali; e allo stesso tempo a non contare troppo sulla razionalità e a diffidare dei modelli troppo astratti degli economisti.
L'aggressività fa parte della natura umana, ma la violenza può essere tenuta sotto controllo fin dall'infanzia. E' questa la tesi da cui parte Anna Oliverio Ferraris, psicologa e psicoterapeuta, per affrontare il tema del bullismo giovanile, un fenomeno tornato con prepotenza alla ribalta per la sua crescente diffusione. Che si tratti di ragazzini cresciuti in quartieri degradati, o in famiglie problematiche, o con difficoltà di apprendimento, la società intera non può ignorarli perché dietro la loro violenza c'è sempre un messaggio da decifrare. Agli adulti il compito di leggere e tradurre questi segnali "in codice". E, missione ancora più ardua, di trovare risposte e soluzioni. "Piccoli bulli crescono" offre ai genitori e agli insegnanti uno strumento in più per comprendere e intervenire. Una guida pratica che valorizza lo sport, la musica, l'arte, come risorse per stimolare nei bambini l'amore di sé, il piacere della sfida, il rispetto degli altri. Ma suggerisce anche un metodo per farsi ascoltare: punendo, quando è indispensabile, con autorevolezza, accettando la scommessa più importante che gli adulti sono chiamati ad affrontare. Dimostrare alle giovani generazioni che il mondo non appartiene ai violenti. È il solo modo per aiutare tutti quanti, vittime e bulli, a diventare cittadini del futuro, e per dare a questi bambini il regalo più prezioso che ci sia: un ideale di bellezza, di armonia e di giustizia in cui credere.
La protesta dei monaci birmani contro il feroce regime del paese è scoppiata sui media nazionali nell'ottobre 2007, ma purtroppo non è così recente. Le purghe del regime cercano di cancellare da tempo i segni del bagno di sangue che è in atto da molti anni, mentre il resto dell'umanità, l'Occidente, la politica, la burocrazia, noi, restiamo sospesi fra l'indifferenza e la valutazione di un intervento. Eppure, è poi così lontana la Birmania? Il suo feroce regime militare fa affari con gli europei, gli americani, i cinesi, gli indiani, i russi... La Birmania acquista da questi paesi tecnologie e armi, e si sdebita con la droga, le gemme preziose, le prostitute-bambine, i legni pregiati. A raccontarci tutto ciò, l'esperienza diretta di una giornalista d'eccezione, una delle firme e dei volti più noti del giornalismo l'inchiesta: Carmen Lasorella.
Jack Greene e Alessandro Massignani ricostruiscono la biografia del principe Junio Valerio Borghese e della Decima Mas, la prima unità della storia navale moderna composta da commando. Personalità controversa e discussa già durante il fascismo, accostato negli anni a complotti di destra, golpe falliti e attività clandestine, Borghese continua a suscitare reazioni contrastanti. Gli autori, dopo aver setacciato gli archivi ufficiali ed essersi affidati alle memorie di veterani che combatterono su fronti opposti, offrono un quadro esauriente della vita e degli avvenimenti che lo videro protagonista.
Le morti sul lavoro, il precariato, le case sempre più costose, i trasporti, l'energia, la sicurezza stradale, lo smaltimento dei rifiuti, la parità tra i sessi: in Italia sembrano problemi insormontabili. Questo libro dimostra che i problemi, anche quelli grandi, si possono affrontare e superare, basta guardare ai modelli di eccellenza degli altri paesi europei. La Svezia ha quasi azzerato le morti bianche, conquistando il primato mondiale della sicurezza sul lavoro grazie all'"ombudsman" dei lavoratori, ovvero il delegato per la salute e la sicurezza. E guai a fare i furbi (due ministri sono stati costretti alle dimissioni per aver retribuito in nero la babysitter e non aver pagato il canone tv). Con l'invenzione della corsia dinamica, in Spagna non si vedono più ingorghi in entrata e in uscita dall'autostrada, mentre i treni corrono superveloci. A Friburgo, in Germania, i cittadini hanno detto no al nucleare, ma contemporaneamente hanno detto sì alle energie "dolci" e trasformato l'energia solare in un formidabile business. L'Inghilterra ha scelto i migliori architetti per progettare case popolari di pregio e quartieri a misura d'uomo, e con controlli severi ha dimezzato le stragi sulle strade. I danesi non hanno più l'incubo della precarietà grazie alla "flessicurezza", mentre a Copenhagen i rifiuti vengono bruciati nel cuore della città, in regola con le leggi (e con tecnologia made in Italy). Risolvere i problemi si può. La buona politica è alla nostra portata.
Da oltre un secolo la disciplina creata da Freud ha elaborato un modo di pensare la psiche umana che ha plasmato la nostra soggettività, diventando un sistema interpretativo generale alla cui luce l'uomo contemporaneo ha pensato se stesso, decifrato i propri desideri e comportamenti, illustrato i propri moventi e ragioni. Essa ha inoltre penetrato in profondità il sistema culturale e sociale, diventando parte integrante delle forme di vita dell'uomo contemporaneo. La psicoanalisi costituisce, insomma, l'orizzonte generale entro il quale tutti gli individui sono situati. Ciò, però, è probabilmente avvenuto innanzitutto perché la creazione di Freud aveva da subito assunto una posizione critica all'interno del contesto politico e culturale di un mondo avviato verso la catastrofe, funzionando da perpetuo principio d'inquietudine e problematizzazione, critica e contestazione rispetto alla società e alle forme di sapere dominanti. Ma che ne è stato di questa sua originaria vocazione sovversiva? In cosa si sono trasformati i suoi concetti, il suo discorso, il movimento cui aveva dato origine? Per rispondere a questi interrogativi Major e Talagrand ripercorrono le grandi tappe della scoperta freudiana, ricollocandole nelle fasi fondamentali dell'esperienza personale di Freud e nei momenti decisivi della storia del mondo che ha attraversato, offrendo un'introduzione d'insieme efficace e radicale.
Bisogna dire ai bambini tutta la verità sulla loro origine? In che cosa consiste la rivalità tra fratelli? Come si costruisce l'identità sessuale? A che cosa servono i sintomi, e bisogna proprio guarirli a ogni costo? A queste e ad altre domande, Marcel Rufo dà delle risposte concrete, frutto di trentacinque anni di pratica di psichiatria infantile. Ben lontano dal riferirsi a teorie astratte, l'autore dimostra, attraverso una serie di casi particolari, come i bambini e gli adolescenti esprimano, con il loro corpo e il loro comportamento, tutti i tormenti e gli smarrimenti che non riescono a verbalizzare.
Decano degli junghiani italiani, Mario Trevi è uno psicoanalista che non ha mai smesso di interrogarsi sulla natura del suo sapere e del suo lavoro, né di collocare questo lavoro su uno sfondo culturale ampio, libero da rigide appartenenze di scuola o da tentazioni dogmatiche. In questo libro, rispondendo alle sollecitazioni e alle curiosità di un giovane aspirante analista, accetta per la prima volta di spiegare con linguaggio accessibile e del tutto privo di tecnicismi che cos'è per lui la psicoterapia, quali sono i suoi metodi, i suoi obiettivi e le sue difficoltà, quali i criteri per valutare il successo o l'insuccesso di un intervento terapeutico.

