
La stagione storica del partito popolare ha avuto in Francesco Luigi Ferrari uno dei più convinti protagonisti e dei più lucidi interpreti. Figura quasi dimenticata, questa agile biografia ne ripercorre le vicende, mettendo in evidenza l'apporto originale e profondo che l'esponente modenese seppe dare anche dall'esilio dove fu costretto a rifugiarsi per le persecuzioni fasciste - all'affermazione dei valori democratici e all'elaborazione di una cultura politica capace di avvicinare i cattolici allo Stato.
«L'avanzata della comunicazione digitale (cellulari, tablet, smartphone...) è inarrestabile, ormai l'invasione digitale è un dato di fatto. E per i nostri ragazzi una vita senza quelle appendici elettroniche non è vita. Questo il tema serio su cui ragioneremo nel nostro breve lavoro. Nella prima parte vedremo gli indubbi vantaggi di cui siamo debitori alla comunicazione digitale. Nella seconda parte andremo alla scoperta delle principali insidie anti-uomo nascoste in essa. Nella terza parte offriremo una serie di proposte operative per proteggerci da tali insidie e valorizzare la preziosa invenzione del linguaggio digitale ai fini della nostra sempre maggiore umanizzazione.» (dall'Introduzione)
Oltre 30 giochi semplici e originali da realizzare con l'utilizzo di pochi materiali d'uso comune. Spiega l'autore, che ha una lunga e ricca esperienza di educatore professionale: «Che cosa succede quando i più piccoli giocano con i più grandi? In un gioco possono interagire due persone che hanno una grande differenza d'età? Insomma, nonni e nipoti possono giocare insieme? Questo libro vuole essere una raccolta di giochi da me inventati o di vecchi giochi rivisitati, pensati per i nonni, ma che in realtà possono essere giocati da tutti. La cosa più interessante è che se vengono giocati da nonni e nipoti insieme o da figli e genitori insieme, cioè da componenti di età diverse, il risultato è di gran lunga migliore...».
Questo libro nasce da un desiderio realizzabile: che ogni parrocchia sia piena di "angeli", cioè di messaggeri capaci di annunciare la Parola di Dio e il servizio della comunità sul territorio nel modo migliore. Un volume di piccolo formato (presenta gli elementi di base, essenziali, per comunicare con efficacia nei vari servizi pastorali), pratico (non contiene trattazioni di teoria della comunicazione, ma solo suggerimenti concreti e "ferri del mestiere" pronti all'uso) e rivolto alla comunicazione pastorale di base, quella "di parrocchia": come parlare in pubblico nelle diverse occasioni (omelia compresa), gestire riunioni e incontri, usare i social media, dare un'identità attraente a gruppi e attività... Queste e molte altre cose sono esposte in modo chiaro e semplice, a disposizione di catechisti, animatori, laici impegnati, diaconi e preti.
"Il mio partito non ha paura degli altri, è curioso. Il mio partito abbatte i muri, non alza i ponti. Il mio partito accoglie, non respinge gli elettori. Il mio partito si fa giudicare dai cittadini con il voto, non li giudica con moralismo supponente. Il mio partito usa la digitale, non il rullino. Il mio partito non è schizofrenico per cui un giorno vuole arrestare Berlusconi e il giorno dopo lo farebbe presidente della Convenzione costituente. Il mio partito rispetta la magistratura non solo quando manda gli avvisi di garanzia agli avversari. Il mio partito prende i voti degli altri. Perché se non prende i voti degli altri, poi gli tocca prendersi i ministri degli altri. Il mio partito difende le donne non una volta l'anno, ma tutti i giorni, con la parità di genere. E sa che le quote rosa sono un sistema grezzo. Ma non ne ha trovato uno migliore. Il mio partito rispetta i referendum. Anche quando dicono che il finanziamento pubblico ai partiti va abolito. Il mio partito si chiamerà Partito democratico. Ma non l'abbiamo ancora costruito davvero". Con il suo stile veloce, la battuta pronta, e ironico come solo un fiorentino sa essere, Matteo Renzi traccia i confini di un'Italia possibile e futura. Perché adesso basta rottamare. È il momento di andare "oltre". Oltre la rottamazione di una classe politica che ha sprecato la propria opportunità di cambiare le cose. Questo libro è il manifesto politico di una bella Italia, che parla di lavoro, di politica e di futuro.
In principio ci sono le storie. Campi magnetici. Singole tessere del reale escono dal rumore bianco del mondo e si mettono a vibrare con un'intensità particolare, anomala. La genesi di una storia può durare un attimo o incubare per anni. Le forme dei campi magnetici che chiamiamo storie sono illimitate. Don Giovanni e Dracula sono buchi neri attorno ai quali un intero mondo prende vita. Nell'Amleto e nei Vangeli un frammento, apparentemente impazzito, diserta e mette in pericolo tutta la sequenza del reale. Poi ci sono le trame. Abitano le storie, le attraversano, e le rendono leggibili. Sono geroglifici che le significano, mappe che le raffigurano. Ma il gesto del narrare non è ancora compiuto. Manca una componente chimica, la più misteriosa, l'unica che abbia a che vedere con la magia. Lo stile. Non si può insegnare, lo si possiede. È un suono unico. Sgorga da un'intimità altissima e inaccessibile. Tiene insieme cielo e terra. Il cielo delle storie, la terra del reale. Leggendo questo libro si entra in un universo alchemico. "Sono le cose principali," scrive Alessandro Baricco, "che mi è accaduto di capire da quando mi occupo di narrazione." A volte è difficile distinguere tra magia e illusione ottica, tra evento mistico e processo chimico. Lungo questo confine enigmatico si compie il gesto del narrare, fatto di elementi che, se ben intrecciati, danno un suono a certe misteriose vibrazioni del mondo. Questo gesto si può imparare? Chi può insegnarlo? Una via della narrazione esiste e "il suo compito possibile è portare brevi esistenze individuali a compimento, saldando quanto è certo nella loro coscienza a quanto ancora è pagina in bianco e carta coperta".
Descrizione dell'opera
I conflitti globali presentati dai mezzi di informazione come scontri religiosi, il peso crescente delle posizioni confessionali nella formazione delle opinioni politiche, l'irruzione di nuovi culti legati ai processi migratori.
Le società occidentali moderne devono fare i conti con la persistente vitalità delle religioni, per quanto secolarizzate, ma anche con la progressiva disintegrazione della pietà popolare tradizionale, che da un lato produce istanze fondamentaliste e dall'altro espressioni di fede ancorate ai principi del dialogo e dell'accettazione dei diritti umani.
In questo contesto, Habermas crea le premesse per una filosofia capace di «tradurre» il contenuto delle espressioni religiose in un linguaggio accessibile e in grado di influire in modo concreto nei processi decisionali delle società contemporanee in termini inclusivi e solidali.
Sommario
Le religioni e la politica. Note.
Note sugli autori
JÜRGEN HABERMAS (Gummersbach,1929), filosofo e sociologo tedesco, è tra i principali continuatori della Scuola di Francoforte. Assistente di Theodor W. Adorno, ha insegnato a Heidelberg e a Francoforte e ha diretto l'istituto Max Planck di Starnberg, che promuove la ricerca sulle condizioni di vita nelle società scientifico-industriali.
EDUARDO MENDIETA è professore di Filosofia alla State University di New York, Stony Brook.
Una raccolta di scritti rivoluzionari, da Robespierre a Marx, Gramsci, Bakunin e gli anarchici italiani, Lenin, Trotzkij, Mao Tzetung, Che Guevara... con i canti della rivoluzione, dalla Marsigliese ad Hasta siempre comandante. Miti, icone entrate nel nostro immaginario collettivo. Pensieri scomodi che testimoniano la forza di chi, nel bene e nel male, voleva cambiare il mondo, sognando l'impossibile.
La più formidabile ed esilarante arma contro il potere in tutti i tempi, la satira, in un'antologia che copre l'intera storia dell'uomo. Le invenzioni comiche di Aristofane e Menippo, accanto alle creazioni del Male e di Cuore. Orazio e Giovenale insieme a Totò e Petrolini. Le pernacchie di Trilussa e del Belli a cui si sovrappongono le spietate risate di Jonathan Swift e il Tom Jones di Fielding. I surreali manifesti antizaristi e antirivoluzionari del russo Chlebnikov, le folgorazioni crudelmente comiche di Victor Hugo, i buffi misteri inscenati da Dario Fo. Per culminare con la satira più recente.
In un momento di crescente attenzione nei confronti della Cina, percepita ormai a livello mondiale come nuova potenza economica e protagonista di una rinnovata stagione cinematografica e letteraria, diventa necessario provare a capire meglio una cultura della quale per tanto tempo si è saputo ben poco. Pubblicato per la prima volta nel 1966, "Il libretto rosso" propone una scelta di citazioni dai discorsi e dagli scritti di Mao Zedong, "il Grande Timoniere", e costituisce un punto di partenza per chiunque voglia approfondire l'epoca della cosiddetta "rivoluzione culturale".