
Siamo un Paese di terza categoria, con un'economia allo sfascio e intere generazioni votate alla disoccupazione? Colpa del posto fisso, delle pensioni, della sanità, della scuola e soprattutto del fatto che mancano le Grandi Opere. Questo ci ripetono politicanti incalliti e tecnici riciclati, mentre una riforma dopo l'altra ci privano dei nostri diritti fondamentali: un lavoro sicuro, una vecchiaia dignitosa, la salute e l'istruzione. Non ci sono i soldi, ci dicono. Falso. I soldi ci sono: peccato che chi ci governa li investa in stipendi e privilegi parlamentari o in progetti senza senso. Quante risorse stiamo sprecando in nome della loro megalomania o dei loro interessi, nello stesso momento in cui ci chiedono sacrifici, sacrifici e altri sacrifici? Questo libro è un racconto, una denuncia, un prontuario di sopravvivenza, un grido di battaglia, per non restare soli ciascuno di fronte al proprio grande o piccolo scempio, al cantiere inutilmente aperto sotto casa propria, alla catastrofe economica incombente sui propri figli. Perché invece il problema è di tutti. Dalla Tav in Val di Susa fino al ponte sullo stretto di Messina, passando per le spiagge devastate della Sardegna e l'incubo della Salerno-Reggio Calabria, si trivella in mare per un petrolio che non c'è, si bucano le montagne per treni che non passeranno, si inquinano le falde acquifere per creare basi militari, ci si toglie l'aria con gli inceneritori.
Tre voci per cambiare. Un dialogo inaspettato che mette in campo esperienze e sensibilità diverse. La sfida è guardare là dove nessuno vuole arrivare, cambiare davvero le regole del gioco e fare della politica non l'arte del potere ma un modo di essere cittadini autentici, responsabili, attivi. Nell'ideale passeggiata tra Atene e il Pireo, richiamandosi alla classicità degli Ateniesi che ci hanno tramandato un modello di democrazia, Dario Fo provoca i suoi interlocutori invitandoli a parlare dei traguardi che si prefigge il Movimento, affrontando anche le polemiche e le critiche di questi ultimi mesi. Il lavoro, gli immigrati, l'euro, le tasse, una nuova spending review, le elezioni... Per tutte le persone che vogliono saperne di più sul "comico" Grillo e sul misterioso Casaleggio, ecco un documento che fa vedere il Movimento per quello che è. Basta leggere per farsi un'opinione.
Di Manfredi di Svevia si ricorda soprattutto il celebre ritratto tracciato da Dante nel Purgatorio ("biondo era, bello e di gentile aspetto"), mentre la sua esperienza quale re di Sicilia (1258-1266) è da molti considerata una semplice appendice minore del grande regno del padre, Federico II. Schiacciato fra il poeta e l'imperatore, Manfredi è stato spesso ridotto a un'immaginetta oleografica, ritratto come il bel giovane morto troppo presto e vittima di una sorte ingiusta e delle trame dei papi e di Carlo d'Angiò. In tal modo, però, non si rende giustizia a una figura ben più complessa e sfaccettata, in grado di scalare il trono partendo dalla posizione di figlio illegittimo e di giungere, per qualche anno, a essere uno dei sovrani più potenti del Mediterraneo. Questo libro vuole ricostruire i molti volti di un uomo che fu amante della filosofia e della musica e spietato persecutore dei propri nemici, protagonista di un'ascesa conquistata con abilità e cinismo e abilissimo promotore della propria immagine, custode del ricordo della grandezza paterna e complice degli abusi degli zii materni. Comunque, uno dei grandi protagonisti della vita europea del Duecento.
Nella storia del pensiero il giardino è sempre stato visto come una metafora vitale dell'opera di Dio, dal mito fondativo dell'Eden fino ai giardini zen giapponesi. Le diverse epoche storiche non hanno fatto quindi che interpretare il particolare rapporto sviluppato dall'uomo con la natura, proprio attraverso l'arte dei giardini, per la loro capacità di risvegliare gli accordi profondi dell'animo umano. Ma senza cura non si dà giardino. Mondo chiuso, indefinitamente malleabile, il giardino dà corpo al vecchio sogno del microcosmo. Lo si struttura, consapevolmente, come l'immagine, su scala umana, del Cosmo smisurato. In un giardino tutto diventa possibile. Vi si può modellare a proprio modo la creazione, giocare con le stagioni, le luci, le prospettive, le chiome. Per questa ragione, i giardini di un'epoca sono tanto rivelatori dello spirito che la anima, quanto possono esserlo la scultura, la pittura o le opere degli scrittori. Il libro dedicato da Pierre Grimal alla storia del giardino, leggiadro e colto al contempo, costituisce ancora oggi una chiave d'accesso essenziale a uno dei temi cruciali della nostra storia culturale.
Il presente volume raccoglie alcune riflessioni rivolte a tutti coloro che si occupano di minori coinvolti in procedimenti giudiziari civili e/o penali. Il filo rosso che tiene uniti i diversi interventi, alcuni di argomento psicologico, altri giuridico, e' la necessita' di confronto e d'integrazione tra le diverse figure che lavorano con bambini vittime di traumatiche situazioni di abuso, maltrattamento e abbandono. A partire da alcuni concetti essenziali, come la centralita' dei minori e la formazione permanente degli operatori, nel libro vengono svolte una serie di considerazioni, arricchite con 'esempi dal vivo', utili alla nascita di nuovi pensieri negli operatori che si cimentano sul campo incontrando i bambini e le loro famiglie. Gli scritti inseriti nel volume sono la rielaborazione dei seminari tenuti dagli autori nell'ambito di un corso di formazione su 'Il trauma in eta' evolutiva', finanziato dalla Fondazione f.i.a.b.e. Con l'organizzazione scientifica della SIPsIA.
Questo studio costituisce la prima monografia italiana su una delle più complesse pensatrici dell'ultimo millennio. Filosofa dal pensiero formidabile, così ne parlò Sarah Boxer sul New York Times, Gertrude Elizabeth Margaret Anscombe, moglie di Peter Geach e madre di sette figli, ha sempre battagliato per la verità. In lei vita, passione e filosofia sono un tutt'uno e in tale unità si cela l'irriducibilità e il fascino del suo pensiero. In compagnia dei classici dell'antichità, dei moderni e di quei filosofi del panorama contemporaneo con cui era solita dialogare, in primis Ludwig Wittgenstein, ella arrivò a elaborare un pensiero del tutto personale quale risposta ai diversi problemi sollevati in ambito sociale. Non a caso, come osserva Jane O'Grady, talvolta venne soprannominata la Dragon Lady di Oxford. Basti citare la sua opposizione pubblica al conferimento della laurea honoris causa al presidente Truman, o alle sfide che fronteggiò in campo morale. Autrice di numerosissime pubblicazioni, nel 1958 stilòil famoso scritto Modern Moral Philosophy, poi divenuto il manifesto della rinascita di un'etica di tipo neo-aristotelico. Il volume si conclude con una breve raccolta di testimonianze di persone, docenti, allievi e amici che hanno avuto occasione di incontrarla. E come ricorda Rosalind Hursthouse, Anscombe era una "filosofa straordinaria, e del tutto eccezionale".
Omicidio, infanticidio, abuso sessuale, anoressia, suicidio: ecco come gli adolescenti possono fare male a sé e agli altri. Una serie di casi letti nella prospettiva inconsueta del colpevole, vittima a sua volta di se stesso, per comprendere cosa si cela dietro la maschera del "mostro".
Nell'immaginario collettivo, gli adolescenti che commettono un reato grave appartengono a un mondo a parte, fatto di volta in volta di follia, violenza ambientale e familiare, disattenzione dei genitori. Gli episodi che riguardano il lato oscuro dei ragazzi ritornano periodicamente con clamore sui media, che offrono facili spiegazioni moralistiche o sociologiche che spesso non bastano a spiegare i veri perché di questi episodi. Questo libro, invece, scritto da uno psicologo che da anni ha scelto di lavorare nei servizi che sono in "prima linea" nell'affrontare il grave disagio adolescenziale, si interroga e approfondisce i percorsi che hanno scandito le fasi che precedono e accompagnano il verificarsi di atti di violenza verso se stessi o verso gli altri. Vuole entrare nell'intimo della bufera che, spesso sopita, senza segnali, si agita sotto la superficie di vite uguali a quelle di tanti altri ragazzi. È una raccolta di casi di adolescenti che uccidono, raccontati e interpretati nella loro dinamica interna spesso con l'aiuto di testimonianze dirette.
Un ragazzo di sedici anni si trova a fare per la prima volta il palo in una rapina; in mano ha un coltello e deve prendere una decisione che segnerà la sua vita. Un altro si presenta alla festa di fine anno della scuola con un fucile da caccia nella custodia della chitarra e i nomi di cinquantaquattro persone nella tasca del giubbotto. Un altro ancora spaccia droga vestito come un uomo d'affari... Uno psicologo che da anni lavora in prima linea nell'affrontare il disagio giovanile racconta in questo libro le storie dei ragazzi che ha conosciuto, e ne indaga il significato più profondo. I casi, più o meno noti alla cronaca, diventano così una guida verso la comprensione di un universo sfaccettato, in cui la violenza diventa la messa in scena di un teatro interiore lacerato. Omicidi, reati sessuali, aggressioni, furti, spaccio di sostanze stupefacenti sono spesso vissuti dai ragazzi senza alcun senso di responsabilità, come un evento esterno capitato per caso. Il crimine minorile è un territorio complesso, e in parte inesplorato: questo libro indaga l'universo simbolico che lo sottende, con l'intento di proporre soluzioni percorribili.
Gustavo Bontadini (1903-1990) è stato tra i primi iscritti dell'Università Cattolica di Milano, alla quale ha legato la propria vita personale e intellettuale e con la quale ha mantenuto un rapporto di stretta collaborazione, insegnando fino al 1978. Egli si è reso protagonista di una originale sintesi filosofica tra neoscolastica e attualismo. Membro dell'Accademia di San Tommaso e socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei, è stato un grande protagonista della filosofia italiana del Novecento. Il presente volume, articolato in tre diverse sezioni, si apre con un ritratto biografico; segue una seconda sezione dedicata all'analisi delle opere; infine, nella terza e più corposa sezione, viene offerta una presentazione dettagliata del pensiero bontadiniano, con particolare attenzione alla sua proposta storiografica, alle diverse prove offerte a sostegno dell'esistenza di Dio e alla sua visione etico-antropologica (tematiche solitamente poco affrontate dalla critica). Chiude il volume "Per una teoria del fondamento", che lo stesso Bontadini amava considerare come il suo testamento filosofico; una provocazione intellettuale che, a distanza di anni, mantiene intatta la propria freschezza e la propria attualità.