
La vita e la storia imprenditoriale di una delle figure di spicco dell'industria italiana del Novecento, illustrata da oltre 100 immagini provenienti dall'Archivio storico Barilla. La penna di Francesco Alberoni ci restituisce - in un'intervista solo cronologicamente impossibile - la vera figura di Pietro Barilla, personalità centrale della famiglia parmense, che ha il merito di aver dato un'impronta significativa all'immagine del made in Italy nel mondo grazie alla visione innovativa e all'intuizione della pasta "regina" della cucina italiana. Entrato giovanissimo nell'azienda di famiglia, dal 1947 Pietro ne ha tenute le redini per svilupparla in senso moderno fino a farla diventare la più grande industria pastaria del mondo, aiutato anche da un sapiente uso della comunicazione, come dimostra il coinvolgimento di Mina e di Fellini nelle celebri campagne pubblicitarie e il successo, più tardi, del marchio Mulino Bianco. Attraverso le vicissitudini del dopoguerra, i successi degli anni Cinquanta, la cessione alla multinazionale Grace e la coraggiosa riconquista negli anni Ottanta, Pietro Barilla ha legato il suo nome a valori come la tenacia, la generosità, la sensibilità sia umana sia artistica e la territorialità, facendo sì che oggi venga ricordato da tutti come esempio di imprenditore ideale.
La grande divisione che ha dominato il Novecento, quella tra collettivismo e capitalismo, è scomparsa. Nella società postideologica e competitiva la frustrazione che nasce dal confronto con chi ha più di noi, si connota come invidia: gli invidiosi si scrutano reciprocamente, timorosi di restare indietro nella corsa per l'autoaffermazione, pronti a colpirsi reciprocamente. Ma l'invidia è anche un meccanismo di difesa per mascherare l'insicurezza radicale di cui tutti soffrono. Nel libro di Alberoni l'invidia viene presentata come la manifestazione della solitudine dell'individuo, della perdita di un rapporto autentico con gli altri: solo ritrovando questo rapporto la persona invidiosa potrà guarire dalla sua malattia.
Il sociologo italiano scrive l'ultimo capitolo di una ricerca iniziata nel 1979 con "Innamoramento e amore". Alberoni si serve di testi letterari, dal Cantico dei cantici alla letteratura erotica del Novecento, e di una grande quantità di colloqui clinici in cui chiede agli intervistati di dare voce, nel modo più diretto e personale, ai sentimenti e ai desideri. Il risultato è un saggio in cui, in un rigoroso impianto concettuale, trova spazio l'esperienza di persone reali. In quindici capitoli, l'autore esamina le diverse manifestazioni della sessualità maschile e femminile, il conflitto tra sesso e amore e le caratteristiche della "coppia amorosa".
Uscito per la prima volta nel 1979, dopo un lungo periodo di ideologie che avevano negato ogni valore alla coppia, all'innamoramento e ridicolizzato l'esclusività e la gelosia, "Innamoramento e amore" è stato come un lampo che fa improvvisamente vedere una realtà nascosta, e ha avuto un immediato successo con traduzioni in 25 lingue. Criticando le correnti filosofiche e psicologiche dominanti che riducevano l'innamoramento a una rimozione sessuale o a una regressione infantile, il libro lo colloca nel campo dei processi collettivi in cui due individui si ribellano ai loro legami precedenti e danno origine, attraverso l'entusiasmo dello stato nascente, a una nuova comunità: la coppia innamorata, proiettata sul futuro.
"In questo momento della storia, le donne e gli uomini cercano ciò che li accomuna, superando le differenze. Però hanno anche diverse sensibilità, diversi desideri, diverse fantasie. Entrambi, spesso, immaginano l'altro come, in realtà, non è, e pretendono cose che egli non può dare. L'erotismo ci si presenta sotto il segno dell'equivoco e della contraddizione. Eppure gli incontri avvengono, eppure esiste l'attrazione reciproca, esiste l'innamoramento. Come è possibile? Qual è la strada che conduce dalle differenze all'intesa, alla comprensione, all'incantesimo dell'amore?"
Come riconoscere un vero amico? Come distinguere chi mente, chi inganna? Come sapere se un amore è radicato profondamente o è una semplice infatuazione? Sono molte le situazioni, nella vita privata come in quella professionale, in cui vorremmo saper leggere le sfumature dell'animo umano e districarci tra segnali contraddittori, nei quali ai meccanismi spesso involuti della psiche si aggiungono i preconcetti ingannevoli che offuscano la nostra interpretazione di personaggi vanitosi o umili, generosi o avidi, coraggiosi o vili, costruttori o distruttori. Conoscerli è uno dei viaggi più affascinanti che si possa intraprendere. Riprendendo le fila di oltre trent'anni di riflessioni, Francesco Alberoni ci guida in questo percorso di scoperta e rivelazione, mettendo in luce le spinte primordiali del nostro agire, le ragioni più nascoste, i fatti che preferiremmo ignorare, i desideri contrastanti, i pensieri che non vogliamo ammettere, la facilità inconsapevole all'inganno e all'autoinganno. Dal bisogno di stabilità alla necessità primaria del cambiamento, dalla tendenza ad abbandonarci a delicate relazioni sentimentali ai problemi della vita di coppia, dalla vulnerabilità a cui ci espongono le nostre scelte alla fragilità generata dalla solitudine, questo libro esplora gli angoli più nascosti dell'animo umano e ci mette, con garbo ma senza scuse, di fronte a noi stessi e alle continue scelte della nostra vita.
Molti sono ancora convinti che ci sia una traiettoria obbligata dell'amore che incomincia con l'innamoramento, la passione ma poi declina e si spegne nella convivenza quotidiana, quando non finisce nel tradimento e nel divorzio. Ma sbagliano. Questo libro dimostra che la felicità e il piacere più intensi sono possibili soltanto nel grande amore erotico che conserva la freschezza dell'innamoramento, l'ardore della passione e che, anziché affievolirsi, col passare degli anni si intensifica. Dobbiamo tornare a dare alla parola amore il suo significato più pieno, più autentico. Perché il vero amore è rivelazione, ammirazione, adorazione, fusione con qualcosa che ci trascende e che dà un nuovo senso al mondo. Solo l'amore totale ci sa dare il brivido dell'assoluto, lo stupore del nuovo, il terrore della perdita e una felicità misteriosa, meravigliosa e divina. Il grande amore erotico si ottiene abbandonandoci all'amore, alla voglia di vivere, al candore dei sentimenti, alla sincerità, alla verità, alla libertà, chiedendo ciò che ci piace senza pudore, senza paura.
Questo libro insegna a riconoscere il vero innamoramento, quello da cui nasce una coppia appassionata. Il colpo di fulmine, l'attrazione erotica, la passione assomigliano a volte all'innamoramento, ma non creano un legame forte, duraturo. Vi sono poi amori che ci portano a commettere errori e sono causa di amarezza e rimpianto. Per questo è importante riconoscere il vero innamoramento, sapere come si forma la coppia innamorata, quali sono gli ostacoli che incontra e come può superarli per realizzare un amore erotico intenso, capace di affrontare la quotidianità. L'amore che merita, appunto, di dire "ti amo".
Questo libro - un classico della sociologia - spiega come sorgono e come evolvono i movimenti collettivi che sconvolgono, rinnovano e spesso devastano la società. I movimenti sono vere e proprie esplosioni sociali che, sull'onda di speranze, passioni, utopie, travolgono l'ordine costituito senza che i politici e gli amministratori sappiano come fronteggiarli. Così è stato per il fascismo, per il nazismo, ma anche per il New Deal, per i movimenti di liberazione nazionale, per la nascita di nuovi sindacati, di nuovi culti. "Movimento e istituzione" nasce dallo studio di centinaia di movimenti, sorti in paesi ed epoche diverse fino ad arrivare a oggi. Insegna come identificarli, analizzarli ed evitare che producano effetti catastrofici, neutralizzando gli elementi fanatici e violenti per indirizzare gli altri verso mete più costruttive. Inoltre esamina il processo attraverso il quale emergono i capi carismatici e discute come sia possibile frenarli. I movimenti sono come la piena di un fiume che può travolgere ogni cosa, ma anche venire incanalata per l'irrigazione o deviata per produrre energia elettrica. Ma per ottenere questi risultati occorre un sapere che nasce dallo studio, dall'esperienza. E quanto si propone questo trattato, che mostra come affrontare e indirizzare le più violente e pericolose passioni collettive, trasformandole in forze costruttive capaci di generare solide e pacifiche istituzioni democratiche.
L'uomo è l'unico essere vivente insoddisfatto della sua natura. Vibra in lui il presentimento di uno stato più perfetto e felice. Per lunghi periodi si adatta a vivere secondo regole prefissate, seguendo stanche abitudini, ma c'è un momento in cui decide di rompere ogni vincolo ed esplorare territori sconosciuti. E quello che Francesco Alberoni chiama lo "stato nascente ", una vera e propria morte-rinascita da cui si genera un nuovo modo di essere. Il grande studioso dei sentimenti umani e dei movimenti collettivi sostiene che questa forza primigenia ci è stata inculcata nell'anima dalla Natura, e non senza motivo. Essa ci costringe a creare sempre, a guardare al futuro, a sperare contro ogni speranza. E quello "stato di grazia", che in un bagliore di lucidità ci fa credere che il mondo può migliorare, che noi possiamo diventare persone migliori, e che tutto ciò che è stato finora, quella che chiamiamo vita reale, era, in realtà, una povera vita inautentica, dolorosa. Lo "stato nascente" è la passione che fa scorrere in noi una vita di estrema intensità, diventiamo infaticabili e tutte le nostre paure scompaiono. Scompare anche la paura della morte, perché non si ha paura di morire quando si ha l'impressione di muoversi verso ciò che è vero, giusto e bello.
Noi tutti ci domandiamo che cosa è bene e che cosa è male, che cosa è giusto fare, che cosa dobbiamo considerare virtù e che cosa vizio, quale sia la nostra mèta. E vorremmo trovare un ancoraggio sicuro, un ragionamento rigoroso, una guida. Eppure, nel mondo moderno pare non esserci nulla di simile. La gente non crede più che Dio in persona abbia scritto le sue leggi immutabili su tavole di pietra; non crede nemmeno che le leggi morali siano scritte in modo indelebile nella mente e nel cuore dell'essere umano. Le norme morali cambiano da società a società, e si modificano nel corso della storia. Il guerriero antico considerava altamente etico fare scorrerie e riportare la testa degli avversari uccisi. I romani trovavano dignitoso e meritevole trascinare in catene i capi degli eserciti sconfitti per sgozzarli sulla pubblica piazza. A noi pare inutile, crudele e meschino. Gli inquisitori torturavano le streghe e poi le bruciavano sul rogo, convinti di agire nel nome di Dio. Noi ne siamo inorriditi. La varietà dei costumi, le loro trasformazioni nel tempo ci hanno dimostrato che non esiste un diritto naturale. La natura non prescrive niente, conosce solo la legge della sopravvivenza. Anche noi, nonostante la nostra cultura e la nostra morale, ci rendiamo conto di essere spesso in balìa di forze primordiali nelle guerre e nelle carestie. Quando la fame distrugge i nostri sentimenti morali e ci trasformiamo in belve. Ma allora in che cosa consiste l'evoluzione della società umana? A quali valori fare riferimento? L'evoluzione - diventata cosciente - ha cominciato a esplorare un percorso alternativo: non più contro l'individuo, ma attraverso l'individuo. Distruggere per evolversi è una modalità che appartiene alla preistoria dell'uomo. È cominciata una nuova era: quella dell'evoluzione cosciente e dell'individuo.
"Il coraggio, uno non se lo può dare!" protestava il don Abbondio dei Promessi Sposi. Francesco Alberoni rovescia questa famosa massima rivendicando l'urgenza di un valore dimenticato e sostenendo che "il coraggio si può imparare". Audacia e timore sono legati a doppio filo. Chi non ha paura non sarà mai capace di atti di eroismo. Proprio per questo l'ardimento non va confuso con l'inconsapevolezza o l'incoscienza. La riflessione di Alberoni si concentra su una "virtù morale e sociale" che investe tutti gli aspetti dell'esistenza: amore, amicizia, lavoro, famiglia. E quel "coraggio quotidiano" che ci permette di plasmare il nostro destino è forza d'animo, rifiuto delle ipocrisie proprie e altrui, gesto che sovverte un sistema ingiusto, ricerca di ciò che innalza. La mediocrità, l'indifferenza e la vigliaccheria sono facili: basta lasciarsi andare, nascondersi e adagiarsi nella propria nicchia. C'è invece un gran bisogno di opporsi alla cultura della comodità, del disfattismo e della codardia. Partendo dal presupposto che ogni essere umano ha una missione da scoprire e da compiere nell'arco di una vita, il coraggio va esercitato per essere fedeli a se stessi, per non farsi confondere dalla complessità del reale e, a volte, per superare se stessi. Il presente volume è la nuova edizione rivista e aggiornata del titolo "Abbiate coraggio" (1998).