
Pagine Facebook di ambasciate con migliaia di like, summit internazionali in diretta su YouTube, blog scritti da diplomatici, profili Twitter di ministri degli esteri e capi di stato. Negli ultimi anni, numerosi governi stanno utilizzando gli strumenti del Web partecipativo per promuovere i propri interessi strategici all'estero. L'uso dei social media per comunicare e interagire con l'opinione pubblica sta rivoluzionando una delle professioni più tradizionali: il diplomatico, in passato pronto a trincerarsi dietro il consueto "no comment", ora si avvale sempre più attivamente di internet per instaurare un rapporto diretto con i cittadini che, grazie alle nuove tecnologie, riescono ad avere un peso maggiore nei processi decisionali e che possono diventare dunque un ottimo alleato, o un insuperabile ostacolo, anche nella gestione dei rapporti tra le nazioni. Attraverso l'approfondimento di numerosi esempi e tecniche di comunicazione, il volume illustra l'innovativo uso dei social media in diplomazia per influenzare l'opinione pubblica, promuovere l'immagine degli Stati e perseguire gli obiettivi strategici nel panorama della nuova geopolitica digitale.
"Come resistere a questa donna eccezionale? Certo, Sissi fu imperatrice d'Austria e regina d'Ungheria. Un'immagine esatta ma del tutto incompleta, perché Sissi fu anche una gran donna, una delle più belle d'Europa e una delle più sorprendenti. Sconcertante con i suoi capricci, toccante con la sua semplicità, commovente con i suoi entusiasmi, influente con le sue visioni politiche, estenuante con i suoi viaggi, sconvolgente con la dignità mostrata nel dramma, tale fu la sovrana. Un personaggio dalle moltissime sfaccettature che non può lasciare indifferenti. In poche parole, un'eroina appassionante. Ma perché questo libro? Un altro? Non si sa già tutto? Non si è detto tutto e tutto scritto su questa icona talvolta zuccherosa e un po' datata? Il valzer viennese sarebbe diventato un ritornello? Sinceramente, non lo credo. (...) Si aprono archivi, si confidano testimoni, parlano i discendenti. A poco a poco, persone e avvenimenti sono rischiarati dall'implacabile luce del dettaglio. Idee recepite e stereotipi possono essere confermati o, al contrario, confutati. Questo libro si propone di ricavare un bilancio delle conoscenze attuali, facendo il punto sulle ricerche più serie, arricchite di molteplici dettagli rimasti per lungo tempo segreti. Resta soltanto una preoccupazione, quella di far rivivere la sovrana ricostruendo, nel modo più dettagliato possibile, la sua vita straordinaria poiché questa rappresentazione dell'Europa di ieri, oggi a brandelli, appartiene alla nostra memoria..."
Il dolore, la morte, il conflitto, il dominio, la sicurezza, la libertà ma anche il sesso, il gioco, il bar, il calcio, la pizza, il cretino, il niente sono tra i temi di questi "Scritti selvaggi". Se ne compone una filosofia del quotidiano ad altissima temperatura umorale emanata, come per esplosione atomica, dalla perenne belligeranza tra pensiero e vita. I due poli si attraggono e si erodono, si influenzano e si completano: "La vita - afferma il filosofo selvaggio - risale al pensiero e chiede di essere compresa e risanata. E il pensiero, una volta compiuta la sintesi, si rida in pasto alla belva che lo divora". In queste pagine vi è soprattutto un metodo, non convenzionale, di guardare ai fatti del mondo attraverso i registri del pamphlet o del diario in pubblico, dell'invettiva o dell'oracolo che ogni spirito libero può far proprio e applicare a se stesso. Un libro scorretto, vitale, antiaccademico, letterario, a volte anche sboccato (mai incivile), in cui si avverte il tono di grandi maestri, da Nietzsche ad Heidegger a Croce, o ci si imbatte, inaspettatamente, in Ennio Flaiano e Indro Montanelli, Totò e Franco Califano, Manlio Sgalambro e i Baustelle.
In questo libro Matthew Desmond ci conduce all'interno dei quartieri più poveri di Milwaukee per raccontare la storia di otto famiglie in bilico davanti alla minaccia dello sfratto. Vanetta, Lamar, Scott e Arleen sono tutti alle prese con debiti, bambini da crescere, famiglie difficili e affitti da pagare. I loro destini sono nelle mani di Sherrena Tarver, ex-insegnante diventata nel tempo piccola imprenditrice immobiliare, e Tobin Charney, proprietario di uno dei campi caravan della città. Tra compassione e interessi individuali, tra solidarietà e isolamento, si consuma il confronto fra chi ha paura di perdere tutto e chi, per lavoro, è costretto a chiedere loro l'impossibile. Il fenomeno degli sfratti, fino a poco tempo fa molto raro anche in contesti estremamente poveri, è oggi all'ordine del giorno, perché la maggior parte delle famiglie spende più della metà del proprio reddito in affitti, così che la casa, bene indispensabile per la realizzazione e la prosperità di una comunità solida e serena, è passata ad essere un privilegio esclusivo delle classi più ricche e fonte di conflitto sociale, psicologico, economico. Matthew Desmond ha costruito un reportage, raccontando senza riserve né pudori la storia, i volti e il futuro di chi vive dietro ai numeri e alle statistiche di disuguaglianze che non sembrano conoscere limiti. Proprio nel ricordarci che queste sofferenze sono vergognose e tutt'altro che necessarie, Desmond ci offre non solo delle soluzioni concrete ai problemi affrontati, ma una spinta positiva, vigorosa e urgente a immaginare un nuovo modello di società e un nuovo ideale comune di felicità.
Viviamo nell'era del digitale, è un dato di fatto, e gli schermi sono ovunque: in ufficio, a scuola, a casa, nelle nostre tasche. Per dovere o per svago, gli occhi tornano sempre lì. Specie quelli dei più giovani, visto che li usano come principale - se non unico - canale d'intrattenimento. Qualche cifra? In Occidente, i bambini sotto i due anni trascorrono in media tre ore al giorno davanti a un monitor. Tra gli otto e i dodici anni le ore diventano cinque, e salgono a sette tra i tredici e i diciotto. Possibile che un'attività tanto pervasiva non impatti sul loro sviluppo? Per anni ci siamo lasciati cullare dal mito che vedeva nei nativi digitali i fortunati destinatari di un balzo evolutivo, da Homo sapiens a Homo numericus: multitasking, più attento e intuitivo, pronto a cogliere le infinite possibilità offerte dalla Rete. Una visione dorata diffusa anche da media, sedicenti «esperti» e divulgatori non meglio qualificati. Troppo a lungo gli interessi di pochi e l'accondiscendenza di molti ci hanno spinti a ignorare i messaggi allarmati della scienza, proprio come è successo per il tabacco, i cambiamenti climatici e gli alimenti pieni di zuccheri. Sì, perché le ricerche sono ormai concordi: tutto quel tempo passato davanti a uno schermo ha gravi conseguenze su salute, comportamento e capacità intellettuali dei nostri figli. Finalmente, in queste pagine, un neuroscienziato ci presenta i dati per come sono: preoccupanti, e tali da imporre un immediato cambio di rotta.
Ma noi italiani chi siamo? È una domanda che nasce da due bisogni connaturati alla natura umana: definire una nostra identità e sentirci parte, al tempo stesso, di una comunità. Gli autori offrono ai lettori una risposta lontana dagli stereotipi correnti, guardando con attenzione ai segni lasciati nel nostro DNA dagli eventi passati senza perdere di vista i contesti storici e culturali. Ne scaturisce una nuova chiave di lettura che mette in evidenza l'analogia tra la variabilità della genetica e quella delle lingue parlate dagli italiani. Tenendo insieme informazione scientifica e attualità sociale, il libro affronta i temi dell'identità e della diversità anche in relazione ai cambiamenti demografici in atto nel nostro paese.
"La biblioterapia è l'utilizzo di un insieme di letture scelte quali strumenti terapeutici in medicina e in psichiatria. È un mezzo per risolvere dei problemi personali mediante una lettura guidata": così il dizionario Webster definiva la biblioterapia nel 1961. Una descrizione senza dubbio fredda e succinta, oltre la quale tuttavia si aprono scenari inaspettati e affascinanti, a cavallo tra psicologia e letteratura, antropologia e ricerca interiore. Régine Detambel, scrittrice e kinesiologa francese, raccoglie i numerosi contributi di studiosi che si sono occupati di una disciplina ricchissima di sfumature, dal lavoro pionieristico di Sadie Peterson Delaney fino alle opere più recenti di Ouaknin, Spire, Picard e soprattutto l'Elogio della lettura di Michèle Petit. Se emozioni e sentimenti si colgono pienamente solo attraverso la loro forma verbale, allora possono essere curati, accuditi, coccolati dalla parola scritta. All'approccio semplicistico del biblio-coaching, che predilige libri "facili" e didascalici, l'autrice preferisce puntare sulle difficoltà e sulle sfide lanciate dai grandi autori del presente e del passato, che nella scrittura hanno trovato un antidoto al dolore. Sono questi i "farmaci" migliori: la lettura diventa un'occasione di risveglio interiore, consapevolezza, dignità, un rimedio ai malanni della mente e del corpo.
Il computer, la rete, l'ebook, gli sms, l'email sono tutti nuove forme di comunicazione che richiedono un nuovo approccio alla lettura. Questo libro è un pratico manuale che aiuterà genitori, educatori, animatori e insegnanti ad affiancare bambini e adolescenti, per aiutarli a scoprire il gusto della lettura. In queste pagine l'autore analizza le nuove forme della letteratura, fornisce agli adulti consigli per imparare a riconoscere, all'interno dell'enorme scelta di libri per l'infanzia e per ragazzi,i prodotti di qualità e indicazioni sui migliori libri per ragazzi oggi in commercio.

