
Al di là delle polemiche politiche, i casi di errori giudiziari sono un fenomeno reale e in forte crescita nelle aule dei tribunali italiani. Imprenditori, politici, star dello spettacolo e molto più spesso comuni cittadini sono vittime di frequenti errori, omissioni o banali equivoci con conseguenze però tragiche per le loro vite: nella maggior parte dei casi, per la lentezza della burocrazia italiana, saranno costretti a un calvario di anni o addirittura decenni alla fine del quale in molti casi saranno riconosciuti innocenti. Ilaria Cavo ci racconta le storie di alcune di queste persone, vicende spesso drammatiche, a volte tanto assurde da apparire grottesche, come quella di Elvio Zornitta, sospettato ingiustamente per anni di essere il famigerato Una bomber, o quella di Carlo Rossi, un normale responsabile amministrativo, arrestato per corruzione e poi assolto dopo una via crucis durata quindici anni. Una testimonianza sulla mala giustizia attraverso le storie di personaggi, noti e meno noti, che l’hanno vissuta sulla propria pelle.
Alan Turing ha dato il più grande contributo alla vittoria degli alleati sulla Germania nazista con la sua macchina per decrittare il famigerato codice enigma, il segreto sistema di crittografia con cui i nazisti comunicavano tra di loro. Ma il mondo è altresì in debito con il genio di Turing per molte delle intuizioni che hanno portato all'invenzione del computer moderno, è infatti considerato da molti il padre della scienza informatica. Figlio di un alto funzionario dell'Indian Civil Service, dato a balia a una rispettabile famiglia ritiratasi nella campagna inglese, fu chiaro fin dalla sua prima infanzia che il piccolo Alan fosse dotato di una mente prodigiosa. Imparò a leggere in appena tre settimane e la preside della scuola elementare che frequentava affermò: "Ho avuto ragazzi intelligenti e laboriosi, ma Alan ha del genio puro". Ma la vita di Turing non fu solo ricca di riconoscimenti per il suo lavoro svolto durante la guerra: a causa della sua omosessualità (considerata ancora un reato nella Gran Bretagna dell'epoca) fu incriminato e sanzionato con la castrazione chimica. Le umiliazioni fisiche e psicologiche che dovette subire lo segnarono profondamente. Il 7 Giugno 1954, a soli quarantuno anni e nel pieno della sua vita accademica, morì mangiando una mela avvelenata con cianuro di potassio. Questa è la sua storia.
Figura satanica, compagno di lotta della Pulzella d'Orléans, serial killer: chi era veramente Gilles de Rais (1405-1440)? In questa biografia Cazacu racconta le molteplici vite del signore di Rais, ricostruendo la sua brillante carriera militare ma anche l'altro lato della medaglia: rovinato dalle sue folli spese militari e dalla vita lussuosa che amava condurre, Gilles soccombe ai propri demoni, rapisce, tortura, violenta, uccide bambini. Arrestato, fu infine condannato a morte e impiccato. Da quel momento è entrato nella leggenda, considerato come il primo serial killer della storia, e identificato con il terribile Barbablù delle fiabe, reso immortale da Perrault.
Un leader morale, non un leader politico, superiore in dignità non in potere. Un uomo semplice, schietto, vivo, disinteressato, fuori dai compromessi e dai giochi politici: un uomo che, mentre non accetta la "doppiezza" tipica dei politici e l'intrinseca ipocrisia dei discorsi ufficiali, incarna nello stesso tempo le virtù antiche della dignità e del prestigio degli uomini di Stato d'un tempo, quelle virtù che, secondo una splendida definizione del suo più stretto collaboratore, "danno corpo a una non retorica 'moralità del dovere'".
Le piazze italiane sono vuote. Vuoti i cinema, le chiese, gli stadi. Sono andati tutti all'outlet: una parola magica sulle insegne delle città, il luogo dove oggi ferve la vita sociale. Il nuovo libro di Aldo Cazzullo, inviato di punta del "Corriere della Sera", si apre con il racconto dell'outlet di Serravalle Scrivia, il più grande d'Italia, e prosegue descrivendo i posti degli incontri e del divertimento di massa, quelli classici e quelli più recenti, dalla mostra del fumetto di Lucca alla Riviera romagnola, dal carnevale di Viareggio al turismo enogastronomico di Alba. E conduce il lettore in un viaggio nelle metropoli e nella provincia italiane, da "quel ramo del lago di Clooney" al nuovo Sud, mostrando, tramite storie poco conosciute (i pozzi di petrolio della Lucania, gli scandali di Parma, i pellegrini di Assisi e di padre Pio) e sorprendenti ritratti di personaggi noti, i punti di forza e di crisi di un paese che cambia.
Come la Resistenza anche il Risorgimento, a 150 anni dall'Unità d'Italia, è negato. Dalla Lega, dalla sinistra, che con il Risorgimento è sempre stata critica, e dalla destra di Berlusconi. Ma oggi è in dubbio perfino la sopravvivenza stessa della nazione, stemperata nell'Europa e nel mondo globale, frammentata dalle leghe, dai particolarismi, dai campanili. Aldo Cazzullo ha scritto un libro di storia e, insieme, politico: il racconto - privo di retorica e ricco di tanti dettagli curiosi - dell'idea di patria, dei protagonisti del Risorgimento e della Resistenza, dei combattenti che sono morti gridando “Viva l'Italia”; con un capitolo sulla Grande Guerra - Ungaretti in uniforme, Gadda indignato da “La grande guerra” di Monicelli che considera antipatriottico - e un capitolo sui caduti dell'Iraq e dell' Afghanistan. Accanto al racconto, una forte tesi politica in difesa dell'Unità nazionale e di un dato storico: in epoche diverse gli italiani hanno dimostrato di saper combattere per un'idea di Italia che non fosse solo quella del Belpaese e del “tengo famiglia”.
"L'Italia oggi è spaventata, di cattivo umore, impaurita dal futuro. Invece sono convinto che l'Italia abbia davanti a sé una grande occasione di ripresa e di sviluppo. Una chance di rinascita, una nuova stagione." È possibile uscire da un viaggio nell'Italia della grande crisi più ottimisti di prima. Perché c'è un paese che alla crisi resiste, e che riparte. Perché il mondo globale, che consideriamo una sciagura, è una grande opportunità per un paese come il nostro, capitale della bellezza e dell'arte, del design e della creatività. Perché il mondo di domani - non solo l'America ma anche la Cina, l'India, il Brasile - è pieno di consumatori che vorrebbero comprare i nostri prodotti, vestirsi come noi, vivere come noi. Perché abbiamo ricchezze che nessun ladro potrà mai rubare, bellezze che nessun falsario potrà mai imitare, saperi che nessuna impresa potrà mai delocalizzare. Non è vero che i figli staranno peggio dei padri: il futuro dipende da noi, e può essere migliore del presente. La celebrazione dei 50 anni dell'unità è stata un successo: noi italiani abbiamo capito di amare l'Italia. C'è una cosa che ancora ci manca: la fiducia in noi stessi. Invece dobbiamo ricordarci che il nostro non è un paese qualsiasi. Essere consapevoli di chi siamo, e di quel che possiamo fare. Per aiutarci a capire chi siamo, Aldo Cazzullo racconta quindici città. Da Torino, che ha cambiato umore e non ha più pudore dei propri sentimenti, a Bari, dove nascono i nuovi miti della letteratura e dello spettacolo...
"Non ho nessuna nostalgia del tempo perduto. Non era meglio allora. È meglio adesso. L'Italia in cui siamo cresciuti era più povera, più inquinata, più violenta, più maschilista di quella di oggi. C'erano nubi tossiche come a Seveso, il terrorismo, i sequestri. Era un Paese più semplice, senza tv a colori, computer, videogiochi. Però il futuro non era un problema; era un'opportunità." Aldo Cazzullo racconta ai ragazzi di oggi la storia della sua generazione e quella dei padri e dei nonni, "che non hanno trovato tutto facile; anzi, hanno superato prove che oggi non riusciamo neanche a immaginare. Hanno combattuto guerre, abbattuto dittature, ricostruito macerie. Hanno fatto di ogni piccola gioia un'assoluta felicità anche per conto dei commilitoni caduti nelle trincee di ghiaccio o nel deserto. Mia bisnonna sposò un uomo che non aveva mai visto: non era la persona giusta con cui lamentarmi per le prime pene d'amore. Mio nonno fece la Grande Guerra e vide i suoi amici morire di tifo: non potevo lamentarmi con lui per il morbillo. L'altro nonno da bambino faceva a piedi 15 chilometri per andare al lavoro perché non aveva i soldi per la corriera: come lamentarmi se non mi compravano il motorino?". I nati negli anni Sessanta non hanno vissuto la guerra e la fame; ma sapevano che c'erano state. Hanno assorbito l'energia di un Paese che andava verso il più anziché verso il meno. Hanno letto il libro Cuore, i romanzi di Salgari, Pinocchio, i classici. Non hanno avuto le opportunità dell'era digitale...
"Voi donne siete meglio di noi. Non pensiate che gli uomini non lo sappiano; lo sappiamo benissimo, e sono millenni che ci organizziamo per sottomettervi, spesso con il vostro aiuto. Ma quel tempo sta finendo. È finito. Comincia il tempo in cui le donne prenderanno il potere." Aldo Cazzullo racconta perché il nostro sarà il secolo del sorpasso della donna sull'uomo. I segni sono evidenti: a Berlino e a Londra governano due donne, una donna si affaccia per la prima volta sulla soglia della Casa Bianca. L'Italia resta un Paese maschilista; eppure sono donne la sindaca della capitale, la presidente della Camera, le direttrici delle principali carceri, l'astronauta più nota, la scienziata più importante. Ed è solo l'inizio. Le donne erediteranno la terra perché sono più dotate per affrontare l'epoca grandiosa e terribile che ci è data in sorte. Perché sanno sacrificarsi, guardare lontano, prendersi cura; ed è il momento di prendersi cura della terra e dell'uomo, che non sono immortali. L'autore evoca il genio femminile, attraverso figure del passato e del presente, storie di grandi artiste e di figlie che salvano i padri o ne custodiscono la memoria. Racconta le battaglie che le donne conducono nel mondo e in Italia contro le ingiustizie che ancora le penalizzano, contro il masochismo che ancora le mette l'una contro l'altra o le induce a innamorarsi della persona sbagliata.