
La felicità e l'ottimismo si possono coltivare: la disciplina che se ne occupa si chiama psicologia positiva e si basa sull'analisi dei fattori che infondono benessere e serenità nelle persone. In questo libro i migliori esperti di psicologia positiva ci raccontano le loro scoperte e i loro esperimenti sulla felicità, svelando i meccanismi psicologici su cui si basa l'ottimismo in ogni parte del mondo. Comprendere qual è il potere positivo delle persone felici ci può aiutare a creare la nostra stessa felicità e a diffonderla nel mondo che ci circonda.
«Vorrei soprattutto che alla fine del percorso possiate penetrare il mistero della meditazione. Anche se dopo la lettura resterà comunque misteriosa, l'averla incontrata attraverso queste pagine la renderà un mistero più familiare, ma soprattutto capace di dare un senso a una vita che sempre più per le moltitudini sta diventando priva di senso, priva di passione, priva della possibilità di vivere un amore assoluto». La meditazione rappresenta la strada attraverso cui ciascuno di noi può provare a ricercare quella condizione primigenia, a dare una direzione alla nostalgia dell'Infinito e percorrere una 'scala fra Cielo e terra'. L'autore ci accompagna in un affascinante pellegrinaggio attraverso esperienze personali e intime, citazioni di sapienti di ogni epoca e provenienza e suggestioni per avvicinarci a un'esperienza che parte dal desiderio di Infinito e si compie danzando e respirando con l'Infinito. Scopriremo le sorprendenti affinità fra le vie mistiche delle diverse religioni - cristianesimo, ebraismo, islam, buddhismo - e gli interscambi che sono avvenuti nel corso dei secoli fra i ricercatori della spiritualità, nonché gli effetti che questa pratica porta nel nostro corpo, nella nostra psiche e nel nostro spirito.
Nell'esperienza del diventare genitori sono attivi aspetti non solo naturali ma anche fortemente culturali. Essere genitori significa infatti da un lato esercitare un ruolo sociale definito dal contesto culturale di appartenenza, dall'altro attingere a tipologie di comportamenti universali, trasversali a tutte le culture. Questo volume affronta l'argomento in chiave sia biologica sia culturale proponendo un modello di analisi e intervento di sostegno del ruolo genitoriale. Sono illustrate le attitudini alla pratica della genitorialità, con i fattori che la influenzano - caratteristiche dei figli, dei genitori e dell'ambiente - fino a una disamina delle basi biologiche delle differenze tra padre e madre.
Non aveva nemmeno sedici anni, Andrew Borowiec, quando nel 1944 prese parte alla rivolta di Varsavia, la straordinaria ribellione organizzata dai polacchi di fronte all'insensata violenza nazista. I combattimenti proseguirono senza tregua per più di due mesi, in una carneficina che perfino Heinrich Himmler definì "la peggior guerriglia di strada dalla battaglia di Stalingrado". Questo libro raccoglie l'eccezionale testimonianza di uno degli ultimi sopravvissuti a quel massacro, un vero bambino-soldato che ha dovuto mettere nero su bianco l'orrore cui i suoi giovani occhi avevano assistito - dalle barricate ai cecchini appostati nelle strade, dai combattimenti casa per casa alle fughe nelle fogne della città - al punto di trascrivere le sue prime impressioni già nell'ospedale da campo per prigionieri di guerra dov'era finito alla fine della Rivolta. Un resoconto così doloroso e necessario che ora Borowiec ha sentito il bisogno di condividere con il mondo intero. Un'altra voce che unisce la purezza dei sedici anni al tragico disincanto di chi ha conosciuto sulla propria pelle la brutalità della guerra.
In che modo si può costruire una Chiesa, un'associazione, una società in cui ci siano prima i piccoli? Da tale domanda nasce l'idea del volume. A venticinque anni dalla Convenzione Onu sui diritti del fanciullo (ratificata in Italia nel 1991), che il libro riporta integralmente, esso offre un percorso che, a partire dall'elaborazione del concetto di "interesse del minore", diventa un affascinante viaggio nella Convenzione, attraverso l'analisi dedicata a ogni singolo diritto. Ciascuno di essi viene approfondito e attualizzato grazie alle diversificate esperienze e competenze che qualificano gli autori. Una proposta di attività e giochi, insieme a un inserto a colori che "traduce" i diritti della Convenzione, pensati per i bambini e i ragazzi, valorizzano ulteriormente il testo.
Il volume, riaffermando la centralità del fatto educativo, esplora l'ambiente digitale quale nuovo contesto esperienziale di dinamiche sociali e stili comunicativi, che ridisegnano e riconfigurano il rapporto uomo-media e il suo modo di abitare e percepire lo spazio e il tempo. #CrescereDigitali rappresenta, dunque, un'opportunità per: educare l'umanità mediale, continuando a esercitare "il potere della prossimità" e a riscoprire nei media e con i media la persona; esplorare le applicazioni per captare i sogni e le attese di piccoli e grandi; indagare gli strumenti di oggi, per annunciare la Parola di sempre; scrutare gli ambienti per continuare a incontrare la vita di tutti e di ciascuno.
Tecnologie come internet, il cellulare e la tv digitale non si limitano ad arredare il mondo in cui siamo ma esprimono e danno corpo al mondo che siamo. Non ci offrono, cioè, solo la possibilità di svolgere in modo più efficiente le nostre tradizionali attività su scala globale, ma ridefiniscono i territori e gli spazi di interazione simbolica in cui si producono le nostre pratiche, il nostro modo di dare senso al mondo, la nostra stessa soggettività. Piattaforme di integrazione o di conflitto fra vecchi e nuovi comportamenti culturali e comunicativi, fra vecchie e nuove identità, fra tradizione ed innovazione, i media digitali delineano un nuovo e più versatile volto del mondo che siamo. Il libro contiene un saggio di Mihaela Gavrila.
Se Simmel fosse stato un consumatore di mass media e Weber avesse potuto conoscere lo star system hollywoodiano? Se Benjamin avesse avuto la possibilità di navigare in internet e Mead di partecipare a una chat online? Se Foucault avesse assistito a una puntata del Grande Fratello e Luhmann all’espansione dei mondi virtuali? Che cosa ne avrebbero potuto scrivere e quali riflessioni ne avrebbero tratto questi grandi maestri delle scienze sociali? «Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire», ha scritto Italo Calvino. Così i classici della sociologia possono dire ancora molto e fornire spunti di riflessione preziosi per interpretare l’universo dei media, anche nelle sue più recenti articolazioni. Questo libro approfondisce le ragioni della loro attualità alla luce delle scienze della comunicazione. Da un lato, intende mostrare come la comunicazione mediata sia il cuore pulsante dei processi di modernizzazione sociale; dall’altro, mira a sottrarre il controllo dei fenomeni comunicativi al senso comune, per restituirlo alla più ampia e autorevole tradizione delle scienze sociali.
Davvero, come si sente dire sempre più spesso, la nostra civiltà sta assistendo a un mutamento antropologico? O i cambiamenti in corso sono piuttosto nell'ordine di un grande sconvolgimento culturale? A oltre ottant'anni dalle diagnosi formulate da Freud tra le pagine del "Disagio nella civiltà", questo libro tenta di aggiornarne le tesi, proponendo una lettura dei fenomeni attuali abbastanza ampia da chiamare in causa la costituzione biologica della specie umana e abbastanza articolata da mettere a fuoco i reciproci riflessi della dimensione psichica e di quella collettiva. La sfida è quella di offrire nuove prospettive alle domande non solo teoriche, ma innanzitutto pratiche, imposte dalla nostra contingenza storica, evitando di inscatolare la complessità dei fenomeni in categorie astratte. Un dialogo a quattro voci per sondare il senso delle nuove declinazioni della sofferenza mentale, e indagare l'intreccio fra dimensione psicologica, politica e sociale, cercando di verificare quanto ci sia di vero e quanto di infondato nelle ipotesi sulla degenerazione dell'uomo contemporaneo e sulla caduta in una nuova barbarie. Per innescare, cosi, una ripresa del dibattito sulla natura umana.
“nessuno tra noi che parli albanese, nessuno tra loro che parli inglese. è l’incomunicazione più totale. a sera ognuno torna nella sua casetta di dragodan, e la corrente poco dopo va via. rimane illuminata solo la prishtina dei potenti. è il kosovo che in silenzio, fragile scompare.”
Saper perdonare è un atto di coraggio altissimo che ci rende più forti di chi ci ha colpiti. Perdoniamo per essere liberi e per diventare degli esseri umani migliori, sbarazzandoci di quei sentimenti di rancore e rabbia che rischiano di condizionare il nostro equilibrio emotivo e la nostra vita futura. Eileen R. Borris-Dunchunstang è una psicologa che ha votato tutta la sua carriera professionale alla diffusione di programmi di aiuto a singoli individui o a intere nazioni nel superare la rabbia e il desiderio di vendetta. Perdonare è il libro in cui raccoglie tutta la sua esperienza, scritto per ispirare chiunque desideri risolvere i propri conflitti interiori e i conflitti con gli altri. Tramite storie e interviste con persone di ogni strato sociale che hanno vissuto traumi e tragedie a livello personale, nazionale e transnazionale, il lettore potrà acquisire una conoscenza più approfondita degli scenari psicologici e spirituali del perdono, dalle sue difficoltà alle sue più grandi ricompense. Così come il processo del perdono si comincia raccontando la propria storia e condividendo il proprio dolore, questo libro contiene alcune testimonianze che illustrano i travagli e gli atti di coraggio di persone che nella loro vita hanno scelto di manifestare il perdono e, in definitiva, l'amore. Con la prefazione del Dalai Lama.
A ventinove anni Antonio Megalizzi, «il Mega» per gli amici, si batteva per unire le due grandi passioni della sua vita, l'Europa e il giornalismo, mettendo nel lavoro tutto il suo contagioso entusiasmo. Quel sogno si è spento il 14 dicembre 2018, pochi giorni dopo la strage di Strasburgo in cui Antonio era stato colpito dai proiettili di un estremista. Non si è spenta però la sua memoria di ragazzo vitale, un «trentino di sangue calabrese», dolce e ironico con passioni intense: la famiglia, l'amore per la «sua» Luana, ma anche la radio, i tanti progetti, la passione per la conoscenza e la scrittura. La sua era una forma sempre vivace di partecipazione: i suoi scritti erano pungenti e precisi e non si è mai tirato indietro quando si trattava di criticare i comportamenti scomposti dei nostri rappresentanti politici. A raccontarci la sua storia, a un anno dalla scomparsa, è Paolo Borrometi, come lui giovane giornalista animato da forte spirito civile, che raccoglie in questo libro gli scritti di Antonio e le testimonianze dei genitori, della sorella, della fidanzata e degli amici, per continuare a far vivere le sue passioni e l'esempio ideale di un giovane europeo. Una storia inedita che è anche un manifesto dell'impegno sociale e democratico al di là di ogni muro.