
Il volume fornisce una serie di elementi sufficienti per valutare senza preconcetti e pregiudizi un fenomeno dalle dimensioni imponenti che riguarda tutti, con un occhio di riguardo alle esigenze educative che ne scaturiscono per la scuola e la famiglia.
La pubblicità è troppa. E' invadente. E' fastidiosa. E' ingannevole, molte volte occulta. E' banale, ripetitiva, spesso stupida, volgare, anche violenta. Condiziona i mezzi di comunicazione. Corrompe i bambini... Accuse frequenti: tutte vere? Questo libro mette a nudo uno dei fenomeni più pervasivi e influenti del mondo moderno, estremamente complesso, che coinvolge enormi interessi economici, culturali, educativi, politici. Ricco di casi e di dati, racconta e documenta tutto ciò che è stato detto e scritto contro la pubblicità: la sua tirannia, la sua tendenza a coglierci di sopresa, a catturare con ogni sotterfugio possibile la nostra attenzione, a sollecitare artificiosamente i nostri desideri, a condizionare pesantemente i mezzi di comunicazione, a imporre una visione della vita che presenta come valori supremi il consumo, il possesso, l'emulazione, l'edonismo. E' rivolto naturalmente ai consumatori, ai genitori, ai politici. Ma anche a chi commissiona e a chi realizza la pubblicità. Soprattutto a coloro che, volenti o nolenti, sono raggiunti quotidianamente da una miriade di messaggi carichi di suggestione, sfacciatamente intrusivi, spesso portatori di sollecitazioni pericolose. La cattura dell'attenzione, la promozione di prodotti "a rischio", la deformazione della realtà, la degradazione della donna e altre volgarità, l'influenza su bambini e adolescenti, il condizionamento dei media. Ma anche l'esperienza dell'autoregolamentazione, gli interventi dello Stato, i compiti dell'educatore.
Adriano Zanacchi
ha lavorato per quasi 40 anni alla Rai, occupadosi in particolare di pubblicità. Ha fatto parte per molti anni del Consiglio direttivo dell'Istituto di Autodisciplina pubblicitaria. Ha fondato e diretto la collana Quaderni di documentazione pubblicitaria edita dalla Sacis ed è autore di numerose opere in materia di comunicazione, tra le quali: La Pubblicità. Potere di mercato. Responsabilità sociali (1999); Convivere con la pubblicità (1999); Pubblicità: effetti collaterali (2004); Relazioni pubbliche (2004); Opinione pubblica, mass media, propaganda (2006); Carosello Story. La via italiana alla pubblicità televisiva in collaborazione con Laura Ballio (nuova edizione con dvd 2009).
"E adesso sotto con il resto." Terminava così il primo libro di Alex Zanardi, del 2003. Allora sembrava una boutade perché Alex, dopo il terribile incidente automobilistico del Lausitzring in Germania, era sopravvissuto contro le previsioni di tutti (gli avevano persino dato l'estrema unzionel) e aveva perso le gambe. Già, il resto. Ma quale resto? Al suo posto, molti si sarebbero "accontentati" di essere ancora a questo mondo. Invece, Alex si è inventato una nuova vita che, se possibile, è più elettrizzante della prima. Lo ha fatto grazie al suo spirito, un prodigioso, indefinibile cocktail di serenità e ironia, forza incrollabile e voglia di divertirsi. II tutto annaffiato da una straordinaria dose di umiltà. In queste pagine si scoprono, episodio dopo episodio, tutte queste doti che infondono in chi legge entusiasmo e speranza. Qualche esempio? Alex riesce a costruirsi una nuova carriera sportiva semplicemente perché... si ferma all'autogrill. Vede per puro caso una handbike legata sul tetto di un'automobile e via... E ancora: affrontando I'lronman delle Hawaii, la gara di triathlon più sfiancante del mondo, sostiene - con un'onestà oltre ogni limite - di essere "avvantaggiato" perché la maratona è più pesante per chi ha le gambe. "Volevo solo pedalare" ripercorre tredici anni di vita eccezionale, raccontata come se si trattasse della normalità, ma affrontata sempre con il sorriso sulle labbra e la passione nel cuore.
Nasser, ha lasciato l'Egitto dove, senza lavoro e nella morsa della corruzione non avrebbe avuto molte prospettive, e cerca di dare una svolta alla sua vita. Dopo varie disavventure, passando prima per la Grecia e poi per l'Albania, da clandestino approda in Italia. Impara un mestiere e si migliora giorno dopo giorno. Riesce a instaurare un bel legame con un anziano ristoratore, burbero per i più e forse anche un po' prevenuto nei confronti degli stranieri, ma Nasser non disdegnando il necessario apprendistato; diventa socio di Piero e nel giro di pochi anni trasforma i suoi investimenti. Oggi è proprietario di tre pizzerie e aiuta altre persone meno fortunate di lui. Nella sua esperienza, fiducia e speranza si sono unite a una profonda spiritualità dove la presenza di Dio ha giocato un ruolo importante.
In breve
"Immaginavo che le mie parole sarebbero giunte alle ragazze italiane, era a loro che volevo arrivare. sentivo sulla mia pelle l’umiliazione di essere accucciata sotto un tavolo. sentivo nella mia carne il sopruso della telecamera che frugava il nostro corpo. soltanto attraverso la comprensione profonda, e di conseguenza l’assunzione totale della vergogna e del dolore per come eravamo rappresentate, sarebbe stato possibile scrivere un testo per stimolare domande, per educare e finalmente cambiare." Lorella Zanardo. In Italia, il corpo delle donne è al centro di un attacco senza precedenti. Ma c’è chi dice no!
Il libro
Nel maggio del 2009 Lorella Zanardo ha messo in rete un documentario (www.ilcorpodelledonne.com), realizzato con Cesare Cantù e Marco Malfi Chindemi, che si proponeva di innalzare il livello di consapevolezza sull’immagine delle donne nella tv italiana. Oggetto e titolo: Il Corpo delle Donne. È stato l’inizio di un cambiamento e di una grande spinta per far riguadagnare centralità alle donne e misurare la loro incidenza sul tessuto sociale e culturale del nostro paese. L’autrice racconta qui la genesi del documentario, le reazioni che ha suscitato, l’interesse inaspettato da parte delle giovani generazioni, la necessità di uscire dagli stereotipi per giungere a una nuova definizione del femminile. Inoltre, mette a fuoco nuovi strumenti di lettura dell’immagine televisiva e dei messaggi che questa veicola. E con il capitolo Nuovi occhi per la tv passa dalla denuncia alla proposta di strumenti che consentono di guardare la tv con consapevolezza. “Spegnere la tv oggi non serve,” dice Lorella Zanardo, “il vero atto innovativo è guardarla. Insieme a chi normalmente la guarda.”
"Il corpo delle donne" è stato un fenomeno dirompente: il documentario e il libro hanno mostrato a milioni di persone quanto in Italia un certo tipo di tv fosse diventato pervasivo e nocivo, e davvero non più tollerabile. Ma dalla denuncia occorre passare all'azione e Lorella Zanardo con questo libro racconta come si può concretamente lavorare per cambiare i media. E con i media, la società. Innanzitutto i giovani: sono loro che possono inventarsi il futuro, senza chiedere il permesso alle generazioni che hanno costruito il mondo così com'è. In centinaia di incontri nelle scuole, Zanardo ha conosciuto tantissime ragazze e ragazzi, e proprio dai loro pensieri e dalle loro domande nasce la sua riflessione sul sistema dei media in Italia. Reclamando una vera e propria ecologia della mediasfera, l'autrice smonta il mito dell'audience, cerca di andare oltre la sterile diatriba sulla "qualità" televisiva, indaga le responsabilità, analizza le possibilità del servizio pubblico e mette al centro del gioco il cittadino spettatore. E con il percorso per il consumo attivo della tv "Nuovi occhi per i media", scritto insieme a Cesare Cantù, fornisce uno strumento chiaro e accessibile per tutti coloro che non vogliono subire più il marketing televisivo, ma intendono riappropriarsi della loro capacità di comprendere, discriminare, criticare. Perché sono i cittadini consapevoli, pronti a rivendicare i propri diritti che possono cambiare la tv, i media e la società tutta.
il volume raccoglie le relazioni presentate al convegno psicologia analitica e psicologia dei gruppi" (roma 19/20 giugno 1998). " l'iniziale e spesso citata a sproposito diffidenza di jung nei confronti della psicologia di gruppo puo`oggi considerarsi superata e sostituita dal riconoscimento di numerose affinita e feconde correlazioni tra queste due aree della psicologia. Partendo da tali considerazioni, con questo congresso si e`voluto offrire un punto di incontro interdisciplinare per l'approfondimento e la dis cussione di numerosi aspetti di interfaccia" tra i due campi di psicologia analitica e gruppoanalisi, che ancora attendono una sistematizzazione teor"
Oggi i nonni sono più importanti che nel passato: vivono di più e in buona salute e quindi si allungano gli anni di vita condivisa con le generazioni più giovani; le relazioni con i nipoti diventano più strette e affettuose, fondandosi su un rapporto di cura che permette anche alle madri di lavorare fuori casa; infine i nonni rappresentano spesso un ancoraggio sicuro nei momenti di crisi e cambiamento della famiglia, come una separazione, un divorzio, una migrazione. Il libro ci racconta i molti aspetti di un legame che muta ma resiste nel tempo, dimostrando come la solidarietà familiare può mettere un argine alla fragilità della famiglia.
Né icona marxista, né frutto della guerra fredda: Fidel Castro, l’ultimo Re cattolico, è il più coerente erede, nell’età contemporanea, della cristianità ispanica in America Latina.
Galiziano e cubano, gesuita e comunista, la sua parabola umana e politica è la continuazione ideale dell’eterna lotta della Spagna cattolica contro l’illuminismo prima e la modernità liberale poi, figlie del mondo protestante.
La sua biografia, la sua formazione, il suo universo morale, il suo immaginario politico e sociale, il suo regime, esprimono la concezione organica del mondo tipica di quel retaggio; il suo viscerale odio per il liberalismo, la democrazia rappresentativa, le libertà individuali, l’economia di mercato e i paesi occidentali ne sono il naturale corollario.
Fidel Castro emerge in questo volume come un leader religioso, più che politico; come Re e Pontefice di un ordine confessionale che fuse ciò che il liberalismo aveva separato: politica e religione, individuo e comunità, Stato e società.
La natura totalitaria del suo regime non imitò gli alleati socialisti, ma fu frutto spontaneo della matrice antiliberale del populismo latino: falangismo, peronismo, chavismo sono i suoi più stretti parenti. Il suo Stato fu uno Stato etico dedito a catechizzare i fedeli e convertire gli infedeli con la croce della sua fede e la spada dei suoi eserciti. Il suo comunismo è un’utopia cristiana, culminata nell’invocazione dell’unione di cristiani e musulmani contro il peccato liberale e capitalista. Aveva promesso prosperità, morì intonando lodi alla povertà evangelica: il frutto dei suoi disastri economici.
Questo libro prova a partire dalle persone, dalle loro storie. Dai nomi e dai cognomi di cinque ragazzi, dai loro numerosi, tenaci tentativi di dare un senso alle loro giornate. Ogni storia raccontata è un grido d’accusa.
Ernesto raggiuge i suoi amici all’uscita dalla discoteca, a notte fonda, quando non servono più soldi per divertirsi e stare insieme. È iscritto a sette centri per l’impiego. I pomeriggi azzurri della periferia di Torino, dice, sono i più lunghi da far passare. I suoi mesi più felici li ha passati come stagista all’IKEA a seicento euro al mese per quaranta ore settimanali. F. ogni mattina si sveglia, prepara il caffellatte e accende il computer. Controlla le notifiche di Google Alert e delle app di Indeed, InfoJob, Jobrapido. Ha studiato, ma la laurea sembra non valga niente quando si tratta di trovare un impiego retribuito. Una notte ha scritto al quotidiano “Repubblica” una lettera in cui confessava la sua paura di non farcela. È stata condivisa sui social ed è rimbalzata per tutta l’Italia. Le sue parole hanno sconvolto Fabrizio, che lavora a nero a Crotone consegnando pacchi a 5 euro al giorno: «Erano le parole di una ragazza come noi, ma molto più intelligente. Una ragazza così brava a scrivere, a spiegare. Piena di dolore. La prima cosa che ho pensato è stata: ma se non ce la fa una come lei, concretamente quali speranze abbiamo io e Giuseppe?». Chi sono davvero questi ragazzi tagliati fuori da tutto, invisibili perché parte di niente? Niccolò Zancan dà loro voce raccontando le loro storie, i tentativi ostinati di trovare un lavoro che li faccia vivere dignitosamente e immaginare un futuro. Un viaggio in Italia da Sud a Nord da cui emerge un fatto: i destini dei protagonisti sono legati a doppio filo ai luoghi dove sono nati. Luoghi di violenza, di abbandono e solitudine. Sono cinque voci dei due milioni di ragazzi e ragazze italiani nati dove il futuro sembra già scritto.