
Le più recenti vicende dell'Italia osservate e vissute da Paolo Savona in qualità di Ministro degli Affari europei e di presidente della Consob sono raccontate in questo nuovo lavoro che si può considerare un'appendice ai due precedenti pubblicati da Rubbettino su "La fine del laissez-faire e della liberal-democrazia" (2016) e sulle sue "Memorialia e moralia di mezzo secolo di storia" (2018). La sua interpretazione è che la politica monetaria ha assunto la guida del mercato finanziario, permettendo alla politica fiscale di spingersi oltre i suoi limiti, anche attraverso l'espansione dell'indebitamento pubblico. L'inversione eterodossa delle due politiche si era già delineata dopo la crisi finanziaria globale del 2008, ma ha assunto una chiara connotazione strutturale, forse irreversibile, a seguito dell'esplosione della pandemia sanitaria Covid-19. L'Unione europea e, nel suo ambito, l'Eurosistema hanno recepito e rafforzato i contenuti "non convenzionali" delle due politiche avviate dagli Stati Uniti, muovendo da quella intrapresa dalla Banca centrale europea nel 2012 e integrata quest'anno da quella fiscale con il Recovery fund (Next generation EU); queste decisioni, molto tormentate, rappresentano la vera novità dell'Unione, abbattendo, tra l'altro, l'opposizione alla mutualizzazione del debito tra Stati membri. L'A. ricorda che i due vizi di fondo del Paese sono l'assistenzialismo e il rispetto opzionale della legge e sottolinea il pericolo che il nuovo regime monetario e fiscale, permettendo l'esistenza di moneta e di pranzi gratis, possa impedire che le abbondanti risorse disponibili si indirizzino verso gli investimenti e vadano invece spese in assistenza generalizzata, salvataggi di imprese decotte e riaffermazione delle partecipazioni statali, rivitalizzando le spinte sociali in questa direzione presenti nella cultura del Paese, mai assopitesi. Tenendo conto dei profondi mutamenti epocali in atto, l'A. sollecita la costituzione di una Consulta pubblica di esperti che proponga al governo e al Parlamento un'architettura istituzionale adeguata ad affrontarli e suggerisce le azioni di breve periodo da continuare o intraprendere per raggiungere gli obiettivi strategici scelti.
Per Saxl, come già per Warburg, l'astrologia (e l'iconografia astrologica) occupa un posto centrale nella storia della tradizione classica, poiché le antiche divinità, travolte come tali dal crollo del paganesimo, sono però sopravvissute nel Medioevo non solo come nomi dei pianeti (o dei giorni della settimana), ma anche come simboli di altrettante "essenze", e del loro influsso sugli uomini e la loro vita. Il cristianesimo non aveva nulla da sostituire all'antico sistema astrologico, con la sua pretesa universalizzante di spiegare e prevedere i destini dell'uomo e il carattere di ognuno: tramandata (ma anche osteggiata) come una sapienza in sé chiusa e coerente, l'astrologia conservò quindi, quasi in un bozzolo, frammenti dell'antica scienza e dell'antica mitologia. Le strade di questa storia, che Saxl ripercorre con dominio delle fonti e delle immagini più disparate, portano da Babilonia al Rinascimento italiano attraverso tappe molteplici, fra cui hanno un posto specialissimo i greci e gli arabi. Passando per luoghi e culture così diversi tra loro, le figure degli dei e delle costellazioni vengono in più d'un modo ripensate, e perfino stravolte, ma restano pur sempre riconoscibili e per così dire "pronte al recupero" fino a comporre per la cultura occidentale un sensibile e ricchissimo deposito di memoria storica.
Verificare i segnali. Specialmente quando essi sono flebili ma costanti, capaci di bisbigliare la verità senza grida e vesti stracciate. Perché il passo con cui l’estremismo organizzato attraversa il mondo è felpato, leggero, quasi impercettibile. Souad Sbai torna a parlare di radicalismo e di infiltrazioni jihadiste, partendo dal ritrovamento di un documento rinvenuto nel 2001 nella dimora svizzera di colui che da sempre è considerato una sorta di “ministro degli esteri” della Fratellanza Musulmana, e che racconta come stava evolvendo il progetto dei Fratelli Musulmani: “La Conquista dell’Occidente”. Il testo si collega all’attualità, ai disordini civili che ogni giorno colpiscono il mondo.
Souad Sbai, giornalista e politica italiana d’origine marocchina, ha da sempre posto al centro della sua attività temi quali i diritti delle donne, l’integralismo religioso e l’immigrazione. È autrice di numerosi libri fra cui “Il sogno infranto. La nuova Primavera Araba”, “Le ombre di Algeri”, “Da Tunisi a Istanbul”, “Ostaggi dell’integralismo”, “Isis, dietro il palcoscenico dell’orrore”, pubblicati da Armando Curcio Editore. Nel 2016 ha vinto il Premio Letterario Internazionale “Nabokov 2015” per la saggistica con “Isis, dietro il palcoscenico dell’orrore” e nel 2018 riceve un attestato di merito per la saggistica con “Le ombre di Algeri” al “Racconti e Premio Nabokov 2017”.
Qual e' il senso della diversita' culturale oggi e quali sono i rischi e le implicazioni che ne derivano, in termini di limitazioni alle liberta' individuali e ai diritti civili fondamentali? Souad Sbai riconosce nella condizione delle donne musulmane residenti in Occidente il fallimento della ''societa' multiculturale'', in cui l'indifferenza si traveste da tolleranza per scaricare il peso della responsabilita' e nascondere un'incapacita' di fondo nel mettere a fuoco problemi e soluzioni.
La comunicazione verbale umana nasce con il puro uso della voce, non mediato da alcuna tecnologia: degli uomini si riuniscono in un luogo e, ascoltando parole, condividono emozioni profonde, immaginano mondi, cementano i valori fondanti della loro identità di gruppo. È la dimensione antica, magica e complessa dell'oralità, che tuttavia, soprattutto dal momento in cui si è incontrata e confrontata con la scrittura, primo vero e potente medium della storia, ha avuto sviluppi molto diversi nel tempo e nello spazio, a seconda di epoche e culture. Dalla Grecia antica all'attuale era dei mass media, il volume vuole essere una breve introduzione all'essenza della comunicazione orale e alle sue forme storiche.
"Studiare i presupposti e i sottintesi, essere in grado di riconoscerli, stanarli, formularli esplicitamente è aumentare la nostra capacità di comprendere tesi. È inoltre aumentare la nostra capacità di usarli per apprendere le informazioni che ci danno ma anche per metterli in discussione. Infine è aumentare il nostro controllo sulla nostra stessa comprensione, ricondurla a delle regole, perché il riconoscimento di impliciti può e deve essere motivato."
Adozione e affido non sono forme nuove di fare famiglia. Da sempre hanno rappresentato una risposta spontanea del sociale al bisogno di 'cura' dei bambini privi di un contesto familiare adeguato e al tempo stesso una espressione del desiderio 'generativo' e prosociale delle famiglie. Si tratta di due istituti giuridici che meritano di essere rilanciati, sottolineandone le potenzialità e riscoprendone la più autentica natura. Infatti sono forme che consentono di mettere in luce alcuni elementi costitutivi del famigliare, essenziali oggi, forse più che in passato, per riflettere sul significato dell'essere genitori e dell'essere figli. Adozione e affido si collocano nel punto di intersezione tra familiare e sociale e ne rivelano la profonda interconnessione: anche il sociale, perciò, è chiamato ad assumere una specifica responsabilità nel sostenere le famiglie attraverso le diverse tappe del percorso dell'adozione e dell'affido. La trattazione congiunta delle tematiche relative all'adozione e di quelle relative all'affido, nei risvolti di somiglianza e di distinzione, e il respiro interdisciplinare e internazionale che attraversa tutti i contributi qualificano in modo peculiare questo volume, che si rivolge a studenti, a professionisti e a operatori del settore impegnati nell'accompagnamento delle famiglie adottive e affidatarie.
Gli anziani attivi sono al centro di un'attenzione crescente in Italia e in Europa. Scegliere di svolgere un ruolo attivo anche in età avanzata si configura, innanzitutto, come un'opzione soggettiva, che chiama in gioco l'intero spettro delle risorse fisiche, psicologiche, relazionali, etiche e valoriali di cui l'individuo dispone. Questa opzione personale assume una specifica rilevanza a livello societario poiché, mediante l'activity, è possibile per la persona anziana esperire una dimensione intersoggettiva e prosociale, cruciale per il perseguimento di un soddisfacente ruolo sociale. Il presente volume offre un'articolata riflessione di natura interdisciplinare avvalendosi di contributi sociologici, psicologici e socio-demografici. Il fenomeno dell'active ageing è analizzato sia per quanto riguarda gli scambi tra le generazioni sia per ciò che concerne il benessere e la soddisfazione, l'uso delle tecnologie multimediali e i comportamenti prosociali e di volontariato. Un valore aggiunto del volume è rappresentato dal fatto che la maggior parte dei contributi si è potuta avvalere dei risultati emersi da una corposa ricerca quantitativa condotta in Italia e di analisi condotte a livello europeo.
La saggezza è la capacità di valutare e di affrontare con prudenza ed equilibrio gli eventi e le situazioni, dando loro la giusta importanza alla luce delle esperienze passate, personali o vissute da altri, quali ci sono riportate dai libri ma anche dalla realtà presente. Eppure esistono tanti tipi di saggezza, perché il suo concetto ha subito nel tempo un'evoluzione, per cui spesso ciò che era saggio per gli antichi non lo è più per i moderni e l'idea che gli orientali hanno della saggezza non coincide necessariamente con quella degli occidentali. In appendice la traduzione del De constantia sapientis (La fermezza del saggio) di Seneca.
Sì, viaggiare. Ma «come» viaggiare? E perché? Per sperimentare luoghi diversi, luoghi che non ci appartengono ma magari ci «aspettano». Il viaggio, quello con la V maiuscola, quello sottratto alle urgenze compulsive del lavoro e del turismo, è comunque un?esperienza esistenziale straordinaria e necessaria perché viene pensato, immaginato, «vissuto» prima di essere compiuto. E poi viene metabolizzato, ripensato, memorizzato, trasfigurato. Viaggio, dunque sono, si potrebbe dire dell?uomo in generale, e dell?uomo contemporaneo nello specifico. Viaggi drammatici per sopravvivere, per milioni di persone. Viaggi per vivere, comunque e in ogni caso. Per sentirsi vivi.
Rwanda, aprile 1994. Per cento giorni, a partire dal 7 del mese, nel Paese delle mille colline viene perpetrato uno spaventoso genocidio preparato minuziosamente a tavolino, il più grave della storia del Novecento dalla fine della seconda guerra mondiale. In quella primavera di sangue almeno 800.000 persone trovarono la morte per mano degli estremisti hutu, nella totale inazione della comunità internazionale. Un quarto di secolo dopo il genocidio dei tutsi, il Rwanda è un Paese dinamico che, seppur con molte contraddizioni, guarda con fiducia al futuro. La comunità internazionale, invece, non ha ancora riflettuto su quello che è stato il suo più grande fallimento: il non aver impedito un genocidio, pur avendo i mezzi e il tempo per farlo, in stridente contrasto con quel "mai più" solennemente dichiarato dopo gli orrori di metà del secolo.