
Di Galileo si parla quasi ininterrottamente ormai da quattro secoli: dalla pubblicazione, cioè, del Sidereus Nuncius, l'asciutto resoconto delle scoperte astronomiche compiute dallo scienziato pisano, allora a Padova, con l'ausilio del cannocchiale. La realtà dell'ipotesi copernicana, già difesa in teoria, veniva messa per la prima volta sotto gli occhi di tutti: con un piccolo libro di circa sessanta pagine, uscito a Venezia il 13 marzo 1610, si voltava pagina una volta per sempre. Le "grandi cose" annunciate dallo scienziato pisano sul frontespizio e in apertura del testo si rivelarono decisive per l'affermazione della teoria eliocentrica, ma il cammino che portò alla sua definitiva accettazione come vera descrizione della struttura dell'universo fu ben più lungo e tormentato di quanto, forse, lo stesso Galileo aveva immaginato. Con gli anni, i suoi contributi scientifici sono diventati un punto di riferimento per gli scienziati, e la sua vicenda personale è divenuta il simbolo della lotta per la libertà della ricerca scientifica contro ogni dogma o vincolo imposto dall'esterno. Fisico di formazione, Heilbron presenta con non comune competenza i dettagli tecnici della scienza galileiana, inserendoli nel più ampio quadro degli eventi storici che l'hanno accompagnata e fornendo un'immagine inedita della personalità e della formazione umanistica di Galileo.
Figlia di Teodosio I, Galla Placidia (368-450 d.C.) seguì a Ravenna il fratello Onorio, divenuto imperatore d'Occidente. Morto Alarico, che l'aveva presa in ostaggio, divenne la moglie di Ataulfo, il nuovo condottiero dei Visigoti. L'amore dello sposo le permise di essere elemento di avvicinamento tra barbari e romani. Assassinato Ataulfo, fu rimandata a Ravenna dove Onorio la dette in sposa al patrizio Costanzo. I due ebbero la dignità di augusti, cosa che permise al figlio Valentiniano III di succedere allo zio. Durante la minorità di Valentiniano, Galla resse il governo dell'Impero occidentale in un momento particolarmente delicato. Si dimostrò una donna forte di fronte alle avversità d'ogni genere che il destino le riservò. A partire dall'epoca tardoantica si sono affacciate alla ribalta della storia figure femminili di diversa estrazione che, per fortuna o abilità, hanno giocato un ruolo determinante. I cambiamenti della tarda antichità hanno portato la donna da una funzione fondamentale ma interna al gruppo o alla famiglia, a funzioni che oggi definiremmo pubbliche. E per questi motivi che possiamo considerare le vicende di Galla Placidia un'importante cartina di tornasole per leggere la storia di quel periodo.
Al volgere del xx secolo, l'imperialismo britannico è ancora estremamente vitale e l'India è immersa nella povertà, logorata dal tributo di sangue, fatica, lacrime e sudore. Poi è venuto Gandhi. L'individuo che avrebbe cambiato il destino di un paese e che avrebbe esercitato la sua influenza sul mondo intero era un ometto dal fisico cagionevole, ma aveva dentro di sé una forza d'acciaio. Anche quando si presentava nudo nel suo perizoma, emanava grande fascino e suscitava sacro rispetto. Parlava in modo semplice, diceva solo l'essenziale, e avvinceva per la sincerità. Fu molto criticato in vita da chi temeva si vedesse in lui un santo o un eroe, da chi non condivideva l'insistenza sulla dimensione religiosa ed etica della politica, da chi non comprendeva le potenzialità di questa strana miscela di ascetica spiritualità e pratica concretezza. Si è variamente interpretata la sua complessa personalità, considerandolo ora un martire cristiano, ora un leader secolarizzato; ogni epoca, ogni biografo, ogni storico ha avuto il suo Gandhi. Resta il fatto che l'India ebbe fiducia in lui, per milioni di indiani egli era l'incarnazione della verità e possedeva lo straordinario potere di rendere possibile l'impensabile; e furono con lui personaggi come Nehru e Tagore, che gli diede l'appellativo di Mahatma, "grande anima".
L'autrice in questo volume ripercorre la formazione della personalità intellettuale di Gandhi e soprattutto ne espone e valuta il ruolo politico giocato nella lotta per l'indipendenza dell'India. L'accento del volume è più sul politico che sul "santo". Così facendo l'autrice giunge a ridisegnare la personalità e il peso politico del Mahatma, mostrando ad esempio come la "satyagraha", cioè la resistenza non violenta da lui predicata, non diede in realtà risultati rilevanti, che come politico Gandhi fu spesso un isolato, consapevole di essere utilizzato dai politici indiani, e che nonostante il suo immenso carisma e le sue indubbie capacità politiche, non fu lui la forza determinante che portò la lotta per l'indipendenza alla vittoria.
Mohandas K. Gandhi, detto Mahatma (Grande Anima), è stato il protagonista assoluto della storia contemporanea dell'India. A lui si devono l'indipendenza dal giogo britannico e la nascita della nazione indiana, a lui si deve l'idea della nonviolenza come forma di ribellione e di resistenza pacifica. Il libro ne racconta la vicenda biografica, tra voti e digiuni, successi e fallimenti: l'infanzia in una piccola città indiana, gli studi di diritto a Londra, gli anni in Sudafrica come avvocato, il costante impegno politico e civile nel suo paese fino alla tragica uccisione per mano di un estremista indù nel 1948. Come lui stesso ebbe a dire, la sua vita è il suo messaggio. Il pensiero e gli insegnamenti di questo piccolo grande eroe sono oggi patrimonio condiviso del mondo intero.
La via della nonviolenza percorsa da Gandhi e la prospettiva della decrescita sono accomunate dal fatto di costituire un'interruzione salvifica. Infatti l'una e l'altra (ciascuna con la sua storia e a suo modo), interrompono la spirale della mentalità tipica della globalizzazione capitalista - fatta di nichilismo, di angoscia accecante, di logica di potere e di economicismo - per aprire invece un orizzonte completamente differente e umanizzante. In entrambi i casi si tratta di «uscire dall'economia» in quanto ogni soggetto non può orientare la propria esistenza semplicemente sulla centralità della risposta ai bisogni materiali, del lavoro o del denaro. Il valore e le espressioni dell'esistenza originale di ciascuno vengono prima dell'economia e vanno ben al di là di essa.
Questo classico tradotto in tutto il mondo ripercorre la vita del Mahatma: dai primi passi di bambino timoroso del buio, all’intenso rapporto con la moglie Kasturbai, alle difficili esperienze da avvocato di provincia fino alla conquista di una condizione spirituale che ne ha fatto la «più importante figura religiosa dei nostri tempi» e insieme un uomo d’azione in grado di guidare la pacifica liberazione dell’India dalla dominazione inglese e di ispirare grandi personalità del Novecento come Martin Luther King, Nelson Mandela e Madre Teresa.
EKNATH EASWARAN (1910-1999)
È stato professore di letteratura inglese presso l’Università di Nagpur. Nel 1959 si trasferì in California, dove fondò il Blue Mountain Center of Meditation, in cui per molti anni tenne conferenze su Gandhi e le tematiche della meditazione e della tradizione spirituale delle grandi religioni.
È una delle rare figure che hanno saputo cambiare il mondo con la sola forza dello spirito. Ma com'è riuscito, quest'uomo fragile e dalla voce esitante, questo giovane avvocato fallito, a riunire milioni di uomini? Com'è avvenuto che le sue mille sconfitte si siano mutate in trionfo? La vita di questo "santo laico" mostra che per non essere più umiliati bisogna prima smettere di umiliare, cambiare il proprio rapporto con l'altro. E Gandhi lo fece, dando l'esempio piuttosto che lezioni, insegnando il coraggio di cambiare se stessi prima di pretendere di trasformare l'altro. Oggi è quanto mai attuale, perché mai come ora la violenza nel mondo è tanto minacciosa e multiforme. La sua prodigiosa contemporaneità emerge da molti fattori, tra cui l'idea di economia etica, la condanna della violenza, l'appello all'opinione pubblica, il ripudio della nozione di "potere". Furono i voti di sincerità, castità, nonviolenza e povertà a far si che la sua lotta non deragliasse mai? Gandhi scrisse che in lui la fede "divenne una forza vivente". Tutti conoscono la sua storia, ma lui rimane comunque un enigma.
"Caro risparmiatore, i suoi soldi sono i nostri. Pertanto non ce li chieda, perché noi li facciamo girare nel nostro interesse. Nel caso non fosse soddisfatto del servizio, non importa: tanto non ci troverà. Siamo nell'era del mondo liquido, dei servizi immateriali, dei call center". Non sarebbe meglio se ce lo dicessero così chiaramente, invece di illuderci con pubblicità da Baci Perugina? Almeno uno lo sa. Lo sa. Quelle che ci mancano in realtà sono le informazioni, è la conoscenza. Noi andiamo sulla fiducia, loro sulla nostra ignoranza. Loro sono il GangBank: un sistema di saccheggio instaurato dalle élite - colossi bancari, fondi d'investimento, agenzie di rating, multinazionali - che controllano la finanza globale. Dilagano come orde barbariche mosse da una sete inestinguibile, non limitandosi ad applicare le loro spietate strategie, ma spacciandole addirittura per interventi salvifici. L'Italia è un tragico esempio. Per venticinque anni è stata un perfetto terreno di caccia. Con il beneplacito di politici complici, interessati, spesso inetti, il modello sociale e imprenditoriale italiano - che il mondo ci invidiava - è stato indebolito e smantellato. Al grido, ripetuto come un mantra da media e politici, di "il pubblico è male, il privato è bene", "siamo troppo spreconi" e "ce lo chiede l'Europa", ci siamo indebitati, abbiamo perso il lavoro, i diritti, le tutele sociali e democratiche. I danni ormai sono così gravi che non si può fingere di non vederli. GangBank è un atto d'accusa senza sconti, che non ha paura di fare i nomi dei colpevoli e di svelarne i misfatti. Ma è anche uno sprone a informarsi e tutelarsi e un appello alla riscossa. A riprendersi, con l'arma della democrazia, tutto quello che ci spetta di diritto.
Giuseppe Garibaldi, figura storica del Risorgimento italiano, incarna l'orgoglio di appartenere a una patria e la convinzione di essere allo stesso tempo "cittadino del mondo". Paladino della libertà, da difendere con tutte le forze, acerrimo nemico delle manovre sotterranee e dei giochi dei politici di professione, l'eroe dei due mondi è diventato nel tempo oggetto di un culto che unisce la storicità del personaggio alla sacralità del mito. In questa biografia si ripercorrono la vita e le imprese del condottiero dei mille, ma soprattutto se ne dà un ritratto che esula dall'oleografia ufficiale e per questo suscitò aspre polemiche.
Giornalista e scrittore, Luca Goldoni ripercorre in questo volume la vita di Giuseppe Garibaldi, "l'amante dei Due Mondi". Combattente strenuo contro la tirannia e per la libertà degli oppressi, l'eroe risorgimentale, tra i padri della nostra Patria, fu infatti anche un irresistibile tombeur de femmes. Ed è proprio su questo aspetto, sul quale le biografie generalmente sorvolano, che Goldoni vuole puntare il suo sguardo indiscreto.