
Attraverso la ricognizione di autori e correnti, attingendo direttamente ai testi, il volume fa cogliere la complessità della lunga parabola storica moderna del sapere pedagogico. Questa scienza, infatti, ha allargato il proprio orizzonte epistemologico giungendo - con l'imporsi del paradigma delle scienze dell'educazione - ad assumere un esplicito e tematizzato profilo interdisciplinare.
L’educazione è relazione tra persone che tentano di trarre fuori il vero Sé dell’altro, la parte più autentica, la zona intima, il cuore del talento affettivo e attitudinale. Questo libro restituisce al loro più autentico significato le parole legate al processo educativo e applicabili a qualsiasi altro ambito relazionale. Educare è scegliere di vivere nel profondo, guardando gli altri non con un buonismo sentimentalista o con rigore accademico, ma per voler andare oltre e imbattersi nella «grande bellezza» di ciascuno di noi.
La casa è l'evento morale per eccellenza. Prima che un artefatto architettonico, secondo Emanuele Coccia è un artefatto psichico, che ci fa vivere meglio di quanto la natura consentirebbe. È lo sforzo di adeguare noi stessi a ciò che ci circonda e viceversa, una forma di addomesticamento reciproco tra cose e persone. È l'estensione di ciò che cominciamo a fare nascendo: costruire intimità con quel che ci sta accanto. Ecco perché coincide con l'io, e ci dimostra che per dire io abbiamo bisogno degli altri. Partendo dai suoi trenta traslochi, con stile affabulatorio e brillante, personalissimo, mescolando discipline diverse e analizzando argomenti in apparenza ordinari, la cucina, gli armadi, i letti e i corridoi, persino i bagni, senza tralasciare la genitorialità, il sesso e la cura, Coccia affronta in modo appassionante un argomento ancestrale e modernissimo, che ci riguarda tutti.
Esistono cose essenziali per la vita umana. La cura rientra nell'ordine delle cose essenziali, perché per dare forma al nostro essere possibile dobbiamo aver cura di noi, degli altri e del mondo. Il nostro modo di stare con gli altri nel mondo è intimamente connesso con la cura che abbiamo ricevuto e con le azioni di cura che mettiamo in atto. Siamo quello che facciamo e quello di cui abbiamo cura. È irrinunciabile aver cura della vita, per conservarla nel tempo, per farla fiorire e per riparare le ferite dell'esserci. Poiché la vita umana è fragile e vulnerabile, il lavoro di cura è intensamente problematico; il primo compito di una filosofia impegnata a cercare la misura di senso dell'esperienza consiste dunque nel prendere in esame il fenomeno della cura al fine di comprenderlo nelle sue qualità essenziali. Si tratta di comporre, secondo il metodo fenomenologico, una teoria descrittiva della cura che possa costituire lo sfondo per disegnare una valida politica dell'esperienza.
Di un'edizione in italiano corrente di quella che, con ogni probabilità, è la più importante opera italiana di filosofia politica, quale è la Filosofia della politica di Antonio Rosmini (1839), si avvertiva da tempo l'esigenza. Concorre a colmare tale vuoto la presente pubblicazione, destinata sia alla divulgazione, sia al pubblico degli addetti ai lavori. La scelta di offrire una selezione di testi tratti dall'opera integrale, con segnalata omissione di alcuni capitoli, obbedisce proprio al duplice criterio di fornire, da un lato, un testo maggiormente accessibile rispetto a quello che è il più voluminoso testo originale, dall'altro lato di restituire al meglio, con la debita evidenziazione, i capisaldi del pensiero politico di Rosmini. La "Filosofia della politica" è uno dei testi fondamentali dell'intera articolazione dei saperi elaborata da Antonio Rosmini e, all'interno del sistema rosminiano, nella sua in sé compiuta originalità e organicità, si colloca al crocevia delle scienze giuridiche, della filosofia, della pedagogia, della teologia e delle stesse scienze politiche. Il cruciale dibattito tra l'articolato percorso storico-teorico della dottrina sociale della Chiesa e il differenziato liberalismo dell'Occidente trova una felice soluzione nel "liberalesimo" rosminiano - singolare declinazione del "cattolicesimo liberale" - che viene delineato dal Roveretano principalmente in quest'opera. Nota Editoriale: Raimondo Cubeddu.
In questo libro le donne, protagoniste e soggetti del dialogo filosofico, discutono di ragione, identità, conoscenza, scardinando i percorsi consolidati dalla tradizione.
Una completa e compiuta fusione di conoscenze e competenze è quello che si chiede oggi alla nuova generazione di docenti che si preparano ad affrontare il nuovo Concorso a cattedra 2020: non è, dunque, solo una questione di contenuti, ma si lavora affinché il reclutamento sia capace di individuare, prima di ogni altra caratteristica, qualità o quantità di contenuti, l’autentica attitudine all’insegnamento. Alla luce di queste premesse, questo volume, dedicato alle classi di concorso A18, (Filosofia e Scienze umane) e A19 (Filosofia e Storia), ha l’ambizione di proporsi come uno strumento per la preparazione al concorso completo, esaustivo, versatile e costruttivo. Il volume è stato realizzato come valido ausilio a chi si appresta alla preparazione al concorso a cattedra per tutte classi il cui programma d’esame comprende la filosofia. Gli argomenti sono stati suddivisi in sezioni, al fine di consentirne una più rapida ed efficace consultazione. La prima sezione, sulla didattica disciplinare, comprende la descrizione del quadro normativo europeo e nazionale in cui opera il docente, spiega i vari aspetti della didattica, analizza e approfondisce i modelli di insegnamento della filosofia in Europa. La seconda sezione, la più corposa, dopo aver trattato i caratteri generali della filosofia e la sua storia, approfondisce il pensiero filosofico, dalle sue origini ai giorni nostri. Sono ampiamenti descritti ed analizzati i principali autori e le principali correnti del pensiero filosofico. L’ultima sezione del volume contiene utilissime Unità didattiche di Apprendimento. Il testo è completato dalla piattaforma telematica, con Tutor on line, che guida l’aspirante docente in ogni passo della preparazione concorsuale.
Il testo affronta le nozioni fondamentali della politica, facendo parlare i filosofi più rilevanti della tradizione occidentale e illustrando i temi salienti del discorso politico (autorità, potere, giustizia, diritti, rappresentanza, diritto di resistenza, costituzione, pluralismo, tolleranza, bene comune, globalizzazione, religione e politica). Se la politica deve essere di tutti, tutti siamo chiamati a conoscerne la storia e i concetti per essere capaci di affrontare il discorso pubblico con argomenti motivati, personali e critici.
La comunicazione si presta alle più diverse declinazioni disciplinari, dalla psicologia, alla semiotica, alla sociologia. Meno battuta è la strada che questo libro si propone di percorrere: la comunicazione come oggetto di analisi della filosofia, in rapporto ai processi del pensiero, alle mosse cognitive che entrano nelle relazioni personali e sociali, alle grandi correnti filosofico-scientifiche della contemporaneità.
"Mio padre ha due cuori: la figlia o l'onore? In questo momento dice che vuole la figlia, però dentro di lui c'è anche quell'altro fatto." Queste parole le pronuncia Maria Concetta Cacciola, trent'anni, tre figli, colpevole di aver tradito il marito e di aver deciso di collaborare con la giustizia seguendo l'esempio di Giuseppina Pesce, anche lei giovane madre, anche lei di Rosarno. E poi ci sono Rosa Ferraro, Simona Napoli, tutte 'fimmine ribelli' che hanno osato dire di no a padri, mariti, fratelli. Come nell'Afghanistan dei talebani, in Calabria la donna che "disonora" la famiglia deve morire, meglio se con un suicidio che tutela dalle conseguenze penali. Attraverso le storie di queste donne, Lirio Abbate racconta uno spaccato di apparente normalità dietro cui si nascondono una frenetica attività criminale, patrimoni immensi e un radicamento a una cultura patriarcale antiquata e retriva. Ma la ribellione delle donne che oggi si affidano "allo Stato, ovvero al nemico" per cercare di scampare a un destino infernale, produce un effetto dirompente. Perché sgretola l'immagine di compattezza del clan, mette in dubbio i valori del sistema 'ndrangheta, rivela l'impotenza dei boss incapaci di "tenere in riga" le loro donne. E, soprattutto, accende nelle altre 'fimmine' la consapevolezza della propria condizione e il desiderio di scrollarsela di dosso, facendo nomi e cognomi e aprendo crepe in un universo inconcepibile ma fin troppo vero.