
"Quali possibilità c'erano che Julia e Philippe, le cui storie rivelano singolarità incommensurabili, si incontrassero a Parigi nel 1966? Che si amassero prima, durante e dopo il Maggio '68? Che restassero sposati dal 1967? Poche possibilità: il calcolo delle probabilità avrebbe bisogno di una serie astronomica di cifre dopo lo zero...". Eppure, tutto ciò è successo. Due "stranieri" nel corpo e nell'anima hanno deciso di restare saldamente in un luogo che essi stessi hanno scelto di disegnare come il loro matrimonio dal momento in cui ciascuno ha sentito che il "vivere con l'altro" gli era inevitabile. Prende avvio da qui un dialogo serrato sull'amore, che assume la forma di un vero e proprio lessico della vita matrimoniale. Julia Kristeva, psicanalista e scrittrice, e Philippe Sollers, scrittore e filosofo, due personalità di spicco della cultura del nostro tempo, si interrogano sull'arte di costruire un matrimonio che duri e che resista agli urti della società globalizzata, ma anche sulle ragioni per cui hanno scelto di armonizzare le loro diversità all'apparenza inconciliabili in un "luogo vivente come un organismo, le cui parti perdono un po' di se stesse in nome della libertà dell'altro".
Secondo l'autore, il postmoderno è la chiave di lettura per comprendere l'America della seconda metà del '900, in particolare dagli anni 70 al 2001, e proprio per questa sua centralità è necessario capirne meglio le definizioni e le conseguenze sul nostro presente. Riannodando studi e interventi che coprono l'arco di un quindicennio, Carravetta ripercorre in modo sistematico e metacritico le tante definizioni che di postmoderno sono state date da molte figure di rilievo, e alcuni movimenti teorici che l'hanno alimentato: la complessa eredità delle avanguardie, il femminismo, i Cultural Studies, il decostruzionismo, il neostoricismo, la globalizzazione, l'ermeneutica (a ciascuno dei quali è dedicato un capitolo). Una verifica, dunque, di cosa ha significato il postmoderno in maniera pluriprospettica, comparativa e interdisciplinare, con in aggiunta una sezione dedicata all'America "vista dall'interno", in una serrata esposizione, descrittiva e insieme spassionata, in cui vediamo un paese che cerca di capire se stesso, in particolare nel modo di ripensare il proprio passato, le sue istituzioni educative e religiose, il rapporto con le culture altre, il ruolo che vorrebbe svolgere sullo scacchiere mondiale, l'impasse che segue la fine della guerra fredda, fino all'anno e all'evento che - almeno per l'America - mette tutte le discussioni a tacere, soprattutto quelle moderniste e segnate dall'ironia.
Il ventennale carteggio tra Alexis de Tocqueville e Arthur de Gobineau è un documento importante e drammatico, nella storia del pensiero politico contemporaneo. Segnata da un costante quanto leale disaccordo, la discussione tra il teorico della democrazia e il vate del razzismo si dipana lungo i sentieri che conducono al cuore del "moderno" e dei suoi paradigmi ideologici: dal rapporto tra morale, religione e politica, al problema dell'eguaglianza di popoli e nazioni; dal conflitto tra "passioni" e "interessi" alla cruciale "questione della razza". Alla luce delle profonde diversità che contrappongono i due interlocutori, il sodalizio tra Tocqueville e Gobineau appare ancora più singolare: esso attraversa tutta l'esperienza del Secondo Impero francese, resistendo alla sempre più marcata e conflittuale divaricazione tra le opinioni del maestro e quelle del suo "assistente". Altrettanto singolare fu la sorte che toccò ai due pensatori: mentre il razzismo di Gobineau si avviava a compiere, nel secolo successivo, il suo tragico ciclo, diventando dottrina di Stato e metodo di genocidio, la lucida e preveggente analisi dei meccanismi del sistema democratico elaborata da Tocqueville avrebbe conosciuto una lunga fase di oblio, che solo nel secondo Novecento sarebbe stata riscattata da un nuovo interesse scientifico. C'è in questo scambio epistolare, oltre al valore teorico e all'inaspettata attualità dei temi, una grande lezione di metodo.
Il libro si compone di tre parti. La prima offre riflessioni sul problema della tecnocrazia, quale si è andato svolgendo nella nostra cultura. Il tono d'insieme è più teorico che storiografico, più attento a dottrine che a scelte e prassi di governo. La varietà delle occasioni di studio anche spiega certe riprese di concetti, e ritorni di temi, e affinamenti definitori. La seconda coglie riflessi tecnici o tecnocratici nella nuova fisionomia degli studî giuridici, ormai volti dalla formazione alla competenza, dal sapere al saper fare. L'ultima raccoglie saggi su figure, che o vissero l'esperienza del corporativismo tecnocratico o, su sfondi più alti e gravi, toccarono il rapporto fra decisione politica e competenze esecutive.
La prima indagine storica del lato più oscuro del Ventennio: la delazione anonima, odioso strumento nelle mani di Mussolini per controllare la vita degli italiani. È il 1923 quando l'ex socialista Benito Mussolini, alla guida da pochi mesi del governo di coalizione, pone con una breve nota il primo mattone di un autentico mostro politico-burocratico che, con i suoi tentacoli intinti nel veleno di intercettazioni, delazioni e soffiate, stritolerà la vita pubblica italiana fino alla fine del regime fascista: "Caro Finzi, dispongo che le intercettazioni telefoniche siano d'ora innanzi recapitate solamente a me. Una copia sola, quindi, che tu riceverai e mi trasmetterai". Mimmo Franzinelli, grazie a una ricerca accuratissima, non paga di uno scrupoloso scandaglio degli archivi ma ricca anche di testimonianze di prima mano (spesso terribili), ci mostra con chiarezza come sia stato possibile tenere sotto il tallone d'acciaio del terrore un intero paese, trasmettendo l'insicurezza profonda che è il primo ingrediente dell'obbedienza cieca. Quando nemmeno fra i muri della sua casa si sente al sicuro, quando i partigiani vengono scovati nei nascondigli più impensabili, quando le famiglie ebraiche vengono tradite dai vicini e dagli amici, il popolo è pronto, pur di non correre alcun rischio, a pagare il terribile prezzo di abdicare alla propria libertà.
Gilles Deleuze è stato uno dei pensatori più importanti e influenti del XX secolo. le sue opere, in particolare quelle sviluppate in collaborazione con lo psicanalista Félix Guattari, s’incentrano sulla costruzione di una filosofia della differenza straordinariamente ricca di nuove suggestioni, capaci di restituire anche alla psicologia la vitalità necessaria a recuperar il senso della propria pratica.
La trasformazione di Delhi in una metropoli del ventunesimo secolo è una storia entusiasmante, a tratti terrificante. Il boom successivo all'apertura dell'economia indiana ha tuffato la città in un tumulto di distruzione e creazione: baraccopoli e mercati sono stati abbattuti, centri commerciali e condomini sono sorti dalle rovine, grandi fortune sono state guadagnate. Ma la trasformazione è stata spietata, brusca e iniqua, e ha generato sentimenti sconcertanti: la città trabocca di rabbia e ambizione. Si potrebbe raccontare questa metamorfosi con l'immagine di un vulcano che erutta: Delhi oggi è il risultato di questa eruzione, di un vulcano nel cui nucleo caldissimo si è fusa la vecchia India e da cui sono usciti, devastando l'ambiente e la storia, ma anche portando novità e cambiamento, getti di lava incandescente sotto forma di cambiamenti sociali, economici e culturali incredibili e destabilizzanti. Questa opera ci permette di vedere Delhi con gli occhi della sua gente e attraverso una serie di incontri, con miliardari e burocrati, spacciatori e commercianti di acciaio, abitanti delle baraccopoli e psicoanalisti, veniamo immersi nella storia della sua trasformazione capitalistica. Intrecciando oltre un secolo di storia con il suo viaggio personale, Dasgupta ci offre il primo ritratto letterario di una delle megalopoli più in rapida crescita del ventunesimo secolo.
Il delirio di gelosia mette a nudo un soggetto ferito, che ha perso il controllo di sé e del mondo che lo circonda. A tale fenomeno patologico è dedicato questo scritto di Jaspers, pubblicato qui per la prima volta in italiano. Concentrando la propria attenzione sulla vita dei pazienti, attraverso analisi lunghe e minuziose, Jaspers ci consente di entrare nella vita di soggetti deliranti, uomini e donne presi in scacco dalla propria ossessione. La domanda che attraversa il saggio riguarda la possibilità o meno di "comprendere" questi mondi, queste vite, questi deliri. Cercando di distinguere tra la gelosia generata nello sviluppo della personalità e quella connessa a un mutamento fisiologico del cervello, obiettivo di Jaspers è capire fin dove, quando è vittima di spettri spaventosi che ne offuscano la ragione, l'uomo agisce ancora come soggetto libero e dove diventa mera espressione di un corpo malato.
Storie di coraggio e di amore. Storie che fanno rabbrividire e, insieme, commuovono. Storie di ragazze che hanno amato l'uomo sbagliato e di famiglie che le hanno ammazzate. La giornalista turca Ayse Onal scava nei rimorsi, nell'ignoranza e nella stupidità degli assassini per capire come si possa giungere a uccidere per onore persone che si amano. Con una scrittura piena di pietà, ma così rigorosa da non tacere nulla, riesce nell'impresa di illuminare le figure delle vittime e ricostruire le vicende che le hanno condotte a morire. Tra disperati tentativi di fuga, matrimoni forzati, amori improvvisi e travolgenti. Dopo botte, umiliazioni, violenze. E così, leggendo dell'indomabile Remziye o dell'ingenua Papatya, si squarcia il velo di indifferenza che avvolge un fenomeno di proporzioni immani. Nella sola Inghilterra si stima che circa 18 mila ragazze ogni anno siano vittime di crimini legati all'onore. Una tragedia che non chiama in causa soltanto la Turchia, dove il libro è ambientato, ma l'umanità intera. Anche l'Italia, sempre più spesso, come dimostra la cronaca.
Cosa si nasconde dietro la morte di Giulio Cesare? Che cos'ha in comune l'omicidio di Pasolini con la tragedia di Cogne? I grandi "casi giudiziari" del passato spesso celano la chiave per risolvere i gialli dei nostri giorni e diventano il campo di prova per tutte quelle indagini archiviate, ma mai risolte. Le tecniche scientifiche sempre più perfezionate oggi usate per trovare i colpevoli di delitti altrimenti insolubili possono essere applicate anche ai misteri del passato. È l'impresa a cui si dedicano in questo libro il comandante del Ris di Parma Luciano Garofano, lo storico e antropologo Giorgio Gruppioni e il regista Silvano Vinceti. Lo studio compiuto sul Dna del poeta Matteo Maria Boiardo vissuto nel Quattrocento, è stato il banco di prova decisivo per l'applicazione dell'analisi di alcune regioni del cromosoma maschile Y. Seguendo le tracce di morti oscure come quelle di Pico della Mirandola e di Poliziano, sospetti avvelenamenti, o di Giacomo Leopardi, il cui cadavere è scomparso, gli autori mostrano come si conduce un'indagine, come si raccolgono prove e indizi, come si studiano i reperti, come si fa un sopralluogo sulla scena del crimine e come viene orchestrato il lavoro di consulenza per attribuire a ciascun indizio il giusto valore.