
Il Polo si sta inesorabilmente sciogliendo. È un fatto col quale dobbiamo confrontarci. Lo scioglimento dei ghiacci è andato aumentando drammaticamente negli ultimi trent’anni. E i ghiacci del Polo sono la cartina al tornasole dello stato di salute del clima del pianeta e tanto più diminuiscono, tanto meno calore viene riflesso verso lo spazio dal loro candore, peggiorando ulteriormente la situazione in un circolo vizioso. L’accelerazione del fenomeno è impressionante, ma le autorità politiche non sembrano aver ancora realizzato l’enorme pericolo che ciò comporta , ovvero che il destino dell’Artico è la miccia che potrebbe innescare una spirale che finirebbe col coinvolgere il mondo intero. Addio ai ghiacci, uscito per la prima volta nel 2017 e ora aggiornato agli ultimissimi dati, contiene tutti i fatti incontrovertibili dell’evidenza scientifica, minuziosamente raccolti, spiegati e argomentati in maniera estremamente comprensibile per chiunque: non dà scampo. È un appello accorato e competente che non deve cadere nel vuoto.
Viviamo in un'epoca di disarmante naturalismo. Dovunque si volga l'attenzione - religione, ricerca scientifica, pensiero filosofico, divulgazione mediática - è tutto un rincorrere un'improbabile base naturale, materiale, ontologica dei pensieri e delle azioni, delle emozioni e dei desideri, della società e della stessa differenza etnica. Al di sotto delle apparenti opposizioni fra universalismo e relativismo, creazionisti e darwiniani, cattolici e laici tutti egualmente impegnati in nome di una naturalità senza alcun fondamento logico e antropologico - trapela la reale sfida del pensiero attuale: quello di un recupero delle basi sociali e antropologiche, intersoggettive e storiche del corpo e del linguaggio, dello spazio e delle tecnologie, delle passioni e della cognizione. Questo libro parla di filosofia e prodotti biologici, neuromanie e bello naturale, battute di caccia amazzoniche e mucche pazze, di tutto ciò che mette in luce le patenti contraddizioni insite nelle diverse facce del naturalismo contemporaneo, in nome di un rinnovato interesse verso le culture umane e le loro felici traduzioni.
Non è forse vero che soffriamo per amore, che le nostre storie finiscono, che i legami si logorano e che più spesso di quanto vorremmo ammettere ci ritroviamo con il cuore in frantumi e gli occhi pieni di lacrime? E non capita con una certa frequenza di dovere o volere interrompere una relazione amorosa che ci rende tristi e insoddisfatti senza tuttavia riuscire a farlo? Perché non si può semplicemente accettare il cambiamento, l'inevitabile fine, e provare a dire «addio»? Questo libro cerca di rispondere analizzando i congedi amorosi attraverso quarantanove frammenti tratti dalla letteratura, dalla filosofia, dal cinema e dalla storia, percorrendo contro mano la strada già magistralmente esplorata da Roland Barthes nei "Frammenti di un discorso amoroso". È un tentativo per guardare dentro le scatole nere di quegli aerei che sembravano progettati per portarci in paradiso e invece si sono schiantati contro un muro qualsiasi, ai piedi del quale osserviamo i resti di ciò che eravamo quando credevamo di essere tutt'uno con un'altra persona.
Prima di essere genitori, educatori, insegnanti, operatori sociali siamo tutti maestri di vita perché impegnati a riconoscere alla nuove generazioni il desiderio di nascere come persone in un gruppo. Il cammino suggerito in queste pagine, dense e coinvolgenti, è impervio. Il traguardo però sicuramente allettante. Il punto d'arrivo è proprio la comprensione del motivo per il quale si ottiene l'obbedienza. La via suggerita è l'ascolto della parola, ingenua quanto acuta, dei ragazzi, in fondo i veri autori di questo libro. Ma per udire la parola del bambino è necessario sedersi e fare silenzio. Allora ci si potrà stupire o adirare, divertirsi o commuoversi. Lasciare che le parole del bambino giungano alla parte più innocente in ciascuno di noi.
Ne abbiamo abbastanza. Lavorare per consumare non rende felici. Lo sappiamo tutti, ma come uscirne? Cambiare vita da soli sembra una scelta troppo faticosa. Addirittura impossibile. Invece no. Il downshifting ("scalare marcia, rallentare il ritmo") è un fenomeno sociale che interessa milioni di persone nel mondo (complice anche la crisi). Ma non si tratta solo di ridurre il salario per avere più tempo libero. Simone Perotti propone qui un cambio di vita netto, verso se stessi, il mondo che ci circonda, le abitudini, gli obblighi, il consumo. La rivoluzione dobbiamo farla a partire da noi, riprendendoci la nostra vita per essere finalmente liberi. Come ha fatto l'autore, che racconta la sua esperienza entrando nel merito delle conseguenze economiche, psicologiche, esistenziali, logistiche. Dire no non basta per essere felici. L'insicurezza economica cui andiamo incontro è anche un'occasione per ripensarci.
34 metodi non ordinari inventati da genitori in debito di sonno (che hanno incredibilmente funzionato, almeno una volta). Storie e altri mezzi di soccorso per mettere in salvo genitori sprovveduti che pensavano che crescere un figlio fosse tutto sommato una passeggiata.
"È il primo sguardo quello che lascia il segno. Quello che in un istante ti permette di comunicare un milione di parole. Eccomi, sono qui. Sono io. E tu sei mia madre, mio padre, mia figlia, mia sorella, il mio amore. Sei tu, sei tutto. E il primo sguardo difficilmente fallisce, mette in moto tutto ciò che hai dentro. I tuoi occhi guardano, ma la vista scorre veloce nei tuoi tessuti fino a esploderti nel cervello. È una fucilata che attraversa le vene. Colpisce il tuo cuore e lo fa battere forte. La saliva sparisce, in bocca ti rimangono solo schegge di vetro. Le tue mani tremano perché è giunto persino lì, anzi, va oltre, arriva alle gambe che si spezzano dall'emozione. Barcolli. E il respiro? Anche quello è andato. Ti accorgi che manca proprio. Sei in apnea. Ti senti svenire e hai paura di perdere i sensi. Sai che figura, se ruzzoli a terra. È lo sguardo di una madre che osserva il figlio, di un innamorato che contempla l'amata, di un fratello che rimira una sorella, di un'amica che guarda un amico. È lo sguardo di chi sa cosa significa amare." Giorgio Panariello racconta la sua personalissima visione dell'amore. Un amore fatto di passione, cura reciproca, sentimento. Di discussioni e lotte, fughe in avanti e festosi ritorni. Un amore fatto di giornate in casa a tirare il fiato e di corse pazze in campagna. Di foto nei cassetti, paura dei tuoni, coccole lunghe un giorno, silenzi traboccanti di parole. Un racconto intenso e inatteso, guidato da un sentimento puro e generoso, quello che ti fa aprire il cuore al mondo intero. Una storia che custodisce un colpo di scena capace di allargare i confini di ciò che noi sappiamo sull'amore.
I compiti a casa hanno lo scopo di permettere all'alunno di rielaborare e approfondire ciò che l'insegnante ha proposto in classe, attraverso un tempo e uno spazio di riflessione personale. L'esperienza reale di molti bambini, e in particolare di quelli con disturbo da deficit di attenzione/iperattività, è tuttavia profondamente diversa: molto spesso infatti avvertono come un sopruso il dover rimandare attività più piacevoli perché obbligati a un ulteriore carico di lavoro. Questo libro propone un percorso di affiancamento dei bambini dai 7 ai 14 anni nello svolgimento delle consegne scolastiche per casa da parte dell'homework tutor, ruolo che in molte circostanze può essere svolto da un familiare adulto. L'obiettivo è aiutare l'alunno a sviluppare competenze esecutive che possano renderlo progressivamente autonomo nello studio, fornendo indicazioni e strumenti originali e motivanti per: allestire lo spazio fisico di lavoro; valutare e gestire correttamente i tempi; valutare e gestire correttamente le proprie risorse; suddividere un compito complesso in più parti e portare a termine correttamente ognuna di esse; verificare gli errori e correggerli.
Frutto di una ricerca durata quattro anni, il saggio si propone di comprendere e analizzare le cause di un disturbo molto comune tra le nuove generazioni, ossia quello della cosiddetta "iperattività" e "disattenzione" nei bambini: l'adhd (acronimo inglese per Attention Deficit Hyperactivity Disorder). Il quesito di base è se l'adhd sia un disturbo medico - quindi da trattare con i farmaci - o derivato da fattori di carattere educativo. Grazie alla vastissima mole di studi scientifici compulsati, ai pareri raccolti da luminari del campo - in Italia, Spagna, Regno Unito, Brasile etc. -, alle interviste e agli approfondimenti, l'autore delinea in modo chiaro e preciso quale sia stata l'evoluzione di questa "sindrome", ne ipotizza le insorgenze, tratta i rimedi che potrebbero certamente alleviare il disagio. Un volume completo che analizza a fondo il tema, proponendo un punto di vista innovativo e che richiama l'attenzione sui possibili interventi che possano attenuare quello che diviene sempre più un "problema sociale". Un libro rivolto non solo agli esperti del settore ma a chiunque - genitori, insegnanti - voglia capire in modo più preciso l'adhd.
Alla fine degli anni '70, mentre in Italia si precipitava nel baratro degli anni di piombo, Toni Capuozzo sbarcava, seguendo i suoi sogni e i suoi ideali, in Centro America. In pochi anni, viaggiando di continuo tra il Nicaragua della rivoluzione vittoriosa dei sandinisti contro il tiranno Somoza, il Salvador che entrava nel delirio della guerra civile con l'assassinio del cardinale Romero, la Cuba di Castro, l'Argentina delle Falkland e di Borges, l'Amazzonia di Fitzcarraldo, un giovane approdato per caso al giornalismo diventò un reporter professionista e un uomo profondamente convinto della necessità di andare a vedere con i propri occhi ciò che succede. In una foresta di racconti, il famoso giornalista televisivo, inviato di guerra del TG5, rievoca gli anni del suo apprendistato.