
Abilismo è quando ti senti particolarmente figa perché hai un nuovo taglio di capelli e vai in giro sfoggiandolo con uno swishh, ma un tizio si avvicina e ti dice che «sei proprio brava a uscire di casa». Abilisti sono i film con personaggi disabili che dispensano grandi lezioni di vita a tutti, fanno sesso per la prima volta prima di schiattare e poi schiattano. Abilista è l'inquietante signora che ti fa pat pat sulla testa al supermercato. Ma è anche l'aula universitaria inaccessibile, la burocrazia infinita, l'assistenza insufficiente. Un fumetto in 8 storie che con intelligenza e ironia svela i pregiudizi e l'oppressione strutturale che circondano ogni giorno le persone disabili. Senza tralasciare qualche strategia per combatterli.
«Che c'è d'allegro in questo maledetto paese?», si chiede l'Innominato che, stanco della propria vita malvagia, si avvia verso la conversione. È la stessa domanda che tutti noi ci poniamo sempre più spesso. Cosa rimane di bello in questo mondo di guerre, pandemie e crisi di ogni genere? All'indomani del conferimento del Premio Internazionale Cultura Cattolica a Franco Nembrini, sono stati raccolti in questo volume tre suoi recenti interventi, svoltisi come quaresimali presso la Basilica di S. Giovanni in Laterano. Ne è venuta fuori una piccola e preziosa bussola, che attraverso le pagine immortali di Oscar V. Milosz, Alessandro Manzoni e Giacomo Leopardi (sapientemente spiegate e commentate) aiuta a riscoprire la profondità e drammaticità del dialogo che Dio tesse con l'uomo dentro le pieghe (e le piaghe) della storia di ciascuno. Prefazione del card. Angelo De Donatis. Postfazione di don Fabio Rosini.
Innamorati di se stessi, i narcisisti vogliono l'elogio degli altri, cercano attenzione, si preoccupano del loro aspetto. Talvolta, i loro comportamenti sono meno decifrabili, ma, in ogni caso, il mondo deve ruotare attorno a loro. In realtà, lungo la scala che va dall'altruismo assoluto, anch'esso espressione del narcisismo, all'arroganza totale, estremi entrambi pericolosi, si collocano forme salutari e, anzi, preziose, di narcisismo. È essenziale dunque sapersi spostare lungo quella scala. Basandosi sulla propria ricerca e sulle ultime scoperte in psicologia, Malkin insegna strategie concrete per fronteggiare i narcisisti nel modo giusto, o per prevenire e combattere in noi le derive più pericolose e conflittuali del narcisismo. Nello stesso tempo, aiuta a dotarsi di una sana autostima anche chi, al contrario, non si sente abbastanza speciale, perché trovi il coraggio di far sentire la sua voce e viva una vita più ricca e appagante. Dimenticate tutti i cliché e fatevi guidare da Malkin nel cogliere il meglio dal bisogno di sentirsi speciali e nell'affrontare consapevolmente la tendenza a essere assorbiti da se stessi. Che siate narcisisti o, al contrario, siate alle prese con qualcuno che lo è, in questo libro troverete molte verità che sfidano le conoscenze convenzionali sul narcisismo.
Fino a poco tempo fa tutte le società hanno considerato il matrimonio come una partnership coniugale, l'unione tra un uomo e una donna. "Che cos'è il matrimonio?" identifica e difende le ragioni di questo consenso storico e mostra come ridefinire il matrimonio civile non solo non sia necessario, ma anche irragionevole e contrario al bene comune. Pubblicato originariamente sull'"Harvard Journal of Law and Public Policy" (2010), è divenuto rapidamente uno dei saggi più citati nel mondo delle scienze sociali. Da allora è stato oggetto di dibattito di studiosi e attivisti in tutto il mondo come la più formidabile difesa della tradizione. Gli autori propongono una critica penetrante all'idea che l'uguaglianza richieda di ridefinire il matrimonio. Essi difendono il principio che il matrimonio, come unione di corpo e spirito ordinato alla vita famigliare, lega l'uomo e la donna come marito e moglie, e mostrano come esso sia non un bene privato e individuale, ma un bene pubblico capace di garantire spazi di libertà ai cittadini. Senza il concorso di questi fattori costitutivi del matrimonio, si finisce per riconoscere le più svariate forme di unione sessuale, erodendo l'istituto matrimoniale e danneggiando seriamente il bene comune sociale.
Donald Trump, Beppe Grillo, Marine Le Pen, Nigel Farage: i populisti sono in ascesa in tutto il mondo. Ma che cosa è esattamente il populismo? Chiunque critichi le élite al potere e i partiti ufficiali dovrebbe essere definito populista? Qual è di preciso la differenza tra populismo di destra e di sinistra? Il populismo avvicina il governo al popolo o costituisce una minaccia per la democrazia? Domande che non sono mai state urgenti come oggi. In questo libro di rottura, Müller sostiene che al cuore del populismo vi è un rifiuto del pluralismo: al contrario di quanto comunemente si crede, ciò in base a cui i populisti possono governare è la loro pretesa di una rappresentanza morale esclusiva del popolo. Se avessero sufficiente potere, finirebbero per creare uno Stato autoritario che esclude tutti coloro che essi non considerano parte del «popolo» vero e proprio. Analitico, accessibile e provocatorio, il libro definisce - sulla base di fatti storici - le caratteristiche del populismo e le ragioni più profonde dei suoi successi elettorali, proponendo alcune strategie concretamente utilizzabili per trattare con i populisti e, in particolare, per replicare alle loro pretese di parlare in via esclusiva per «la maggioranza silenziosa» ovvero per «il popolo vero». Con un intervento di Nadia Urbinati.
Il welfare state è nato come risposta politica ai bisogni sociali emersi con la rivoluzione industriale. Ma le politiche sociali sono diverse da paese a paese e dalla rivoluzione industriale a oggi il contesto socio-economico e demografico è profondamente mutato, e con esso le esigenze della comunità. Come comprendere le diversità esistenti e le direzioni del cambiamento? Quali sono le prospettive europee anche dopo la crisi? In questa nuova edizione ampliata e aggiornata, il testo offre, in forma chiara e sintetica, una serie di strumenti per rispondere a tali domande.
In che cosa consiste l'empatia? Come si sviluppa? Come può essere misurata? Qual è il suo ruolo nei rapporti interpersonali? L'empatia può facilitare le relazioni con persone di culture diverse? Si può imparare ad essere più empatici? Questo agile volume, integrando teorie classiche e contributi recenti, propone un'analisi critica di questi interrogativi, suggerendo alcuni possibili risvolti operativi.
In questo breve scritto del 1904, che qui presentiamo in traduzione italiana, Santayana sintetizza mirabilmente la propria visione dell'estetica, che aveva già trovato un'ampia formulazione nel suo capolavoro giovanile, The Sense of Beauty (1896). Lungi dall'essere un ambito isolato da ogni altro fenomeno vitale e culturale e dall'essere irrigidita in una mera dottrina speciale, l'estetica - secondo Santayana - affonda le radici nella dimensione spontanea e immediata dell'intera esperienza, rivendicando così una sorta di primato dell'estetico, il primato cioè di quel senso dell'immediato, del non adulterato, dell'istante fatto dell'esperienza. Integrare la bellezza e l'arte, così come ogni altra attività umana, con la vita, restituire ad esse quella affermatività, quella forte vitalità del precategoriale dal quale sorgono: ecco forse l'obiettivo di fondo del pensiero estetico di Santayana. Il testo è preceduto da una introduzione che delinea il profilo intellettuale di Santayana ed è seguito da una postfazione che colloca e interpreta l'opera nell'insieme del suo pensiero.
Nei primi mesi del 1946 si preparano in Italia le elezioni per l'Assemblea Costituente. In un clima di grande fervore politico e tensione ideale, un apposito ministero - il ministero per la Costituente - elabora serie statistiche, commissiona ricerche, pubblica studi destinati a facilitare il lavoro della futura assemblea. Ma c'è un prolema più generale da porre prima di tutti gli altri. Promuovere la Costituente, spiegarne il senso e la portata al popolo che dovrà eleggerla, chiarire le grandi questioni, le scelte e i bivi che essa dovrà affrontare: la questione delle autonomie, i poteri dell'esecutivo, le forme del controllo parlamentare, le prerogative del capo dello stato, l'autogoverno della magistratura, il controllo costituzionale e la stessa riformabilità della Costituzione. Un grande giurista, interprete sensibile e preciso delle ragioni della Costituzione, viene chiamato a redigere un opuscolo in cui tutto ciò sia detto con sensibilità e misura, con chiarezza e rigore. Questa edizione è arricchita dal testo di una conferenza che Jemolo tenne nel 1965 all'Accademia dei Lincei nel quale allo slancio utopistico del dopoguerra si sostituisce una lucida analisi del linguaggio della Carta fondamentale: alcune scelte apparentemente solo stilistiche rivelano ambiguità che riguardano la stessa genesi della Costituizione. Emerge così come i nodi di oggi siano assai prossimi, per non dire identici, a quelli di allora.
Che cos’è la Costituzione? Non solo una raccolta di “leggi” destinate a regolare la vita di una società. Constitutionem, dal latino constituere, e cioè ‘stabilire’, ‘ordinare’, ‘dare stabile assetto’; letteralmente “il modo in cui una cosa è stabilita”. La Costituzione è la norma fondativa e la carta dei valori che disegna l’architettura delle regole per tutti e dei diritti di ognuno.
Nel 60° anniversario della Costituzione italiana, entrata in vigore il 1° gennaio 1948, il Presidente Oscar Luigi Scalfaro, tra i padri costituenti, eletto all’Assemblea Costituente il 2 giugno 1946, ed ex Presidente della Repubblica, che dell’osservanza della Costituzione nata dalla Resistenza ha fatto il suo obiettivo irrinunciabile, ci ha introdotto con la sua lectio magistralis nella legge fondamentale e fondativa della Repubblica italiana, chiarendone la struttura e i concetti guida, ma soprattutto raccontando lo spirito della memoria storica e dei contenuti del presente, pertanto spiegando il senso di responsabilità che comporta l’organizzazione dei poteri dello Stato e la difesa dei diritti civili, sociali e politici che sono alla base della nostra civile convivenza.

