
Per comprendere a fondo gli esseri umani dobbiamo capire non solo in che modo noi, come persone, esistiamo in rapporto con gli altri ma anche come il nostro cervello esista in relazione con il cervello degli altri.
In base all’idea che il cervello è un organo sociale modellato dall’esperienza, Cozolino esamina temi come i neuroni specchio e la biologia dell’attaccamento per affrontare problemi importanti: qual è il modo in cui i cervelli si regolano reciprocamente durante le interazioni, quali sono gli effetti di isolamento e stress sul cervello sociale, come possono genitori e terapeuti incoraggiare l’apprendimento.
«Abbiamo un manuale per tutte le macchine che possediamo, fuorché per quella più importante». Partendo da questa banale riflessione, Marco Magrini ha avuto l'idea di scrivere un libro su come funziona il cervello umano, strutturato esattamente come il manuale di una lavatrice o di un frigorifero. Già dai titoli dei capitoli (Installazione, Operatività, Pannello di controllo, Espansioni) si capisce che la metafora è portata agli estremi. Il lieve tono umoristico, come nel confronto fra i cervelli Modello F® (femmina) e Modello M® (maschio), contribuisce alla sua innata finalità divulgativa. Il cervello non è esattamente una macchina, eppure ogni utente di un cervello umano dovrebbe conoscere meglio i componenti, i meccanismi e gli ingranaggi biologici che lo fanno funzionare. Ad esempio sapere che il cervello è tutt'altro che statico: è plastico, cambia continuamente, può imparare qualsiasi cosa o correggere le abitudini indesiderate. Eppure può restare vittima dei suoi stessi pregiudizi o dei processi automatici che derivano dalla sua interminabile storia evolutiva. È il momento giusto per saperne di più. Nonostante il genere umano sia ancora lontano dal comprenderla compiutamente, i giganteschi progressi compiuti dalle neuroscienze negli ultimi anni stanno facendo luce sulle meraviglie, talvolta controintuitive e inaspettate, della macchina cerebrale. «In questo libro, che ha perfino la fortuna di essere divertente - scrive nella postfazione il professor Tomaso Poggio del MIT - è sintetizzata benissimo». Postfazione di Tomaso Poggio.
Cesare Garboli era un critico folgorante, che scriveva per capire. Rosetta Loy è una grande scrittrice che ci racconta il loro incontro; e l'affinità assoluta, piú lunga di una vita. I silenzi nella casa dell'entroterra toscano e le serate con la pioggia che riga i vetri, i gatti ad accompagnarli ovunque, a eccezione di quelli neri, presaghi di nefaste profezie. In questa memoria sentimentale Cesare appare sia tra le pagine dei suoi libri che nelle sue furie imprevedibili. Da adolescente con il ciuffo davanti agli «occhi stupefatti e sbarrati che fissano incantati il futuro che li aspetta», al trentenne inviato in Vietnam, che non riesce a scrivere nemmeno una riga, stravolto dall'orrore che gli si presenta davanti. O mentre dà battaglia sulla scacchiera a Carlo Caracciolo in interminabili partite che lo vedono impegnato con regine, re, alfieri e pedoni. Grande amico di Natalia Ginzburg, Elsa Morante e Fellini. Lettore dall'intelligenza inarrivabile e uomo di infuocate passioni. Questo libro non è una resa docile al ricordo, ma il suo contrario. Perché, come scrive Metastasio nel celebre sonetto molto amato da Cesare, «Siam navi all'onde algenti, | lasciate in abbandono. | Impetuosi venti | i nostri affetti sono, | ogni diletto è scoglio. | Tutta la vita è mar».
Un testo su Cesare Guasti (Prato 1822- Firenze 1889), archivista e letterato. Cattolico moderato influenzato da pensatori francesi come Montalambert, Lacordaire e Ozanam.
Leader carismatico, seduttore privo di scrupoli, stratega lucido e volitivo, Gaio Giulio Cesare è stato al contempo brillante politico e genio militare, protagonista di un'ascesa vertiginosa e di alcune delle più spettacolari vittorie della Storia. Nel corso dei secoli, numerosi sono stati i suoi commentatori e biografi, quasi mai imparziali. In questo libro monumentale, che ha ottenuto nel 2007 il Distinguished Book Awarddella Society for Military History, Adrian Goldsworthy colloca Cesare nel contesto del mondo mediterraneo e della ricca e turbolenta società tardo-repubblicana: dalla difficile esperienza del consolato alla relazione con Cleopatra, dalle campagne in Gallia e Britannia fino all'affermarsi della dittatura. Ricomponendo i pezzi di un grande mosaico, lo storico disegna la figura di un "colosso", un ritratto ineguagliato per precisione documentale e fluidità letteraria che ci ricorda perché, dopo duemila anni, il nome di Cesare continua a esercitare un fascino assoluto.
Immaginate di partire assieme a Giulio Cesare e alle sue legioni. È il 58 a.C., la Gallia è una terra lontana, abitata da popolazioni bellicose, mai dome, che hanno già inflitto dolorose sconfitte ai Romani. Ma è anche una terra ricca e prospera. Giulio Cesare vuole conquistarla, per sé e per Roma, e per farlo è disposto ad affrontare ogni avversità: estenuanti marce nella neve e battaglie sanguinose, intrighi di palazzo e tradimenti, ponti da costruire e flotte da creare da zero, foreste che si dicono stregate e santuari con scheletri decapitati. Sarà un viaggio avventuroso e pieno di scoperte, che Cesare guiderà con il coraggio e la curiosità di Ulisse. Ma sarà anche un viaggio interiore, a fianco di un uomo implacabile e geniale, carismatico e instancabile, eppure non privo di dubbi e paure recondite. Un condottiero con i suoi lati oscuri e violenti, ma anche un fine pensatore e un grande scrittore, che ama con passione, tradisce ed è tradito, che è fidanzato, marito, padre, amante, vedovo, eterosessuale, bisessuale… E sullo sfondo del racconto, a completare il vasto affresco di quell’epoca cruciale per il destino di Roma e dell’Europa, ecco comparire Cicerone e Catullo, Cleopatra e Marco Antonio, Crasso e Pompeo, Calpurnia, la dolce moglie di Cesare, e Giulia, la sua amata figlia. Alberto Angela torna in libreria con un’opera unica e grandiosa, che prende spunto dal De bello Gallico per trascinarci in un’avventura senza pari. Le pagine si susseguono con il ritmo e le atmosfere dei film e delle serie tv più avvincenti, e al tempo stesso arricchiscono il lettore di scoperte, curiosità e riflessioni sul mondo romano. Le ricostruzioni dei volti, delle scene di battaglia e di vita quotidiana, realizzate grazie al supporto dell’intelligenza artificiale, consentono inoltre di rivedere, come fossero attuali, fotogrammi di vita andati perduti. Tutto concorre a farci immergere nella Storia come raramente un libro era riuscito prima, permettendoci di sentirla così vicina e così viva.
Leader carismatico, seduttore privo di scrupoli, stratega lucido e volitivo, Gaio Giulio Cesare è stato al contempo brillante politico e genio militare, protagonista di un'ascesa vertiginosa e di alcune delle più spettacolari vittorie della Storia. Nel corso dei secoli, numerosi sono stati i suoi commentatori e biografi, quasi mai imparziali. In questo libro Adrian Goldsworthy colloca Cesare nel contesto del mondo mediterraneo e della ricca e turbolenta società tardo-repubblicana: dalla difficile esperienza del consolato alla relazione con Cleopatra, dalle campagne in Gallia e Britannia fino all'affermarsi della dittatura. Ricomponendo i pezzi di un grande mosaico, lo storico disegna la figura di un "colosso", un ritratto che ci ricorda perché, dopo più di duemila anni, il nome di Cesare continua a esercitare un fascino assoluto.
La governante Cesira Carocci (Gubbio, 1884-1963) è l'unica donna, a parte la moglie Rachele, che abbia vissuto in casa di Mussolini, dal 1923 al 1934. Al contrario di altri collaboratori - dal commesso Navarra all'autista Boratto non ha mai rivelato segreti, né lasciato memoriali. Tra le "donne del duce" è forse la più misteriosa. Raccomandata da Margherita Sarfatti, ribattezzata da D'Annunzio "Suor Salutevole", diventò col tempo interfaccia tra la "società civile" e il dittatore. Confidente, infermiera, "segretaria", entrò in conflitto con donna Rachele. La moglie del duce riteneva che ne coprisse i tradimenti e che lei stessa fosse una delle tante amanti. Nonostante la simpatia della sorella del duce, Edvige - provata da una lettera privata inedita - alla fine fu licenziata.
"Malessere del ceto medio": l'espressione, di uso corrente nella discussione pubblica, riassume la situazione attuale di una parte importante della nostra società. Se in passato l'immagine che trasmetteva era quella di un corpo assestato, oggi il ceto medio sembra confrontarsi sempre più con una condizione di disagio e polarizzazione sociale. Una crisi che è diventata cruciale per le dinamiche della stratificazione e del cambiamento. Lungi dall'essere solo un insieme informe e passivo, il ceto medio può frapporre pesanti ostacoli, oppure offrire risorse fondamentali, alla costruzione di una società capace di sviluppo ed equità. E' qui che si gioca la possibilità di una democrazia sana, ed è qui che possono maturare minacciose derive reazionarie, come già altre volte in passato. Questo volume inaugura un filone di ricerca sociologica, proponendo un innovativo quadro teorico in cui si affrontano i seguenti temi: il ceto medio costruito nelle rappresentazioni della stampa; le difficoltà di ingresso nella vita adulta e le differenze generazionali; i modelli di consumo e gli stili di vita; il lavoro autonomo fra vecchi e nuovi profili; i piccoli imprenditori nella globalizzazione; un emergente ceto medio di immigrati.
Arnaldo Bagnasco insegna Sociologia nella Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Torino. Tra le sue pubblicazioni più recenti con il Mulino ricordiamo "Società fuori squadra. Come cambia l'organizzazione sociale" (2003) e "Tracce di comunità. Temi derivati da un concetto ingombrante" (1999).

