
La costa che unisce Caserta e Napoli è il luogo di questo reportage nel cuore del delta del Volturno. Un territorio, un villaggio globale in cui hanno residenza la mafia africana, lo sfruttamento e la tratta di esseri umani, la quotidiana angoscia e follia delle donne e degli uomini che cercano una via d'uscita da un luogo che ha confini inesplorati. Tra violenze brutali, fughe disperate, atti di eroismo, si consuma il vivere giorno dopo giorno di una nuova enclave nel cuore dell'Italia. Un filo collega i barconi dei disperati in fuga nel Mediterraneo, i sacrifici umani e i riti vudù africani, la camorra e la corruzione politica, le indagini delle forze dell'ordine nei quattro angoli del pianeta e il riscatto di chi coltiva i beni confiscati alla criminalità organizzata. Un filo che scioglie i suoi nodi sul litorale della Domiziana, il più grande esperimento sociale libero da ogni regola e contratto sociale. Ogni azione è un'azione solitaria, un coro di voci e di vite che si mescolano intrecciandosi e costruendo il villaggio del delta. Un reportage sociale, umano, di ciò che rimane o probabilmente sta diventando l'enclave più multiculturale d'Italia, ma nella più completa assenza di Stato, burocrazia e regolamenti. Un punto di approdo di vita e di morte, di strade che rimangono con le buche e di terra malata di rifiuti tossici, di resistenze e desolata malinconia.
Il volume riunisce i saggi più importanti che testimoniano dell'intero sviluppo della produzione politologica di Schmitt, dal 1922 al 1953, e ne offrono la summa. Il volume si apre con una densa premessa all'edizione italiana dell'autore, che cerca di stabilire la collocazione storica e il significato unitario della propria opera. Seguono sei saggi: "Teologia politica" (1922), "Il concetto del 'politico'" (1932), "Legalità e legittimità" (1932), "I tre tipi di pensiero giuridico" (1934), "Il problema della legalità" (1950) e "Appropriazione/divisione/produzione" (1953). Chiude il volume la bibliografia aggiornata delle opere di Schmitt.
Figlia di Lorenzo II duca d'Urbino, moglie di Enrico II re di Francia e madre di tre sovrani (Francesco II, Carlo IX ed Enrico III), ma soprattutto donna intelligente e ambiziosa, altera e appassionata, Caterina de' Medici (1519-1589) divenne presto protagonista di un secolo in cui l'"eccesso" era la regola. La sua passione per il gioco della politica le permise così di manovrare uomini e destini nell'Europa rinascimentale e le guadagnò il titolo di "Madre di Francia".
Nel 1519 Caterina de' Medici, appena nata, rimane orfana di entrambi i genitori; nel 1527 si ritrova sola, senza alcuna protezione, ostaggio dei nemici della sua famiglia, prigioniera in un convento di monache; nel 1533 sposa Enrico di Valois, uno dei figli del re di Francia, che è innamorato di un'altra donna, molto più anziana di lei; nel 1544, dopo anni di dolorosissima sterilità, riesce a partorire il primo figlio, che viene affidato però all'amante del marito; nel 1545 cade da cavallo e rischia di spezzarsi la schiena; nel 1554 promuove una guerra contro il lontano cugino Cosimo de' Medici che finisce in disastro; nel 1559 rimane vedova. E diventa regina di Francia. Quella della giovane Caterina, racconta Marcello Simonetta, è la storia romanzata del lungo apprendistato di una bambina che tra lutti, pericoli e tradimenti si prepara a diventare regina di Francia. Ma è anche la storia della guerra fratricida che legherà per sempre il destino dei Medici a quello di un'altra potente famiglia fiorentina, gli Strozzi, epigoni falliti della libertà d'Italia: "dei disperati, a loro modo titanici". Per molti secoli, Caterina è stata considerata una regina dispotica e spietata, dedita all'occultismo e alla magia nera. Questo libro ci dipinge invece una donna molto più complessa, capace di attraversare tempi convulsi esercitando semplicemente il potere che le spettava.
Un'assolutista travestita da illuminista? O l'interprete più coraggiosa della vicenda storica della Russia, capace di tradurre le idee più avanzate della seconda metà del Settecento in una proficua stagione di governo? Fin dalla sua ascesa al trono Caterina II di Russia è stata prigioniera di un mito contraddittorio. Nel delineare la sua figura non sempre è stato facile per i biografi sottrarsi al fascino delle leggende accumulatesi attorno al suo personaggio e alla sua opera: quelle che la dipingono come la «Messalina del nord», la sovrana dall'appetito sessuale smisurato; o, di contro, quelle che la raffigurano come la monarca "illuminata" autrice del 'Nakaz', l'Istruzione in cui sintetizza le idee dei 'philosophes', e come colei che è riuscita a liberare per sempre l'Europa dal pericolo degli Ottomani. In questa biografia politica, l'autore ricostruisce dapprima la formazione personale di una Caterina che cerca di sovvertire le regole scritte e gli usi della tradizione per trovare la propria identità, le radici delle sue convinzioni e delle sue scelte; e poi percorre le tappe fondamentali - di cui rivela aspetti poco noti e retroscena inediti - di un regno che si è intrecciato con quel processo di trasformazione dell'impero russo da monarchia tollerata nel concerto degli Stati europei a potenza in grado di gettare un ponte verso il continente asiatico. Ma racconta anche i successi e i fallimenti di un'intera generazione politica alle prese con trasformazioni destinate a mutare il volto di una società di Antico regime rigidamente divisa in ordini. Così i rapporti mutevoli e ambivalenti della zarina con l'Europa occidentale sono posti in una prospettiva originale che spinge a interrogarsi sulla storia della Russia e sul suo ruolo nella costruzione dell'identità europea. l'indice, possa scomporre e ricomporre il testo affrontando i temi secondo la priorità d'interesse.
Nome: Caterina. Cognome: de' Medici. Nazionalità: italiana. Parentela: nipote di Lorenzo il Magnifico. Stato civile: vedova. Professione: regina di Francia. Segni particolari: veste sempre di nero, adora i gioielli, i carciofi, gli oroscopi e certi golosissimi dolcetti antenati dei nostri macarons. Indagata dagli storici per una lunga serie di crimini: corruzione, stregoneria, avvelenamento, strage. Attivamente ricercata da romanzieri e registi per fiction storiche a base di sangue e sesso. Latitante, soprattutto nella memoria degli italiani, che di lei non sanno praticamente nulla. Ha lasciato le sue impronte ovunque: nella cucina, nella moda, nell'arte, nella cultura. I gelati, le forchette, perfino le mutande e la moderna profumeria sono invenzioni che dobbiamo a lei. Eppure in quasi cinque secoli nessuno è ancora riuscito a catturarla: Caterina de' Medici riesce a sfuggire a ogni facile incasellamento e non si lascia imprigionare negli stereotipi. Ma i misteri di una grande protagonista del Rinascimento italiano ed europeo, nelle sue presunte efferatezze e raffinatezze estreme, hanno le ore contate. Due storici curiosi si sono messi sulle sue tracce e hanno ricostruito le peripezie di Caterina nel contesto di un secolo straordinario e terribile, il Cinquecento. E con questa biografia, tanto dotta quanto divertente, la consegnano al giudizio dei contemporanei.
Chi è stato davvero Catilina? Quali gli scopi della sua famosa congiura? Patrizio di nobilissime origini si oppose alle corrotte oligarchie dominanti e abbracciò la causa della plebe. Guardava alla Roma delle origini, dove i valori erano l’onore, la dignità, il coraggio fisico e morale, la protezione dei deboli, un tempo in cui la classe dirigente non mascherava ancora dietro nobili parole la difesa dei propri privilegi. Più volte tentò la via legale del consolato: ne fu sempre respinto con brogli. Allora decise che ne aveva abbastanza e prese le armi. Impavido, affrontò lo scontro con forze enormemente inferiori. E morì, pagando con la vita, la fedeltà a se stesso.
Una indagine sulle opere "islamiste" di Oriana Fallaci che rompe le righe degli atteggiamenti correnti: alzata di spalle, abbandono della discussione, imbarazzo, giudizi eufemistici. Il libro di Bosetti va diritto alla questione centrale: come è possibile che pagine piene di odio radicale contro una religione in quanto tale, riscuotano un successo paragonabile ai maggiori best-sellers internazionali? Tutti xenofobi e islamofobi? Che genere di epidemia abbiamo qui da contrastare? Che cos'è l'"orianismo" e come funziona una forma mentale che ha bisogno del Nemico per orientarsi, consolarsi, comunicare, fabbricare certezze illusorie di fronte a verità inquietanti?
"Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione, o più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà pienamente scoperto." (Karl R. Popper) Un classico che ha suscitato un dibattito inesauribile e oggi è più che mai attuale, un una nuova edizione arricchita da un saggio introduttivo di Giancarlo Bosetti e dai testi di John Condry, Karol Woytila, Raimondo Cubeddu e Jean Baudoin.
Negli ultimi decenni il ruolo della memoria nella vita pubblica è cresciuto costantemente, ma in parallelo è diminuito il peso della storia nel costruire la nostra conoscenza e sensibilità del passato. Un processo accentuatosi con il sempre maggiore intervento della politica e delle istituzioni nel creare «leggi di memoria», «luoghi di memoria», monumenti, memoriali; ma anche con il contributo che i mass media, la letteratura, il cinema e la televisione danno a una lettura e ricordo del passato spesso lontani dalla coerenza di una narrazione storica rispettosa della verità. Il libro analizza questo contraddittorio e complesso rapporto tra storia e memoria, per quanto riguarda sia l'Italia e l'Europa sia un mondo sempre più globalizzato e propenso a guardare al passato in termini strumentali rispetto alle esigenze del presente.
Romanziere, autore per il cinema, il teatro, la radio e la televisione, Vittorio Schiraldi trasferisce in questo volume riflessioni, suggestioni e ricordi di "Diario minimo", il programma condotto ai microfoni di Radio1. Ne esce un'antologia di pensieri, presentati in ordine alfabetico, un piccolo zibaldone di annotazioni.